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Autore: Charlie_Rock    10/08/2012    6 recensioni
''È perfetto'', pensa Taemin ''È perfetto, è il momento.'' pensa, avvicinandosi impercettibilmente.
Minho se ne accorge, e non si allontana, spalanca gli occhi e la sua mente va in blackout. Taemin si avvicina ancora, e Minho non fugge ma fissa le sue labbra, allora l’idol chiude gli occhi -il cuore che batte nel petto così freneticamente da far tremare le ciglia- e socchiude appena le labbra per rilasciare il respiro che aveva intrappolato in gola fino a quel momento. Mai in tutta la sua vita ha sentito nello stomaco un groviglio così denso di emozioni, neppure la prima volta che ha fatto sesso. Il sospiro dolce di cioccolato di Taemin si infrange sul viso di Minho, facendolo quasi rabbrividire d’aspettativa. Un leggero rossore colora le guance di Taemin e Minho si perde ancora a guardare il suo viso, che non ha mai visto così da vicino e che gli fa salire il cuore in gola. Il tempo sembra fermarsi e Minho accarezza dolcemente la guancia di Taemin con il pollice. E si avvicina ancora.
''Potrebbe essere l’ultima occasione.''
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Taemin
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte: 3 di 5
Personaggi: Lee Taemin, Choi Minho, Kim 'Key' Kibum, Kim Jonghyun, (nominato Lee 'Onew' Jinki), con la partecipazione speciale di Kai degli EXO e di un adorabile personaggio originale che prende le sembranze di Jun Matsumoto (biondo).
Pairing: 2min, JongKey (accennato)
Warning: Slash, AU, Het (accennato)
Beta: La mia Bobby. Tesoro, tutti i due punti sono per te.
Note: Dopo un periodo di tempo abbastanza lungo finalmente posto la terza parte, mi dispiace per tutta questa attesa, ma in buona parte non è stata colpa mia. Mi dispiace anche per l'andamento forse troppo lento della fic -tipo i film degli anni '80-, e i capitoli pieni di cose che probabilmente sembrano inutili. In realtà tutto ha un senso ed un perché in questa storia, per lo meno lo ha per me. Vi chiedo solo di sopportarmi di buon grado per altri due capitoli -oltre a questo qui sotto-, in cui vi giuro succederà veramente qualcosa. E se volete, magari, lasciate una recensione.
Buona lettura~

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~Ocean Waves







IV Le nuvole

Minho è immerso nell’oscurità, un buio così fitto da sembrare solido. Non sa dove sia, né come sia finito lì: ma è sicuro di star cercando Taemin, quindi lo chiama, con un filo di voce.
-Taemin…-, sussurra, incerto, spaventato.
In risposta sente un risata, ed è certo sia quella dell’idol, ma non capisce da dove provenga: sembra circondarlo. Nell’oscurità non riesce a vederlo. Cerca di camminare in avanti, allungando davanti a sé le braccia per toccare quello che lo circonda, ma non sente niente, non vede nemmeno il suo corpo- non è neanche sicuro di averne uno.
-Taemin!- chiama ancora, più forte, perché sta cominciando a farsi prendere da panico. -Taemin, dove sei?-
Lo sente di nuovo ridere, una luce si accende: un occhio di bue illumina, poco distante da lui, Taemin.
Minho sospira sollevato: -Raggio di sole, avevo paura di averti perso.-
Taemin ride ancora e, in quel momento, Minho si accorge che il biondo non è da solo, ma abbracciato a Kai. E la luce si spegne, prima che Minho riesca ad andargli incontro.
Se ne accende un’altra, ‘sta volta più lontana.
-Taemin, non muoverti! Sto arrivando!- urla Minho, mettendosi a correre, ma il suo corpo è ancora immerso nell’oscurità, e non riesce a capire se si sta muovendo o meno, perché Taemin rimane sempre troppo distante.
-Hyung! Sono qui, cosa aspetti?- chiede Taemin, sorridendo beffardo, prima che la luce si spenga nuovamente, per poi riaccendersi a pochi passi da Minho.
Nel cerchio di luce Taemin è vestito e pettinato come all’ultimo concerto a Tokyo. Per la prima volta Minho riesce a prendere coscienza del proprio corpo e muove i pochi passi che lo separano dal cerchio di luce.
-Taemin!- lo chiama, ma l’idol guarda fisso davanti a sé, come se non lo sentisse.
-Taemin!- lo chiama più forte, e poi più forte ancora, urlandogli nelle orecchie.
Taemin comincia a ballare, ignorandolo, come se non esistesse.
-Taemin, cazzo!- urla a pieni polmoni Minho, cercando di farsi notare, prima che la luce si spenga di nuovo.
Nella più completa oscurità Minho comincia a correre e a chiamare il suo Raggio di sole, ma lo sente solamente ridere. Minho è arrabbiato, frustrato e stanco. Si ferma, in mezzo al nulla, con il fiatone, e l’ennesimo occhio di bue si accende perfettamente di fronte a lui. Taemin lo guarda, da oltre la spalla di un ragazzo alto e muscoloso, che Minho non riesce a vedere in faccia perché gli dà le spalle mentre abbraccia Taemin.
-Non ce l’hai fatta hyung,- gli dice, con cattiveria, Taemin, sorridendo diabolicamente: -hai perso. Come sempre.-
La luce si spegne nuovamente.
-Taemin!- urla, per l’ennesima volta, Minho, e sente la gola bruciare, prima che un cuscino lo colpisca dritto in faccia.
Minho apre gli occhi che ha il fiatone, capisce immediatamente di essere in camera sua e che è stato tutto solo un pessimo sogno.
-Che cazzo di problemi hai!- lo apostrofa Taemin, premendosi le mani sulle tempie pulsanti da mal di testa post sbronza: -Sono qui, cazzo, smettila di chiamarmi!-
Minho spalanca gli occhi e si preme una mano sulla bocca, in imbarazzo: -Io… Era un sogno, scusa.-
Taemin gli lancia un’occhiata velenosa, prima di girarsi dall’altra parte: -Cambia pusher, sei a visioni. E ridammi il cuscino che ti ho lanciato!-
Il moro ritira il cuscino, poi si mette supino e fissa il soffitto, stordito dall’alcool non ancora completamente smaltito e dal sonno, sperando di riuscire a riaddormentarsi mentre il cuore rallenta finalmente i battiti, tornando alle pulsazioni normali.
“Subconscio bastardo”, pensa, mentre le palpebre si fanno nuovamente pesanti.

*

Quando Taemin si risveglia, il mal di testa è un po’ meno pressante, ma il saporaccio che aveva in bocca è peggiorato: sente la cavità orale secca, la saliva pastosa e cerca di deglutire a forza, peggiorando solo la situazione. Non deve aver comunque dormito molto, perché la luce nella camera è poca e fredda, come quella dell’alba, come quella che illuminava la stanza quando Minho l’ha svegliato chiamandolo nel sonno. Non si sentono neanche i passerotti cantare dall’ombra degli alberi giù in giardino. Taemin quindi gira il cuscino, preme la guancia sulla parte fresca della federa e cerca una posizione comoda per riaddormentarsi.
La sua mente però decide di non collaborare e comincia a pensare. Pensa alla notte precedente e ricordi confusi fluttuano sconclusionatamente nel suo cervello. L’inizio della serata è chiaro e nitido, il discorso con Minho, l’arrivo dei ragazzi, quando hanno aperto gli alcoolici… Le domande impertinenti di Jonghyun già cominciano ad esserlo un po’ meno. Poi ricorda il sogno che ha fatto, anche se ricordare è una parola grossa visto che l’unica cosa che può dire a proposito è che avesse la lingua di Minho in bocca e che questa sapesse di vodka. La stessa vodka che ha bevuto per tutta la sera, e che gli ha lasciato in ricordo un sapore di merda. Non ricorda nient’altro del sogno: dove fosse, cosa fosse successo, perché. Ci sono solo le labbra di Minho, la sua lingua e il sapore dell’alcool nell’oscurità.
Che sogno del cazzo.”, pensa, con uno sbuffo.
Taemin si volta irritato verso il letto di Minho, e trova il moro con il viso rivolto verso la propria parte: dorme sereno con le labbra leggermente dischiuse, il respiro regolare e senza parlare nel sonno come uno psicopatico. “Chi sa cosa sognava prima…”: Taemin continua a pensare al proprio sogno. Si chiede cosa potrebbe succedere se ora si alzasse e andasse a baciare Minho, così, di punto in bianco. Cosa farebbe il moro? Taemin sa che Minho è attratto da lui. Lo sa dal primo giorno. Nonostante questo, il comportamento del moro lo rende insicuro. Minho potrebbe rispondere al bacio, come potrebbe spingerlo via. E Taemin non sopporterebbe di essere rifiutato, per la prima volta in vita sua, proprio da Choi Minho.
Quindi distoglie lo sguardo che aveva puntato per troppo tempo sul volto di Minho e si alza di scatto, prima di fare qualche stronzata di cui si potrebbe pentire. Saltellando sulla punta di piedi, per toccare il pavimento freddo il meno possibile, cerca di percorrere la stanza silenziosamente e quindi, ovviamente, va a sbattere contro la propria valigia e, rischiando di cadere con il culo a terra, si aggrappa alla prima cosa che trova, la sedia, che la fa strisciare sulle mattonelle facendo un gran casino. Stringe i denti e si volta nuovamente verso Minho, pronto a ricevere qualche anatema, ma il moro dorme ancora beato e Taemin, con un sospiro di sollievo, si affretta a lasciare la camera.

Quando arriva a metà delle scale, dopo essere passato in bagno a lavarsi di dosso il sudore, l’umido dai capelli, ed esorcizzare con il dentifricio il saporaccio che aveva in bocca, nota il cielo plumbeo al di là del finestrone del soggiorno. Un’uniforme distesa grigio scuro copre il sole come uno strato di polvere. Taemin si blocca, guardando fuori: “Fa brutto tempo. Non può fare brutto tempo in un’ isola come questa! Cosa diamine si fa a Jeju quando fa brutto tempo? Si va per negozi? Si visitano i musei? -tutte cose che lui non può fare, o che comunque non gli interessa fare. Lui vuole andare in spiaggia. Tuffarsi in acqua, nuotare fino a quando non gli fanno male le braccia e poi fare il morto in alto mare per riprendere fiato.
-Ti muovi?- la voce di Minho alla proprie spalle lo fa sobbalzare.
Taemin, dopo aver fatto un piccolo saltello sul posto si volta a guardarlo male, ma non incrocia il suo sguardo perché anche Minho sta guardando fuori dalla finestra
-Che tempo di merda,- esordisce il moro, -sicuramente piove. Ti va bene se andiamo da Key e non in spiaggia questa mattina?- aggiunge, guardando Taemin.
L’idol, che ha ancora i capelli umidi, sfoggia una faccia assonnata, delle occhiaie scure sotto gli occhi, e indossa dei bermuda e una canottiera bianca. Minho, non sa perché, lo trova particolarmente carino e, mentre Taemin annuisce, dicendo che per lui va benissimo, allunga una mano per scompigliargli i capelli, sorridendo. Anche Taemin sorride, dimenticando il proprio cattivo umore mattutino.
Minho lo supera scendendo due gradini e poi squilla il telefono, facendolo fermare. Osserva l’apparecchio che trilla dal mobile dell’ingresso: non risponderà a meno che non ne sia proprio costretto-perché tanto è sempre qualcuno per sua madre. Ma, dopo il terzo squillo, il telefono tace e i due ragazzi sentono la voce squillante della signora Choi, dalla cucina, rispondere. Minho scende un altro scalino e la porta della cucina si apre.
-Tuo padre.- dice, atona, la signora Choi, porgendo il cordless al figlio.
Taemin spalanca gli occhi sorpreso, e fa saettare lo sguardo sul volto di Minho.
Il moro stringe i pugni irrigidendo le braccia lungo i fianchi: -Digli che non ci sono.-
-Sa già che ci sei.-
-Allora digli che non voglio parlargli.- risponde meccanicamente Minho, prima di girarsi e risalire le scale quasi di corsa.
La signora Choi sospira e sembra farsi forza prima di riportare il telefono all’orecchio:-Ha detto che non vuole parlarti.-
 Sta per un secondo in silenzio: -Sì, ciao.- dice, prima di chiudere la chiamata.
Poi alza lo sguardo su Taemin, tornando a sorridergli come sempre: -Potresti dire a Minho che la colazione è pronta?- gli domanda.
Taemin annuisce, la vede sparire in cucina e si affretta su per le scale, per raggiungere Minho.

-Mi avevi detto che tuo padre era morto.- dice, mentre apre la porta della loro camera ed entra.
Minho, seduto sul proprio letto, alza stupito lo sguardo dal cellulare che tiene tra le mani: -Quando?-
-La prima volta che ci siamo visti.-
Minho scoppia a ridere, una risata senza ironia e controllata -Taemin pensa distrattamente che sia una buona risata falsa, magari Minho potrebbe avere un futuro come attore-.
 -Consideralo morto, io lo faccio.- sono le parole dure che seguono la risata.
Taemin vuole sapere cosa sia successo. Non per curiosità, ma perché lui vuole conoscere Minho. Ne sente il bisogno. Vuole così tanto chiederlo che sente la domanda che premere contro le proprie labbra e rimbombargli nella testa come se l’avesse pronunciata. Ma la sua bocca rimane chiusa. Perché amaramente si chiede chi sia lui per farsi i fatti di Choi Minho.

*

Camminano lentamente, l’uno affianco all’altro per la strada costiera che passa di fronte sia a casa di Minho che a casa di Key. Ci vogliono una decina di minuti, camminando a passo sostenuto, per arrivare a casa di Kibum: anche con un probabile acquazzone prendere la macchina sarebbe stato uno spreco. L’aria è statica, afosa e umida. Il mare, alla loro sinistra, è una distesa omogenea e quasi liscia, scura. Non c’è un filo di vento e sembra quasi che non ci sia aria da respirare. È un tempo opprimente.
-
È un peccato che tu non possa andare in giro.- dice Minho: -In giornate come questa, in cui non si può andare al mare, solitamente i turisti visitano i musei, o i templi, o i siti archeologici. Mi sarebbe piaciuto portarti a vedere i nonni di pietra1, il museo degli orsacchiotti2, al villaggio folkloristico3, al tempio Yakcheon-sa4 -
Una pausa.
 -E magari anche al
‘‘Loveland5’’. - aggiunge Minho, con un ghigno.
Taemin scoppia a ridere, e gli molla una gomitata: -Maniaco! Dovevo aspettarmelo da te!- esclama, portandosi teatralmente una mano a coprirsi la bocca, con finta sorpresa.
-Senti chi parla, tz, Choi Siwon!- lo prende in giro Minho, rendendogli la gomitata.
Taemin ride di nuovo, riempiendo l’aria silenziosa e morta della sua risata -viva, reale, perfetta nella sua imperfezione-e si aggrappa al braccio del moro, stringendoselo al petto: -Ammettilo, sei solo geloso!-
Minho abbassa lo sguardo su Taemin, che tiene il mento poggiato sulla sua spalla e lo guarda sorridendo, incrociando i suoi occhi luminosi: -Forse.- dice, mordendosi le labbra, tra il serio e il divertito.
Per un momento, il sorriso di Taemin vacilla-lo stomaco fa un triplo salto morale carpiato all’indietro, e si storce una caviglia quando tocca terra-, ma è solo una frazione di secondo, poi torna più brillante di prima e, senza rispondere a Minho, il ragazzo dà un’ultima fugace occhiata al suo volto, per poi guardare dritto davanti a sé, ricominciando a camminare velocemente, ancora attaccato al braccio del moro.
Improvvisamente, i musei e i negozi hanno acquistato interesse: Taemin pensa che sarebbe bello girare per i musei al fianco di Minho, ascoltando le sue battute stupide, andare con lui nei templi, girare per la città-magari mano nella mano-, mangiare un cono gelato seduti su una panchina al porto. Sospira rassegnato, consapevole che non potrà mai avere un appuntamento o un corteggiamento normale, men che meno con Minho.
-Che c’è?- domanda quest’ultimo, sentendolo sbuffare.
-Niente.- risponde Taemin con un’alzata di spalle, inconsapevole che anche Minho stesse formulando i suoi stessi pensieri.

*

Il giardino intorno a casa Kim è molto meno curato di quello della signora Choi. Dell’edera ricopre il basso muretto di recinzione,  e, davanti alla casa ci sono cinque o sei alberi da frutto: sotto di essi l’erba cresce incolta con qualche papavero e basso fiorellino bianco selvatico, come quelli che si vedono nel prati circostanti. La casa è di un fresco azzurro cielo, un po’ scrostato.-Devo convincerlo a ritinteggiare…- mormora Minho, a sé stesso, prima di suonare il campanello.

Camera di Key è un’enorme mansarda. Il parquet è coperto da vestiti lasciati a terra da Kibum dopo essersi cambiato e scarpe gettate alla rifusa; l’enorme scrivania, addossata al muro di fronte alla finestra, è ricoperta da una montagna di cianfrusaglie. Al centro della stanza, con la testiera addossata al muro, troneggia un letto matrimoniale con la testata in stile giapponese, di legno nero. Oltre a quattro o cinque enormi cuscini colorati dall’aria morbida, e il lenzuolo appallottolato ai piedi del letto, sul coprimaterasso è adagiato un portatile nero che, acceso, sbuffa come un treno. Malgrado il casino, Taemin trova la camera accogliente, e si guarda intorno curioso mentre Minho, senza troppe cerimonie, si butta a braccia aperte sul materasso.
-Mi casa es su casa.- sorride Key a Taemin, seguendo Choi sul letto.

*

Quando Key spedisce Minho in cucina a prendere cibo spazzatura e qualche schifezza gassata, Taemin, che stava ridendo fino a quel momento, torna improvvisamente serio: Kim Kibum sa sicuramente che cosa è successo tra Minho e suo padre, e la curiosità sta divorando vivo l’idol. Ancora sdraiato sulla pancia, volta il viso verso Key, puntellando il mento sul lenzuolo che profuma di doposole.
Kibum, seduto a gambe incrociate al centro del letto, ricambia lo sguardo inclinando la testa da una parte: -Che c’è?- domanda.
Taemin sospira, lancia un’occhiata furtiva alle scale, mettendosi a sedere, e decide di vuotare il sacco: -Oggi ha chiamato il padre di Minho…- comincia, ma non sa come continuare.
Key sorride appena: -Ah, capisco…-
-Forse dovrei farmi gli affari miei, ma…-
-Se n’è andato con l’amante quando Minho aveva quattordici anni.- rivela Key, interrompendolo, e risparmiandogli l’arduo compito di trovare le parole adeguate per formulare la domanda. -L’anno che sei venuto qui oltretutto. Penso che tua madre sia corsa ad aiutare la madre di Minho, che stava passando un periodo orribile… Non so se ti ricordi, stava facendo la chemioterapia per superare l’intervento per il cancro…-
Taemin spalanca gli occhi: no, non se lo ricordava. Sente i propri occhi farsi lucidi e leggermente velati, e si dà del coglione, perché ha come dato per scontato, fino a quel momento, che in un posto da favola come Jeju la gente vivesse anche delle vite da favola.
 ‘’
Ma è pazzo! Perché dovrebbe volersene andare da un posto così!?’’, aveva detto a Jun: ma ora capisce il desiderio di Minho un po’ di più.
-Minho non l’ha presa affatto bene,-continua Key:-non gli parla più da quel giorno… Non posso dire che fossero molto legati, ma c’era un saldo rapporto tra loro due. Minho ha sempre fatto qualunque cosa per non deluderlo ed essere all’altezza delle sue aspettative. Pensa che, invece, il giorno dopo la fuga del padre, ha lasciato il club sportivo, e, all’uscita di scuola, mi ha baciato in mezzo al cortile.-
Key sorride divertito al ricordo: -Una ragazza è svenuta, vedendoci, sai?-
-Perché l’ha fatto?- domanda curioso Taemin, chiedendosi se ci sia mai stato del tenero tra i due amici.
-Non pensare male,- si affretta a chiarire Key: -ha solo ritenuto che fosse il modo più eclatante per fare outing in modo che suo padre lo venisse a sapere senza bisogno di dirglielo. Minho non ha mai avuto il coraggio di dire a suo padre che era omosessuale, mentre quello stronzo era in casa.-
-E cosa è successo dopo?-
-Tutti credevano che stessimo assieme. È stato un grave handicap per la mia vita sessuale.- sbuffa Key, arricciando le labbra in un broncio.
Taemin sta per fare un'altra domanda, ma la testa castana di Minho sbuca dalle scale, quindi si zittisce.
-
Ho preso: coca-cola, m&m's , pocky alla fragola, cookies e donuts alla banana, alla fragola ed al cioccolato.-  enuncia il moro, sorridendo soddisfatto, e poggiando la roba che tiene stretta tra le braccia sul letto.
-Bravo, vai a fare i pop-corn ora? Serve anche qualcosa di salato se no moriamo di diabete fulminante.- dice Key con un sorriso melenso e sbattendo le ciglia come una donzella in pericolo, facendo ridere Taemin.
Minho lo fulmina con lo sguardo: -Non abituartici, Kim. Solo perché c’è Taemin.- lo minaccia prima di sparire nuovamente giù per le scale.
-Dicevamo!- esclama Key quando di Minho non si sentono neanche più i passi:-Oh sì: poi ha deciso che voleva per forza un ragazzo per spiattellarlo in faccia al padre, perché non gli bastava il mio meraviglioso bacio, e mi ha trascinato in un locale gay.-
-Siete andati in un locale gay a quattordici anni?!- quasi urla Taemin, portandosi una mano alla bocca:-Omo, racconta: com’è stato?-
-Minho si è cagato sotto quando il primo ragazzo gli ha palpato il culo nella pista da ballo, e si è rintanato su un divanetto con al fianco due coppie che limonavano, guardando tutti con aria truce.-
Taemin qui ridacchia, immaginandosi la scena. -Io invece mi sono ubriacato. La cosa positiva di certi posti è che, anche se dovrebbero, non ti chiedono la carta d’identità per l’alcool, se hai un bel faccino come il mio.- sorride Kibum, sfarfallando nuovamente le ciglia: -Comunque è stato il giorno della mia prima volta, con un diciottenne assolutamente sconosciuto. Il giorno dopo è stato il panico più totale. Mi sono svegliato non a casa mia con i postumi di una sbornia, nudo e con un tipo altrettanto nudo al fianco. Non ti dico che male al culo poi. Quando ho guardato il cellulare avevo tipo trenta chiamate perse di Minho perché me ne ero andato via dal locale senza avvertirlo.-
Key ridacchia, ricordando: -Ringrazio sempre che mi abbia portato a casa Min Ki hyung, quella notte e non qualche vecchiaccio.-
-Min Ki hyung?-
-Sì, dopo che l’ho buttato giù dal letto con una scenata da isterico, è diventato il mio primo ragazzo.-
-E Minho?- domanda Taemin, curioso di sapere chi sia questo tipo che “ci sapeva fare”.
-Minho fino a sedici anni ha avuto una relazione solo con Ernesta la mano destra. Poi ha conosciuto Seunhyun, altro bello stronzo che ha contribuito a rovinare la sua vita. È anche per colpa sua se ora Minho tratta i sentimenti come se fossero una malattia.-
-Cosa ha fatto questo tipo?-
-L’ha tradito, e dopo che Minho l’ha scoperto è saltato fuori che lo sapeva mezzo paese e nessuno si è degnato di dirglielo perché “non volevano che ci rimanesse male”. Coglioni. Li avrei strozzati uno ad uno, a cominciare da lui.-
Una pausa. Key guarda di fronte a se con una espressione truce, mordendosi il labbro. Taemin vorrebbe continuare il discorso, perché tutta la titubanza iniziale, parlando con Key, è sparita: Kibum, quando parla, è come un fiume in piena, ti travolge con sicurezza e non sai dove ti porterà la corrente del suo discorso, ma ascoltarlo è piacevole come il gorgoglio dell’acqua.
Minho peròrispunta fuori, sgranocchiando pop-corn dalla ciotola che tiene in mano, stroncando così le loro chiacchiere. Taemin è soddisfatto comunque: ha racimolato un sacco di pezzi da attaccare al proprio puzzle.

*

-Dov’è il bagno?- domanda Taemin, più di un’ora dopo-tempo in cui il bottiglione di coca-cola è finito, così come le ciambelle, i biscotti ed i pop-corn.
-Piano terra, di fianco alla cucina.- risponde prontamente Minho, scattando a sedere, prima che Key abbia anche solo il tempo di aprire la bocca.
-Perché l’hai mandato giù quando…-, comincia a chiedere Key, mentre Taemin sparisce giù per le scale.
-L’ho sognato ‘sta notte. Ho sognato che ci baciavamo, in terrazza.- dice velocemente Minho, con aria truce, interrompendo Key, tenendo per sé il sogno che ha fatto dopo: -Eravamo per terra, ed era tipo dopo che ve ne siete andati.-
 Guarda dritto davanti a sé mentre parla, per non incrociare lo sguardo di Key ancora sdraiato.
-Sicuro che non sia successo veramente?-
Minho ride scettico: -Ma non dire stronzate, me lo ricorderei se fosse successo, quando tu e gli altri ve ne siete andati è un ricordo più nitido.-
Key alza le spalle: -Perché mi racconti i tuoi sogni a luci rosse?-
-Perché quel ragazzino mi sta fottendo il cervello.- sbuffa Minho, buttandosi nuovamente sul materasso.
-Ah-ah!- esclama soddisfatto Key alzandosi sui gomiti per poterlo vedere in faccia: -Quindi lo ammetti finalmente! Ti stai innamorando di lui!-
Minho fa finta di rabbrividire a quella parola e Kibum gli molla uno scappellotto: -Cosa pensi di fare ora? Ti dài una mossa finalmente?-
-No, non lo so.- si lamenta Minho: -Se lui abitasse qui, forse. Ma, cioè…-
-Come dice Facebook: “Non è la distanza a rovinare le relazioni, sono le persone”. Quindi-- -
-Quindi: io sono un coglione e lui ha mezzo mondo dietro, letteralmente. Come la mettiamo?-
-Sul fatto che tu sia un coglione non ci piove, ma dovresti darvi un’opportunità. Dovresti almeno provarci. Stai buttando un’occasione unica e un ragazzo d’oro.-
La conversazione si interrompe bruscamente, perché la testa bionda di Taemin fa capolino dalle scale.
L’idol li trova zitti e con la stessa espressione che avevano lui e Key quando prima parlavano di Minho.
-Di che parlavate?- chiede quindi curioso.
Minho punta lo sguardo fuori dalla finestra, facendo finta di niente, ritenendo che questo lo esoneri dal rispondere.
-Stronzate.- dice Key, sorridendo e alzando le spalle.
-Sta piovendo.- li informa Minho, contento di aver trovato qualcosa da dire in modo da arginare la curiosità di Taemin.
I due ragazzi biondi si girano a loro volta verso la finestra.
-Speriamo che smetta ‘sta notte, se no non possono fare i fuochi.- borbotta Kibum, assorto.
-Cazzo!-. esclama Minho, sbattendo la mano contro il materasso: -I fuochi! Me ne sono completamente scordato! Avevo promesso alle gemelle che ci sarei andato con loro.- sbuffa.
-Le gemelle?- chiede Taemin, con le sopracciglia aggrottate in una espressione confusa.
-Son le figlie di mio fratello, vivono in paese.- risponde con un sorriso Minho.
-Son due adorabili pesti, - aggiunge Key:-hanno sei anni e sono sveglissime. Tutto pepe. Io le adoro!-
Taemin sorride: -Mi piacerebbe conoscerle.-
-Magari puoi dire loro che non ci sei ai fuochi ed invitarle a casa.-propone Kibum a Minho: -Così Taemin potrebbe vederle… Sono sicuro che gli farebbero le feste.-
-Ma figurati se quelle streghette si perdono i fuochi!- esclama Minho ridacchiando.
-I fuochi?- si intromette Taemin, sentendosi un poco escluso dalla conversazione.
-Ogni anno in paese, prima dell’inizio dei festival estivi, a Jeju fanno una festa, una delle solite, no? Bancarelle di dolci, giochi, musica dal vivo… E verso mezza notte scoppiano i fuochi d’artificio sul mare.- dice Kibum.
-
È uno spettacolo pirotecnico bellissimo!- sospira Minho con aria sognante.
-Ci spendono sempre una marea di soldi.- continua Kibum.
-Con chi vai quest’anno, senza di me, traditore?- domanda Minho a Key, fingendosi offeso.
Il sorriso di Key prende una sfumatura diversa, che Taemin non riesce ad identificare, ma che Minho coglie al volo: -Jonghyung ti ha chiesto di andare con loro, vero?- indovina Minho, prima che Key risponda.
-Ci sarà anche tua sorella comunque, eh!- afferma sulla difensiva questo.
-Sì, sì, chi ti dice niente...- dice, alzando le spalle, il moro.
Taemin osserva lo scambio di battute, e capisce che l’argomento “Jonghyun” è un tasto dolente.
-Tu cosa vuoi fare a casa visto che ci abbandonano tutti?-chiede poi Minho a Taemin, sorridendogli: -togliamo dal freezer due pizze e ci guardiamo uno splatter? O giochiamo alla Play, o con la Xbox?-
Teamin guarda fuori dalla finestra, sospirando un po’ afflitto… Il paesino in festa, le bancarelle, lui e Minho vicini, nell’oscurità, con il fuochi d’artificio che scoppiano sopra di loro. Impossibile.
-Guardiamo uno splatter, voglio ridere.- risponde alla fine, girandosi nuovamente verso Minho e sorridendogli: -Comunque, a me piacerebbe vedere i fuochi.- azzarda.
-Sì, sarebbe bello andarci, ma non puoi no? La SM non ti ha severamente vietato di frequentare posti pubblici?- risponde Minho, sinceramente triste per non potercelo portare.
-Potrei camuffarmi…-
-In mezzo alla marea di gente che c’è, secondo te non ti riconoscerebbe nessuno?- gli domanda scettico Key, con un sopracciglio alzato.
Minho viene in aiuto di Taemin: -Ci sono le vie secondare, saliamo alla ‘’rupe’’ per vedere i fuochi, dove tanto ci siamo solo noi, e potremmo andarcene subito dopo  quando tutti stanno ancora in spiaggia ad ascoltare i gruppi folk.-
-E con tua madre che scusa trovi?-
Minho lancia un’occhiata a Taemin, che lo guarda con gli occhi spalancati e luccicanti per l’eccitazione, e anche se neanche lui è sicuro sia una buona idea, dice lo stesso, con un’alzata di spalle e il cuore che batte un po’ più veloce:  -Basta che le dica che siamo da te, tanto sicuramente lei andrà presto con la signora Lee.-
Key li guarda scettico per un po’, per niente convinto.
-È un’idea folle.- decreta in fine.
-Ma?- se la tenta Minho.
-Ma potrebbe funzionare.- concede, facendo urlare Taemin di eccitazione che poi salta in braccio a Minho e gli stampa un bacio sulla guancia, ringraziandolo.

V I fuochi d’artifico

Taemin e Minho arrivano in paese verso le undici e mezza, parcheggiando poco fuori dall’agglomerato urbano, perché le strade, in occasione della festa, non quasi tutte chiuse al traffico. Già quando escono dall’auto il rumore della gente li raggiunge, facendo sorridere Minho ed accelerare il battito cardiaco di Taemin. Minho fa cenno al biondo di seguirlo, e quest’ultimo si tira su il cappuccio della felpa, camminando dietro al maggiore come per nascondersi, con la testa incassata nella spalle. Superata l’aiuola con il cartello di benvenuto che si erige tra delle palmette basse, svoltano in una via illuminata dalla luce giallognola dei lampioni, in cui ci sono le prime bancarelle. La via è piccola e le bancarelle sono quattro: due di dolciumi, una di giocattoli che emettono rumori fastidiosi, e la tenda di una chiromante, attrazione per stupide coppiette e allocche che vogliono farsi prevedere il futuro. Nessuno presta attenzione a loro e sia Taemin che Minho ne sono sollevati.-Oppa!- esclama Taemin con voce stridula, scimmiottando quella di una ragazza un po’ oca ed attaccandosi al braccio di Minho: -Oppa, facciamoci leggere il futuro da quella chiromante! Oppa, vediamo quanto durerà la nostra storia d’amore!-
Minho abbassa lo sguardo su di lui, alza il braccio libero, e dà tre leggeri colpetti con la mano alla testa di Taemin. -Sei un coglione.- gli dice, scoppiando a ridere.
Anche Taemin scoppia a ridere sonoramente, ed un gruppetto di ragazze che gli sta passando al fianco si ferma a guardarli. L’idol nota lo sguardo di alcune soffermarsi un po’ troppo interessato sul suo viso, quindi si caccia una mano in tasca, ne toglie fuori gli occhiali da sole e se li mette sul naso.
Sperava di non doverli indossare: portano via i meravigliosi colori della festa, e, con loro, parte della magia. Svoltano di nuovo, e davanti a loro si snoda la strada principale del paese illuminata da lanterne colorate appese tra le case, e dalle luci delle bancarelle con i generatori di corrente che ronzano ininterrottamente. I bambini trascinano le proprie madri verso i tavoli ricoperti di caramelle di mille gusti e colori diversi. Le coppie si tengono per mano passeggiando tranquillamente e chiacchierando, i vecchietti hanno tirato fuori vecchie sedie di legno e si sono seduti davanti ai propri portoni, osservando placidi i passanti. Nell’aria chiassosa risuonano anche le note di una vecchia canzone che Taemin si ritrova a canticchiare ma che non riesce a ricordare veramente. Si blocca in mezzo alla strada, gli occhiali da sole leggermente scesi sul naso gli permettono di vedere chiaramente tutto ciò che lo circonda. Il cuore gli sta battendo veramente forte adesso, ed è emozionato. È un’emozione diversa da quella che prova prima di salire sul palco, è malinconia, è agrodolce. Non è come la scossa elettrica che gli percorre la schiena quando le luci si accendono improvvisamente e la folla urla: è una pelle d’oca leggera, che gli fa rizzare i peli chiari delle braccia. Pensa che quei bambini urlacchianti debbano provare la sua stessa emozione. Ipnotizzato dal rumore e dai colori sgargianti, Taemin sta per fare un passo per immergersi nel fiume di persone davanti a lui, quando Minho lo afferra per un polso, saldamente, e lo trascina a destra, in un vicolo buio. Nell’oscurità Taemin si rende conto di quello che stava per fare e tiene lo sguardo basso, vergognandosi. Camminano velocemente e la mano di Minho rimane stretta al suo polso finché il rumore della festa non si allontana, secondo lui, abbastanza.
Poi sentono il rumore di una lattina che cade a terra e qualche imprecazione, e Minho riafferra Taemin, stavolta stringendo in una morsa scomoda le sue dita.
-Chi è?- chiede, un po’ stupidamente, sottovoce, Taemin a Minho.
-I ragazzi che escono al cimitero per farsi le canne, non ti preoccupare. Hanno più paura loro di essere visti di te. Se qualcuno nel paese scoprisse chi sono lo saprebbero tutti e per loro sarebbero cazzi amari.-
E lui lo sa bene, perché  nel  periodo X delle loro vite, Key si era impuntato a voler uscire lì. Non erano durati molto.
Comunque Minho accelera il passo, e, quando Taemin agita appena la mano nella sua presa, lui la allenta senza lasciarlo ed intreccia le loro dita. La mano di Minho è grande e calda e Taemin abbassa lo sguardo, arrossendo nell’oscurità, e il cuore comincia a battere così forte che se lo sente contro il pomo d’Adamo. Minho sorride come un’idiota all’oscurità di fronte a sé.
“Devo dirlo a Jong in”, pensa Taemin: “Questo sì che è degno di un boys love manga”.
La strada del cimitero è corta e, qualche metro più avantim Taemin vede un incrocio illuminato. Nella strada perpendicolare a quella buia, dove Minho lo fa girare a sinistra, non c’è anima viva ed è molto silenziosa. Il vento umido e freddo che si è levato verso le nove di sera sbuffa ad intervalli irregolari, facendo rabbrividire Taemin, nella sua felpa senza maniche, portando i rumori della festa. La strada che stanno percorrendo è probabilmente ai margini del paese, perché, mentre a sinistra hanno una serie di villette tutte diverse illuminate dalla luce arancione dei lampioni, a destra un canale di scolo sembra mangiarsi la luce della città, apparendo buio, delimitando il confine uomo-natura, noto-ignoto: oltre ad esso è solo campagna oscura.
Improvvisamente dei passi poco distanti, che rimbombano nel silenzio, riportano Taemin alla realtà. Si gira verso il rumore, piantandosi meglio gli occhiali da sole sul naso, e vede una famiglia che esce di casa. Il padre e la madre tengono in braccio le due bambine, che improvvisamente si mettono a ridere sguaiatamente. A quella risata, Minho, che aveva accelerato sentendo i passi, si ferma di botto e si volta verso la famiglia: -Sono loro.- dice sorridendo.
-Eh? Lor--- Aaah. Tue nipoti?-
Minho annuisce. –Ti dà fastidio se le salutiamo? Se non te la senti continuiamo ad andare.-
Taemin scuote la testa, sorridendo: -No, no, mi fa piacere conoscerle!-  È contento: un altro pezzo di Minho per il suo puzzle.
Il sorriso del moro si fa più largo, alza una mano, e saluta la famiglia che gli sta venendo in contro. In un attimo le due bambine urlano: -ZIO MINHO!- scalciano per essere messe a terra, e cominciano a correre per raggiungere il giovane zio, non curandosi del fatto che indossino vestiti nuovi. Minho, ridendo, accoglie la prima che arriva, a braccia aperte. Questa gli si butta addosso, circondandogli il collo con le braccia e Minho si tira su, prendendola in braccio.
-Lei chi è?-domanda la bambina immediatamente, rivolgendosi a Taemin: -La tua ragazza?-
Minho scoppia a ridere: -È un maschio, bambine!-
-Allora è il tuo ragazzo!- esclama la bambina rimasta a terra.
Taemin spalanca gli occhi sconvolto, Minho scoppia a ridere.
-Ma che cosa insegnate a vostre figlie!- esclama, ridacchiando, rivolto a suo fratello e alla moglie di lui che guardano le loro figlie altrettanto allibiti, e un po’ divertiti.
-Noi niente, penso che passino troppo tempo nella stanza di quella sciagurata di Choon Hee!- esclama Min Suk.
Minho scuote la testa: -Lei e i suoi Boys Love!-
-Mi prendi in braccio!- chiede, con tono imperativo, la bambina rimasta a terra, tirando i jeans di Taemin.
Questo annuisce sorridendo.
-
Su Ji-ah! Chiedi per favore!- la sgrida la madre.
La bambina sospira accondiscendente: -Per favore, mi prendi in braccio?- domanda, correggendosi, anche se è già tra le braccia del biondo, guardandolo seria.
Taemin scoppia a ridere e la bambina lo guarda male: -Hey! Stai ridendo di me?!- protesta imbronciata.
Taemin cerca di darsi un contegno, ingoiando le risate, senza però a riuscire a reprimere il sorriso: -Non oserei mai!- dice alla bambina, fingendosi sconvolto.
Lei non ancora convita lo squadra: -Spero per te!- lo avverte serissima-e l’idol non può fare a meno di scoppiare nuovamente a ridere.
Si volta verso Minho, agitando la testa, come alla ricerca di una spiegazione, e il moro ridacchia: -Ti avevo detto che sono delle streghe!-
La bambina che tiene in braccio a quelle parole gli dà un pugnetto sulla spalla, facendogli la linguaccia. Minho le fa una smorfia, rispondendo alla sua linguaccia e la bambina ride prima di attaccarsi nuovamente al suo collo abbracciandolo stretto. Minho sorride, e la stringe a sé con aria protettiva. Taemin li osserva, sorridendo intenerito.
-Non ci siamo presentati.- dice Min Suk, riportando alla realtà Taemin. -Io sono Min Suk, il fratello maggiore di Minho. Lei è mia moglie Yun Hee,- dice indicando la donna al suo fianco, che fa un leggero inchino, -e queste due pesti sono Su Ji e So Ra.-
-Piacere!- urlano in coro le due bambine.
-Io sono Lee Taemin, piacere di conoscervi.- si presenta sorridendo il biondo, facendo un leggero inchino con il capo.
-Quel Lee Taemin?- domanda Yun Hee, rivolta a Minho, che annuisce con un sorriso.
-Oh! Io sono una grande fan degli SHINee!- esclama la donna, emozionata.
Taemin si sente arrossire: -Veramente?-
-Sì! Siete bravissimi, vi seguo dagli esordi!-
Taemin china nuovamente il capo, non potendo inchinarsi decentemente: -
Kamsahamnida.- ringrazia, e si sente riconoscente ed emozionato, con il cuore che accelera un po’ nel petto, come quando, agli esordi, le fan avevano cominciato a riconoscerli per strada, ad urlargli in loro amore e il loro sostegno.
-Venite a vedere i fuochi con noi?- domanda So Ra, interrompendo il momento.
-Non possiamo patata.- le dice Minho, sporgendo il labbro inferiore all’infuori in un broncio triste.
-Perché?-
-Abbiamo già detto a qualcun altro che saremmo andati con lui.- inventa una balla Minho, perché potrebbero anche portarsele dietro sulla “rupe” e vedere i fuochi assieme, ma, per quanto adori le sue nipoti, vuole stare solo con Taemin.
-Se è Key oppa, può venire anche lui con noi! E anche la zia e Jjong oppa!- esclama Su Ji
-E anche Jun oppa!- aggiunge So Ra.

-Su Ji, lasciali in pace. Venite qui ora.-  dice loro la madre.
Le bambine sospirano, ma si lasciano mettere a terra senza protestare
-Bacio.- ordina Minho, inchinandosi e picchiettandosi la guancia. So Ra spinge Su Ji per poterglielo dare per prima, e poi corre dalla mamma. So Ra invece, dopo aver baciato lo zio, corre verso il padre.
-Ciao Taemin oppa!- saluta Su Ji, dalla braccia della madre.
-Sì, ciao Taemin oppa!- la imita la sorella.
Taemin regala loro uno dei suoi sorrisi più belli, salutandole con la mano, poi lui e Minho salutano Min Suk e sua moglie e si voltano per riprendere il proprio cammino.
-Taemin!- si sente chiamare l’idol, dopo qualche metro, da Yun Hee.
-Hwaiting!- gli urla la donna, alzando un braccio, quando l’idol si gira.
Taemin scoppia a ridere: -Hwaiting
!- urla a sua volta.

 

*

 

Senza intoppi arrivano alla ‘’rupe’’. Salgono su un pendio un po' scosceso, circondati da un'oscurità quasi impenetrabile. Taemin arpiona con una mano il fianco della maglietta di Minho perché ha paura di perderlo, o di cadere, e in generale l'ignoto gli fa paura in quel momento. Minho lo guida con sicurezza e, ad un certo punto, lo tira per un braccio, spingendolo a sedersi. Si siedono entrambi a terra, con le gambe incrociate e le cosce che si toccano, le mani immerse nei fili d'erba verde. Taemin sente il respiro di Minho vicino al proprio orecchio e un brivido gli percorre la schiena. Sarebbe un momento perfetto per baciarsi, nell'oscurità, con il profumo del mare e il rumore delle onde. Taemin si volta verso Minho e vede il suo profilo appena accettano, che si staglia contro il cielo stellato alle sue spalle, si sporge verso di lui per un millimetro... E poi bum! Il primo fuoco d'artificio scoppia nel cielo con un rumore assordante che gli rimbomba nel petto, nel cuore. Si ritrae di scatto, come se lo scoppio lo avesse colto a fare qualcosa di proibito, e si accuccia con le ginocchia contro il petto, il mento poggiato su esse e guarda gli scoppi di luce colorata.

Quando era piccolo Minho pensava che i fuochi d'artificio fossero magici: non poteva credere che delle cose così belle, strane ed affascinanti fossero state create da degli uomini comuni che non conoscevano l'arte della magia.  È sempre stato affascinato dalle luci e dai botti dei fuochi, e, anche ora che ormai è cresciuto, è rimasto succube del loro fascino e, in fondo in fondo, forse crede ancora che ci sia della magia mischiata alla polvere da sparo. Si volta verso Taemin e lo trova rannicchiato, sorride appena, guardandolo attraverso i flash di luce colorata: poi nota delle piccole perle di colore -ora rosse, ora versi, ora d'oro- anche sulle sue guance... E si rende conto che sta piangendo. Lo stomaco di Minho si contrae in una morsa dolorosa, Taemin alza appena la testa, forse per tirare su col naso, e Minho nota nel suo viso la stessa espressione che aveva sugli scogli qualche giorno fa, mentre guardava l'orizzonte. Il moro non può fare a meno di chiedersi con rammarico dove sia finito il sorriso che gli illuminava il volto fino a qualche minuto prima.
-Taemin-, lo chiama, poggiandogli una mano sulla spalla e sporgendosi verso il suo orecchio.
-Hyung!- esclama Taemin, preso alla sprovvista, e si porta le mani alle guance per scacciare le lacrime.
Minho gli sorride dolcemente, gli passa un braccio intorno alle spalle e se lo tira contro. Taemin poggia il viso sul suo petto e sente il cuore di Minho battere forte ed il proprio accelerare, gli sembra che non siano mai stati così vicini. Minho guarda il cielo di fronte a sé, dove una cascata di scintille dorate scende verso il mare, e sussurra all'orecchio di Taemin: -Stai bene Raggio di sole?-
Taemin vorrebbe dire di sì, ma viene scosso da un singhiozzo. La presa di Minho sul suo corpo di fa più salda e rassicurante: -Dimmi cosa c'è che non va.-
-È una stupidaggine.-
-Dimmela lo stesso.-
Taemin sospira: -Non me ne voglio andare via.- dice, con voce rotta dalle lacrime.
Minho sente una fitta più o meno all’altezza del cuore.
-Io sono un egoista del cazzo. Non me ne voglio andare, ma non voglio neanche rinunciare a niente. In questi giorni mi sembra di aver vissuto la vita di qualcun altro, quella di Raggio di sole, ed è stato perfetto. Ma anche essere Taemin lo è, a modo suo. Non voglio rinunciare a niente, ma non posso avere tutto.-
Minho deglutisce e la gola comincia a fargli male, premonitrice di lacrime: -Anche quando sarai a Seul, tu sarai sempre il mio Raggio di sole.- sussurra, e quelle parole son così vere da farlo stare male e sono tutto ciò di cui ha paura.
Taemin si aggrappa alla sua maglietta con così tanta forza da affondare le dita anche nella carne e continua a singhiozzare senza ritegno, sotto il cielo che continua a tingersi di colori brillanti ed a tornare nero come il carbone.

 

Quando lo spettacolo pirotecnico finisce, Taemin è ancora aggrappato a Minho con tutte le proprie forze, tanto che le mani gli fanno male a furia di stringere la stoffa, e Minho gli accarezza lentamente la schiena. Taemin ha smesso di singhiozzare e di piangere e pensa all’affermazione di Minho, in silenzio, e si domanda se Jeju sarebbe stata bella uguale senza di lui: ‘’No, non lo sarebbe’’. Ripensa alle parola di Jun anche: “gli scrittori cercavano i luoghi ameni e il vero amore”.
Un pensiero gli attraversa la mente come un lampo, facendo fare una capriola al suo stomaco. ‘’E se…’’
E  se si stesse veramente innamorando di Minho?
Taemin alza lo sguardo verso il moro e con sorpresa incrocia i suoi occhi, che lo fissano con intensità.
-Stai meglio?- gli domanda Minho, con voce profonda e dolce, all’orecchio.
Taemin inconsciamente chiude gli occhi, assaporando quella voce come fosse cioccolato: -Sì.- sospira.
-Io direi di tornare a casa, prima che le strade di riempiano di nuovo…-
Taemin annuisce e fa forza per mettersi in piedi. Saltella un po’ sul posto e si scioglie i muscoli, sentendosi tutto dolorosamente intorpidito. Dopo aver avvertito Key che non si incontrano per tornare a casa assieme, discendono la rupe e Taemin rischia un paio di volte di ruzzolare a terra per colpa del terreno asciutto e friabile.Le strade del paesino adesso sono pressoché deserte: giusto qualche vecchietto -Minho li saluta tutti- è rimasto dietro la propria bancarella, controllando anche quelle vicine, appartenenti a giovani che sono andati a vedere i fuochi e il concerto. Minho e Taemin sono silenziosi, Taemin è ancora perso nella propria testa e Minho sbircia qualche volta il volto del biondo, con la paura di trovarci nuovamente delle lacrime. Minho non riesce a vederlo con quello sguardo triste, non ce la fa proprio.
-Vieni-, dice quindi, afferrando la mano di Taemin facendolo sussultare, e si volta, cominciando a correre trascinandoselo dietro.
-Dove stiamo andando?- domanda Taemin, cercando di non incespicare nei propri piedi o nelle gambe troppo lunghe di Minho, mentre lo segue.
Minho si volta verso di lui per un secondo, con un enorme sorriso sul volto che lo fa sembrare un bambino troppo cresciuto: -A tirarti su il morale, Raggio di Sole!-
A Taemin viene da ridere.
Si fermano di fronte ad una bancarella di cioccolato e torrone, gestita da un signore che Minho ha salutato prima quando sono passati.
Il vecchio signore sorride vedendoli: -Minho, ah!- esclama. -Mi sembrava strano non ti fossi fermato!-
Minho sorride, inchinandosi appena come nuovo saluto.
Poi domanda: -Tae, cosa vuoi?- mentre l’idol ha già l’acquolina in bocca alla vista degli enormi ‘’quadratini’’ di cioccolato della bancarella.
-Ajusshi, a che gusto sono questi?- chiede il biondo indicandoli, e sembra eccitato come un bambino.
-Al latte al peperoncino, fondente alla menta, al latte all’arancia, fondente con uvetta e noci, fondente con mandorle-- -
-Io lo prendo fondente con mandorle!- esclama Taemin con un gran sorriso rivolto a Minho, interrompendo l’elenco, forse un po’ maleducatamente, ma il vecchietto si limita a sorridere.
-Allora tre pezzi di quello alle mandorle e tre di quello al latte al peperoncino, ajusshi.- ordina Minho.
L’uomo li mette con le pinze dentro una bustina di cartone, che porge poi a Taemin il quale la afferra gongolante. Minho paga (-Poi te li rendo, eh!- gli dice Taemin, che ha già a bocca piena) e si rincamminano. Entrambi vorrebbero riprendersi per mano, ma le braccia stanno dritte lungo i fianchi ed i pugni chiusi.
Taemin mordicchia e un po’ succhia un pezzo di cioccolato, troppo duro e spesso per essere veramente addentato, Minho invece ha anni di pratica alle spalle, e una tattica per mangiare quel tipo di cioccolato senza sembrare un preistorico. Quando finalmente Taemin arriva alla prima nocciola esulta, e Minho non può far a meno di sorridere divertito mostrando i denti sporchi di cioccolato, contendo di essere riuscito nel proprio intento di far tornare il sorriso sul volto di Raggio di sole.
-Tu sei come questo cioccolato!- esordisce ad un certo punto del loro tragitto Taemin: -Sembri tutto d’un pezzo, fondente, ma in realtà sei tu perché hai le nocciole dentro. Senza le nocciole saresti sempre buono, ma non saresti tu.-
Se Taemin non avesse scoperto tutte quelle cose sul passato di Minho, il moro sarebbe rimasto quel ragazzo sexy che gli si è spogliato di fronte il primo giorno lì, mentre adesso è… Be’, è il suo Minho.
-Tu sei come il cioccolato al peperoncino allora,- lo rimbecca Minho: -Sembri tenero, ma in realtà è solo apparenza.-
Ed anche questo è vero, il cioccolato al latte e il peperoncino si identificano nella parte matura e maliziosa di Taemin, quella con l’espressione triste o il sorriso sghembo, e in quella dolce ed infantile, con il sorriso troppo grande e luminoso.
-Tu stai solo insinuando che sia piccante! Lo so, sono sexy, non posso farci niente.- scherza Taemin.
-Mh, sì, soprattutto con la bocca tutta sporca di cioccolato. Fammi un fischio quando impari a mangiare.- ride Minho e Taemin gonfia le guance come un criceto, offeso e si passa il dorso della mano sulle labbra, peggiorando solo la situazione.
-Vieni qui.- lo esorta Minho ridacchiando, prendendo per un braccio e portandolo proprio sotto ad un lampione per poter vedere meglio le macchie di cioccolato sul suo viso.
Minho poggia una mano sulla spalla di Taemin, e l’altra la porta al suo viso e con il pollice strofina una macchia marroncina, senza grandi risultati. I loro volti sono vicini e Taemin trattiene il respiro osservando il viso di Minho: i suoi occhi enormi e scuri fissi sulle sue labbra, le piccole rughe che gli si sono formate tra le sopracciglia per la concentrazione, le sue labbra fini, che ha persino sognato di baciare.
-Non ti dà fastidio vero?- domanda Minho, portandosi il pollice alle labbra e leccandolo, Taemin non afferra immediatamente a cosa si riferisca e Minho non aspetta una risposta prima di tornare a strofinare la macchia sulla guancia di Taemin con il pollice umido di saliva.
-Fai con comodo eh, leccami direttamente la faccia se vuoi!- protesta ironico Taemin, senza essere veramente infastidito.
Minho alza lo sguardo ai suoi occhi, mortalmente serio: -Non sfidarmi, pivello.-
Taemin scoppia a ridere così di gusto che pensa di aver sputacchiato un po’ in faccia a Minho, ma non se ne preoccupa, perché così sono pari. Si aggrappa alle spalle muscolose di Minho, perché sta ridendo troppo per stare in piedi, ed ha una stupida risata contagiosa, i suoi occhi sono lucidi, ha il respiro ansimante e la bocca ancora sporca di cioccolato. È bello da star male, ed anche Minho ride. Quando lo scoppio di ilarità, dettato più che altro dalla stanchezza e dall’adrenalina che ha messo in circolo la loro uscita clandestina, scema, sono ancora lì: le mani di Taemin ancora strette alle spalle di Minho e la mano di Minho ancora sulla guancia di Taemin. Hanno gli zigomi che fanno male per le troppe risate e si stanno ancora sorridendo e sono così vicini…
‘’È perfetto’’, pensa Taemin: ‘’
È perfetto, è il momento.’’, pensa, avvicinandosi impercettibilmente.
Minho se ne accorge, e non si allontana, spalanca gli occhi e la sua mente va in blackout. Taemin si avvicina ancora, e Minho non fugge ma fissa le sue labbra, allora l’idol chiude gli occhi -il cuore che batte nel petto così freneticamente da far tremare le ciglia- e socchiude appena le labbra per rilasciare il respiro che aveva intrappolato in gola fino a quel momento. Mai in tutta la sua vita ha sentito nello stomaco un groviglio così denso di emozioni, neppure la prima volta che ha fatto sesso. Il sospiro dolce di cioccolato di Taemin si infrange sul viso di Minho, facendolo quasi rabbrividire d’aspettativa. Un leggero rossore colora le guance di Taemin e Minho si perde ancora a guardare il suo viso, che non ha mai visto così da vicino e che gli fa salire il cuore in gola. Il tempo sembra fermarsi e Minho accarezza dolcemente la guancia di Taemin con il pollice. E si avvicina ancora.
‘’
Potrebbe essere l’ultima occasione.’’, pensa Minho, passandosi la lingua sulle labbra. ‘’Chi sa se sono morbide come lo erano nel sogno…”, pensa quando le loro bocche di sfiorano in un tocco così impercettibile da sembrare solo immaginato.
E la parola “sogno” fa scattare qualcosa nella mente di Minho, il cui cervello ricomincia a lavorare a pieno regime. Si allontana da Taemin, con un balzo all’indietro, e l’idol apre gli occhi di scatto, percependo la sua improvvisa lontananza, nel momento esatto in cui Minho lo afferra per un polso e ricomincia a camminare.
Taemin si lascia trascinare, confuso, chiedendosi cosa diavolo sia appena successo.
-Dobbiamo sbrigarci, le strade tra un po’ si riempiranno di nuovo.- cerca di dare una spiegazione razionale Minho, a qualcosa che razionale non è.

'’Non ce l’hai fatta hyung, hai perso come sempre’’
: le parole del Taemin del suo incubo echeggiano nella sua mente.
Minho stringe forte a pugno la mano libera, conficcando dolorosamente le unghie nel palmo e sbiancando le nocche. Stava per mandare all’aria una settimana di sforzi.



*

Sono tornati a casa in perfetto silenzio, Minho ha accesso la radio in macchia per allentare un po’ la tensione.
Il telefono di Taemin squilla quando stanno attraversando il giardino e lui si separa da Minho -che entra in casa- inoltrandosi tra la vegetazione per accettare la chiamata di Kai, che era quello di cui aveva bisogno in quel momento.
-Devo dirti una cosa!- esclama contento Taemin, ancora prima di salutare l’amico o anche solo dirgli: “pronto”.
-Avete scopato?- esclama Jong In emozionato.
-No. Ci siamo quasi baciati!- urla Taemin a bassa voce.
L’emozione nella voce di Kai scema di botto: -Mi prendi per il culo, vero?-
-No! Ti giuro, ci stavamo per baciare, ho sfiorato le sue labbra…-
Taemin sospira al ricordo di quel tocco leggerlo.
-E poi? Perché non vi siete baciati se c’eravate così vicini?-
-Non lo so, lui è scattato indietro e siamo tornati a casa…-
-Quel ragazzo è psicopatico!-
-No! Penso che abbia solo qualche problema a gestire i suoi sentimenti…-
-Sta di fatto che tu e lui state sessualmente frustrando anche me.-
Taemin ridacchia: -Secondo me è stato un grande passo avanti comunque. Sento che sta cedendo, manca poco.-
-Meno male che dovevi solo essere carino e disponibile perché Lee Taemin non fa mai il primo passo.- lo schernisce l’amico.
Taemin arrossisce. -Con lui è diverso… Io… Credo di starmi veramente innamorando. Ci si può innamorare di qualcuno in così poco tempo?- domanda, ma la risposta di Kai viene sovrastata da un tuono.
-Cacchio! Ha cominciato a piovere!- urla Taemin, e Kai sente lo scrosciare della pioggia attraverso il telefono.

*

Minho  sale le scale di corsa, si getta sul letto e digita a memoria il numero di Key.
-Hey, che cosa è successo?- risponde immediatamente l’amico, dall’altra parte della cornetta, già preoccupato per il pacco non giustificato che gli hanno mollato prima.
-Ci stavamo per baciare, e ‘sta volta seriamente, aveva già gli occhi chiusi e tutto e lo stavo veramente per fare anche io e-- -
-FRENA, frena, frena, frena. COSA?-
-Ci stavamo per baciare…-
-Sì, ma come? Perché? Dove? Quando? Comincia dall’inizio, riavvolgi il nastro.-

-Lui è scoppiato a piangere mentre guardavamo i fuochi, perché qui è Raggio di sole, a Seul è Taemin e non vuole rinunciare a niente, ma non può e si sente un egoista.-
Pausa.
-Va avanti, questo me lo aveva già raccontando Jun…-
-Perché tu e Jun sapevate cose di Taemin che io non sapevo?- domanda accigliato Minho.
-Non è importante,- lo liquida Key, -va avanti.-
-L’ho abbracciato e gli ho detto che lui sarebbe sempre stato il mio Raggio di sole, di non preoccuparsi.- Pausa. -Cazzo, a pensarci ora mi sono praticamente dichiarato.- Minho si prende la testa tra le mani.
-Ed è qui che vi stavate per baciare?-
-No, dopo. Ce ne stavamo andando, lui era ancora triste ed allora gli ho comprato del cioccolato, sai quanto gli piace, no? Come al solito si è sporcato tutto e lo stavo aiutando a pulirsi, poi ho fatto una battuta e ci siamo messi a ridere,- Minho sospira, -ed era così fottutamente bello. Quando abbiamo smesso di ridere c’è stato il quasi bacio…-
-Dal quale tu ti sei tirato in dietro perché…?- domanda irritato Key.
-Lo sai il perché.- risponde lapidario Minho, rabbuiandosi.
Un tuono echeggia nel cielo scuro che si scorge fuori dalla porta finestra, segnando l’inizio dell’acquazzone che Minho aveva predetto da quella mattina. Il moro si alza, per chiudere la porta finestra, attutendo anche il rumore delle pioggia.
Key sospira: -Se solo tu fossi veramente pessimista, od ottimista.-
-Se fossi ottimista mi sarei già buttato, se fossi pessimista non avrei così paura di una futura delusione perché tanto non avrei mai sperato in niente. Ma non sono così. Lo sai. Faccio finta di essere pessimista, ma poi c’è quel barlume di ottimismo in me che mi fa sperare, buttare, ed automaticamente rimanere inculato dalla vita.-
-Quindi fai il codardo.-
Ecco, Key glielo ha detto, per l’ennesima volta.
Minho stringe i pugni e la mascella e si sente scoppiare.
-Sì! Sono un codardo, va bene?! Sono un maledetto codardo perché ho paura di rimanere con il culo a terra per l’ennesima volta, perché io non sono come te. Io non riesco a rimettermi in piedi bene come sai fare tu. Io ho paura, perché ho già cominciato a sperare, a pensare che possa andare bene, ad innamorarmi anche, penso. E lui è un idol, è un ragazzino che se ne andrà tra due giorni da quest’isola e forse non ci rimetterà più piede e, cazzo che cosa frocia da dire, mi spezzerà il cuore. Perché è matematico!-
-Non è detto!- urla Key dall’altro capo del telefono.
-Non me ne fotte un cazzo del “Non è detto!’’, voglio certezze! Non ne posso più di dover raccogliere i cocci!-
Minho afferra la maniglia e apre la porta della propria stanza di scatto. Spalanca gli occhi fissando di fronte a se e la presa sulla maniglia si stringe spasmodicamente.

Davanti a lui c’è Taemin, con gli occhi più spalancati dei suoi e il telefono ancora all’orecchio.
Non ha bisogno di chiedergli se ha sentito o meno, la sua faccia parla già abbastanza. Minho deglutisce una volta fissando il biondo negli occhi, poi volta lo sguardo di scatto e lo supera.
-Hyung!- lo chiama Taemin, ma lui non si ferma.
-Hyung, aspetta, parliamone!- tenta nuovamente l’idol, seguendolo giù per le scale.
-No.- risponde serio, duro e categorico Minho. Perché si vergogna da morire di quello che Taemin ha sentito. Perché ora l’idol conosce il suo punto debole. Perché si sente nudo e vulnerabile adesso. –Non ne parliamo. Perché non ti riguarda. Perché tu non avresti dovuto sentire questa conversazione.-
-Io credo che invece mi riguardi eccome!- urla quasi Taemin. –Stavi parlando di noi!-
Minho abbassa la maniglia della porta di ingresso.
 -Stavo parlando di me. Non c’è nessun noi!- “E non ce ne sarà.’’
Minho esce di casa e si sbatte la porta alle spalle. Taemin lo vede scappare via, inglobato dalla pioggia e dall’oscurità, attraverso la finestra del soggiorno. Il rumore della porta che sbatte gli rimbomba nel cranio per qualche attimo, poi la sua testa si svuota e le sue orecchie riprendono a funzionare.
-Taemin! Taemin, ci sei?!-
 La voce preoccupata di Kai gli arriva dal cellulare che tiene ancora stretto nel pugno, lo aveva dimenticato.
-Jong…-, sussurra, riportando l’apparecchio all’orecchio. -Ho mandato tutto a puttane.- singhiozza, prima di scoppiare a piangere.

 

 

 

 

 

 

Note:

 

1 Dol hareubangs (tradotto in italiano ''nonni di pietra'') sono delle statue di pietra vulcanica presenti in gran numero sull'isola. Non si sa esattamente cosa rappresentino, neppure come se siano nate sull'isola od importate dall'esterno. Ormai comunque sono un simbolo di Jeju come i nuraghi lo sono per la Sardegna e i trulli per la Puglia.
2 Il Teddy bear museum contiene orsetti da tutto il mondo e di varie epoche, famose scene della storia del cinema, famose opere d'arte o scene di vita quotidiana interpretate da orsetti di pezza e altre cose adorabili *w*
 Come in ogni  villaggio folkloristico che si rispetti sono stati ricreati i villaggi degli antichi a bitanti dell'isola, vi sono delle rappresentazioni in costume tipico ed altre cose del genere.
4
   Il tempio Yakcheon-sa è il più grande tempio buddista a Jeju. Attrazione per i turisti, oltre che per la sua bellezza e maestosità, per le numerose leggende raccontate su una fonte d'acqua nei possedimenti del tempio, che si dice sia miracolosa e guaritrice.
5 Il Loveland è un parco all'aperto di sculture a tematiche erotiche. Googletevelo, è simpatico.

 

Ringrazio tutti i lettori che hanno messo Ocean Waves tra i preferiti, quelli che l'hanno messa tra le ricordate e chi la segue. Ringrazio anche coloro che hanno lasciato una recensione.
Ed infine ringrazio chi ha letto anche questo capitolo.
 

  
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