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Autore: Forge    11/08/2012    1 recensioni
Beh dunque, questa è una storia che sto scrivendo. Aiutatemi a migliorarla con le recensioni, mi raccomando!
Per Ealy è la vigilia del suo compleanno. Presto conoscerà la sua natura e ciò la spaventa. Fortunatamente ha accanto a sè Max e Altair i suoi migliori amici. Ma il male sta arrivando...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-ALTAIR, SVEGLIATI! ALTAIR! ALTAIR! DAI, PIGRONA!-
-Perché la sveglia parla?- un’assonnata Altair pestava con forza la mano sulla sua povera sveglia, ancora muta.
- Un’altra manata e si rompe del tutto! E poi dovrò venire a svegliarti tuuuuutti i giorni…-
-PER CARITA’.- disse quella alzandosi di scatto e osservando il sorriso beffardo che le rivolgeva la sua migliore amica –Si può sapere che ore sono?-
-Sono già le 9.46 del 31 Dicembre.-
-Sono solo le dieci meno un quarto? Oh Al, ma perché non torni a dormire fino a mezzogiorno come fai sempre?-
-Perché oggi, cara Altair, è il giorno che aspetto da una vita intera. Da stanotte saremo maghi a tutti gli effetti e potremo usare a nostro piacimento la magia!-
-So io in che modo potrei usarla piacevolmente contro di te…- sbuffò la ragazza alzandosi dal letto e lanciando un’occhiataccia ad Ealy, già vestita, pronta a vivere un nuovo giorno e con un sorriso a trentadue denti stampato in volto. –Senti…Perché non cominci a preparare la colazione? Così io mi lavo, mi vesto e scendo.-
-Non mi freghi, se me ne vado torni a dormire.-
-Uff, perché devi conoscermi così bene…-
-Però va bene, se vuoi lo faccio.-
-Davvero?- chiese speranzosa Altair.
-Oh si! E poi torno qua con un bel bicchiere d’acqua gelata. Così risparmiamo tempo sul lavaggio, no?- Ealy rise di gusto vedendo una misera Altair alzarsi dal letto e dirigersi sconsolata dal letto. –Ti voglio bene!- le urlò da dietro la porta. Come risposta ottenne un sonoro grugnito.
-Ricordarmi perché ti ho invitato qua proprio oggi sapendo perfettamente della tua esuberanza- chiese Altair uscendo profumata dal suo bagno dopo una decina di minuti e dirigendosi verso il guardaroba.
-Perché sei la mia migliore amica, mi vuoi bene, dobbiamo incontrarci presto con Will e Max ma soprattutto per impedirti di indossare quest’orribile maglione!- disse strappandole di mano un golf di colore giallo canarino.
-Ma perché? E’ molto carino…- si difese l’accusata.
-Si, per una gallina che si vuole mimetizzare tra i pulcini! No, oggi è una giornata importantissima. Mettiti…questo!- stava frugando nell’armadio, lasciando in disordine quello che aveva trovato in perfetto ordine.
-Hey, il mio armadio! Ci ho messo due ore intere per rimetterlo in ordine!- protestò la proprietaria. –Ma devo ammettere che questo non è niente male…- prese il maglione rosso che le porgeva Al e lo indossò.
-Perfetto. Ora ricordi… un fiamma scoppiettante!-
-Vorrei sottolineare che le fiamme sono anche gialle.-
-Appunto. Gialle. Non color rogo di pulcini indifesi. E ora andiamo a fare colazione!- prese per un braccio Altair e la trascinò per il corridoio fino alla cucina, dove un’ora prima aveva aiutato Beatrix a preparare la tavola.

-Finalmente! Pensavamo vi foste perse!- sbuffò Maximus accogliendo le due amiche infreddolite e in ampio ritardo.
-Scusate, ma qualcuno non si voleva alzare.- Al lanciò un’occhiataccia alla sua compagna.
-Tzè. Eravamo in perfetto orario ma tu hai riservato un tempo infinito per la colazione. Ancora un po’ e ti saresti mangiata il tavolo!-
-Sapevo che ti piaceva il legno, ma non pensi che così sia un’esagerazione?- intervenì William, con il naso completamente ghiacciato e le mani nascoste nelle tasche.
-Ma soprattutto: perché ci siamo trovati qua, al freddo, a quest’ora?- chiese Max, troppo curioso per tergiversare ancora.
Il giorno prima Ealy aveva dato appuntamento a tutti nella radura in prossimità del loro laghetto preferito, per quella che lei aveva chiamato ‘una sorpresa agghiacciante’.
-Oh si, giusto! Ecco, giratevi…Si, ecco, così. E ora osservate bene.- i compagni diedero le spalle ad Ealy e cominciarono a cercare l’oggetto interessato, l’unico rumore era il vento che frusciava tra gli alberi.
-O io sono cieca, cosa non del tutto errata, oppure non c’è niente da vedere.- pronunciò Altair dopo cinque minuti buoni.
-Si, Al, nemmeno io vedo niente.- constatò Will.
-Sarà scontato, ma mi aggrego agli altri due.-
-Ah, ma come! Oh, che tonta, la sorpresa è da questa parte!!- disse Ealy.
E appena gli amici si voltarono Ealy si riparò dietro un albero, dove aveva nascosto le sue munizioni, e incominciò a tirare palle di neve, beccando la testa bionda di Max e il petto di Will.
-HEY!- urlarono gli amici ridendo, subito cercando di difendersi.
-Che creduloni che siete!- rise Ealy, lanciando altre palle e colpendo in piena faccia Altair.
Andarono avanti per un bel po’, lanciandosi palle di neve e ridendo. William rideva così tanto che Altair riuscì addirittura a beccarlo in volto con la bocca aperta.
-Un momento!- si fermò Max –Ci dobbiamo coalizzare!-
-Oh si, contro chi?- lo appoggiò subito Ealy. Insieme erano una coppia imbattibile.
-CONTRO DI TE!- Maximus la buttò a terra, mentre gli altri la riempivano di neve, tutti piegati in due dalle risate e dal divertimento. Infine si lasciarono tutti andare sul morbido terreno, a recuperare il fiato perso e a regolare il battito accelerato.
-Questa si che è una sorpresa agghiacciante.- proclamò William citando l’amica.
-Puoi dirlo forte, Will! Dove mangiamo? A casa mia ci sono tutti i miei fratelli e uno dei tanti ha la varicella.- -Oh povero! Maximus sei proprio un fratello poco apprensivo! Ma nemmeno casa mia è agibile: se torniamo conciati in questo stato Beatrix e Virginia mi faranno pulire per il resto della mia vita.-
-Non è un problema!- disse Ealy sbandierando un sorriso –da me c’è solo nonno Noce e, se stiamo attenti ai rami bassi degli alberi, possiamo tranquillamente passare il resto della giornata da me!-
Con una nuova carica cercarono di scrollarsi un po’ di neve di dosso e si misero in marcia verso il villaggio, attraversando le strade ricoperte di ghirlande e luci natalizie. In piazza si preparava il grande bivacco per quella sera e quando ci passarono davanti Max dovette sollevare di peso Ealy per riuscire a convincerla ad andarsene.
-Ci pensate? Stasera. Stasera. E’ arrivata questa sera. Io non sto più nella pelle… Oh, corteccia!- fremeva la ragazza.
-Al, calmati, oppure rischierai di scivolare. Ah, giusto. Ragazzi, io devo passare da casa un attimo. Mamma deve uscire e io rimango lì dieci minuti fino all’arrivo di papà. Non è un problema, voi andate a casa e io vi raggiungo là!-
-Beh, possiamo venire con te, no? Qualcuno non ha fatto la varicella?- chiese Al. William e Altair alzarono la mano contemporaneamente. –Forse è meglio se non venite. Non vorrei che stasera non ci foste, sarebbe terribile. No, no, no, no.-
-Concordo. Ma non possiamo mica entrare in casa tua senza di te.- fece notare William.
-Giusto. Però potete bussare alla porta, no?-
-Maddai, pensavo di passare dalla finestra!- ironizzò Altair.
Ealy subito ripensò all’uomo incappucciato di ormai qualche settimana fa, inquietandosi. Aveva supposto che fosse salito sul noce e poi… Con un semplice incantesimo di levitazione sarebbe potuto arrivare sul balcone in un attimo, anche senza usare l’albero. Ma perché spiarla?
-Al! AL!- urlò Max.
-Oh, si, scusate. Ehm… Sentite, voi bussate, Noce vi aprirà di sicuro. Un po’ di compagnia non può che fargli bene, ultimamente è piuttosto strano. Va bene?- senza aspettare una risposta afferrò il braccio del suo amico e si diresse verso la sua meta. William e Altair si guardarono sconsolati e si misero anche loro in cammino.

-Tua sorella Virginia è una sarta?-
-Si, vorrebbe aprire un negozio qua nel villaggio, ma non ha mai il coraggio per farlo. Vende qualche abito che le viene richiesto dalle sue amiche, si diletta a fare orli e a soddisfare tutti i desideri delle vecchie signore che non vogliono ammettere di essere ingrassate e se la prendono con i pantaloni che si restringono.-
Altair e William stavano camminando piacevolmente verso via del Crepuscolo, conversando sul più e il meno. Dopo un primo imbarazzo di Mason, il ragazzo si era rilassato e anche parlare della famiglia non sembrava particolarmente problematico.
-Niente male! A casa mia è nonna che ricuce tutti i bottoni.-
-Si, a lei piace e bisogna dire che ha molto talento. E tu invece? Hai fratelli o sorelle?-
Will scosse la testa –No, non più. D’altronde tu hai mai visto un altro Mason qua a Ther?-
-No. A dir la verità penso di non aver mai visto nemmeno i tuoi genitori… Si spostano mai dalla fattoria?- la ragazza cercò di ignorare quel ‘non più’.
-Solo se strettamente necessario.- ammise William –Non amano la comunità, nel villaggio dove abitavamo prima tutti parlavano alle nostre spalle, nessuno voleva avere a che fare con noi.-
-Perché?- chiese suo malgrado Altair.
-Ecco…- c’era aria di rivelazione importante e poco piacevole. –avevo un fratello, Matt. È morto quando avevo cinque anni.-
-Oh.- fu il commento stupito di Altair.
-Già. Era più grande di me di quattro anni, non che il mio migliore amico. Facevamo tutto insieme. Scalavamo colline, nuotavamo nei fiumi, giocavamo a palla, salivamo sugli alberi. Un giorno si ammalò. Era una malattia grave, nessuno riusciva a diagnosticarla, e con il tempo perdemmo le speranze. Morì dopo mesi di agonia, lasciandoci soli. Io persi tutto. Mio fratello, il mio confidente, la mia spalla su cui piangere.-
sentiva le lacrime agli occhi. Perché parlare di lui era ancora così difficile? Perché lo aveva abbandonato? Gli mancava così tanto.
–Come se non bastasse la comunità cominciò a sostenere idee insensate. Sparlavano alle nostre spalle, dicevano che Matt si era ammalato per via della rigidità delle regole dei miei genitori. Assurdità. Ma con il tempo quella situazione diventò insostenibile, così venimmo a vivere qua da nonna Marge. Io ho cercato di vivere sempre nell’ombra. Farmi degli amici non era di certo una mia priorità.-
-Finchè Ealy non è incappata nella tua vita.- concluse Altair con un sorriso.
-Si, è andata più o meno così. Ma devo ammettere che non è male avere qualcuno con cui parlare. Oltre ai conigli e all’asino Morice.- scherzò.
Altair infilò il braccio sotto quello del ragazzo, che aveva ancora le mani in tasca, e gli dimostrò il suo affetto e la sua vicinanza.
Era un momento molto tenero. L’esiliato che finalmente si faceva degli amici, la ragazza timida che riusciva a dimostrare la sua simpatia verso qualcuno che non conosceva fin dalla nascita. Era tutto così bello che qualcuno doveva rovinarlo. Infatti spuntò Daisy da dietro un albero.
-Awww, ma guarda guarda guarda. Cosa abbiamo qua, una nuova coppietta?- chiese la ragazza con tono arcigno.
-Daisy, perché non ti getti dalla cima di una montagna?- rispose scontrosa Altair.
-Oh, la piccola orfanella vuol fare la dura? Stai attenta, non vedo i tuoi amici più spavaldi di te. Nessuno potrà difenderti.- Daisy stava stuzzicando l’indole timida e introversa di Altair.
-Ti sbagli,- si mise in mezzo Will –ci sono io. E temo che tu abbia sbagliato strada. Il pollaio è dall’altra parte.- con uno sguardo comunicò ad Altair che era ora di andare e senza troppi convenevoli lasciarono Daisy con una spregevole smorfia sul viso.
Davanti alla porta di casa incontrarono Max e Ealy, che tornavano dalla casa del ragazzo. Benedicendo la tempestività l’uno dell’altro, entrarono insieme nella dimora, pregustando un buon pranzo.

-Ealy, è ora di andare.- furono le parole di Noce.
-Cosa? Come? Di già?-
-Sì, a meno che tu non e i tuoi amici non vogliate arrivare in ritardo. Devo venire anch’io. Sei pronta?-
-Oh nonno, sono pronta per questo momento fin dalla nascita.- rispose sua nipote con un sorriso.
I ragazzi avevano trascorso un piacevole pomeriggio a casa di Ealy, dividendosi tra tornei di scacchi, chiacchierate, partite a carte e gare poco educate. Il tempo non era proprio volato, ma con tanta pazienza erano riusciti ad arrivare fino alla sera e poi alla notte, cercando di tenere sotto assiduo controllo l’eccitazione controllo di Al.
-Ci siamo.- le sussurrò Max mentre indossavano il cappotto. –Una dichiarazione dell’ultimo minuto?-
-Sono contenta di vivere questo momento insieme ai miei migliori amici. Tutti e tre.- rispose dopo qualche secondo, con uno sguardo carico di ammirazione nei confronti di Will, che stava chiacchierando con Altair riguardo a uno sconosciuto compositore tedesco. Max le sorrise, osservando anche lui l’amico e cercando di regolare il respiro.
-Dunque!- intervenne Noce –Sappiamo tutti come funziona? Ricapitoliamo: dopo che il più anziano del villaggio o almeno l’unico che riesce ancora ad alzarsi dal letto, quel simpaticone di Gilbert, avrà narrato la storia ai fanciulli e alle fanciulle che hanno compiuto cinque anni, verranno chiamati i giovani sedicenni a cui è stata rivelata la loro vera natura, insieme ai loro maestri. Io sono il maestro di Al, ovviamente. Mmmh, fatemi indovinare: Craig è il tuo Maximus, per te è Beatrix, Altair, mentre per il William è la cara Marge, giusto?- i ragazzi annuirono. –Bene. Andiamo.-
Camminarono lentamente verso la piazza. L’aria era pungente e carica di tensione, lo scoppiettio del fuoco alto almeno un metro si sentiva a grande distanza. Se si tendevano le orecchie, si poteva già ascoltare il canto intonato dai partecipante alla cerimonia, melodia di benvenuto per i nuovi maghi. Era notte fonda. I bambini erano già andati a dormire consci di dover aspettare altri undici anni prima di sapere la continuazione della storia che avevano appena ascoltato. Ealy si posizionò su un ceppo di legno, accanto ai suoi amici. Dietro di lei sentiva la costante presenza del nonno.
L’anziano Gilbert cominciò a parlare:
-Questa è la notte a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Fra il passato e il futuro. Siete qui per un motivo: tutti voi possedete nel sangue l’antica magia che ci ha reso, e ci rende, diversi dal resto del mondo. Benvenuti nuovi maghi! Alzatevi e guardatevi negli occhi.-
Ealy riconobbe molti suoi compagni e conoscenti, suo malgrado intravide anche Daisy.
Gilbert aveva ricominciato a parlare ma l’attenzione di Ealy era rivolta altrove. Aveva sentito una presenza, attorno al fuoco, attorno a loro. Era come se sentisse incombere il pericolo. SI voltò per osservare il nonno: nemmeno lui prestava attenzione all’amico che parlava. Si guardava intorno, guardingo, pronto a reagire. Perché sapeva che sarebbe successo qualcosa.

Il fuoco si spense.
Qualcuno urlò per lo spavento.
La gente trasalì per la paura del buio improvviso.
Gilbert tentò di riaccendere il fuoco con la magia, senza risultati.
I respiri si fecero più pesanti.
Le mani dei più esperti già impugnavano le bacchette.
Il cuore di Ealy si fermò.
Afferrò il braccio di Max e lo strinse forte.
Guardò i suoi amici, terrei come lei.
Tutti cercavano con lo sguardo qualcosa, qualcuno.
Tirarono fuori anche loro i legni.
Inesperti, insicuri.
Non sapevano nemmeno come si usava la magia.
Pensavano a quando avevano visto i genitori fare un incantesimo.
Si arrovellavano, scavavano nella loro memoria.
Provavano a pensare che andava tutto bene e si auto convinsero che non sarebbe successo niente.
E a quel punto il nemico attaccò.
  
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