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Autore: Gaia Bessie    11/08/2012    12 recensioni
Mi chiamo Millicent Bulstrode ed ho undici anni. Vado ad Hogwarts e sono stata smistata a Serpeverde. Ho una sorella di nome Diana.
Sono sempre Millicent ed adesso ho dodici anni. Sento delle voci, come sempre.
Sono sempre io ed ho tredici anni. Odio Daphne. Odio il suo essere così tremendamente normale.
Sono Millicent ed ho quattordici anni. Forse sono troppo grande per tenere un diario. Forse sono troppo sola per non farlo.
Non ti ho ancora buttato via. Sono sempre Millicent ed ho quindici anni. Sono sempre sola. Perfino Diana se n’è andata.
Sono sempre io, Millicent. Ho sedici anni e non sento più niente. Mi manca mia sorella. Voglio sentire la sua voce.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Millicent Bullstrode
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Smile, I'm here



Le senti, le voci, Millicent. Sai cosa dicono, non è vero? Sono nei corridoi, nella Sala Comune, nella Sala Grande. Rimbombano nella tua testa, per trasmetterti quell’informazione di cui se già a conoscenza.
Cammini a testa alta, senza  ascoltare cosa dicono. Senza piangere per quello che senti, tu non piangi mai.
Ricordi cosa diceva Diana, quando ti vedeva imbronciata?
Sorridi, Millicent.
E tu sorridevi, solo per farla felice. Per sentirti amata, apprezzata.
Ignori tutti gli altri, anche se senti l’invidia masticare ogni singolo osso del tuo corpo. Non guardi le tue compagne di Casa, non guardi nessuno.
Che sapore ha l’invidia, Millicent?
Ha lo stesso sapore di queste caramelle che stai mangiando, è troppo dolce, quasi stucchevole.
Sorridi, Milliecent.



Caro Diario,
Mi chiamo Millicent Bullstrode ed ho undici anni. È questo che si scrive in un diario, no? La mia  storia.
Ricominciamo.
Mi chiamo Millicent Bulstrode ed ho undici anni. Vado ad Hogwarts e sono stata smistata a Serpeverde. Ho una sorella di nome Diana.
È morta quando avevo otto anni ed io non ero lì e non ho potuto salutarla. Mi credono pazza, a casa, perché parlo ancora con lei. Ma solo a volte, quando mi sento sola.
Non piango mai perché lei mi diceva sempre di sorridere. Lei sorrideva sempre.
Ho un’amica, si chiama Daphne. È bella ed ha i capelli biondi: somiglia a Diana. Mia sorella non mi manca. Lei è qui.

Mi capisci, non è vero?




La vedi, quella ragazza, Millicent? Si chiama Hermione Granger ed è una Grifondoro. Lei sorride sempre, tu senti il tuo volto che s’incrina sotto il peso di un sorriso falso.
Siete diverse, non è vero?
Sorridi, Millicent.
Vorresti strapparle tutti quei capelli, perché sicuramente lei non sa cosa sia il dolore. Lei non sa niente, è solo una Nata Babbana.
Lei ha una famiglia da cui tornare. Tu cos’hai, Millicent? Una sorella che non c’è più, dei genitori che ti credono pazza.
La senti la rabbia, Millicent? Che sapore ha?
Senti le voci, Millicent. Non dici niente, sentire le voci non è un buon segno. Però quel sussurro non riesci ad ignorarlo, è sempre con te.
È una di quelle frasi che ti rimangono dentro, che non ti fanno dormire la notte.
“Sorridi, Millicent. Io sono qui”



Caro Diario,
Sono sempre Millicent ed adesso ho dodici anni. Sento delle voci, come sempre.
Sono pazza, probabilmente. Daphne dice che dovrei farmi visitare da un bravo Medimago, ma lei non può capire. Lei è tremendamente normale.
Mi ha detto che dovrei iniziare a cercare un ragazzo. Diana è morta con il suo ragazzo.

Io non voglio morire.
Daphne dice di essere innamorata di Draco Malfoy. È una bugia, lo fa solo per infastidire Pansy. Non che la cosa mi dispiaccia, è ovvio.
Daphne è come mia sorella. Così perfetta da sembrare finta. Tremendamente diversa da me.
Esattamente come mi vorrebbero i miei genitori.

Mi capisci, non è vero?




La sai una cosa, Millicent? Non serve a niente vedere il futuro. Serve ricordare il passato, fare in modo che nessuno dimentichi.
Guardi Daphne che scruta la tazza, concentrata, come se avesse davvero visto qualcosa. Probabilmente ti dirà che ha visto che Blaise la inviterà ad Hogsmeade, il prossimo mese.
Il futuro è una bugia, Millicent.
Ascolti Daphne parlare su un misterioso principe azzurro con la pelle scura e non riesci a dire niente.
Sorridi, Millicent. È la cosa giusta da fare.
-Cosa vedi nella tua tazza, Millie?- domanda Daphne, sistemando una ciocca di capelli deitro l’orecchio.
-Niente- rispondi, con un sorriso.
Sei una codarda, Millicent. Di cosa sanno le bugie?
Per te sanno di tè ed assomigliano a quel cane che vedi sul fondo della tazza.



Caro Diario,
Sono sempre io ed ho tredici anni. Odio Daphne.
Odio il suo essere così tremendamente normale.
Scommetto che lei non sente voci o altro. A volte vorrei essere come lei.
Poi sento al voce di mia sorella e cambio idea. Lei è qui, con me. Non devo nascondermi.
Vorrei che lei fosse qui, lei capiva, in un certo senso.
Mi manca.

Mi capisci, non è vero?




C’è una cosa che un padre non dovrebbe mai dire a sua figlia, non è vero, Millicent? Eppure tu l’hai sentito, quel sibilo cattivo, che ha fatto incrinare il tuo sorriso.
Ed i sorrisi sono come gli specchi: s’incrinano e non è possibile ripararli.
Ti sei rotta, Millicent? Sorridi, avanti.
“Sei grassa, sei brutta”. Lo dicono tutti, ormai. Lo senti, lo sente Daphne. Ed è il suono dell’ingiustizia, perché loro non capiscono niente, non capiranno mai. Uno specchio che si rompe.
Sai che sapore ha la cativeria, Millicent?
No? Pensa.
Sorridi, Millicent. Non fare vedere agli altri che ti sei rotta.
Ignora le voci, Millicent, fai finta di non sentire.
“Sorridi, Millicent. Io sono qui”



Caro Diario,
Sono Millicent ed ho quattordici anni. Forse sono troppo grande per tenere un diario. Forse sono troppo sola per non farlo.
Sai , a volte, mi sento sola. Sento cosa dicono di me, so di aver deluso i miei genitori, so di aver deluso mia sorella.
Non posso dirlo a nessuno, nemmeno a Diana. È un segreto.
È come quando rompi uno specchio e devi nascondere i cocci. Io sono tutti quei cocci, devo essere nascosta, devo essere distrutta. Sono brutta, imperfetta.
Sola.

Mi capisci, non è vero?




Daphne ha una sorella. L’hai scoperto da poco, l’hai incontrata per caso.
Non l’avevi mai vista. Si chiama Astoria, è una cosuccia carina, fragile. Per certi versi ti assomiglia. Solo che lei ha trovato una persona con cui stare. L’hai vista con un Weasley.
Di cosa sanno i segreti, Millicent?
Non dire niente. Lei potrebbe capirti.
Sorridi, Millicent.
-Ciao, Astoria-
Lei alza lo sguardo, come se avesse paura di te. Vedi il disgusto sul fondo dei suoi occhi verdi. E t’incrini, Millicent.
-Ciao- mormora lei, incerta.
E ti rompi, Millicent. Corri via.
Sei di nuovo sola, sarai sola per sempre. Aspetti di sentire quel sussurro, quel “sono qui” di Diana.
Non senti niente.



Caro Diario,
Non ti ho ancora buttato via. Sono sempre Millicent ed ho quindici anni. Sono sempre sola. Perfino Diana se n’è andata.
Dovrebbe essere un bene, no? Invece mi sento sola.
La sorella di Daphne ha paura di me. Io ho paura di quello che dice la gente.
Ho paura di sentire quello che potrebbe dire mio padre. Perché lui mi dirà sicuramente che l’ho deluso. Ed io non ho mai voluto deluderlo.

Mi capisci, non è vero?




Sei stanca, Millicent. Daphne dice che potrebbe aiutarti a diventare bella. Daphne dice un sacco di bugie, ultimamente.
Le hai permesso di truccarti, di sistemarti i capelli. E tutti hanno riso, quando sei uscita dal dormitorio.
Anche Theodore ha riso di te. Ma tu non hai pianto, Millicent, tu non piangi mai.
Sorridi, Millicent.
Daphne ti ha dato un fazzoletto, ha inveito contro Nott, ha detto che non capisce niente di bellezza. Daphne ha un talento naturale, per le bugie.
Di cosa sanno le lacrime, Millicent?
Senti Daphne che continua a parlare, ma non l’ascolti veramente. Non senti più niente, Millicent.
Ti sei rotta.


 
Caro Diario,
Sono sempre io, Millicent. Ho sedici anni e non sento più niente. Mi manca mia sorella. Voglio sentire la sua voce.
Daphne continua a mentire, per farmi sentire meglio. Tutti ridono di me.
Io non sorrido più.

Mi capisci, non è vero? 




Non sorridi più, Millicent, non senti niente. Vedi solo una figura indistinta, davanto a te ed un lampo di luce verde. E Daphne che urla e tu che non riesci a parlare.
E poi vedi Diana che ti corre incontro, splendida nel suo abito azzurro. E sorride e sussurra quelle parole che credevi di avere dimenticato.
“Sorridi, Millicent. Sono qui”



Caro Diario,
Mi chiamo Daphne Greengrass ed ho diciassette anni. Mia sorella è morta con Fred Weasley, Millicent è morta, Blaise è morto.
Sono sola. Ora capisco cosa provava Millicent.
Li sento, tutti quanti.

“Sorridi, Daphne. Siamo qui”





Bessie's Corner:
Da dove inizio? Non ho mai amato Millicent. Ma sono giorni che penso ad una piccola OS su di lei. E così è arrivata questa.
Non so se mettere l'avvertimento OOC, in fondo non sappiamo niente di Millicent. Voi pensate che ce ne sia bisogno?
In ogni caso, una recensione mi farebbe molto piacere u.u
Spero che vi sia piaciuta
Bess
P.S. Un grazie speciale va a Meissa Gaunt che mi ha convinta a postare questa ff

   
 
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