Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Bouchet    11/08/2012    2 recensioni
Ce l’avrei fatta? Sarei riuscita a non combinare casini? E soprattutto, perché mi sentivo così strana quando stavo accanto ad Harry? E lui, cosa aveva intenzione di fare?
Qualcuno mi porse una mano. Alzai lo sguardo, era Harry. Lo guardai un po’ confusa, ma lui si aprì in un sorriso perfetto che fece sobbalzare incredibilmente il mio cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Perdono.
Ebbene sì, non sono morta, e non aggiorno da quasi un mese.
Chiedo umilmente venia, ma sono stata davvero impegnata, l'altra storia mi sta prendendo in una maniera incredibile.
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1162066&i=1 faccio un po' di pubblicità, non guasta mai lol)
Scrivo qui sopra perché oggi voglio scrivere qui sopra.
Questo è un capitolo piuttosto importante, sia per me, sia per i personaggi della FF, anche se dopo sarà tutto un po' più incasinato.
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche le vostre critiche saranno bene accette. :)
Comunue, un'ultima cosa e poi mi levo dalle scatole.
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo questa storia tra le seguite/preferite/ricordate, tutti quelli che l'hanno semplicemente letta e coloro che l'hanno recensita.
Senza di voi questa storia non avrebbe un continuo.
Vi voglio bene. :)
-Alex.




10. Un bacio inaspettato.




Il locale che i ragazzi avevano scelto non era molto affollato. Meglio così, pensai, mentre il cameriere ci conduceva al nostro tavolo. Io, Eleanor e Danielle ci sedemmo da un lato e Harry, Liam e Louis dall’altro; mentre Niall e Zayn si sedettero a capotavola. Tanto per cambiare, mi ritrovai Harry di fronte.
Un altro cameriere arrivò per prendere le ordinazioni, e quando se ne andò, il silenzio calò su di noi.
“Allora…” esordì Niall, volendo rompere il ghiaccio. Si voltò verso di me. “…Alex. Non ci hai mai parlato di te.”
“Ora che ci penso… è vero,” mi esortò Danielle, piuttosto incuriosita.
“Beh, cosa c’è da sapere?”  risi.
“Non puoi essere sbucata dal nulla, perché non ci racconti un po’…  beh, chi sei?” chiese Louis, poggiando la sua testa sulle mani.
“D’accordo,” acconsentii. “ Mi chiamo Alexandra, ma preferisco essere chiamata Alex. Ho 17 anni, quasi 18, e sono Italiana.”
“E come mai ti trovi qui, in Inghilterra?” chiese Eleanor.
“E come hai fatto a trovare lavoro in un posto così ambito come Vogue?” continuò Liam.
“Beh… è una storia un po’ lunga. In Italia avevo già fatto diversi stage per alcune riviste, ma alla fine mia madre mi ha proposto di trasferirmi qui, a Londra, per lavorare con Alexandra, che è una sua amica. Mia mamma aveva detto che lei mi stava seguendo da un bel po’ e che ero ormai pronta per quest’esperienza. Sono a Londra da poco più di cinque mesi, e mi sono impegnata duramente per accontentare Alexandra  in qualsiasi cosa mi chiedesse e finalmente, la mia pazienza e la mia perseveranza hanno dato i loro frutti.”
“Wow, devi tenerci davvero a questo lavoro,” commentò Harry, guardandomi tutt’a un tratto interessato. “Insomma, cambiare vita di punto in bianco, non avere amici a sostenerti, stare agli ordini di un tiranno… Non dev’essere stato facile.”
“Beh, un po’ hai ragione. All’inizio non avevo la minima idea di cosa fare, avevo davvero paura di non farcela. Però Alexandra non si può definire “tiranno”: è solo esigente, e a volte severa.  Semplicemente non vuole che io abbia un trattamento di favore, essendo la figlia di una delle sue più care amiche, e a me va bene così. Voglio andare avanti per quello che valgo, non per quello che gli altri fanno per me.”

Dopo qualche minuto arrivarono le nostre ordinazioni, mangiammo e chiacchierammo amabilmente. Dopo un po’ di tempo, Harry si voltò verso di me.
“Bene, io e Alex andiamo a fare un giro,” si giustificò, alzandosi e liquidando la comitiva. Mi alzai di scatto dalla sedia anch’io, mentre Zayn e Niall si lanciavano risolini e sguardi divertiti. Harry li fulminò con lo sguardo ,poi mi prese per mano e uscimmo dal locale.

Camminammo silenziosamente per le strade di Londra, mano per la mano. Sebbene fosse Gennaio, era una serata piuttosto piacevole. Ad un tratto mi voltai verso Harry, e notai che i suoi occhi smeraldo stavano fissando il mio volto già in precedenza. Entrambi ci voltammo verso parti opposte, rossi in viso.
“Ehm… Harry, posso farti una domanda?” chiesi, un po’ imbarazzata.
“Dimmi.”
“Come mai stamattina ti sei comportato in modo così strano? Insomma, nemmeno 24 ore fa mi hai detto che non volevi vedermi, e poi… Sono piuttosto confusa.” Mi strinsi nel cappotto, in attesa di una risposta.
Harry rimase per un po’ in silenzio, fin quando non rispose.
“Vedi , Alex, devi sapere che sono una persona piuttosto orgogliosa, e che quando ti ho vista per la prima volta, ero consapevole di aver fatto un casino. Ma quando me lo hai rinfacciato, ero… molto infastidito, e non volevo ammettere di avere torto. Insomma, non sono uno che si fa mettere i piedi in testa, tantomeno da una sconosciuta. Poi, quando ho parlato con Louis, che mi ha detto che stavo esagerando e che mi stavo comportando come un bambino capriccioso e immaturo, ho capito che mi ero lasciato trasportare troppo dalla situazione, dopotutto tu non mi avevi fatto niente. Quindi, ho cercato di essere più gentile e di avvicinarmi a te…”concluse, stringendo di più la mia mano nella sua.
Ero senza parole. Non sapevo esattamente cosa dire, sapevo solamente che quando mi rivolgeva uno sguardo con i suoi occhi verdi sentivo il mio cuore andare a mille e le mie gambe non reggere, così come i miei occhi, che ero costretta puntare altrove.
“Oh…” farfugliai semplicemente. Iniziai a torturarmi le labbra, alla disperata ricerca di parole adatte ad esprimere ciò che provavo, quando Harry mi si parò davanti, bloccandomi il passaggio, con la mia mano ancora intrecciata alla sua.
“Alex, ascolta, forse non ti ho detto tutta la verità…”
Fui distratta dalle sua parole a causa di alcuni “flash” di una macchina fotografica. Guardai oltre la spalla di Harry, e c’era un paparazzo nascosto dietro un muretto, intento a scattare miriadi di foto.
“Harry, fermo. C’è un paparazzo che sta scattando foto.”
“Oddio, che facciamo?”
“Scappiamo,” la buttai lì, iniziando a ridere. Lui mi sorrise, e iniziammo a correre più veloce che potevamo.
“Harry, va’ più piano! Mi fanno male i piedi!” esclamai, indicando i miei tacchi vertiginosi. Neanche finii la frase, che lui mi prese in braccio, continuando a correre.
“Mettimi giù, ti prego! Ormai lo abbiamo seminato da un pezzo!”  Harry si fermò, ma non mi lasciò scendere. Di certo non mi lamentavo del posto che avevo preso tra le sue braccia accoglienti e piuttosto muscolose. E così girovagammo senza meta tra le strade piuttosto deserte, la mia risata unita alla sua creavano un suono che era capace di creare un uragano nel mio stomaco. All’improvviso ricordai le poche parole che Harry pronunciò prima che notassi il paparazzo, e solo in quel momento suscitarono la mia curiosità.
“Ah, stavi per dirmi qualcosa prima?”
“Beh… Sì. Alex, io…” si fece più serio, ma lo interruppe una goccia d’acqua che cadde sul suo viso.
Un’altra goccia cadde sul mio viso, così mi lasciò scendere dalle sue braccia. Dopo pochi minuti, la pioggia divenne più intensa, per poi diventare un vero e proprio temporale. Svoltammo in un vicoletto, dove c’era la porta di servizio di un pub. Entrammo senza pensarci due volte, eravamo bagnati fradici. Harry si tolse la giacca, io i tacchi. Lo spazio era davvero piccolo, e mi ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Quello che non volevo succedesse, purtroppo accadde. I suoi occhi inchiodarono i miei, e sfortunatamente non avevo niente di meglio su cui puntare lo sguardo. Si avvicinò ancora di più a me e mi bloccò al muro con le braccia, ero praticamente assuefatta dalla sua presenza. In quel momento pendevo letteralmente dalle sue labbra, che volevo assolutamente provare.
“Qui non ci disturberà nessuno. Ascolta, io…”
Lo zittii con un dito che posai sulle sue labbra, in quel momento non mi importava minimamente cosa avesse da dire. Lui rimase immobile, confuso dal mio gesto.
“Credo che oggi tu abbia parlato a sufficienza…”mormorai, spostando la mia mano sul suo collo. Mi avvicinai a lui, poggiando delicatamente le mie labbra sulle sue. All’inizio sembrava evidentemente sorpreso , dato che rimase inerme, ma poi prese il mio viso tra le sue grandi mani, mentre io intrecciai le dita nei suoi capelli.
Dischiuse appena le labbra, permettendomi di assaporare al meglio quel bacio inaspettato. Sarei stata ore così con lui, era una sensazione decisamente incredibile.
Non lo conoscevo nemmeno da due giorni, eppure non avevo mai provato per nessuno le sensazioni che stavo provando… in quel momento… con lui…
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Bouchet