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Autore: DareToDream1D    11/08/2012    5 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa si provi a vivere costentemente a contatto con le telecamere? Ad uscire di casa ed essere costretti a coprirsi per non dare nell'occhio?
Bè, questa è la vita di Rachel, famosa cantante costretta ad esaudire di buon grado i desideri della sua stancante e noiosa manager. Ma alla ragazza non piace farsi mettere i piedi in testa. Una collaborazione la porterà a conoscere i One Direction. E chi lo sa, tra una collaborazione e l'altra....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Welcome to the third chapter!
Ho visto che questa storia non ha emozionato quasi nessuno :(
ma sono determinata a continuare per quelli che mi seguono con tanta pazienza!
Voglio solo dirvi che nel prossimo succederà qualcosa di importante....
Grazie se leggerete e se lascerete una recensione, almeno per farmi sapere che c'è qualcuno oltre me >.<
Buona lettura e al prossimo capitolo, baci
Giulia xx :)





New Projects

 
 
Nell’ufficio del produttore regnava il silenzio. Si sentiva solo la sua voce che spiegava il progetto, solo che non lo stavo ascoltando, mi capitava spesso anche a scuola, avevo focalizzato tutta la mia attenzione sulla sua cravatta a pois e su un gatto con la testa molle sulla sua scrivania, Harry notò la mia distrazione e poi gli feci notare il gatto, così ci distraemmo insieme. Per fortuna la sedia era comoda perché eravamo stati seduti per un bel po’ e temevo di trovarmi il sedere addormentato. Di quello che disse capii -Allora siamo a posto, buon lavoro a tutti-. Scesi completamente dalle nuvole, ma ringraziai e salutai come se non mi fossi persa nemmeno una virgola del suo discorso contorto, poi mi avvicinai a Liam e gli chiesi -Di che abbiamo parlato?-
-Non scherzare, quando si comincia?-
-Domani mattina qui alle otto-
-Alle otto? Ma è l’alba!-
-Tu vuoi fare felici milioni di fan?-
-Si!-
-Allora le otto va benissimo- e si allontanò. Liam riusciva sempre a farmi trovare il lato positivo di ogni situazione, per questo era l’amico perfetto.
Barbara dalla sera prima per tutta quella storia cercava di essere il più gentile possibile, ma lo sapevo che era soltanto per evitare che lo facessi di nuovo, e l’avevo addirittura sentita parlare con il manager di Nate ma come previsto non avevano concluso niente.
-Rachel?- mi chiamò da dietro
-Si?- anche io mi ero impegnata per essere più gentile
-Stasera c’è la cena con tutti i produttori e i ragazzi e…-
-Oh davvero c’è la cena con i produttori?-
-Si, Rachel- disse quasi senza speranze
-Si, okay e allora?-
-Allora ti vorrei chiedere di non fare una delle tue stranezze, come ieri sera-
-Davvero pensi che potrei scendere da un’auto ferma al semaforo durante una cena?-
-No, non lo credo, ma la tua lingua è più affilata di un coltello-detto questo si allontanò. Non mi ero mai resa conto di avere una lingua tagliente, vengo a  sapere cose su di me che nemmeno conoscevo, una ficata.
Presi il cellulare e telefonai a Kate, era il caso visto che mi ero scordata di chiamarla quando ero arrivata a Londra.
-Kate?-
-Rachel! Non ci credo che sei arrivata adesso a Londra-
-No, infatti, mi sono dimenticata di chiamarti-
-Oh, grazie infinite per la considerazione-
-Ma dai, mi dispiace-
-Lo so, lo so, la vita di una star è piena d’impegni-
-Dici bene, perché la settimana prossima non tornerò a New York-
-Dici sul serio? Ma che palle! Tu lavori troppo!-
-Non me ne parlare, mi hanno messo a collaborare con i One Direction e quindi…-
-E non sei contenta di rimanere, visto che collabori con loro?-. Capitan Ovvio.
-Kate, è ovvio che sono contenta, ma mi mancate-
-Ci manchi anche tu, ma siamo fieri di te, adesso va’ e divertiti-
-Mi sembri mia madre quando parli così-
-Che vuoi che ti dica? Che sono arrabbiata con te perché non puoi tornare?-
-Potresti essere almeno più sincera-
-Mi pare chiaro che mi dispiace, Rachel, è ovvio, sono mesi che voglio vederti ma di certo non posso smettere di sostenerti-
-Grazie, Kate, sei davvero un’amica-
-Solo? Credevo di essere la tua migliore amica!-
-Infatti lo sei- nello stesso momento Zayn mi sbucò alle spalle
-Kate, devo lasciarti- e non attesi neanche la risposta le chiusi il telefono in faccia
-Mi dispiace, non volevo interrompere…- si scusò
-Ma no, tanto stavo per chiudere in ogni caso-
-Volevo sapere che ne pensi del progetto…-. Ehm…ops
-A dire il vero non ho ascoltato una parola- ammisi e lui rise con un sorriso che avrebbe fatto squagliare i ghiacciai dell’ Antartide
-D’accordo, ho capito, il progetto è un argomento taboo-
-Ho paura di si-
-Lo è anche la storia di ieri con la tua manager?-
-No, quello no -
-Allora alla fine com’è andata?-
-Oh, come mi aspettavo, mi ha detto che faccio sempre le cose senza pensare, che non devo farlo più, io le ho finito di urlare contro e poi sono andata a dormire-
-Ottima conclusione di serata-
-Puoi dirlo forte-. Okay adesso sarebbe cominciato il silenzio imbarazzante che intercorre tra due argomenti totalmente diversi ma non sarebbe stato nel mio stile tacere, quindi tirai in mezzo un altro argomento
-Quindi anche voi siete costretti alla cena con i produttori a quanto ho capito-
-Si, ce lo avevano detto che avremmo fatto una cosa del genere-. Mentre Zayn parlava arrivò Louis che mise un braccio intorno alle sue spalle e fece << Vas Happenin’ ragazzi?>>
-Oh, Lou, non rubarmi le frasi- lo rimproverò Zayn
-E dai, c’è scritto il tuo nome?-
-In ogni foto di ogni Directioner-. Risi e dissi a Louis
-Mi dispiace, ma ti ha proprio affondato questa volta-
-D’accordo 1 a 0 per il team Malik-. Disse Louis guardandolo con un’aria di sfida.
-Ad ogni modo, Rachel, so che ieri Zayn ti ha trovata persa per le strade Londinesi-
-Ehi, non mi ero persa-
-Non sapevo che conoscessi Londra così bene-
-Infatti non la conosco così bene-
-Allora ti eri persa, scusa, ma è così-
-Magari una volta voi ragazzi potreste farmi fare un giro per la città, così la conoscerò-
-Sarebbe un piacere, milady- disse Louis baciandomi la mano, era un tipo davvero pazzesco, geniale oserei dire. Io risi e poi mi squillo il cellulare, quel coso rovina spesso i bei momenti.
-Oh, scusate un secondo, pronto?-
-Perché questa volta non sei partita con i tuoi soliti insulti e mi hai risposto come una persona civile?-
-Perché non avevo visto chi mi stava chiamando, ecco perché-
-Interessante…-
-Hawkes, hai due minuti esatti per spiegarmi cosa vuoi-
-Come sei severa…-
-Uno e cinquantotto, cinquantasette…-
-Va bene, va bene, volevo sapere se sai quando possiamo lasciarci-
-Che razza di domande fai? E io che ne so, poi?-
-Visto che sei tu la parte che più scocciata, credevo che lo chiedessi tutti i giorni-
-Beh, tu pensi decisamente troppo, adesso lasciami in pace-
-Ti prego, se lo sai dillo, non ce la faccio più-
-Dovresti lavarti le orecchie più spesso, ma non ci senti? Ti ho detto che non lo so-
-Okay, ho capito… oh e a proposito, non tradirmi con uno di quella sottospecie di cantante dei One Direction, lavori con loro no?-
-La cosa non ti riguarda, poi chiunque sarebbe meglio di te-
-Addirittura?-
-Si, credimi-
-E perché sarebbero meglio di me?-
-Perché tu mi fai schifo-. Per evitare di lanciare insulti ad alta voce di per giunta di cattivo gusto gli attaccai la telefonata in faccia, ora che ci penso tendo a farlo con tutti, però c’è odio quando lo faccio con lui. Volevo ritornare da Zayn e Louis, solo che si erano allontanati e non li trovavo più, che palle, quel babbeo rovina sempre tutto. Visto che in quello studio non c’era più niente da fare per me andai da Barbara, che stava parlando al telefono, ma io amavo disturbarla e iniziai a picchiettarle sulla spalla per farla innervosire -Si, eh, scusi solo un’istante…Rachel, è una telefonata importante, ti sto fissando un’intervista, che cosa c’è?-
-Tanto per cambiare, comunque voglio tornare in albergo-
-D’accordo, adesso?-
-No, domani… adesso no?-
-Va bene, dammi due minuti-
-Non sai camminare e parlare?- mi guardò con la faccia che fa di solito una persona quando ti guarda e ti vuole dire con tutto il cuore “ sei un’idiota”. Ci avviammo alla macchina, volevo tornare in albergo perché mi volevo preparare come si deve, anche se ci mancavano quattro ore, però avevo bisogno di relax e un bel bagno caldo con un massaggio non mi dispiacevano affatto. Poi mi piace fare storie per farmi vestire, resto mezz’ora in accappatoio e faccio uscire tutti fuori di testa perché voglio rimanere così, alla fine mi devono sempre mostrare tutti i vestiti che avevano scelto, le scarpe, gli accessori, insomma, se non si fosse capito mi piace far perdere tempo alle persone e mandarle all’esasperazione, ma non sempre, solo quando dormo veramente bene.
 
 
Quando mi guardai allo specchio lo feci con una certa soddisfazione, non che mi guardi allo specchio e mi dica che sono uno schianto, sia chiaro, però in un certo modo non mi facevo poi così schifo.
Ho sempre amato e odiato le scarpe con il tacco, le odiavo perché non ci sapevo stare troppo tempo prima che iniziassero a farmi male e le amavo perché sono le scarpe che preferisco, non che badi a trucchi e vestiti, quindi quando mi dissero in tre o quattro “ sei davvero bellissima” io ho detto “ va bene, possiamo andare”, andavo a fiducia, non che ci credessi più di tanto.
Il rumore dei tacchi riecheggiava nel corridoio e camminavo guardandomi i piedi per non inciampare. Arrivò la mia stilista che mi diede dei colpetti sotto il mento e disse-Su con la testa-. Quelle erano scarpe con tacco 12 e ci stavo sopra con un equilibrio precario. -Se cado e mi rompo il femore è colpa tua, Paula-
-Non cadrai, tranquilla, e cammina bene, hai un Dio di gambe, non sono tronchi d’albero-. Entrai nell’ascensore sbuffando insieme a lei e Barbara, che aveva un vestito stupendo e quando mi stavo ancora vestendo Paula mi aveva detto all’orecchio “Quel vestito starebbe molto meglio su di te”. Ci salutammo con Paula nella hall e in macchina rimanemmo in silenzio per quasi tutto il tragitto e quando la macchina si fermò davanti al ristorante credevo che sarei morta congelata, quel copri spalle non serviva a niente. Quando entrammo invece, c’erano i riscaldamenti a mille e iniziai a sudare, Barbara mi prese per il polso e mi condusse a un tavolo in fondo alla sala , i ragazzi erano già arrivati ed erano vestiti molto eleganti, al tavolo erano tutti uomini e sia alzarono tutti quando arrivammo, strinsi la mano a un paio di loro e poi andai vicino ai ragazzi.
-Ciao ragazzi- dissi sorridendo e scostandomi i capelli
-Ciao, Rachel- mi salutò tranquillamente Liam e seguirono poi altri “ ciao” da parte degli altri. Niall mi scostò la sedia e mi fece sedere accanto a lui e Zayn.  Niall mi sorrise e mi disse un po’ timidamente- Sei davvero bellissima stasera- i ragazzi lo guardarono con gli occhi spalancati, forse non credevano che avrebbe avuto il coraggio di dirlo, io gli sorrisi e gli posai una mano sul braccio -Ti ringrazio, Niall, non me lo dicono in tanti-. Louis sgranò gli occhi e disse -Ma dai, è impossibile-. Invece era sempre così, lo so che sembra assurdo.
-No, è così fidati, sono i giornali che me lo dicono, ma se incontro qualcuno in qualche occasione particolare non me lo dice mai in faccia-
-Credevo fossi ricoperta da certi complimenti-continuò Harry incrociando le dita.
-Oh, no, non proprio-
-Voglio dire, mi sembra incredibile, sei così sexy- disse ma poi si rese conto di quello che era uscito dalla sua bocca e disse-Eh, ordiniamo?- tentando di cambiare argomento.
-Buona idea- dissi guardando il menu  cercando di non arrossire, due complimenti in meno di due minuti, però, non si può proprio dire che fossero timidi. Tranne Zayn, lui era… intrigante… ma che linguaggio da vecchia, però non sapevo descriverlo diversamente, quello sguardo era misterioso, sembrava di poter capire a quello che stesse pensando ma appena credevi di averlo capito ti accorgi che era totalmente sbagliato, forse il termine “interessante “ si addice di più a una diciottenne.
Tornando al menu mi accorsi era tremendo, praticamente non c’era niente che mi piacesse davvero, alzai gli occhi e scrutai le facce degli altri, poi quando arrivò il cameriere Niall fu il primo a mettere giù il menu e disse-Posso avere solo un hamburger con patatine?-
-Ma certo signore-disse il cameriere con un marcato accento inglese
-Per me lo stesso-, bene, ero apposto per la cena salvo per Barbara che si girò verso di me e mi fulminò con lo sguardo, voleva dire “ sei a dieta, ricordatelo porca miseria, sei a dieta, D-I-E-T-A”, ma io le sorrisi semplicemente mentre porgevo il menu al cameriere.
La cena era stata una palla, come prevedevo, però almeno avevo capito in cosa consisteva la collaborazione con i ragazzi, per una volta ero stata attenta.  Eravamo stati in quel ristorante per un paio d’ore, e verso fine serata i ragazzi erano decisi a uscire a bere qualcosa e mi chiesero se volessi andare con loro. Io ovviamente accettai e lo dissi a Barbara alzandomi da tavola -Barbara, io vado con loro, signori, è stato un piacere- dissi stringendo la mano a tutti, ma ovviamente lei tentò di replicare
-Rachel, lo sai, domani devi svegliarti presto…- ma il produttore intervenne dicendo a Barbara -Ah, la lasci andare signora Bright, sono ragazzi, e sono sicura che non faranno niente di male-
-Il signor Johnson ha ragione, non faremo niente di male, e poi sono in ottime mani- dissi guardandoli.
-Va bene, va bene, attenzione ai paparazzi fuori-
-Buon proseguimento a tutti- e mi avviai fuori con i ragazzi. Appena aprimmo la porta fummo ricoperti da un’ondata di flash e così ci dirigemmo alla loro macchina stropicciandoci gli occhi. Una volta saliti conclusi -Bene, quelle foto saranno in prima pagina domani-
-Tu dici?- mi chiese Liam dubbioso
-Io dico di si- , eravamo in sei in una macchina minuscola, quindi ovviamente finii in braccio a qualcuno di loro, e quel qualcuno era Zayn, e io gli dissi -Scusa se ti sto uccidendo-
-Ma no, sei leggerissima-
-si, come un cucciolo di ippopotamo-
-Ma smettila- mi disse colpendomi con un pugno leggero sulla spalla. Poi ci fu una frenata improvvisa e Zayn mi prese per i fianchi per non farmi spiaccicare sul parabrezza. A quel tocco mi si accelerò il battito, non so se era perché stavo per finire come un moscerino schiacciato e mi ero presa un colpo o perché ero seduta sopra Zayn e lui mi aveva preso per la vita tenendomi stretta a se’, credo che fosse la seconda, e pensai di conseguenza, “santo cielo, stai da così tanto con quel cazzone che ti sei dimenticata come è farsi sfiorare da un ragazzo?” scacciai quel pensiero e dissi con la testa piegata sotto il tettuccio -Sta guidando Liam, non è così?-
-Si- rispose Louis
-Ed ero io quella che non era capace di guidare, Liam?-
-E rimani sempre tu-
-Ma se stavamo per fare un incidente?-
-Non è stata colpa mia-
-Hai ragione, non avevo visto che stava guidando mia nonna!-
-Come sei spiritosa, te l’ho mai detto Ames?-
-Che sciocca che sono, mia nonna guiderebbe meglio di te-. Non rispose a questo, fermò la macchina e quando riuscii ad alzare lo sguardo e guardare un pochino fuori dal finestrino eravamo lontani dal traffico vicino a un parco, ed era buio pesto.
-Ehm, che ci facciamo qui? Non volevate andare a bere qualcosa?- nessuno mi rispose
-Pronto? Sto parlando con voi- ancora niente
-Avete intenzione di approfittare di me dove non ci può vedere e sentire nessuno?- stavolta risposero, altrimenti mi sarei davvero preoccupata. -Tranquilla, non vogliamo approfittare di te- mi tranquillizzò Zayn dandomi un colpetto sulla schiena -Allora che? Siete degli spacciatori?- chiesi
-Neanche quello- mi rispose Zayn, intanto Liam e Harry erano scesi dalla macchina e avevano aperto il bagagliaio, Zayn mi fece scendere e così mi ritrovai piegata come una vecchia con la gobba. Nel bagagliaio vidi una cassa di birre, Harry me ne mise una in mano e disse-Abbiamo detto che saremmo andati a bere qualcosa, ma non abbiamo mai detto dove-
-E perché proprio qui?- chiesi appoggiandomi alla macchina
-Veniamo spesso qui- mi rispose Zayn che era sceso a sua volta
-Oh-dissi solamente
-E poi siamo lontani dalla folla e dai giornalisti-, feci semplicemente un cenno con il capo e sorseggiai la birra
-E da potenziali fan indemoniati-
-Si, anche da quelli- e rise. Louis aveva acceso lo stereo e aveva iniziato a canticchiare seduto sul sedile del passeggero. Liam, invece aveva improvvisato la cassa come sgabello, ma non toccò nemmeno una birra, così gli dissi
-Se bevo un altro paio di queste poi sarai tu responsabile della mia vita-
-Tanto sarò responsabile per la vita di tutti-
-Ecco, anche meglio- e continuai a bere
-Credo che ti stia squillando il cellulare- disse Zayn infilando la testa in macchina
-Lascialo squillare, non fa niente-
-E se fosse importante?-
-Nah, la cosa più importante potrebbe essere Katy Perry che vuole invitarmi a un suo party-
-Oh, certo una cosa da tutti i giorni-
-Perché? Voi siete famosi, non vi capitano cose del genere?-
-Non esattamente-.
Rimanemmo in quel posto per un’infinità, ridemmo e scherzammo come vecchi amici, ci fu anche un, come lo chiamano le Directioners, un momento Larry Stylinson. Non mi ero propriamente ubriacata, però ero alquanto allegra, avevo ballato con Louis, avevo fatto a cazzotti con Liam, e mi ero addormentata per 10 minuti con Niall sui sedili posteriori e poi quando mi ero svegliata mi avevano preso le scarpe, quindi quando mi svegliai chiamai Niall e gli dissi-Mi hanno preso le scarpe- lui si stropicciò gli occhi e disse-Come?-
-Le scarpe, mi hanno preso le scarpe-
-Oh, e non puoi andare scalza?-
-Niall, non posso, quelle scarpe costano quanto una macchina sportiva-
-Va bene, andiamo a cercarli-. Scendemmo dalla macchina e il resto del gruppo si era eclissato.
-Cazzo, che freddo-, poi gridai
-Portatemi le scarpe e non vi succederà niente di male-, ma non ci fu alcuna risposta. Niall aveva gli occhi rossi e gli diedi uno schiaffo per non farlo svenire -Riprenditi, bello mio, in macchina non ti ci porto in braccio-. Avevamo fatto si e no 20 metri e Louis, Liam, Harry e Zayn sventolavano le mie scarpe sul prato, ballando come delle scimmie. -Se li prendo li ammazzo- e iniziai a correre verso di loro, non si mossero di un centimetro e una volta raggiunti iniziai a saltellare vicino ad Harry che teneva in alto le mie scarpe e io non ci arrivavo
-Giochi sporco, riccio, sei troppo alto-
-Tu sei troppo bassa-
-Non giocare con me, ridammi le scarpe-
-Riprendile se ci riesci-, poi mi sentii sollevare e le raggiunsi
-Ma no, Zayn, hai disertato- gli disse Harry dispiaciuto.
-Scusa, Harry, ma sei solo un’infame-
-Amico, così mi ferisci-risi, e mi appoggiai a lui per infilarmi le scarpe. Vedemmo Niall in lontananza che ci diceva di raggiungerlo e quando arrivammo alla macchina ci accorgemmo che eravamo stati fermati dalla polizia, Liam si avvicinò a uno dei poliziotti e disse -Buona sera, agente, ci sono problemi?-
-Qualcuno si è lamentato del rumore- disse severo
-Le assicuro che non sta succedendo niente di male-
-Voglio anche credervi, ma dovrete mostrarmi i documenti, tutte queste birre devono essere vostre, no?-
-Si, ma siamo tutti maggiorenni-
-I documenti- gli disse puntandogli la torcia in faccia
-Un momento- gli rispose acido. Guardai in faccia Zayn e per un miracolo non ci mettemmo a ridere come due cretini, ad ogni modo si prese i documenti e li ispezionò con meticolosità per un tempo interminabile. Quando arrivò al mio mi puntò la torcia in faccia e poi riguardò il documento e infine esclamò-Ti conosco, io-
-Ma davvero?- risposi coprendomi gli occhi
-Si, tu sei quella cantante sulle prime pagine dei giornali-
-Sono io-dissi senza entusiasmo.
-Qui è tutto apposto, e la prossima volta fate… meno rumore-
-Ci può contare, agente- e si allontanò. Rimanemmo in silenzio e appena fu abbastanza lontano scoppiammo a ridere in maniera incontrollata -Ma avete visto la faccia di Liam?- disse Louis con le lacrime agli occhi, a me subito dopo scappò un brivido di freddo e Zayn se ne accorse e mi disse -Stai gelando-e sfilandosi la giacca me la posò sulle spalle, mentre cercavo di ribattere -Ma no, sto ben…-,
-Shh, per questa volta fammi avere ragione- così gli sorrisi e Liam disse, -forse è meglio che ce ne andiamo da qui, ti riaccompagno in albergo- disse rivolto a me.
Per starci tutti ci stringemmo come facemmo per l’andata ed ero sempre seduta in braccio a Zayn, non parlammo molto, ad eccezione di qualche battuta ironica sull’incontro con il poliziotto.
Mi scaricarono davanti all’hotel e mi salutarono -Buonanotte-
-Anche a voi, ci vediamo domani-
e mi avviai all’ingresso, poi mi ricordai di aver indosso ancora la giacca di Zayn e mi girai dicendo -Oh, Zayn la tua…- ma loro erano già andati via e senza rendermene conto finii la frase -giacca-.
  
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