Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: takingyourgoodbye    11/08/2012    2 recensioni
'.. and that was the day that i promised i'd never sing of love if it does not exist, but darling, you are the only exception.'
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

No one even knows how hard life wasI don't even think about it because 
I finally found you.

Radio; Lana Del Rey.


 

 “Eleanor?”

Non sembrava nemmeno lei. Le sue fossette erano sparite, la sua pelle era rovinata, e lei era ulteriormente dimagrita. Doveva pesare non più di quarantacinque kili, che per la sua altezza erano troppo pochi. Louis quasi non la riconosceva.

Lei sorrise beffarda, la sua sfacciataggine non era scomparsa con i suoi chili. Si girò all’indietro e prese qualcosa in braccio, o meglio qualcuno: era un bambino. Doveva avere suppergiù un anno e qualche mese, i pochi capelli che aveva erano biondi e i suoi occhi color miele, che gli erano vagamente familiari. Louis rabbrividì.
“Dimmi che non è tuo.” Sospirò, mentre i suoi occhi cominciavano già a diventare rossi.
“Infatti, non è tuo”, rispose la ragazza, per poi fare qualche strana smorfia al bambino. “E’ nostro.” Continuò.
Come poteva pronunciare quelle parole con tale leggerezza? Era sparita per due anni, aveva lasciato Louis senza fargli avere più sue notizie. La loro era stata una storia importante, ma lei era come morta per Louis. Non aveva più pensato a lei, l’aveva dimenticata, ma ora era ripiombata nella sua vita così, senza neanche avvisare. E in più era rimasta anche incinta senza dire nulla. Louis si accasciò a terra, Eleanor entrò in casa chiudendo la porta, noncurante degli occhi attenti che la scrutavano increduli.
Iris, con le lacrime che le riempivano il volto, incrociò lo sguardo di Louis.
“Dimmi che è solo un incubo. Non sta succedendo davvero.”
Si abbracciarono, e entrambi assaporarono l’amaro delle loro lacrime.
“Supereremo anche questo, te lo prometto.” Sussurrò lei.
“Chi sei?” Chiese Eleanor ad Iris, con un’espressione menefreghista stampata sul volto.
“No, la domanda qui è chi sei tu. Chi sei tu per tornare nella mia vita così? Mi hai rovinato già una volta, non lascerò che tu lo rifaccia. Non hai prove che quel bambino sia mio.” Affermò nervosamente il ragazzo.
Lei rise malvagia, ancora. “Ah, Louis. Louis William Tomlinson. Noi non eravamo solo una coppia. Noi eravamo LA coppia.”
“Appunto, noi eravamo la coppia. In passato. Non voglio avere più niente a che fare con te.” Disse lui.
“Non è con me che devi avere a che fare, ma con lui.” Sospirò, indicando il bambino. Louis lo prese e lo abbracciò; lo rendeva felice tenerlo tra le sue braccia, ma si sentiva a disagio. Cosa poteva dargli, a 20 anni? Cosa poteva imparare da lui quella creatura?
D’un tratto, una voce familiare interruppe i suoi pensieri.
“Che succede qui? Cosa ci fai tu qui, brutta befana?” Chiese Kim, rivolgendosi ad Eleanor, facendo ridere Louis ed Iris. Le due ragazze non erano mai andate d’accordo. Molto spesso Eleanor spingeva Louis ad odiare sua sorella, le metteva in bocca parole che non aveva detto, ecco il perché del rapporto travagliato che viveva nel passato di Kim e Lou.
“Questa brutta befana è la madre di tuo nipote”, rispose sfacciata la ragazza.
Un’espressione interrogativa e delusa si posò sul volto di Kim. Si girò verso Louis, per chiedere spiegazioni, ma trovò solo occhi spenti ed increduli.
Deglutì, come per farsi forza.
“Non ci credo. Mio fratello non sarebbe mai stato così stupido da fare un figlio con te.” Asserì. “Voglio il test del DNA.” Continuò dopo poco.
Si girarono tutti verso di lei, con gli occhi lucidi, come se volessero ringraziarla per l’improvviso lampo di genio. Eleanor diventò rossa dall’imbarazzo. “Non credo sia una buona idea”, disse, toccandosi l’orecchio.
“Cosa c’è stellina, hai forse paura che venga a galla una verità che non è la tua?” L’espressione sfacciata che finora apparteneva ad Eleanor, si era trasferita sul volto di Kim.
“E’ mio figlio, non puoi far nulla senza la mia autorizzazione.” Ribatté.
“Ma è anche figlio di Louis, e lui mi da il pieno consenso.” Si girò verso suo fratello, che le fece l’occhiolino sorridendo, mentre stringeva la mano di Iris.
“Stammi a sentire bocciolo, ora io prendo una ciocca dei capelli di tuo figlio e la porto con me. Quando torno, se il bimbo è davvero vostro ci rivolgeremo ad un avvocato e lasceremo che faccia ciò che deve fare. Se invece è solo tuo.. comincia a correre”, concluse, prima di sbattere la porta di casa ed uscire veloce come il vento.
Nel tragitto verso l’ospedale, Kim pensò a molte cose, che racchiudevano un solo nome: Harry. Aveva voglia di correre da lui ed abbracciarlo, ma non poteva. Doveva prima parlarne con Zayn e vedere come avrebbe reagito, anche se non si aspettava niente di buono. Ma non aveva paura. Avrebbe lottato per Harry, perché era lui che voleva.
In poco tempo fu all’ospedale: prese l’ascensore per il secondo piano e si avviò allo studio del Dottor Mayer. Consegnò le ciocche di capelli biondi contenuti in una bustina.
“Mi ci vorrà un’oretta. Può passare a ritirarle domani, se vuole.”
“No, aspetterò qui fuori.”
Si accomodò su una di quelle scomodissime sedie delle sale d’attesa, intenta a guardare i pazienti lungo i corridoi o dentro le loro camere. Erano tutte neomamme. Alcune giocavano con i loro bambini, altre dormivano con i loro bambini sul grembo. Si sentivano urla pesanti e forti: erano in corso alcuni parti, a quanto pareva. Kim non riusciva ad immaginarsi da mamma, circondata da pannolini e libri colorati, pupazzi e giocattoli. Pensava di essere capitata nel reparto sbagliato. E ad interrompere i suoi pensieri fu proprio il dottor Mayer, con una busta in mano. La busta della verità.
Kim la afferrò con le mani tremolanti e il respiro corto. Sperava con tutto il cuore che quel bambino non fosse di Louis. Strappò frettolosamente l’involucro ed aprì, sbattendo gli occhi più volte. Lesse all’istante.
Una lacrima le rigò il volto.
.. una, due, tre, e sempre di più.
Ciò che citava la lettera, sotto milioni di grafici incomprensibili e parole di gergo medico, era: “Il padre del bambino risulta essere il Sig. Zayn Jawaad Malik”.
La rabbia s’impossessò del suo corpo. Corse, corse senza una meta, per kilometri. Tutto ciò che voleva fare era raggiungere Harry e lasciare che lui asciugasse le sue lacrime, ma prima doveva concludere una faccenda importante. Arrivò in un attimo a casa di Zayn e bussò violentemente alla porta. Lui aprì con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, che scomparve dopo il “Dobbiamo parlare” un po’ troppo serio di Kim.
“Sei uno stronzo. Ti odio. Mi chiedo solo come ho fatto a scopare con te per tutto questo tempo. Come ho fatto a pensare che uno come te potesse farmi star bene.” Disse furiosa, spingendolo talmente forte da farlo atterrare direttamente sul divano. Lui la guardava curioso: non capiva, era confuso.
“Cos’avrei fatto? Ti giuro che non ti ho mai tradito, con nessuna! Sai che non lo farei mai!” Cercò di afferrare le sue mani, ma invano.
“Non hai tradito la mia di fiducia, ma quella di mio fratello! Sei un bastardo, non voglio più vederti!” urlò Kim, per l’ultima volta, lanciandogli contro la lettera. Lui lesse e capì.
“Kim, io.. ero giovane, non capivo.. è successo tempo fa..” Cercò di giustificarsi, mentre due lacrimoni gli riempivano le guance.
“Non m’importa, non voglio spiegazioni. Voglio solo andarmene di qui. Voglio solo tornare da quel ragazzo, l’unico, che per me darebbe tutto quello che ha. E’ lui che amo, lui e basta. E ti ringrazio, perché sei stato proprio tu a farmelo capire.” In un attimo la verità fu messa a nudo. In quei pochi secondi, la situazione tra i due si era capovolta.
E’ incredibile quante cose possano cambiare. Molti di noi a volte pensano “E’  assurdo, in un anno la mia vita è cambiata del tutto”. A volte basta anche meno. E’ questione di minuti, secondi. Ci vuole poco tempo per perdere qualcuno che significava tutto per te. Poco tempo per innamorarti, o per far svanire un amore. Poco tempo per capire che non sei mai stato innamorato, o che, forse, lo sei sempre stato. Tutto può cambiare. E più tempo passa, più ti rendi conto che hai perso tante di quelle cose che credevi fossero indispensabili, ma nel frattempo ne hai trovate altrettante. Le persone se ne vanno, ritornano, vengono fraintese, piangono, sorridono, urlano contro il mondo, ma alla fine della giornata, tutte si ritrovano irrimediabilmente sole con se stesse ed i loro ricordi.
“Va bene, torna da Harry, fa pure. Non ti pregherò di restare. Starò bene.” Fu tutto quello che riuscì a dire, prima di cedere alle lacrime.
“Sai che non sono bravo a mentire”, continuò. “Starò uno schifo senza di te. Mi manchi anche ora che sei davanti a me. Per me non sei mai stata solo sesso, Kim. Il nostro era amore, uno strano tipo di amore. Lo sai anche tu. Ora, se vuoi andare da Harry, fai pure. Ma non ti dimenticherai di me. E sai bene che, ogni volta che vorrai tornare, anche solo per una chiacchierata, quella porta è sempre aperta. Sarò qui per te. Promesso.”
Kim non riuscì a dire nulla. Si girò verso di lui, lo guardò negli occhi. Da lì si riconosceva la sincerità nelle sue parole, il dolore che si stava risparmiando sotto lo sguardo della ragazza. Sapeva che non molto dopo si sarebbe chiesto “Perché a me?”, e avrebbe pianto. Ma poi, avrebbe asciugato le sue lacrime, sarebbe uscito con qualche amico a bere qualcosa, e avrebbe messo in scena uno dei suoi sorrisi più belli. Lo conosceva come le sue tasche, ormai. Come l’orsacchiotto di peluche con cui dormi ogni sera perché ti protegga dai mostri.
“Ti voglio bene.”, gli disse, mordendosi un labbro. Si avvicinò a lui e asciugò qualche lacrima dal suo volto. Sorrise, e automaticamente sorrise anche lui.
Così, senza dar spiegazioni, se ne andò. Si avviò verso casa di Harry. Non badò a nulla: tutti la osservavano mentre correva, senza sosta, con un grosso sorriso stampato in faccia. E la ragione di quel sorriso era lui, solo lui.
Cominciò a piovere abbondantemente, ma a lei non importava. Arrivata davanti casa di Harry cominciò a bussare ripetutamente sulla porta di legno pregiato.
Il ragazzo sentì i battiti continui che sovrastavano lo scrosciare della pioggia. Guardò l’orologio: erano le undici di notte. Chi poteva essere a quell’ora?
Si liberò della coperta che aveva addosso e accese l’abat jour che stava sul comò, accanto al divano. Aprì la porta, e il sorriso più bello del mondo comparve sulle sue labbra.
Lei non gli diede nemmeno il tempo di parlare: si fiondò sulle sue labbra, come se fossero l’unica cosa che era in grado di vedere. Il ragazzo chiuse la porta senza staccarsi da lei e la prese velocemente in braccio e la posò delicatamente sul suo letto. Le tolse la maglia e cominciò a baciarle il collo, fino a scendere sempre di più. Il piacere cominciava ad impossessarsi sempre più di Kim: capovolse velocemente la situazione e si mise su di Harry, cominciando a baciarlo con foga. Gli tolse la maglia e i pantaloni, e i suoi boxer grigi mettevano in evidenza la sua erezione.
“Non sapevo di farti quest’effetto”, ridacchiò Kim.
“Collins, fa’ silenzio oppure sarò costretto a farti soffrire”, disse lui, sorridendo maliziosamente.
“Oh, su Styles, fammi vedere che sai fare.” Kim gli rivolse lo stesso sguardo e lui, senza farselo ripetere due volte, entrò dentro di lei. Cominciò con spinte lente, così da tenerla davvero sulle spine.
“Ti odio.” Affermò Kim, tra un gemito e l’altro.
Harry rise di gusto. “La smetto solo se mi preghi di farlo”, disse. La ragazza capì bene a cosa si riferiva e le scappò un sorriso.
“Non ti darò mai questa soddisfazione, mai!” L’ultima parola fu accompagnata da un urlo. Harry, per dispetto, allentò ancora di più le spinte, facendo crescere in lei il piacere più grande. La ragazza si morse il labbro per non urlare, per trattenere il fiato affannato più che poteva, ma era diventato troppo e non ci riusciva. Sapeva che Harry non si arrendeva davanti a questo genere di cose.
“Cristo santo, Harry! Più forte!” urlò, dopo lunghi minuti d’agonia. Lui sorrise a trentadue denti. “Cosa? Non ho sentito bene”, sorrise beffardo.
“Harry Edward Styles, scopami più forte che puoi!” alzò la voce lei, più che poteva. Lui rise divertito e accelerò le spinte, così da farle raggiungere l’apice del piacere.
Lui baciò la sua fronte bagnata e le prese le sue mani deboli. La strinse a sé e le sorrise per tutto il tempo.
“Sai una cosa?” Le chiese lui, guardandola attentamente negli occhi.
Lei aggrottò le sopracciglia. “Cosa?”
“Ti amo.” Affermò il ragazzo.
“Non me l’aveva mai detto nessuno prima d’ora..” Rifletté la ragazza.
“Ehi, io sono Harry Edward Styles. Io posso.” Sorrise lui, facendo sfiorare i loro nasi.
“No, tu sei un coglione. E ti amo.” Disse lei. Lui la baciò ancora, e poi, notando che era molto stanca, le mise un braccio attorno alla vita. Si addormentò all’istante, e lui non fece che guardarla dormire pensando che aveva finalmente trovato tutto ciò che stava cercando.
 
Il mattino dopo, Kim si alzò di buon umore. Osservò Harry addormentato, con la bocca aperta e la sua chioma ancora più voluminosa. La scena la fece ridere di gusto.
Si girò e prese il suo BlackBerry: erano le dieci e trenta e c’era un nuovo messaggio.
Da: Zayn

Vorrei scrivere ‘Mi manchi’ su un sasso
e lanciartelo in faccia. Almeno capiresti
quanto male fa.

 


ALOHA!
Chiedo umilmente scusa per il mese e mezzo di assenza. Sono imperdonabile, ma mi farò perdonare con questo capitolo lungo come i rotoloni regina!
Vi avviso che mancano solo due capitoli alla fine. Come avrete notato, questo è molto Karry, ma don't worry: il prossimo sarà molto Liris :)
Ringrazio chi ha avuto il coraggio di leggere fino a qui. Spero davvero che vi piaccia e che recensiate, mi farebbe davvero tanto piacere. Consigli e pareri sono SEMPRE bene accetti!
Aspetto vostre opinioni. 
La vostra @wishitwastyles.
xoxo, gossip girl.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: takingyourgoodbye