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Autore: _joy    11/08/2012    3 recensioni
Mika è una strega, frequenta Hogwarts, è in Serpeverde, è una Black. Le parole che la definiscono potrebbero essere: stirpe, orgoglio, purezza di sangue, amicizia, lealtà. Una principessa del mondo magico che sa benissimo di esserlo. Almeno finché le sue certezze non subiscono una brusca scossa in un pomeriggio di sole, quando incontra un ragazzo bello e affascinante ma, ahinoi, babbano: Ben Barnes
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di magia e di babbani'
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Non so bene se dormo oppure no, sono persa in quella sensazione di dormiveglia che ti coglie a volte e ti sospende in un attimo senza tempo.
Ho reclinato la testa sulle braccia e mi sono messa a fissare il pulviscolo dorato che fluttua nell’aria, illuminato da un raggio di luce che filtra dalle finestre schermate.
Mi riscuoto quando sento una mano posarsi tra i miei capelli, piano.
Alzo gli occhi e incontro quelli di Ben, arrossati ma vigili.
«Ehi» sbatto le palpebre per metterlo a fuoco «Come ti senti?»
«Come se un camion mi fosse passato sopra?»
«Cos’è un…camion?»
Lui resta senza parole per un attimo.
«Mi ero abituato ad essere l’unico che non sapeva nulla e che capiva nemmeno la metà dei discorsi…» sorride poi.
Io mi siedo sul bordo del divano.
«Che ne dici di un baratto?»
Lui aggrotta le sopracciglia.
«Mi devo preoccupare?»
Tocca a me sorridere.
«Bè, pensavo che, visto che ancora scotti…» prendo tempo e gli tocco la fronte «Potremmo scambiare una tazza di pozione con me che rispondo a qualcuna delle tue domande?»
Lui arriccia il naso.
«Magari mi tengo l’ignoranza…»
Ok, vediamo se la mia teoria si rivela giusta.
Scommetto che se insisto si arrabbia e non la prende davvero.
Invece…
Faccio una faccina delusa e lo guardo con gli occhi di Miele quando le nego le coccole: a metà tra il rimprovero e il cucciolo infelice.
Ben esita.
«Quella pozione fa davvero schifo. Dillo, che vuoi avvelenarmi…»
Io trattengo un sorriso.
«Il veleno decisamente non sarebbe la mia arma: è da codardi»
«Giulietta si uccide con il veleno. E Socrate lo beve e…non hai idea di cosa sto dicendo, giusto?» conclude.
Io scuoto il capo, perplessa.
«Celebri avvelenatori babbani?»
Lui scoppia a ridere, ma si interrompe per tossire.
Mi avvicino per sostenergli le spalle e poi lo aiuto a sedersi, appoggiato al bracciolo del divano.
«Nessuno dei due, veramente: Giulietta è un personaggio letterario che si uccide per amore, Socrate invece è un personaggio storico; è stato condannato a morire e ha bevuto da solo il veleno» torna sull’argomento «Volevo solo dire che il veleno è un’arma anche celebre…»
Scuoto il capo.
«Io preferisco l’azione diretta. Non mi nasconderei mai dietro un trabocchetto. E poi odio aspettare: impazzirei nell’attesa che il veleno faccia effetto»
Lui sorride, divertito.
«Quindi?»
«Un duello di magia?» ribatto.
«Non ne ho esperienza. Si fa esplodere l’avversario in mille pezzi?»
«No…se riesci a colpirlo con un incantesimo mortale è…non so, credo sia rapido ma non così appariscente»
«Niente effetti speciali?»
«Sai, la magia vera non ha nulla a che fare con roboanti formule magiche urlate al vento o esplosioni di fuochi artificiali dalle bacchette. La magia è cervello, è potere, è talento»
Lui aggrotta la fronte e vedo che è interessato.
«Per questo avete una scuola?»
«Esistono più scuole di Magia, in Europa. La nostra, Hogwarts, è una delle più prestigiose. Silente, il Preside, è un mago potentissimo»
«Il Silente di cui parlavate l’altra sera? Quello che hai detto che sa che io e Rob siamo qui?»
Sono colpita.
«Sì, esatto»
Lui scrolla le spalle.
«Posso solo ascoltare, al momento…e cercare di capire qualcosa. Ma è difficile»
Cerco di immaginare come mi sentirei io al suo posto.
«Capisco…»
«Dov’è Rob?»
«Con Mindy all’ingresso del tunnel, a controllare la situazione. Spero per loro che non si facciano vedere, altrimenti vedrai in diretta un esempio di magia usata contro le persone»
Lui aggrotta le sopracciglia.
«Perché non sei andata anche tu?»
«Perché tu stai male…e volevo stare qui, in caso avessi bisogno» dico con candore.
Un po’ troppo candore, forse.
Lui mi fissa e per un attimo non dice nulla.
«Grazie» bisbiglia poi «Non volevo lamentarmi…pensavo solo che non sembri fidarti troppo di loro»
«Infatti. Ma non mi fido di loro nemmeno come infermieri. Tanto per dirne una, ti hanno lasciato per terra»
«Oh, è anche colpa mia. Gliel’ho detto io. E Rob è abituato a considerarmi un fratello maggiore, per cui di solito fa quello che gli dico. Tranne che mettersi con la tua amica, a quanto pare»
«Allora hai poco potere» lo prendo in giro scherzosamente «Invece ora fai il bravo e aiutami a dimostrare che io sono una bravissima infermiera»
Gli passo un braccio dietro le spalle e gli avvicino alle labbra la tazza con la pozione.
«Io parlo e tu bevi, da bravo» lo esorto.
Lui fa una smorfia comica ma ne prende un sorso.
«E l’altra vostra amica?»
Io sgrano gli occhi.
Cosa?
Mi sta… chiedendo di Claire?
Mi mordo il labbro e, non so perché, ma ci resto male.
«Gioca a Quidditch: è il suo esordio nella squadra del Grifondoro, la sua casa»
«Non ho capito una parola, ma va bene»
Mi scappa un mezzo sorriso e inizio a parlargli di Hogwarts e delle sue Case. Ma una parte del mio cervello è scollegata, è rimasta a quella domanda su Claire e si chiede se c’è qualche doppio senso dietro.
Non che me ne importi, sia chiaro.
Lo dico per Claire.
«Tutto bene?» mi chiede Ben all’improvviso.
«Sì, perchè?»
«Perché mi sembra che quando sei pensierosa ti mordi il labbro inferiore, lo avevo già notato. E lo stai facendo anche ora»
Resto di stucco.
Penso che se lo chiedessi a Blaise dieci a uno non lo saprebbe.
«Perché mi guardi così?»
«Bè…perché…io…tu…insomma, io…»
Lui fa una risatina.
«Molto chiaro, grazie»
Arrossisco.
«Sono sorpresa, tutto qui. Sei un osservatore attento»
Lui sorride.
«Sai, i miei genitori sono uno psichiatra e una psicologa. Dubito che al mondo ci sia qualcuno più attento di me alle emozioni»
«Stavolta non ho capito io» sorrido.
Lui aggrotta la fronte.
«Non esistono psichiatri nel vostro…mondo?»
«Cosa sono gli psichiatri?»
«Dei medici!»
Sgrano gli occhi.
«Quei babbani pazzi che tagliuzzano la gente? Certo che no!»
Lui spalanca la bocca.
«Cosa?»
«Noi abbiamo i Guaritori»
Ben li lascia andare contro lo schienale del divano e sospira.
«Per due secondi mi ero dimenticato che parliamo di magia.Magia. Cazzo»
Mi scappa un altro sorriso.
Mha.
Gli avvicino ancora la tazza e non trattengo una frecciatina.
«Tutto merito della tua bravissima infermiera»
E lui mi stupisce annuendo, prima di bere.
«In effetti sì»
«Bene, allora parliamo di magia?» chiedo, con noncuranza.
Come se parlassi del tempo.
Come se non sapessi benissimo che sto infrangendo delle regole.
Tante regole.
Altre regole.
Ma ormai…sa che la magia esiste. Ci è finito in mezzo.
E, cosa per me più importante, io devo capire.
Devo capire perché mi sento così confusa e ansiosa se sto vicina a lui…e quindi, contro ogni buonsenso, proprio qui resto, parlando e parlando ancora.
Gli racconto del Ministero, del nostro mondo, e rispondo alle sue domande.
E il rispetto per lui si fa strada in me.
È intelligente, per prima cosa.
Riflette sulle cose, fa domande sensate.
Eppure è discreto, come se capisse che stiamo violando dei limiti chiaramente imposti e segnati, che non valgono al momento per noi due.
Solo per noi due.
E poi…non lo so.
È…facile parlare con lui.
È persino divertente.
Una volta che abbiamo – come dire – preso le misure l’uno dell’altra, ci rilassiamo.
Ci confrontiamo e a tratti scherziamo addirittura.
E quando lui mi spiega cose del mondo babbano, non mi annoio. Affatto.
Anzi, gli chiedo dettagli e altre spiegazioni…se mi sentisse la Burbage!
Ora gli sto raccontando della Coppa del Mondo di Quidditch che si è tenuta lo scorso anno, quando una mano sulla mia spalla mi fa sobbalzare.
Grido per la paura e anche Ben sussulta.
È Mindy, con Rob.
«Min, ma sei pazza? Mi hai fatto prendere un colpo!»
«Scusa…non volevo. Siamo entrati e non vi siete nemmeno accorti»
Mi rendo conto ora di essere seduta vicinissima a Ben e scatto in piedi.
«Che succede fuori?»
«Si sente un gran casino e non si distinguono bene le voci. Però sono passate quasi due ore…mi sa che dobbiamo tornare»
Due ore?
«Sai che una partita di Quidditch può durare anche giorni, settimane?» dice Robert a Ben.
«Sì, Mika me lo ha appena raccontato. Una volta una partita è durata sei giorni» risponde lui, disinvolto.
Min sgrana gli occhi.
«Oh, bene. Avete fatto amicizia? Era ora»
Io arrossisco.
«Min, ma che cosa dici…»
«Bè, abbiamo momentaneamente seppellito l’ascia di guerra» sorride Ben «E questo va sotto la categoria “modi di dire babbani” e tocca a me spiegare»
Mi strizza l’occhio e io arrossisco ancora di più.
«Ora dobbiamo andare» dico.
Mi alzo e lui ha uno sguardo quasi…deluso?
Ma perché poi?
Mi sto immaginando le cose.
Mindy ha passato a Robert del succo di zucca e, dallo sguardo attento con cui lo osserva bere, immagino di sapere cosa ha mescolato nel bicchiere.
Mi volto verso Ben, di nuovo.
Lui mi sta guardando.
«Ti stai di nuovo mordendo il labbro»
Sorride e non chiede il motivo.
Bene, perché non potrei certo rispondergli “Oh, stavo pensando che hai detto il mio nome per la rima volta”
A parte che…ma cosa sto pensando?
Io?
Proprio io?
Sarò mica una ragazzina che cade preda di una cotta idiota?
Una cotta, per un babbano.
Io, che sono sempre stata corteggiatissima.
Mi viene da ridere al pensiero.
Una cotta.
Un babbano.
Ma figuriamoci.
Poso la pozione restante accanto al divano.
«Ricordati di berla. Niente storie, ok?»
Faccio per alzarmi, ma lui, improvvisamente, mette una mano sulla mia.
Ha delle bellissime mani, aggraziate e affusolate.
E con la sua copre completamente la mia.
«Grazie per oggi» mi sussurra.
Io annuisco e mi alzo.
Mi incammino assieme a Mindy, che nel tunnel mi parla entusiasta di Robert.
«Lo so che non sei d’accordo, Mika, ma io sono davvero felice…e lui è così carino e anche io posso renderlo felice, non credi? Mika?»
Sobbalzo e batto la testa contro il soffitto di quel malefico passaggio.
«Ahi!»
«Attenta! Ehi, che distratta! Ma a cosa pensi? Non dirmi che stai pensando a Blaise?»
Lo sguardo magnetico di due occhi neri mi balena in mente.
«Sì. Prevedo che mi aspetta una bella litigata»
Mindy borbotta qualcosa sulle mie scelte discutibili…
 
…e non sa che potrebbe avere davvero ragione, stavolta.
 

   
 
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