"Jean Bart ha detto che continuavi a ripetere minacce senza senso
mentre ti portava da me" il suo tono era palesemente divertito
"Rompipalle da sveglia e anche da svenuta" la sua voce arrivava da
lontano, da un altro pianeta "So che puoi sentirmi" disse fermamente
"Apri gli occhi"
Il caos balenava nella mia mente e la sua voce era l'unica certezza che
avevo.
"Coraggio..." ripetè "Apri gli
occhi" il suo tono era invitante, suadente, afrodisiaco.
Decisi di seguire il suo consiglio. Fui quasi accecata dalla luca bianca e
con un po' di sforzo lo riconobbi all'angolo destro: era seduto con i gomiti
appoggiati sulle gambe e le mani gli cadevano penzoloni nel vuoto.
Ancora una volta, ebbi la sensazione di sentirmi rinvigorita e mi misi
seduta sul letto della sala operatoria.
"Brava, vedo che hai iniziativa" si complimentò "Mi
piacciono le donne intraprendenti"
Lo guardai di sottecchi. Non riuscivo mai a capire se le sue affermazioni
fossero vere oppure fossero soltanto architettate prese per il culo. Se non
altro, il mio corpo non era più collegato a nessun tipo di filo o tubo. Mi
sentii sollevata, e gli chiesi una cosa forse un po' cretina "Chi è Jean
Bart?"
Sorrise, come se fosse soddisfatto della domanda appena postagli "E'
un uomo molto potente. E' stato lui a soccorrerti ieri notte, dopo averti vista
priva di sensi e sanguinante..."
"Ieri notte?" ripetei automaticamente. Sbalorditivo, il tempo
passava velocemente senza che me ne rendessi conto.
"Sì" continuò lui "Ha detto che era andato in mensa a
cercare del cibo o qualcosa del genere e poi ti ha vista in corridoio"
"COSA?!" feci allarmata. Mi tornò in mente quell'omone rude e
schifoso che avevo visto ruttare e grattarsi i genitali e non potei reprimere
un moto di disgusto "Spero non mi abbia toccata!"
Rise, forse conosceva le abitudini poco signorili del suo compagno
"Non quanto avrebbe voluto"
Aggrottai le sopracciglia "Come sarebbe a dire?"
Ignorò la mia domanda e si alzò "Contaci, non ti avrei aiutata se non
fossi stato già a lavoro" da un armadietto tirò fuori un bastone blu
"Ma ti è andata sfacciatamente bene"
"Ma quello..." m'illuminai "QUELLO E' IL MIO
CLIMATTACK!"
"Era accanto a te quando ti abbiamo trovata" si avvicinò
"Che diavolo è?"
Glielo strappai di mano "Oh, il mio Climattack!
E' un'arma potentissima!"
"Che paura" mormorò senza scomporsi.
"Se vuoi posso mostrarti come funziona!" proposi eccitata.
"Magari mi sorprenderai un'altra volta, rossa. Adesso ho parecchio da
fare"
"Posso chiederti perchè me l'hai consegnato
solo adesso?"
"Una persona nelle tue condizioni deve evitare di fare stronzate, ti
pare?" non capii appieno ciò che intendesse, ma uscì dalla stanza dicendo
"Più tardi potrai provare ad alzarti, se ne sarai capace. Se non ci
riuscirai, non cercarmi più: ho già fatto tutto il possibile"
Era già andato via quando mi girai per ringraziarlo.
Camminai fino alla stanza beige dove mi trovavo fino a qualche giorno
prima, compiendo ogni passo lentamente e tenendomi al Climattack.
Non dovevo essere un bello spettacolo. Ma almeno ero riuscita ad alzarmi, ed
arrancai fino all'uscita del corridoio, entrando in una sala vasta e circolare.
All'interno di essa, svariati pirati con le tute bianche e i cappelli colorati
mi fissarono: tra di loro c'era anche Jean Bart, che mi osservò come se non
avesse mai posato gli occhi su una donna prima di allora. Inoltre, due pirati
poco timidi si scambiarono occhiate complici.
Imbarazzata, attraversai tutta la stanza sotto i loro occhi incuriositi.
Arrivai agli oblò che si trovavano all'estremità di essa e guardai attraverso
il vetro. Ciò che vidi mi sconcertò: una squadra di tute bianche che lottava
contro una balenottera per cercare di catturarla.
"Eh? Ma cosa..." assistetti allo spettacolo mozzafiato, decine di
migliaia di pesci nuotavano proprio a un palmo dal mio naso. Dal sottomarino
della Sunny, non c'era abbastanza spazio da
permettere di visualizzare il mare in modo così limpido. Mi entusiasmai
inutilmente "Hey!" chiamai a gran voce
senza staccare gli occhi dalla balenottera "A quanti metri siamo?"
"Settemila" rispose Jean Bart, che nel frattempo si era
avvicinato a me.
"Com'è possibile?" chiesi spaventata, delusa dal fatto che mi
avesse risposto proprio lui.
"Spettacoli del genere si vedono tutti i giorni a bordo del
sottomarino dei pirati Heart" spiegò, mentre
guardava anche lui fuori dall'oblò "E' che disponiamo di particolari armi
che possiamo usare sott'acqua. Come le luci elettriche-simula-sola che usiamo per
far avvicinare i pesci"
"Non capisco" mormorai confusa.
"I pesci hanno il pericoloso istinto di voler nuotare in
superficie..."
"Davvero?" ero incredula. Come faceva a sapere tutte quelle cose?
A prima vista, avrei detto che a stento sapesse parlare e comunicare con gli
altri esseri umani.
"Con quelle luci noi li illudiamo che sono vicini...e poi li
catturiamo!" diede un pugno al muro "Guarda, l'hanno presa!"
Mi allontanai, impaurita.
"Meglio avvisare il capitano!" gridò il tipo con il capello a
pinguino "Stasera si mangia carne di balena!"
"Evvai!" si unirono in coro tutti gli
altri.
Mi guardai attorno spaesata, quelli dovevano essere proprio pirati senza
scrupoli.
"Oh, a proposito" il grassone tornò a rivolgersi a me "Vedo
che stai meglio. Ieri notte eri una vera pezza"
Storsi il naso. Ma come diavolo si esprimeva?
"Ma il capitano ha fatto proprio un buon lavoro, eh?"
"Bart, che cosa stai facendo?" s'intromise Bepo,
prima che potessi proferir parola "Non spaventare la signorina!"
L'altro sbuffò "Sei tu piuttosto che non dovresti metterle paura,
vattene!"
"Io non prendo ordini da te, ricordalo!" cominciarono a
scontrarsi.
Feci qualche passo indietro e caddi a terra col Climattack,
mentre Bepo e Jean Bart si colpivano a vicenda e si scambiavano
battute minacciose. L'orso parlante era davvero sorprendente: le sue mosse
richiamavano molto il kung fu e sembrava molto più a suo agio con gli uomini
che con me.
Mi ricordarono terribilmente Sanji e Zoro e alzai
gli occhi al cielo.
"Ma ti sei visto? Le hai prese da una ragazzina e sei inciampato nel
miele!"
"Sempre meglio di te, che cerchi di abbordarla vantandoti
dell'efficienza delle nostre armi!"
Decisi che era meglio cambiare aria: mi alzai da terra con un grande sforzo
e mi avviai verso l'uscita della stanza cercando di non dare nell'occhio.
Purtroppo però, fui catturata dal tipo col cappello a pinguino e dal suo
fedele alleato "Buonasera, signorina! Come procede la sua permanenza
all'interno del sottomarino? Si sta trovando bene?"
Sbuffai. Ero arcistufa di sentirmi chiamare signorina!
Avevano entrambi un'espressione inebetita "Io sono Pinguino e lui è
Orca" si presentarono con fare teatrale "Possiamo fare qualcosa per
lei?"
"Qualsiasi cosa!" aggiunse l'altro con tono sognante.
Feci per aprire bocca, ma Pinguino me lo impedì "Molto bene, allora
significa che le terremo compagnia mentre si fa la doccia!"
Li colpii sulla testa "Brutti ceffi, che cosa credete di fare?!
Lasciatemi in pace!"
"Ahi! La ragazza ha gli artigli!" si lamentarono.
Sgusciai fuori dal caos in men che non si dica. Sospirai, una volta in
corridoio. Quelli erano tutti matti.
Fui incuriosita da una porta colorata di rosso con la scritta 'Vietato
l'accesso'. Diedi un'occhiata in giro e m'infiltrai velocemente, al riparo da
sguardi indiscreti.
Ciò che mi ritrovai di fronte mi lasciò sfuggire un "Oh..."
estasiato: una stanzetta circolare delimitata da scaffali contenenti decine di
libri.
L'atmosfera era accogliente, intima, nell'aria aleggiava un certo profumo e
al centro spiccava un tavolino rotondo con una sedia.
'Anatomia anfibia' era il titolo di un libro posto sul tavolo, accanto ad
esso ce n'era un altro e degli appunti, come se qualcuno ci avesse passato la
notte in bianco. All'interno del libro aperto, notai delle vecchie fotografie
che ritraevano Law da piccolo (lo riconobbi dal cappello) assieme a due persone
adulte che probabilmente dovevano essere i suoi genitori.
Gli occhi grigi della donna erano straordinariamente identici a quelli del
piccolo al suo fianco. L'uomo invece aveva una barba bruna e portava degli
occhiali rotondi. Tutti e tre indossavano abiti apparentemente molto pesanti:
sullo sfondo, infatti, si notava un paesaggio innevato.
Nella seconda foto, c'era soltanto il bambino e l'uomo: il piccolo Law mostrava
contento il dito medio, mentre il suo presunto padre gli tirava l'orecchio
sinistro con espressione rabbiosa.
Poi c'era una lettera: la calligrafia era tremolante, ma ugualmente
sofisticata...
Piccolo mio,
ti scrivo perchè non mi resta altro da fare.
Ormai non parliamo più molto e me ne rammarico.
Sento ogni giorno la mancanza della nostra famiglia e di ciò che eravamo.
Ripenso ai freddi pomeriggi in cui ti portavamo al parco a fare pupazzi di
neve. Ti compravamo sempre la granita all'arancia...ricordo di una volta in cui
me la rovesciasti addosso e io mi lasciai sfuggire un "Che
cazzo!"...lo ripetesti immediatamente e per una settimana non dicesti
altro!
Tua madre era furiosa...ho ancora davanti agli occhi la sua espressione
esasperata "Sono soltanto parolacce, le uniche cose che insegni a nostro
figlio!"
Il giorno in cui si è ammalata, è stato il giorno in cui ho capito che
dovevo impegnarmi al massimo nel mio lavoro, il giorno in cui ho deciso di
insegnarti le scienze mediche.
Ho lavorato come un pazzo, sacrificando tutto il mio tempo, vedendoti
crescere senza di me...ricordo ancora che la tua prima baby sitter
mi disse che eri un bambino terribile, a pensarci bene ne hai fatte fuori di
balie! Spero che con la vecchia Marie adesso ti trovi bene.
Sta di fatto che io mi sono giocato il tutto per tutto per salvare tua
madre. Adesso che non ce l'ha fatta, mi sento finito. Come uomo, come dottore,
come padre.
Per questo ti chiedo di perdonarmi se non sono stato un bravo genitore. Ma
ho deciso di morire suicida.
Hai solo dodici anni ma spero che capirai. So che sei un ometto in gamba e
che te la caverai di gran lunga meglio senza questo fallito.
Ti auguro di diventare un uomo migliore di me.
Addio
T W
©
Giuro che semmai un giorno Oda deciderà di raccontare il passato
di Law, ci resterò malissimo quando vedrò che non corrisponderà a quello che ho
inventato io! xD
Angel_Demon: Solitamente mi piace inserire tutta la ciurma
di Cappello di Paglia, ma stavolta ho deciso di concentrarmi soltanto su Nami e Law…magari li farò entrare in qualche capitolo, più
avanti J
SheylaLaila: Nient’affatto, Nami
non è tossicodipendente! E non si fa iniettare qualsiasi cosa! xD Semplicemente, ha creduto che quella sostanza fosse un
ansiolitico (lo stesso Law gliel’ha confermato) e non vedeva l’ora che glielo
somministrasse perché è agitatissima, tutto qui J
Funeral of Heart: Ahahah ho adorato la tua recensione! Sono assolutamente
d’accordo con te! Infatti uno dei motivi per cui amo scrivere (e leggere) è
proprio la possibilità di immedesimarmi nei personaggi e provare le loro stesse
sensazioni ;)
Allessor: Bepo è un po’
pasticcione, ma vedrai che prima o poi riusciranno ad andare d’accordo :D
Sanjina99: Come ho già scritto a
SheylaLaila, la famigerata sostanza arancione non è
altro che un ansiolitico xD Comunque spero che la mia
storia continuerà a piacerti!