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Autore: Elle_san    12/08/2012    1 recensioni
Ciaooo!! ^_^
Questa è la mia prima toria quindi per favore non siate troppo severi.
La storia parla di Kaori Eiko... una "normale" ragazza che , dopo aver passato la notte fuori, trova un ragazzo in casa sua. Questo ragazzo uccide i suoi genitori e la fa svenire.
Quando si risveglia è dolorante e non riesce a muoversi. E' sdraiata per terra in una piazzetta che non ha mai visto.
Da quel momento si catapulta in un modco compeletamente diverso da quello in qui ha vissuto fino a poco prima.
Mi raccomando...Recensite Recensite Recensite!! ^_^
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Hey Sasaki…- chiese Katsumi -…cosa c’è per dessert?-
- E’ una sorpresa per Eiko – Lo guardai. – Ma aspetteremo un un po’ prima di mangiarlo. – I due gemelli lo guardarono un po’ sconsolati. Tutti stavano parlando tranquillamente o si stavano facendo scherzi, tutti tranne Katsuyuki che se ne stava con la testa bassa e ad occhi chiusi. Persino io ogni tanto facevo qualche piccola battutina e ridevo agli scherzi che si facevano a vicenda.
 
Avevamo appena finito di mangiare il secondo e Sasaki si alzò in piedi. Tutti taquero immediatamente. I gemelli che erano in piedi si risedettero ai loro posti e guardarono tutti Sasaki, compreso Katsuyuki. Io feci lo stesso. Che stava succedendo?
Sasaki si risedette e si volto vero di me. –Molto bene. Ora potrai farmi tutte le domande che vuoi. Ma prima di tutto dovrai ascoltare cos’ho da dirti e tieni presente che ogni cosa che ti diremo d’ora in avanti sarà solo ed esclusivamente la verità.- Lo guardai con faccia seria e dopo qualche secondo annuii. Sasaki appoggiò i gomiti sul tavolo e incrocio le mani, le mise davanti alla bocca e chiuse gli occhi.
- Molti anni fa, ci fu un vampiro chiamato conte Dracula. Questo vampiro si ribellò alle regole che tennero al sicuro i vampiri per centinaia di anni e si rivelò agli umani. All’inizio gli umani adorarono i vampiri ma poi diventarono gelosi delle loro capacità e cercarono di distruggerli inventando armi anti vampito e iniziando a padroneggiare la magia contro i vampiri stessi. I vampiri non poterono fare altro che nascondersi ma ogni vola venivano scovati e uccisi. La loro specie stava per essere distrutta. Ma un giorno il sigore dei vampiri, Shirosama, venne a sapere di una leggenda tra i vampiri: “Quando un solo popolo, una sola famiglia resterà, Satana discenderà sulla terra e porterà ricchezza. Ma solo un vampiro, dagli occhi rosso fiamma, sarà in grado di evocarlo o di distruggerlo”. Shirosama fece conoscere al popolo umano questa leggenda che arrivò ai loro imperatori.
Essi, presi dall’avidità, convocarono Shirosama per discutere di questa leggenda e fecero un accordo. I vampiri si sarebbero divisi in varie famiglie che avrebbero dovuto combattere tra di loro, seguendo le regole dettate dagli umani, fino ad arrivare allo scontro finale per dare ricchezza all’umanità. In cambio, gli umani, non gli avrebbero piu dato la caccia. Shirosama accettò l’accordo e divise tutti i vampiri per famiglie assegnandogli vari nomi. In tutto erano sessanta famigle e tra queste la famiglia Aamon.- Aamon? Ecco che di nuovo sentì quel nome. Ma uno strano brivido mi percorse la schiena. Ora avevo capito cos’era la casata Aamon. Guardai tutti negli occhi e loro fecero lo stesso. Alla fine guardai Sasaki che apri gli occhi e mi fissò a sua volta. Ancora una volta tutti gli occhi erano puntati su di me e mi sentii osservata ma non distolsi lo sguardo da Sasaki.
– Da quel giorno il signore dei vampiri scomparve e gli umani inventarono una specie di gioco mortale. Molte famiglie accettarono subito di combattere perché volevano vedere chi fosse la famigli piu potente mentre altre famigli vollero rimanere in pace ma se non combattevano venivano uccisi dai Bajang, che vennero ridotti in schiavitù dagli unami. Da allora sono passati piu di cinquemila anni e la maggiorparte degli umani pensa che i vampiri siano solo frutto dell’immaginazione ma esistono anche umani che continuano a tener sottocchio le battaglie e che studiano ancora i modi per uccidere i vampiri. Questi vengono chiamati Hanter che studiano e sono in grado di usare la magia.
Si dice che Shirosama sia morto ma che abbia dato alla luce un figlio e che l’abbia nascosto tra gli umani per non farlo trovare. Costui dovrebbe avere dei poteri incredibili e dovrebbe riuscire a liberare tutti i vampiri dalla loro “schiavitù”. – Sasaki continuava a guardarmi e io guardavo lui iniziando a capire molte cose.
- Questo vuol dire che voi siete vampiri, giusto? – Dissi con un filo di voce.
- Esattamante. E non solo noi. Anche tu! – Aggiunse Sasaki guardandomi piu intensamente di prima. Era impossibile. Come potevo essere una vampira? Avevo sempre vissuto con i miei genitori adottivi ed ero una normalissima ragazza. Improvvisamente mi ricordai del ragazzo in casa mia e di quando mi ero aggrappata al collo di Katsuyuki. Gli occhi iniziarono a bruciarmi come la notte nella piazza e guardai un attimo per terra sperando che mi passasse il bruciore.
- Non credi che siamo vampiri? – Disse Katsuyuki mentre mi guardava con le braccia incrociate. Alzai lo sguardo sorpresa.
- Affatto. Per la verità lo sospettavo fin da quando sono stata aggredita nel corridoio.- Lui continuò a guardarmi mentre io mi toccai il collo in qui quell’essere, nel corridoio, mi aveva quasi azzannato. Che fosse un vampiro anche lui? Ma era così diverso da loro.
- Allora non credi che tu sei un vampiro.- Lo guardai. Aveva ragione. Non potevo essere un vampiro. – Se vuoi te lo dimostro.- Con una velocità impressionante mi afferrò la mano e me la fermò sul tavolo. Prese un coltello appuntito e me lo posiziono sul palmo. Sentì pungere. Ero terrorizzata e continuavo a guardare con occhi spalancati ed impauriti il coltello che, il ragazzo, pian piano spingeva nella mia mano. Il sangue iniziò a fuoriuscire e io sentì come una scossa. Non riuscivo a capire piu niente e gli occhi mi stavano per fuoriuscire dalle orbite.
- SMETTILA! – Urlò Ayame. Katsuyuki la fissò preso alla sprovvista. Tolse il coltello e lasciò andare la mano che tirai in dietro così velocemente da non accorgermene. Il mio cuore batteva all’impazzata e non riuscivo a ristabilirlo. Continuavo a sentire gli occhi bruciarmi e non stavo tanto bene. Sasaki si avvicinò a Katsuyuki e gli diede uno schiaffo molto forte.
- Sei uno stupido. Ora vattene in camera tua.- Sasaki lo guardò con aria disprezzante mentre lui si diresse verso la porta senza fiatare.
- Mi fai vedere? – Mi chiese Sasaki piegandosi sulle ginocchia con un piccolo sorriso e allungando la mano verso di me. Gli occhi tornarono normali e gli porsi la mano con il sangue che colava. Prese un fazzoletto che aveva nel taschino e lo mise sulla ferita. Tutti stavano guardando la mia mano e Fumiki si lecco leggermente le labbra. Ayame la fisso, sempre con il suo sorriso dolce, e lei abbassò la testa con arai di scuse. Sasaki fece portare da un camerire il chit di prontosoccorso, che non doveva essere mai stato usato dato che era ancora nella plastica, e mi medicò la mano mettendomi un piccolo cerotto.
- Ora va meglio? – Annuii continuando a fissare per terra. – Bene ora portate la torta.- Disse ad un camerire. Dalla cucina usci una torta enorme.
- WOOO!! – Dissero in coro Katsumi, Fumiki e Sotaru.
- A che gusto è? – dissero in coro i gemelli.
- Torta al te verde con decorazioni al cioccolato bianco.- Alzai lo sguardo rapidamente e spalancai gli occhi. Cioccolato bianco? Andavo matta per il cioccolato bianco. Sasaki fece un piccolo sorrisino nel vedere la mia reazione e tutti mi fissarono. Quando me ne accorsi riabbassai leggermente la testa e feci un piccolo sorrisino. Sasaki sospirò.
- Non essere timida. Lò fatta preparare apposta per te.- Fece un alto sorrisino e io lo guardai imbarazzata. Non era cambiato niente. Anche se avevo scoperto che erano vampiri, e che lo ero anchio, l’atmosfera non era cambiata di una virgola. I due gemelli continuavano a fare scherzi, sopprattutto a Sotaru, Kiyo continuava ad ascoltare musica con le cuffie, Harumi dava ordini al marito, Yaichiro e Kojuro parlavano l’unno dalla parte opposta del tavolo, Sasaki parlava con la moglie e Claris continuava a giocare con la sua piccola bambola. Io ripresi a ridacchiare, con la tonnellata di cioccolato bianco che mi avevano dato, ma ero un po’ in pensiero per Katsuyuki. Per colpa mia si era preso uno schiaffo e non sapevo come scusarmi.
 
Finimmo di mangire anche il dolce.
- Ora Kao-chan.- Disse Sasaki . Io lo guardai. – Andiamo nel mio studio. Continueremo a parlare e potrai farmi tutte le domande che vuoi.- Mi alzai dalla sedia e lo segui. Teneva le mani dietro la schiena e camminava dritto.  
Uscimmo dalla porta della sala da pranzo ed entrammo nel corridoio. Continuammo a camminare e tornammo all’ingresso. Rimasi ancora una volta stupita. Sasaki continuò dritto ed entrammo in un'altra stanza. La sala che mi trovai difronte era grandissima. Doveva essere una sala da ballo. Aveva due lampadari di cristallo e dei grossi lucernari sul soffitto. La parete alla mia destra era completamente di vetro e aveva delle porte che davano su un immenso giardino pieno di fiori di ogni colore. Mi fermai un istante e poi feci una piccola corsa per raggiungere nuovamente Sasaki. Arrivammo infondo alla sala, dove c’era una scala molto grande con un tappeto rosso al centro. La salimmo e arrivati in cima girammo a sinistra. C’era un piccolo pianerottolo che si affacciava sulla sala da ballo e un corridoio, non molto lungo. Sulla parete in fondo, c’era una porta come quella della sala da pranzo e Sasaki la aprì.
- Prima le signore.-
- Grazie.- Entrai nella stanza lentamente. Difronte a me c’erano due divani neri con un tavolino di cristallo. Davanti a quello c’era una scrivania di legno non molto ordinata, piena di scartofie e di libri, con una poltrona di pelle nera molto alta. Dietro a tutto questo c’era una vetrata molto grande dalla quale si vedevano delle montagne e un piccolo boschetto. Alle pareti c’erano due scaffali pieni di libri e due porte. Le pareti erano bordò ed il pavimento aveva un grande teppeto, bordò con dei ricami neri, marroni e gialli, che ricopriva tutta la stanza.
- Prego. Accomodati.- Mi sedetti sul divano di sinistra mentre Sasaki difronte a me su quello di destra. – Cosa vuoi sapere? – Avevo così tante domande che non sapevo da quale cominciare. Una cameriera entrò nella stanza e portò due tazze di tè.
- Non hai nessuna domand da farmi? –
- Per la verità ne ho così tante che non so quale fare. –
- Inizia dalla prima domanda che ti sei fatta da quando ti sei svegliata in questa casa.- La prima domanda? Pensai un attimo.
- Cos’è quell’essere che mi ha attaccata nel corridoio con Ilaria? –
- Era un vampiro o meglio era un vampiro che è impazzito per la mancanza di sangue e che quindi ne cerca incontrollabilmente. Noi li chiamiamo Kureiji.- Rimasi un po’ stupita.- La prossima domanda? –
- Prima, quando c’era quel Kureiji, c’era il tramonto.- Guardai fuori dalla finestra. – Ora perché c’è il sole? – Anche Sasaki guardò fuori.
- Non è veramente il sole. E’ una magia. A noi vampiri da fastidio il sole. Ci brucia gli occhi e la pelle. Non ti ha dato fastidio quando hai visto il tramonto? – Ora capivo. Allora ero davvero un vampiro. Abbassai lo sguardo e mi guardai il cerotto sulla mano ancora un po’ incredula. Rialzai lo sguardo di scatto.
- Aspetta. Hai detto magia?? –
- Si. Esattamente.- Quindi Ilaria non mi stava mentendo. Aveva davvero usato la magia per accendere le candele. Rimasi leggermente sbalordita. – Guarda. Ti faccio vedere. -  Sasaki allungò la mano verso di me con il palmo verso l’alto e una piccola sfera di fuoco si mise a roteare. La mia  bocca si spalancò e continuavo a fissare il piccolo sole. Sasaki la fece volare piu in alto e la trasformò in un uccello di fuoco che volò per tutta la stanza. Sembrava quasi avesse una vita propria. E improvvisamente scomparve. Mi ero arrampicata sul divano e il vestito mi si era stropicciato. Cercai di ricompormi e mi risedetti composta.
- Ahahaha! Mi aspettavo che ne saresti rimasta sorpresa ma non pensavo cosi tanto. – Chinai leggermente la testa e feci un piccolo sorriso imbarazzato. Silenziosamente dalla porta entò Ayame e si sedette vicino a Sasaki che gli mise un braccio sulle spalle. – Che altro vuoi sapere? –
- Gli umani quale gioco strano hanno inventato? – Lo dissi un po’ troppo convinta ed ancora con il sorrisino sulle labbra e Sasaki tornò serio.
- Per gli umani è un gioco ma per noi vampiri, compresa te, è una vera e propria guerra. Vedi, come ho detto prima, cinquemila anni fa c’erano sessanta famiglie di vampiri. Ad ognuna di esse venne dato un simbolo, un territorio e dei poteri. Sai chi è Aamon? –
- No.- Sasaki si alzò e andò a prendere un libro dallo scaffale di destra. Era nero con una scritta viola in una strana lingua che non avevo mai visto. Lo aprì e me lo mostrò.
- Qui ci sono tutte le informzioni sulle altre famiglie e da dove derivano i loro poteri.- Girò quattro o cinque pagine e lessi in alto il titolo della pagina. Aamon.
- Ecco qua. Aamon è un demone. E’ un aiutante di Astaroth che è uno dei tre demoni al servizio di Satana.-  Mi porse il libro e mi fece vedere la foto del demone. – Possiede quaranta legioni di demoni al suo servizio ed è considerato uno dei principi dell’inferno. I suoi poteri sono il fuoco e l’aria e puo prevedere il passato ed il futuro. Ogni famiglia ha un proprio demone ed un proprio territorio. Il demone da alla famiglia dei poteri con i quali deve difendere il proprio territorio dagli attacchi di altre famigle e distruggerle. Per distruggere una famiglia non è necessario eliminare tutti i componenti ma è abbastanza distruggerne uno ovvero il capo famiglia. Colui che ha evocato il demone o che ne è in possesso e lo si riconosce perché, da qualche parte, sul suo corpo ha una corona.- Una corona? Mi ricordai del segno che aveva dietro all’orecchio. - I componenti di una famiglia si riconoscono da un simbolo che hanno sulla pelle, cioè il simbolo del demone della famigli di qui fanno patre, che brilla solo quando inizia una battaglia.
Ora sono rimaste solo sei famiglie: La famigli Aamon, la famiglia Baal, la famiglia Vassago, la famiglia Zepar, la famiglia Marbas e la famiglia Haures. Di queste sei famiglie ne rimarranno tre ed infine solo una che è quella che nella leggenda dovrebbe risvegliare Satana che porterà ricchezza agli umani.-
- Quindi tu sei il capo famiglia degli Aamon? – Mi guardò sorpreso.
- E tu come fai a saperlo? –
- Quando mi ero svegliata, in camera da letto, ho visto una piccola corona dietro al tuo orecchio sinistro.- Sasaki si toccò proprio dove aveva la corona.
- Ahahaha! Sei stato scoperto amore. – Disse Ayame. Anche Sasaki inizio a ridere ed io feci un piccolo sorriso.
- Hai altre domande? –
- Avete tutti i poteri di Aamon? –
- Se per tutti intendi anche te allora si.-
- Anchio? - 
- Si! – Fece un sorriso. – I tuoi genitori adottivi sono morti, giusto? E dato che sei diventata un vampiro e sei entrata nel mondo di Bessekai non puoi piu tornare inditro quindi ti abbiamo “adottato”.- Abbassai un po’ la testa per ricordo dei miei genitori.  Ayame mi guardò.
– Ovviamente non cambierai nome ne dovrai sentirti obbligata ad aiutare la famiglia ma ci farebbe molto piacere che dora in avanti cotinuassi a vivere con noi. Continuerai ad andare a scuola anche se sarà un po’ diversa da quella in qui sei andata fino ad ora.- Ayame era molto gentile.
- V…va bene! – Ero un po’ imbarazzata. Nessuno mi aveva mai trattato così bene come in quelle poche ore e non mi ero mai nemmeno divertita tanto. Sasaki sorrise entusiasta mentre Ayame si alzò inpiedi e venne ad abbracciarmi. Un abbraccio. Non avevo mai avuto un abbraccio. Mai. Mi veniva da piangere ma cercai di controllarmi.
- Ora non puoi vederlo ma se entreremo in guerra con altre famigle il simbolo inizierà a brillare.-
- O..OK! – Ero ancora un po’ imbarazzata. – Ma cos’è Bessekai?
- Bessekai è il mondo dei vampiri. E’ come un'altra dimensione della Terra. Questa casa è a Bessekai e anche la scuola in cui andrai è di Bessekai. Domani andremo a fare un giro e ti farò viditare tutto il nostro territorio.- Sorrisi. – Ora…HISAE! – Dalla porta a destra entrò una cameriera bionda con la stessa capigliatura di Ilaria e con lo stesso vestito. Gli occhi erano viola, le labbra rosse e la pelle bianca.
- Vammi a chiamare Katsuyuki.-
- Si padroncino.- Usci dalla porta dietro di lei e la chiuse.
- Ma anche i camerieri e le cameriere sono dei vampiri? – Domandai incuriosita.
- Si! Ma solo alcuni di loro hanno i poteri di Aamon. Solo i piu fidati. –
- E perché non avete fiducia in tutti? –
- Perché la maggior parte dei camerieri e delle cameriere sono vampiri di famiglie che abbiamo sconfitto e che quindi hanno perso i loro poteri. Non li abbiamo uccisi e gli abbiamo concesso di diventare parte della nostra famiglia. – Rimasi sorpresa e felice.
Dalla porta entrò la cameriera con dietro Katsuyuki con le mani in tasca.
- Siediti. – Gli ordinò Sasaki. La cameriera se ne andò e Katsuyuki si sedette accanto a me.
- Spero che tu abbia ragionato bene su quello che hai fatto. – Disse Ayame.
- Chiedo scusa. –
- Ok ok! Amore non essere così crudele.- Disse Sasaki. – Katsuyuki…- Katsuyuki guardò Sasaki.
- Ora porta Kao-chan a fare un giro della casa e dopodiche sarai incaricato della sua protezzione.-
- Dovrei anche proteggerla? –
- Qualcosa in contrario? –
- Tsh! D’accordo! Che vampiro inutile.- Sasaki lo guardò male.
- Ora Kao-chan, vai con Katsu. E’ un tipo scorbutico ma è molto affidabile.- Mi guardò sorridendo. Katsuyuki si alzò e andò verso la porta.
- Sbrigati! – Mi alzai e velocemente lo segui.
 
- Pensi davvero sia lei? – Disse Sasaki alla moglie che intanto si stava alzandoe dirigendosi anche lei verso la porta.
- Certamente. E ora che ci ho parlato ne sono ancora piu convinta di prima. –  



Ciao!
Scusate se ci ho messo molto a scrivere questo capitolo ma era molto importante scriverlo in modo che si capisse.
Spero vi sia piaciuto. ^_^
Cosa ne pensate di Bessekai??
Mi raccomando... RECENSITEEEEE!!

bAY!! ^_^
  
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