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Autore: sonsimo    25/02/2007    4 recensioni
STORIA COMPLETA. Durante la sua visita al cimitero di Godric's Hollow, Harry viene colto di sorpresa da Lucius Malfoy, che riesce a catturarlo. Il ragazzo, debole e ferito, non sa come fare per sfuggire al mangiamorte che vuole consegnarlo a Voldemort. Harry riceverà un aiuto del tutto inaspettato, e finalmente saprà la verità su uno degli uomini che più ha odiato durante la sua giovane vita.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Fanfic HP1: secondo capitolo

 

Capitolo2: Fedeltà

 

Era stato schiantato, non c’era altra spiegazione, e poi Malfoy lo aveva portato nel suo castello e lo aveva incatenato. E adesso attendeva impaziente che Voldemort andasse a prenderlo per terminare il lavoro che Lucius aveva già iniziato su di lui. Non c’era speranza, l’Ordine non sapeva nemmeno che era stato catturato, nessuno sarebbe arrivato in suo soccorso. Chissà per quanto tempo era rimasto svenuto dentro quella cella, probabilmente Ron ed Hermione avevano già iniziato a preoccuparsi per la sua lunga assenza. Harry aveva quasi voglia di urlare dalla rabbia. Si era fatto cogliere alle spalle come un pivello, e adesso che ne sarebbe stato di lui? Chissà come sarebbe stato deluso Silente nel vederlo in quello stato. In quel momento arrivò alle orecchie di Harry qualcosa che aumentò a dismisura il suo desiderio di urlare. Una voce che conosceva fin troppo bene proveniva dall’esterno della cella, oltre la porta di legno. Harry sentì il proprio corpo tremare per la rabbia, oltre che per il dolore.

“Voglio vederlo, Lucius. Fammi entrare nella sua cella”.

Malfoy rise: “E’ comprensibile che tu voglia vederlo sconfitto, dopo averlo dovuto sopportare per sei anni senza potergli torcere un capello. Ma almeno di Silente ti sei vendicato. Entra pure ma non strapazzarlo troppo, il Signore Oscuro lo vuole vivo, ricordatelo”.

Piton non replicò. La porta della cella si aprì improvvisamente e la stanza fu inondata dalla luce proveniente dall’esterno, che ferì gli occhi di Harry e lo costrinse a voltare il capo dall’altra parte. Piton si rivolse a Malfoy: “Lasciami da solo con lui per qualche minuto, Lucius”.

“Come vuoi Severus, ma ricorda quello che ti ho detto”.

La porta si richiuse, e Piton accese con la bacchetta due torce che si trovavano sulle pareti, illuminando la cella. Quindi camminò verso il ragazzo immobile sul pavimento e rimase silenzioso, in piedi di fronte a lui, ad osservarlo. Harry cercò di raddrizzarsi il più possibile e di guardare l’uomo negli occhi con fierezza, mentre sentiva il proprio sangue ribollire di odio ricordando il corpo privo di vita di Silente, ai piedi della torre di astronomia. Il ragazzo non riusciva però ad assumere il contegno che avrebbe voluto, il dolore e la debolezza gli facevano inclinare la testa e curvare la schiena. Parlò, e si stupì del suono della propria voce, rauca e debole, poco più di un sussurro:

“Lo spettacolo è di tuo gradimento, Piton?”.

“Non parlare, Potter -rispose l’uomo, un’espressione indecifrabile nei suoi occhi, che indugiavano sul fianco squarciato di Harry- quand’è che hai iniziato a darmi del tu?”.

Harry fece una smorfia, e riuscì a parlare e ad aumentare il tono della propria voce: “Adesso, sporco assassino”.

“Ti ho detto di non parlare”.

“Non prendo ordini da te. Goditi la scena e poi vattene, non sopporto la tua vista” Harry volse il capo e allontanò lo sguardo dall’uomo. Non sapeva davvero che cosa fare in quel momento. Ritrovarsi in quella situazione con Piton di fronte a lui era quanto di peggio potesse capitargli. Non riusciva a tollerare di essere completamente indifeso di fronte a quel traditore, aveva immaginato per tanto tempo il loro incontro, pensando che avrebbe potuto vendicarsi, ma mai aveva pensato di non potersi nemmeno muovere. Sperava solo che se ne andasse al più presto.

“Potter, adesso esigo che tu mi ascolti”.

Harry lo guardò con un’espressione insieme stupita e infuriata, e alzò ulteriormente la voce: “Io non ho nessuna intenzione di ascoltarti. Vattene!”. Lo sforzo per quelle urla gli costò caro, ed Harry non riuscì a trattenere un gemito. Mostrarsi così sofferente di fronte a Piton lo fece infuriare ancora di più.

Piton sollevò la bacchetta e la puntò contro Harry: “Silencio”. Harry spalancò la bocca ma non riuscì più ad emettere alcun suono. In preda alla collera, iniziò ad agitarsi, incurante della stretta dolorosa delle catene. Quell’uomo stava cercando di umiliarlo, stava sicuramente provando un’incredibile soddisfazione nel prendersi la rivincita sul figlio di James Potter, non gli bastava vederlo ridotto in quello stato.

Piton guardò negli occhi verdi del ragazzo, e cercò dentro di sé le parole che tanto tempo prima avrebbe dovuto pronunciare. Cercò di concentrarsi sul verde intenso di quello sguardo, per trovare la forza di dire quello che doveva, e di non lasciare cadere lo sguardo sui lineamenti e sui capelli arruffati di Harry, che gli avrebbero riportato alla mente brutti ricordi e probabilmente avrebbero cacciato via i suoi buoni propositi. Se solo Potter avesse smesso di comportarsi come un ragazzino, ma poteva forse biasimarlo per questo? Dopotutto, lui era un ragazzino. Ma doveva cercare in qualche modo di calmarlo, perché comportandosi così il ragazzo non faceva altro che peggiorare la sua già precaria situazione.

“Se non la smetti di agitarti sarò costretto a pietrificarti. Ascolta quello che ho da dirti e poi ti libererò dal silencio. Quello che sto per dirti è molto importante, e avrei dovuto farlo tanto tempo fa -Piton sospirò, prima di continuare- è il motivo per il quale Silente si è sempre fidato di me”. Nell’udire pronunciare il nome dell’ex preside da colui che lo aveva ucciso, Harry si agitò ancora di più, ma iniziò a sentire dentro di sé il desiderio di ascoltare. Non poteva fare niente per impedire a Piton di parlare, quindi tanto valeva ascoltarlo. Piton riprese a parlare, osservando il ragazzo dritto negli occhi, pronto a cogliere ogni sua più piccola reazione.

“Sono stato io a rivelare a Voldemort parte della profezia che lo ha spinto a dare la caccia a te e ai tuoi genitori”. Harry lo fissò con odio, ma si limitò ad annuire. Piton si stupì della sua reazione composta, si sarebbe aspettato di vedere il ragazzo che tentava di spezzare le catene che lo trattenevano per scagliarsi contro di lui.

“Cosa… tu… lo sapevi già?” chiese Piton. Harry annuì di nuovo, mentre una smorfia di dolore contraeva il suo viso. Prima di proseguire con il suo discorso, Piton sollevò di nuovo la bacchetta e la puntò contro il fianco del ragazzo, che chiuse gli occhi aspettandosi di venire colpito dalla Cruciatus. Invece Harry percepì solo un lieve formicolio sul fianco ferito, e portando lo sguardo in quella direzione vide con stupore che la ferita aveva smesso di sanguinare. Perché Piton aveva fatto una cosa del genere?  Harry si disse che era senz’altro per assicurarsi che Harry rimanesse in vita fino all’arrivo di Voldemort. Il mago oscuro si stava certamente muovendo con estrema cautela per giungere al castello dei Malfoy eludendo la strettissima sorveglianza degli Auror. Harry era inoltre certo che quel luogo fosse protetto da potenti incantesimi che impedivano di materializzarsi o smaterializzarsi al suo interno. Piton riprese a parlare, sempre senza distogliere i propri occhi da quelli del ragazzo:

“Mi sono pentito profondamente di quel gesto e ho deciso di avvisare l’Ordine -Piton vide che Harry si agitava nel chiaro tentativo di parlare- e va bene, ti libero dal silencio, ma non costringermi con le tue urla a stregarti di nuovo. Non dobbiamo attirare l’attenzione di Lucius”. Harry lo guardò scettico, ma ancora si limitò ad annuire. Una volta liberato dall’incantesimo si rivolse a Piton con voce tremante per la rabbia:

“Ho saputo dalla Cooman quello che hai fatto, Piton, e ne ho parlato con Silente la sera in cui… -Harry fece una smorfia prima di continuare- so che hai detto a Silente di esserti pentito, e lui ti ha creduto –Harry alzò leggermente la voce- ed ha sbagliato, dato che poi non hai esitato ad ucciderlo!”.

Piton distolse lo sguardo per un momento dagli occhi furiosi del ragazzo, e poi riprese con voce leggermente alterata: “Silente non ti ha detto tutto. Lui non è stata la prima persona da cui sono andato dopo aver abbandonato Voldemort. La prima persona da cui sono andato è stata… tua madre”.

Harry lo fissò attonito, a bocca aperta. Che cosa significava questo? Dove voleva arrivare Piton? Stava forse cercando di sconvolgerlo, di fargli del male psicologico, dato che non poteva procurargli dolore fisico, nel timore di incorrere nella rabbia di Voldemort? Se era così, non glielo avrebbe permesso. Harry distolse lo sguardo dall’uomo, fissando intensamente un punto alle sue spalle, per quanto gli era concesso dalla sua vista sfocata: “Basta così, non ascolterò un’altra parola delle tue menzogne. Vattene via, ne ho abbastanza”.

Piton fissò intensamente quegli occhi, scorgendovi un dolore e un’amarezza davvero troppo profondi per un ragazzino di diciassette anni. Ma non poteva andarsene, doveva costringere Potter ad ascoltarlo. Si avvicinò ulteriormente al ragazzo, che per tutta risposta si ritrasse verso la parete, e si chinò davanti a lui per poterlo guardare negli occhi più facilmente, dalla stessa altezza.

“Forse è meglio che prima ti spieghi che cosa è successo con Silente”.

“Io ho visto tutto Piton. Silente mi aveva pietrificato ed ero sotto il mantello dell’invisibilità. Non devi spiegarmi proprio niente, se non come hai potuto essere così vile verso chi aveva piena fiducia in te, e comunque non credo che riuscirei a comprendere una spiegazione del genere. Lasciami in pace. Avete vinto, Voldemort sta arrivando e presto vi sarete liberati di me. Che cosa vuoi ancora? Vendicarti delle angherie di mio padre? Non ti sei già vendicato abbastanza? E’ morto per causa tua!”.

Piton si raddrizzò, il volto fortemente contratto per la rabbia, e non riuscì a trattenersi dal pronunciare parole cariche di collera e risentimento: “Non sarà mai abbastanza! Non dopo tutto quello che ho dovuto subire a causa di quell’arrogante di tuo padre e quell’idiota del tuo padrino!”. Harry si agitò con maggiore veemenza contro le catene che lo soggiogavano: “Non nominare Sirius! Lascialo fuori da questa sto…”. La voce gli morì in gola, ed Harry si accasciò contro la parete alle sue spalle, mentre la stanza cominciava a vorticare attorno a lui. Nonostante avesse smesso di perdere sangue, era ancora dolorante e soprattutto molto debole, e le urla contro Piton gli stavano togliendo le già scarse energie residue. Con un movimento brusco, l’uomo davanti a lui si chinò e lo afferrò per i capelli, sollevandogli il volto: “Adesso stai zitto e fermo finché non avrò finito con te, o te ne pentirai. E soprattutto non riportarmi alla mente il ricordo di quel farabutto di tuo padre”. Harry non riuscì a reprimere un brivido di terrore nel ritrovarsi il volto di Piton così vicino al proprio. Era un coraggioso Grifondoro, ma fin dalla prima volta che lo aveva visto non aveva potuto fare a meno di avere paura di Piton, anche se per niente al mondo si sarebbe mai tirato indietro di fronte alla possibilità di un confronto diretto con lui. Piton mollò la presa e riprese a parlare, la sua voce notevolmente scesa di tono era quasi un bisbiglio:

“Devi sapere la verità sulla morte di Silente, non basta quello che hai visto sulla torre. Quella notte io ho solo eseguito un ordine che mi era stato impartito dall’unico uomo a cui ho mai prestato fedeltà assoluta, da molti anni a questa parte”. Harry non riuscì a trattenersi:

“Voldemort non è un uomo. E’ un mostro”.

“Infatti non è a Voldemort che mi riferivo. Io sono stato fedele sempre e solo a Silente, e lo sono anche adesso che lui non c’è più”.

Harry sbarrò gli occhi: “Che-che cosa stai dicendo? Sei solo uno sporco traditore? Gli sei stato tanto fedele che lo hai ucciso!”.

“Esatto. Quella è stata la massima prova della mia fedeltà”.

continua...

Nota dell'autrice: grazie mille per i commenti a

-Kagome chan: ma povero Harry, non è vero che non gli succede mai niente, e poi un po' di fortuna ogni tanto se la merita pure, dopo aver vissuto coi Dursley... Grazie mille per i complimenti, troppo gentile. In realtà non so ancora dire con esattezza quanti saranno i capitoli, ma comunque tra quattro e sei. Spero bastino!

-Astry_1971: Anch'io adoro Piton, ma diciamo che non lo considero proprio "buono". Dalla parte dei buoni, questo è certo, e credo che anche lui abbia un cuore, ma sa essere cattivo, quando vuole. Per il confronto tra Piton e Lucius, dovrai pazientare ancora un po'. E grazie per i complimenti!

-Morgan Snape: anch'io amo moltissimo le storie che hanno per protagonisti proprio Harry e Severus, anzi vorrei che ce ne fossero di più!

-Michi90: Grazie infinite, troppo gentile. Spero che continuerai a seguire la mia storia!

Un grazie a tutti coloro che hanno letto e appuntamento a venerdì per il terzo capitolo! Nel frattempo, se voleste commentare questo... Ciao e alla prossima!Sonsimo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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