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Autore: Rosmary    12/08/2012    8 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«Wow! Devo ammettere che avevi ragione! Dobbiamo aprire un autoscontro!»

«Già»

«Fred, dacci un taglio» George ed il suo tono esasperato provocano in Fred un’espressione di disappunto. Sono al celeberrimo Luna Park i due gemelli, soli, senza una testolina crespa e bruna; un’assenza che ha incupito l’umore solitamente allegro di Fred «Sediamoci»

«Che?» S’acciglia il tenebroso gemello, osservando il fratello accomodarsi presso una panchina ed accantonare i popcorn. L’aria interrogativa provoca uno sbuffo in George, il quale richiama con un gesto l’altro «Non vuoi fare un altro giro?»

«Certo che voglio! Ma con te in questo stato è come stare con Percy»

«Giochi sporco!» L’ammonisce con ironia Fred, facendo ridacchiare il gemello.

«Sai, non credevo sarebbe giunto anche per noi questo momento…» Il dire grave, quasi commosso. Fred non può evitare di sorridere sghembo, e George prosegue sulla medesima scia, circondando le spalle del fratello con il braccio mancino «…Eppure eccoci qui. Qui. Qui…»

«Qui!»

«Appunto» Schiarisce la voce con un colpetto di tosse scenico «Qui a parlare di una ragazza che ci…» S’interrompe, sdegnato «…Ti spezza il cuore»

«Eh? Nessuna mi spezza il cuore»

«Taci, fratello scemo. Lascia parlare il bellissimo e geniale George!»

«Oh!»

Ma George ignora le proteste, serrando la presa sulle spalle del fratello «Allora, tralasciando che mi hai mentito dicendomi che la cotta t’era passata…»

«Ѐ storia vecchia, eravamo a Hogwarts»

«…Mentre invece si raccoglie la tua bava quando c’è lei…»

«Ma che diavolo dici?!»

Ma George ignora ancora il gemello «…Ѐ giunto il momento di prendere l’insopportabile So-Tutto-Io, farle una bella dichiarazione, sposarla e poi ucciderla!» Conclude con un soddisfatto sorriso, mentre lo sguardo chiaro si è ormai posato da qualche minuto su due ragazze dal bell’aspetto, non molto lontane da loro.

«Ucciderla?»

«Certo. Non vorrai vivere felice e contento con lei? Solo con me vivi felice e contento. Ti levi lo sfizio e torniamo a pensare agli autoscontri!» Il dire tra il serio ed il sarcastico, il braccio scivola via da Fred, mentre un sorrisetto malizioso viene rivolto alle due Babbane, un gesto che fa ridacchiare Fred.

«Quale delle due hai puntato?»

«Che domande, tutte e due!» Si alza in piedi, rivolgendo un ghigno a Fred, il quale, dimentico della conversazione appena avuta, o fingendo di dimenticarla, dipinge il proprio volto di un’espressione sarcastica e maliziosa; s’alza anche lui, avvicinandosi alle due.


 

****



Il quartiere di residenza di Hermione pullula di vari locali, alcuni esclusivi, altri più alla mano. In uno di questi locali la strega siede in compagnia di Logan. Hanno cenato a casa, per poi uscire.

«…Eravamo in sette o otto! È stato divertentissimo…» Logan, sguardo chiaro indugiante sul volto di Hermione, seduto accanto a lei, il busto rivolto verso la ragazza e le mani gesticolanti ad accompagnare il tono entusiasta «…Ci siamo arrampicati, Alex si è anche fatto male ad una gamba…»

La strega lo ascolta, in silenzio. I capelli bruni allacciati in una semplice treccia, indosso abiti anonimi. Lo sguardo finge d’osservare il volto dell’amico, la memoria tenta di memorizzare qualche informazione, le labbra appaiono incurvate in un plastico sorriso, decisamente fittizio, ma che pare sortire l’effetto sperato: ingannare la percezione di Logan.

«…Un albero enorme! Siamo riusciti ad arrivare in cima, anche se più in basso…»

La mente di Hermione vaga intorno un’unica immagine, un altro ragazzo, con un altro colore di capelli e d’occhi, con un’altra corporatura, un altro stile. Un ragazzo che l’ha congedata con un’occhiata torva ed un’espressione che le è parsa addirittura risentita. Possibile? Sono ore, ormai, che ripete a se stessa il medesimo dilemma.

«…Immagini?»

«Cosa?»

«Sì, dico: immagini?!»

L’entusiasmo di Logan la coglie impreparata, amplia quel sorrisetto falso, annuendo con vigore, tentando d’imitare l’altrui stato d’animo «Fantastico!» Tono convinto, sperando che sia una risposta quantomeno attinente all’argomento trattato da Logan.

«Quello che pensavo!»

«Già» Agguanta uno di quegli stuzzichini salati presenti nel piatto posto sul tavolinetto rotondo, portandoli alle labbra, in contemporanea con il ritorno al discorrere di Logan, sempre più entusiasta d’esser lì con lei, con lei che lo ascolta, che condivide i suoi interessi, lei che ha dedicato la serata interamente a lui.

«Poi sono arrivati gli Scout! Roba da matti, dovevi vederli con quelle ridicole divise…»

 
«Granger! Pronta per una serata in compagnia dei gemelli Weasley?!»

«Fred!» Le gote di Hermione s’infiammano nell’immediato. Un sorriso intimidito viene rivolto a George in segno di saluto «Dovrei… ecco…»

«Successo qualcosa?»

«No! Cioè…»

«Non pensavo ti emozionasse tanto la mia presenza!» L’esclamazione di George.

«Spiritoso!» Le braccia vengono portate conserte al seno, lo sguardo scuro torna su Fred «Vedi, è sorto un problema»

«Sarebbe?»

 
«…e quindi siamo dovuti andare via, ma è stata un’avventura pazzesca! Nella tua scuola succede mai qualcosa di avventuroso?»

«Eh?» Torna alla realtà la diciassettenne. Questa volta, complice il termine scuola, è quantomeno riuscita a cogliere l’interrogativo finale «No, è tutto molto monotono»

«Ah, che noia assoluta!»

«Già» Ripete il monosillabo.
 

«Vuoi stare con lui» I lineamenti del volto irrigiditi, le labbra che tentano d’incurvarsi in un sorriso che camuffi la rabbia… o gelosia?

«No! Vorrei passare la serata con te…» Deglutisce, calando lo sguardo «…E con George»

«Allora vieni. Se vuoi parlo io con quello»

«Fred! Te l’ho spiegato, non posso»

«Come vuoi, Granger» Il tono asciutto, un’occhiataccia s’indirizza verso di lei, ed è il solo saluto, poiché in un lasso di tempo brevissimo afferra la manica del cappotto del gemello, smaterializzandosi assieme a lui.
 

«Qualcosa non va?»

«Come?»

Sorride amaro Logan, scuotendo il capo «Dove sei con la testa?»

«Qui! Che domande sono? Qui, certo che sono qui» Lo sguardo strabuzzato, il tono più stridulo del normale. Quando si è in pericolo, è bene attaccare «Ti stai annoiando, forse?»


 

****



Presso l’ingresso per visitatori del Ministero della Magia, confusi tra la folla Babbana, due figure si studiano in silenzio da circa un minuto. Una è robusta, alta, dai tratti maschili e l’espressione fredda. L’altra è decisamente la figura di una giovane donna, lineamenti regolari, capigliatura folle, sottile e meno alta rispetto a chi la fronteggia.

«Anche questa sera facciamo gli straordinari!»

«Devo dedurre che stia alludendo a qualcosa, Miss…?»

«Ninfadora Tonks, Signor Rowle»

«Tonks. A quanto mi risulta, è il braccio destro del Capo Auror» Il dire vagamente disinteressato, lo sguardo che analizza ogni particolare della strega.

Incurva le sopracciglia Tonks, risolvendo la questione con una scrollata di spalle «Dovrei farle qualche domanda»

«Non ora. Come vede è abbastanza tardi ed io sono stanco»

«Immagino» L’affermazione celere di Dora paralizza l’altro, il quale non può ancora dirigersi altrove. S’avvicina di qualche passo l’Auror «Ed è proprio questo che mi confonde» Lo sguardo assottigliato ed un sorrisetto sghembo paiono indisporre il Mangiamorte.

«Ragazzina, non ho tempo da perdere» Il tono spiccio, irritato «Cosa vuoi?»

«Cosa può volere un Auror da un Mangiamorte?» Sorride con ironia. La bacchetta viene agguantata con una certa sfacciataggine. L’altro, del tutto impreparato ad un simile attacco, indietreggia istintivamente, curandosi d’impugnare la propria bacchetta.


 

****



«Sei davvero divertente!»

«Ha ragione Lysa! Quindi andate al College?»

«Oh, sì. Un postaccio per due uomini liberi!»

In piedi presso una delle tante attrazioni, George e Fred s’intrattengono con due ragazze conosciute da poco, e se George appare brillante e disinvolto come al solito, Fred è alquanto silenzioso.

«Tu sei il gemello muto?!»

«Eh?»

«Niente! Lasciatelo stare!» Interviene immediatamente George, sorridendo suadente «Vi va di spostarci altrove?»

«Certo!» Ridacchia frivola Lysa, occhi castani e capelli biondo cenere, ricci e lunghi, molto carina, molto estroversa «Ci sono diversi locali…»

«Locali!» L’intervento di Fred interrompe la Babbana, calamitando l’attenzione dei tre «Sicuro! Ne conosco uno magnifico! Andiamo!»

E se le due ridacchiano divertite all’entusiasmo di Fred, George, conscio dell’idea del gemello, porta la destra al volto, appuntandosi di prendere a calci la sua fotocopia alla prima occasione.


 

****



«Un nuovo ospite!» Una donna dall’aspetto crudele, lineamenti sfioranti la perfezione e corrotti unicamente dalla vita condotta, ruota a passo lento, strascicato, intorno alla figura di Remus. La veste nera, consunta, spiegazzata e dai lembi sporchi ondeggia ad ogni passo della bruna. Lo sguardo scuro indugia sul volto dell’uomo che ha dinanzi, le labbra incurvate in un perverso sorriso «Il piccolo bastardo della combriccola di Silente!»

«Facciamolo a fettine, e poi diamolo in pasto a qualche animale»

Scuote il capo Bellatrix alla proposta di Dolohov «Idea magnifica, ma non è ancora il momento»

«Torturiamolo un po’, allora. Magari gli si scioglie la lingua!» Ride d’una risata cruda, trascinando anche gli altri presenti. Remus, bloccato da invisibili corde, si è autoimposto una certa disciplina: limitandosi ad osservare con disgusto le figure che lo circondano, non osa schiudere le labbra, neanche per dar vita a degli gemiti di dolore dovuti al cruento colpo alla nuca.

«Non ora» Il secco dire di Bellatrix interrompe le risate. Lo sguardo abbandona Remus, andandosi a posare sulla figura accanto al membro dell’Ordine «Il tuo è stato un ottimo lavoro, Angus» La voce carezzevole riesce ad incutere maggior terrore delle grida «Il Signore Oscuro ti ricompenserà, lui riconosce sempre i servigi dei suoi servi»

Angus, tremante, a quelle parole s’inchina al cospetto della Mangiamorte, un gesto che provoca in Remus una disgustosa sensazione di rigetto, di quelle nascenti all’altezza dell’ombelico, che si spingono con maleducazione sempre più su, sino a venir identificate quali nausea; di quelle che creano un’ostruzione in gola e terrorizzano, perché pare che il respiro manchi e venga meno il battito cardiaco; di quelle che per liberarsene si ha solo voglia d’esser masochisti, procurandosi un rigetto innaturale che brucia prepotente, per poi avvertirsi svuotati, pronti unicamente ad accasciarsi su se stessi. Peccato che Remus non abbia voglia di calpestare a tal punto il proprio orgoglio, ed ingoi l’aria, deglutendo ripetutamente, esibendo una carnagione sin troppo pallida per appartenere ad un essere vivente.

«Sei fortunato, sudicio Sanguesporco. Il Signore Oscuro non è qui: vivrai un altro paio d’ore» Umetta le labbra la donna, rivolgendo l’attenzione ad Antonin «Rinchiudilo»


 

****



«E quello cosa ci fa qui?»

«Di chi parli?» Scostata la tazza colma di cioccolata calda, il capo di Hermione si volta in direzione dell’ingresso, seguendo la traiettoria dello sguardo irritato di Logan. Nell’immediato, le iridi scure della strega incontrano quelle più chiare di Fred, una strana sensazione allo stomaco torna a farle visita, una sensazione che ben presto tramuta in qualcosa di molto più forte e molto più doloroso, qualcosa che la colpisce come un ceffone dritto in volto, un qualcosa che si avventa contro di lei alla vista del braccio di Fred circondante la vita di una splendida ragazza.

«Che faccia tosta! Si è presentato anche qui» Si alza in piedi Logan, per nulla accortosi dell’altro gemello e delle due ragazze. Sfrega con nervosismo le mani, indirizzando lo sguardo su Hermione «Vado al bagno. Non voglio esserci quando vi salutate felici»

Boccheggia Hermione, incapace d’arrestare la marcia di Logan. Stranamente George non le rivolge alcun saluto, anzi, è come se non la conoscesse affatto. Fred, al contrario, non fa che indugiare su di lei.

«Qui va benissimo» La voce improvvisamente incolore di Fred cattura l’attenzione di George e delle due ragazze.

«Qui? Ma siamo troppo centrali, meglio l’altro tavolo»

«No» Stronca ogni protesta da parte della ragazza al suo fianco, sciogliendola anche da quell’abbraccio «Qui è perfetto» E s’accomoda.

«Eh, sì! Vedete qui c’è gente, c’è maggiore privacy, nessuno fa caso a te se sei nella folla!» Ammicca alle due George, camuffando l’umore insolito del gemello. S’accomoda accanto a lui «Smettila, altrimenti mi alzo e vado da lei»

«No. Vuole stare col Babbano? Stia col Babbano! Non muoverti o litighiamo»

«Stai esagerando»

«Mi ha dato buca, nessuna mi dà buca»

«Sei geloso marcio»

Dall’altra parte della sala, precisamente di fronte al tavolo scelto da Fred, Hermione è china sulla sua cioccolata, tentando d’ignorare Fred ed anche George, tentando di trattenere l’impulso d’alzarsi e dirigersi da due ed, a dirla tutta, tentando di motivare quell’atteggiamento. Tutto le appare sin troppo paradossale, eppure non può fare a meno di sentirsi a disagio perché lui è lì, arrabbiata perché lui l’ha ignorata, gelosa perché lui è con un’altra. Fred, dal canto suo, è assalito dalle stesse sensazioni, spiegabili e non.

«Logan, che hai?» S’acciglia la strega alla vista di un Logan dall’aspetto poco sereno e decisamente cupo. Non s’accomoda il ragazzo, semplicemente ricaccia le mani in tasca, scrutandola in volto con rinnovato interesse, quasi non la riconoscesse.

«Vieni fuori»

«Perché?»

«Vieni e basta» Irremovibile, il volto par quasi non appartenergli tanto è corrotto da quella che somiglia ad una smorfia di disgusto. Ma Hermione trova una risposta a quel malumore, e la risposta è a pochi tavoli da lei, dunque s’alza, seguendo Logan al di fuori del locale.

«Fred, ma si può sapere cosa guardi?» Le parole perplesse di Alyssa, rafforzate dall’annuire di Lysa.

«Niente. Torno subito» Un dire fugace, alzandosi sotto lo sguardo sconcertato delle due bionde e l’aria sconfortata di George, il quale, congedandosi con qualche scusa, s’affretta a seguire il gemello al di fuori del locale.

«Fred, fermati. Che vuoi fare?»

«Prendere una boccata d’aria»

Avanzano a passo celere, seguendo i due ragazzi «Ma dove la sta portando?» Sempre più irritato il tono di Fred, il gemello, ormai al suo fianco, si guarda intorno, condividendo mentalmente il pensiero dell’altro. Sono alle spalle del locale, precisamente in una sorta di parcheggio poco affollato, poiché troppo distante dall’ingresso rispetto ad altre possibilità per parcheggiare gli autoveicoli. Hermione, inconsapevolmente, pone a se stessa ed a Logan i medesimi interrogativi.

«Ti fermi? Dove stiamo andando?»

Lui non le risponde, ma arresta improvvisamente l’incedere, guardandosi intorno guardingo. Adocchia a poca distanza i due gemelli, unici presenti eccetto se stesso ed Hermione. Un sorriso sghembo corrompe le labbra del giovane ragazzo «Qui è perfetto»

«Perfetto per cosa?»

«Per giocare un po’» La mano infilata nella tasca destra pare afferrare qualcosa. Il sorriso sghembo s’amplia, divenendo un ghigno diverso da quello esternato spesso da Fred e George, è un’espressione per certi versi malata e sbagliata «Hermione Granger. Lui mi ricompenserà»


 

****



Bellatrix Lestrange è una di quelle donne che raramente esternano sensazioni che si avvicinino alla pura gioia, eppure in questa giornata che va a concludersi una luminosità perversa dona vitalità ai bei tratti. Dinanzi a lei, ed è con una eccitazione malcelata che lo rileva, vi è un membro, suo malgrado, della propria famiglia. Uno di quei membri che non vanno solo scacciati e ripudiati, ma sradicati totalmente.

«Credeva di farmela. Questa stupida Mezzosangue credeva di farmela»

«Comprendo il tuo sdegno, Rowle» Ride. Ride gioiosa, osservando la nipote. Leva la bacchetta impugnata dalla destra, lasciando che la punta possa spingersi contro la guancia di Ninfadora «Sei tutta tuo padre, feccia» Ma Ninfadora non raccoglie, anche lei legata da funi invisibili, segue la medesima politica di Remus «Rinchiudetela assieme ai suoi amichetti»

«Sarà fatto» Un reverenziale cenno del capo di Rowle conclude la scenetta. Strattonando in malo modo Tonks, la trascina verso i sotterranei, costringendola a dare le spalle alla zia. Un impercettibile ed enigmatico sorriso attraversa il volto della giovane strega, venendo poi risucchiato dall’angoscia.


 

****



«Lui? Ma di chi stai parlando?» Istintivamente indietreggia Hermione, ma non ha il tempo di guardarsi intorno, constatare se qualcuno oltre lei e Logan sia nelle vicinanze, poiché un fascio di luce rossa le sfiora il volto, facendola urlare e rabbrividire «LOGAN!»

«C’è una fossa col tuo nome, Granger. Non te l’hanno detto?!» Una risata stridula echeggia in seguito a quelle parole. La bacchetta impugnata dalla destra si leva nuovamente verso la strega, a frapporsi tra l’attacco e la ragazza è un potente scudo, evocato dai gemelli.

«Stai indietro!»

«Ma cosa succede?» Hermione, completamente frastornata dagli accadimenti, trova solo in un secondo momento la forza e la lucidità d’agguantare la bacchetta rintanata nella tasca dei jeans. Intanto, sia Fred che George fronteggiano quello che pare avere le sembianze di Logan e la potenza del più temibile Mangiamorte. In pochi istanti, altri due uomini compaiono.

«Volevi tenerli tutti per te, Rockwood?»

Un dire proveniente da una delle due neogiunte figure incappucciate rivela la reale identità del finto Logan. Un Rockwood che si destreggia abilmente con entrambi i gemelli. Hermione interviene, unendosi ai due, fronteggiando assieme a loro quelli che sono, in realtà, i tre aggressori del locale ai tempi del cappuccino.

«Inutile che t’impegni, Mangiamorte. Noi siamo più forti!» George, coraggioso, spingendosi in avanti, fronteggiando uno dei due incappucciati. Fred, d’altro canto, par essersi accanito contro Rockwood, e l’accanimento è tale da non riuscire a distinguere dove termini la gelosia nei confronti di quelle sembianze ed inizi l’odio nei confronti del Mangiamorte.

«PETRIFICUS TOTALUS» Un urlo di Hermione che a nulla vale, poiché il Mangiamorte si scosta tanto velocemente da far ricadere la forza dell’incanto nel nulla.

«Ragazzini, siete ragazzini!» Le ultime parole di una delle figure incappucciate, prima di apparire alle spalle di Hermione «INCARCERAMUS» Nell’immediato, e senza che la strega possa opporvi resistenza, delle corde legano il corpo minuto di Hermione, stringendola in una morsa che potrebbe risultare addirittura fatale.

«STUPEFICIUM»

«PROTEGO» Con non poca difficoltà Rockwood evita l’ennesimo attacco di Fred. George è invece riuscito a schiantare il suo avversario, peccato che una risata del finto Logan annebbi la sua soddisfazione «Lei viene con noi»

«HERMIONE» Ѐ l’urlo spaventano di George, nel vedere la giovane legata in spalla all’incappucciato non schiantato.

Fred, contrariamente al gemello, anziché urlare o dilungarsi in chi sa quali cavalleresche parole, agisce d’impulso, facendo probabilmente l’atto più stupido che potesse coronare la serata: si scaglia contro la figura incappucciata. George, terrorizzato, scatta in avanti, seguendo il fratello, sforzando ogni muscolo affinché possa dargli una spinta tale da permettergli di raggiungere Fred e fermare la sua corsa, peccato che ciò non accada ed un fascio di luce sia più veloce di George. A Fred non viene neanche concesso d’accasciarsi al terreno, poiché le sudice mani di Rockwood l’afferrano, ed un sonoro e conosciuto suono lascia George solo, in quel parcheggio poco frequentato.

«Fred…» Ansima, sibila. Occhi sgranati e labbra schiuse ad elemosinare ossigeno. Il corpo madido di sudore ed un’espressione terrorizzata a tenergli compagnia. A squarciare il silenzio è il suono sinistro della sirena di un’autoambulanza e l’improvviso chiacchiericcio concitato e spaventato di una calca di persone raggruppate all’esterno del locale. Non ha la forza per girarsi e controllare. Non ha neanche la voglia di farlo a dirla tutta. Ma questo non arresta il susseguirsi degli eventi. L’autoambulanza è ormai ferma dinanzi l’ingresso del locale.

«Fate passare» Urla qualcuno.

Si scostano in molti, lasciando passare i tre uomini dal camice bianco trasportanti la barella. Qualche curioso s’avvicina, non per reale interesse o preoccupazione, ma solo per la volgare voglia d’accresce la conoscenza di succulenti notizie.

«Cos’è successo?»

«Ѐ morto un ragazzo»

«Non è morto, è svenuto!»

«Una ragazza l’ha trovato nel bagno, era tutto sporco di sangue»

«Ma chi è?»

«Nessuno lo conosce»

   
 
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