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Autore: iseasy_believe    13/08/2012    1 recensioni
Come puoi cercare di cancellare dalla tua vita una persona che la tua vita lo è diventato? Cerchiamo scuse, pretesti, ma non riusciremo mai ad eliminare veramente ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo, ogni abbraccio...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia richiesta di parlare con Carter era paragonabile a chiedere di far guidare me anche se ero in quello stato anomalo tra la paralisi e il coma; non me l'avrebbe mai permesso.
≪Ti prego, ho bisogno di sentire la sua voce. Per piacere≫ chiesi implorante a Isabelle.
≪No. Non è che voglio proibirti di parlare in lui, ma stasersti solo peggio≫ mi rispose senza degnarmi neppure di uno sguardo, il che però era plausibile dato che stava guidando e che non era spericolata come me.
≪Se vuoi farmi stare meglio devi lasciarmi parlare con lui. Lo sai che riesce a farmi toccare il cielo anche solo pronunciando il mio nome≫.
≪Cazzo, ne sei proprio innamorata≫.
≪No. Non lo sono≫ le dissi con un tono così acido da farle capire che dicendomi quella cosa mi avrebbe messo ancora più in confusione.
≪Ok, lo chiami quando arriviamo a casa≫ ribatté lei senza scomporsi neppure un po'.
Aveva una determinazione e un ostinatezza da far paura. Se decideva una cosa, manteneva il suo pensiero fino alla fine. In questo ci somigliamo, anche io sono così, ma proprio perchè io non la do vinta a lei e lei non la da a me litighiamo spesso. Ma questa cosa non mi preoccupa, i litigi tra amiche a mio parere sono la cosa più normale di questo mondo.
≪Adesso≫ insistetti. Non avrei ceduto. 
≪Tieni! Chiamalo! Fai quello che vuoi, non so che dirti≫ disse e mi gettò il telefono sulle gambe.
Composi quel numero che sapevo a memoria in meno di un istante. Isabelle mi lanciò uno sguardo, e capì, che seppure non parlando, voleva chiedermi di non schiacciare il verde. Ma dovevo chiamarlo, dovevo. 
Così schiacciai il pulsante, misi il telefono in vivavoce e dopo neppure mezzo squillo la sua voce rimbombò più dolce che mai nelle casse del mio telefono. Stava aspettando la mia chiamata. Forse anche lui aveva bisogno di me come io ne avevo di lui. 
≪Ehi principessa, com'è andata?≫.
≪Ciao Carter, bene, è stato meraviglioso≫ risposi, lasciando che la mia voce mi tradisse.
≪C'è qualcosa che non va? E non rispondermi di no, lo sai che a me non puoi mentire. Io lo sento quando c'è qualcosa che non va≫.
≪No, non c'è niente, è solo che... mi manchi≫ mentì. Non ero pronto per la verità. Non lo ero neppure io. E quella fu la scusa più plausibile che mi venne in mente al momento. 
≪Anche tu. Avrei voluto chiamarti prima, ma avevo paura di disturbarti, e quindi... sei sicura che è solo questo?≫. Non ero brava a mentire, figuriamoci se lui mi avrebbe creduta.
≪Si, volevo solo sentire la tua voce≫ e questa volta era la verità. 
≪Se ti va puoi venire a stare da me per il weekend, tanto mio padre è a casa della compagna..≫. La sua proposta mi lasciò senza parole. Andare a stare da lui per il weekend avrebbe significato fare un enorme passo avanti e io non ero pronta, o meglio, semplicemente non volevo.
≪Non lo so Carter≫ risposi fingendomi dispiaciuta.
≪Dai, fai il possibile e cerca di venire... ci sentiamo domani, ora devo andare, ok? Scusa principessa, ciao. Ah, ti amo≫. Sebbene mi aspettassi che lo dicesse, quel 'ti amo' mi spiazzò. Come potevano delle parole dette con così tanta dolcezza da poter essere paragonate a petali di rose suonare alle mie orecchie pesanti come sassi? Mi sentivo in colpa per ciò che stavo facendo, ma seppure non sapevo se provavo anche io la stessa cosa, restare in silenzio mi sembrò la cosa meno opportuna da fare, quindi sussurrai un 'ti amo anche io'. Chiusi la telefonata, e mi sentì come se dopo molto, troppo, tempo avessi ripreso a respirare.
≪Tu ti rendi conto vero che in questo momento ti meriti solo di essere definita una grandissima stronza? No ma mi chiedo, lo sai che gli farai solo ancora più male se continui così? Karen devi decidere una volta per tutte cosa fare di questa storia. Non puoi continuare così≫.
Non dissi niente. Aveva ragione, e io lo sapevo. Qualsiasi cosa avrei provato a dire a mia discolpa sarebbe stata una stronzata. Ero dalla parte del torto e non c'era nessuna ragione per cui poter affermare il contrario.

Appena arrivammo a casa Isabelle prese il mio telefono e digitò il numero scritto sul cd, senza neppure preavvisarmi. Presi il telefono e misi la chiamata in vivavoce in modo che avremmo potuto seguire entrambe tutta la conversazione, come avevamo fatto con quella precedente con Carter. 
Iniziò a squillare; sperai che non rispondesse. Rispose; mi sentì la persona più felice al mondo.
≪Ehi Kaaaaren! Sono felice che tu abbia chiamato≫ disse con quella sua voce maledettamente meravigliosa.
≪E io sono felice che tu mi abbia risposto≫ risposi ridendo.
≪Ma dai, come avrei potuto non rispondere ad una ragazza stupenda come te? Sarebbe stato un reato... Più tardi c'è una festa, che ne dici di venire? Così ci conosciamo un po' meglio...≫.
≪Bene, cosa si festeggia?≫ chiesi anche se in fin dei conti, non mi importava neanche minimamente.
≪Ma boh, si festeggia e basta! Sai noi famosi, siamo persone così egocentriche... Ovviamente porta anche la tua amica con te, la biondina del Meet&Greet...≫ e ora rise lui.
≪Ok, ci saremo, mandami un messaggio con l'indirizzo≫ risposi cercando di nascondere l'ansia che mi stava travolgendo.
≪Allora a più tardi. Ah, e non dovrei dirlo probabilmente, ma sai, non vedo l'ora≫ e il suo tono mi parve parecchio provocatorio. 
≪A più tardi≫ fu il meglio che riuscì a rispondere.
Io e Isabelle ci guardammo per svariati secondi, dopodiché contemporaneamente ci lasciammo prendere dall'eccitazione. Anche in questo ci somigliavamo, eravamo due eccentriche.
Mi promisi che almeno per quella sera avrei evitato di pensare a Carter e alla situazione in cui mi trovavo.
Di certezze non ne avevo. Era ancora tutto da vedere. Ma sapevo, che io ero una pedina con cui i miei sentimenti stavano giocando. Mi muovevano secondo le loro tattiche e non sarei riuscita a fare a modo mio. I manipolatori erano loro. Io avrei dovuto cedere a tutto.
E non mi importava se questo mi avrebbe distrutto, io sarei sopravvissuta perchè quello era il mio 'gioco'. Avrei desiderato soltanto che Harry e soprattuto Carter non ne facessero parte. Che i giocatori li tenessero fuori.
Ma come puoi chiedere al tuo cuore di tenere fuori da una partita così importante le due persone che se lo contendono?
  
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