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Autore: American_Idiot    13/08/2012    4 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se Talia non fosse diventata un albero? Luke avrebbe tradito tutti? Annabeth si sarebbe mai innamorata di lui? e non dimentichiamoci del nostro malefigoso Crono... e Percy??
spero recensirete anche se è la mia prima storia. Il riting in teoria è giallo, l'ho messo arancione per il semplice motivo che a differenza di Rick amo descrivere i baci. Per quanto riguarda il fare l'amore... non ho ancora in programma nulla. un bacio
American_Idiot
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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spazio malata terminale: allora, scusate il ritardo ad aggiornare, non c'è molto da dire oltre al fatto che volevo raccontare anche quà della battaglia ma, non ce l'ho fatta. riaggiornerò quando san mai, mi sbloccherà dalla devozione verso di lui XD
già che ci sono vorrei dedicare il capitolo a ST.Rebel che sopporta le mie continue lodi a san mai 


Era passato all’incirca un mese da quando ero al campo.

Al mattino avevo scherma insieme alla casa di Luke.

Subito dopo avevo tiro con l’arco assieme ai figli di Apollo.

Nel pomeriggio, dopo pranzo avevo la corsa con le ninfe.

Queste erano le uniche attività che mi piacevano, anche perché di arrampicarmi non ne volevo sapere, altrimenti tutti avrebbero scoperto che soffro di vertigini. Canoa la evitavo per via delle scaramucce tra mio padre e Poseidone.

Durante il pomeriggio uscivo un oretta o due con Grover, Annabeth, Luke e alle volte i fratelli Stoll.

Dopo un po’ io e Luke andavamo a farci un giro da soli.

Era durante una di queste uscite pomeridiane, che sentimmo lo scalpiccio familiare di Grover venire verso di noi.

Staccammo subito l’abbraccio creatosi per scaldarci a vicenda.

Il mio problema era che non mi piaceva farmi vedere da qualcuno mentre ci scambiavamo smancerie.

Dovevo pur mantenere una reputazione.

<< Ragazzi scusate il disturbo, ma Chirone vuole vedervi… Cioè vuole vedere te Talia. >>.

Annuii e salutai Luke con un bacio sulla guancia.

<< Vado e torno >>.

Decisi di mettere a fondo le lezioni d corsa con le ninfe e iniziai a correre molto velocemente, superando il ruscello con un balzo.

Giunsi dal centauro in pochi minuti.

<< Eccomi Chirone >>. Dissi senza neanche il fiatone.

<< Oh bene, sei qui. Vieni dobbiamo parlare >>.

<< Di cosa? >>.

<< Tuo padre, Zeus, ti ha convocata urgentemente. >>.

<< Mio padre? >>.

<< Si, vuole vederti e passare un po’ di tempo con te, per cui i prossimi giorni, fino al tuo compleanno li passerai con lui sull’Olimpo >>.

<< Non posso portarmi nessuno dietro? >>.

<< No >>.

Annuii ed andai a preparare la mia roba.

Presi il primo zaino che trovai a giro e ci cacciai dentro qualche maglia e dei pantaloni.

Almeno per un po’ potevo levarmi di dosso quella odiosa maglietta arancione.

Un po’ di vestiti gettati nello zaino dopo, uscii fuori dalla casa e andai a salutare i miei amici.

<< Ciao ragazzi >>.

<< Eccoti finalmente, credevo ti fossi dispersa >>.

<< Devo andare da mio padre per una settimana >>.

<< COSA?! >> Chiesero tutti in coro.

<< Vado sull’Olimpo fino al mio compleanno, parto tra dieci minuti >>.

Abbracciai Annabeth, Grover, i fratelli Stoll e infine baciai Luke su di una guancia.

Mi guardava torvo costringendomi a scegliere tra affetto e orgoglio.

Gli bloccai la nuca e appoggiai le labbra sulle sue.

Premetti per un po’ poi sentii in lontananza un satiro chiamarmi.

Non volevo staccarmi e andarmene.

Alla fine mi separai da lui, che mi sorrise, non era stato esattamente uno di quei gran baci, ma almeno lo avevo salutato decentemente.

Mi incamminai su per la collina e salii su di un furgoncino assieme ad Argo.

Guidò ininterrottamente per qualche ora, fino a che non arrivammo sotto l’Empire State Building.

Entrai e feci per rivolgermi ad una guardia della sorveglianza all’entrata, ma un signore, dall’aria austera e potente, mi bloccò passandomi una mano sulla schiena.

Alzai lo sguardo sbigottita e riconobbi mio padre.

Quello snaturato di mio padre.

Lo guardai storto, non mi aveva nemmeno permesso di portarmi dietro nessuno.

Se non voleva che Luke venisse, bastava dirlo, mi sarei portata dietro Annabeth.

<< Buongiorno >>. Mi salutò cortesemente.

Io risposi con un 'giorno appena accennato.

Non sembrò curarsene, probabilmente non ero la prima figlia orgogliosa e scorbutica che si trovava per le mani.

<< Vieni Talia, ti mostro la tua stanza >>. Non risposi niente e mi limitai a seguirlo.

Detestavo trovarmi li per una settimana.

Per fortuna sarebbe stata solo una settimana.

Entrai in un normalissimo ascensore, solo che inserì una chiave e la girò.

Comparse una pulsante e mio padre lo premette.

Iniziammo a salire, di sottofondo c'era una canzone che non conoscevo, roba stile country.

Sospirai e sfilai dalla tasca posteriore dei jeans, un mp3.

Me lo aveva regalato papà il mio nono compleanno, qualche mese prima che Efesto, decidesse di metterlo in vendita.

In parole povere mi avevano usata come tester, ma l'idea non mi dispiaceva.

Era più piccolo del lettore cd portatile e la musica si sentiva meglio.

E poi se lo avessi chiesto a mia madre, non me lo avrebbe mai comprato, perchè non le interessa nulla di quello che voglio. Piuttosto che spendere 250 dollari per un oggetto elettronico che dura nel tempo e che potrebbe rendere felice sua figlia, preferisce spenderli in bottiglie di vino di alta qualità.

Tenni premuto il tasto di accensione finché la familiare spia rossa, non si illuminò.

Feci per portare una cuffietta alle orecchie, quando la voce di mio padre mi interruppe.

<< Vedo che lo usi, allora ti è piaciuto >>. Alzai la testa verso l'alto fino ad incrociare lo sguardo nei suoi occhi. Annuii leggermente, poi spostai di nuovo lo sguardo verso il basso e posizionai la cuffia nell'orecchio.

Aspettando che la canzone hitchin'a ride dei green day mi invadesse le orecchie.

Passai a Panic song e ascoltai anche Burn out, prima di arrivare sull’Olimpo.

Spensi l'mp3 uscii dall'ascensore.

Ciò che vidi mi lasciò a bocca aperta.

L'olimpo era magnifico.

Sembrava una grande città sospesa nel cielo.

Cercai di non pensare più di tanto alla parte, sospesa nel cielo, e mi concentrai sul resto.

Seguii mio padre per le strade greche perfettamente conservate nel tempo.

Le ninfe mi salutavano con rispetto.

Ero stupefatta.

Finalmente arrivammo nella sala del trono, mi guardai attorno ancora più meravigliata.

<< Vieni ti porto nella tua stanza, spero che ti piaccia >>.

<< Ok >>.

seguii Zeus per un corridoio molto ampio cosparso di porte.

Si fermò davanti ad una blu bordata d'oro.

Socchiuse la maniglia d entrai.

Nel centro della stanza, c'era un letto da una piazza e mezzo.

Con un cuscino enorme.

Un comodino di mogano in tinta con il letto e il resto del mobilio della stanza.

Il bagno era direttamente in camera.

<< Accomodati qua che poi ti porto nei giardini per allenarti. Ti consiglierei di metterti abiti comodi e una parte dell'armatura sulla maglietta.

Annuii e aspettai che uscisse.

Infilai dei pantaloni della tuta neri, una maglietta con varie scritte bianca e nera e la parte superiore dell'armatura.

Presi anche la mia lancia e raggiunsi mio padre in giardino.

<< Eccomi padre >>.

<< Bene Talia, mostrami che cosa sai fare >>.

un po' incerta spruzzai la bomboletta che divenne subito la mia fidata lancia.

Acchiappai un fulmine e lo scagliai contro mio padre.

Lo evitò facilmente.

<< Non male, non sapevo che riuscissi ad evocare i fulmini >>.

Sono tante le cose che non sai di me padre. Avrei voluto rispondere.

Stavolta fu lui ad attaccarmi con un affondo improvviso.

Mi abbassai e rotolai per evitare un suo calcio.

Cercò di pestarmi ma bloccai il suo piede con l'asta in bronzo celeste.

Cercai di spingere via il piede, ma non ci riuscii, era molto più forte di me.

Mi limitai a scivolare via, sfilandogli la lancia di sotto il piede.

Tornai in piedi grazie ad una capriola e feci appena in tempo a bloccare la sua spada (apparsa dal nulla) prima che mi portasse via la pelle del costato.

Evocai altri due fulmini e glieli scagliai contro. Il primo lo evitò il secondo lo colpì in pieno petto, spedendolo a terra.

Si rialzò per niente stordito, in fondo era il signore dei fulmini. Il massimo che potevano fargli era spedirlo a terra per l'impatto.

Indietreggiai di qualche passo,

per prendere la giusta spinta e mi slanciai verso di lui.

Riuscii a graffiargli la gamba e usai la forza dell'impatto per spingermi indietro.

Tentò un affondo, ma lo bloccai, tirò in dietro la lama e la spinse verso il mio petto. Indietreggiai ma mi colpì lo stesso l'armatura.

<< Per oggi può bastare >>.

<< Ok >>. Dissi facendo tornare la lancia nella sua forma di bomboletta.

<< Vieni dentro con me, dobbiamo discutere di cose importanti >>.

<< Tipo? >>.

<< Dei tuoi sedici anni, sai che potresti decretare la nostra fine? >>.

Strabuzzai gli occhi. Scossi la testa e lo guardai con aria interrogativa.

<< Tempo fa, l'oracolo di Delfi, predisse che un figlio di uno dei tre pezzi grossi, avrebbe decretato la fine o la vittoria di noi dei, molti degli olimpi vorrebbero farti fuori. Non permetterò mai che una cosa del genere accada, perciò ho una proposta da farti. Prima del tuo sedicesimo compleanno, posso renderti immortale. >>.

Lo guardai indecisa, diventare immortale, vivere per sempre... Ma cosa avrei detto a Luke?

<< Non so padre, mi sembra presto per diventare immortale >>.

<< Hai ancora tempo per pensarci, per il momento vorrei che tu ti allenassi con me ogni giorno. Per questo resterai a vivere con me sull’Olimpo >>.

<< Cosa? Chirone mi aveva detto che sarei rimasta quassù solo una settimana! >>.

<< Invece è meglio se resti con me fino al tuo sedicesimo. >>.

<< Ma.. >>.

<< Niente ma ragazzina, la discussione è chiusa >>.

Sentii la terra scivolarmi via da sotto i piedi.

Non avrei mai più rimesso piede al campo per tre anni.

Luke? Cosa gli avrei detto? Annabeth e gli altri?

<< Oh certo, mi lasci vagare da sola due anni in balia di mostri e poi quando sono felice e in salvo, pretendi di tenermi quassù con la forza! >>. Urlai, senza ricordami che era mio padre e che avrebbe potuto incenerirmi in un secondo. Beh tanto meglio.

<< Non potevo aiutarti, adesso si e la cosa migliore per te è restare quassù ad imparare come si combatte contro una divinità >>.

<< Se ti dimostrassi che so cavarmela contro degli immortali mi lasceresti andare? >>.

<< Cosa intendi dire? >>.

<< Mi batterò contro tutti gli dei dell'olimpo e se vinco contro tutti mi lascerai tornare al campo dopo una settimana come accordato >>.

<< E sia >>.

Mi avviai verso la mia camera, preparandomi mentalmente ai combattimenti che avrei dovuto sostenere il giorno dopo.

Entrai in camera e cercai una dracma nel mio zaino.

Dopo quasi cinque minuti di ricerche ne trovai una sul fondo. La presi ed andai in bagno.

Aprii l'acqua e molte imprecazioni dopo riuscii a fare un arcobaleno.

<< dea Iride accetta la mia offerta. Campo Mezzosangue, Luke Castellan >>.

L'immagine cambiò e vidi apparire l'ormai familiare soffitto trapunto di stelle, i letti a castello sul fondo della cabina e Luke disteso sul mio letto.

<< Luke! >>. Si tirò su di scatto e mi guardò sgranando gli occhi.

<< Talia? >>. Chiese sbigottito.

<< No, un idra che vuole bruciarti i pantaloni nel bel mezzo del campo. Si sono io cretino >>.

<< Uh, credo che metterò i pantaloni antincendio >>.

<< Allora ti brucerò la maglietta >>.

<< Bene, così tutti vedranno i miei pettorali e avrò tutte le figlie di Afrodite ai miei piedi >>.

<< Ma smettila cretino >>.

<< OK... Come stai? >>.

<< Male, mio padre vuole tenermi sull’Olimpo per i prossimi tre anni. Vuole che mi alleni a battere le divinità >>.

<< COSA?! >>.

<< Domani devo battermi con tutti e dodici gli dei, se li batto posso tornare al Campo tra una settimana, come accordato >>.

<< Ma è una cosa quasi impossibile >>.

<< Grazie dell'incoraggiamento >>.

<< Non intendevo dire che tu non ne sia capace, ma è una prova piuttosto dura >>.

<< Lo so, ti ho chiamato perché cercavo conforto >>.

<< Scusa... >>.

<< Tranquillo... Che ci fai nella mia Casa? >>.

<< Ti pensavo e sono venuto qua >>.

<< Non hai toccato nulla vero? >>.

<< No tranquilla >>.

<< Ok... Scusa ma devo andare, Ci sentiamo >>.

<< Ciao Talia, impegnati domani >>.

<< Sicuro, per chi mi hai preso? Buonanotte >>.

<< Notte >>.

Con un gesto della mano chiusi il collegamento.

Una ninfa, mi portò un vassoio con la cena, carne bianca, insalata e del pane.

Mangiai tutto e ancora vestita mi addormentai sul letto.

 

   
 
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