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Autore: staytruexx    13/08/2012    4 recensioni
Dei segreti contorti entrarono nella mia vita in quel periodo.
Ogni giorno mi svegliavo presto a causa di luridi incubi che avevo durante il sonno.
La perdita di quelle due persone importantissime per me,mi mandò nel buio più totale.
Vagavo nei miei pensieri,e mi ritrovavo sempre lungo una galleria,all'oscuro di tutto e di tutti,cercavo la luce,ma non la trovavo.
L'unica cosa che mi rimaneva fare,era sedermi e piangere.
Ma poi, quando arrivò lui, arrivò la luce.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                Chapter 1.                                   
Un altro giorno (o forse un'altra tortura?) iniziava per me. Appoggiai i piedi sul pavimento e pian piano,alzandomi,mi diressi vicino l'armadio,per poi prendere un jeans e una t-shirt e filare in bagno.
Era ormai tardi quando stavo per ingoiare una piccola parte di uova,così decisi di lavare i denti e andare presto fuori per aspettare l'autobus.
Inaspettatamente non passò e dovetti correre per circa quattro isolati,dato che la scuola era distante da casa.
-Che palle!- sussurai.
Era primavera qui,ma dentro di me era inverno.
C'era sempre un freddo e un clima cupo. Ormai il bisogno di piangere cessò,dopo 2 lunghi mesi di lutto,ma la malinconia non mancava mai.
Sfortunatamente arrivai subito,ed era l'ora di scacciare i pensieri e concentrarmi su 100 (o forse di più?!) scoccianti parole di un millennio fa.
                                                                                      ***
La mia pancia brontolava,ma in mensa non c'era nulla che attirava così tanto la mia acquolina,quindi mi limitai a una semplice mela verde,ancora acerba.
Allora mi venne subito da pensare quando la mamma non comprava mai frutta acerba,perchè sapeva che a noi piaceva ben matura,e ci trovavamo su questo tutti e tre. O quando mio padre usciva la domenica sera e andava in tre fastfood diversi perchè ognuno aveva i propri gusti.
A distrarmi dai miei tristi pensieri fu come sempre Amanda,la mia amata stella.
Era lei che mi illuminava,anche se poco,si concentrava con tutta se stessa per farmi stare bene,o vedere solo un mio sorriso. Lei c'è stata da prima,che dopo e ci sarà sempre,o almeno spero.
-So già che stavi pensando ai tuoi genitori.- disse,con un tono freddo,che poi spezzò subito allegra con una domanda.
-Oggi shopping?- E mi sorrise.
-Non so..- dissi insicura,ma ci ripensai e accettai,dovevo cambiare aria.
Anche quest'ora passò,e arrivò quella maledetta ora di matematica. Tutti entrarono nelle aule,rimasi solo io tra i corridoii,con qualche bidello che passava da una stanza all'altra.
Non ce la feci. Crollai.
Le lacrime iniziarono a scendere,la matita a sciogliersi e la faccia cuvarsi per una espressione triste.
Quando sentii dei passi,e vidi dei piedi in prospettiva ai miei e delle scarpe da cheerleader.
Era la mia stella.
-Basta ora,non vedo il tuo sorriso da 2 mesi,e ne sono stufa. I tuoi genitori sono morti in quel fottuto incidente stradale,ma non significa che ora devi morire anche tu,non deve morire la Sunshine che c'è stata sempre. Sei fantastica così come sei,e nè io,nè i tuoi nonni e neanche i tuoi genitori stessi,vogliamo vederti così.-
La mia espressione facciale si curvò un'altra volta,ma in un piccolo sorriso,dedicato a lei e alle persone a me care.
"Ciao,mi chiamo Sunshine. Ho 17 anni e odio la matematica. I miei genitori sono morti due mesi fa in un fottuto incidente stradale. Ho pianto per due mesi di seguito,ma ora ho sorriso,grazie alla mia migliore amica. Stay strong,xx." mi dissi,quando una parte di me,sapeva che non era così.
                                                                                                ***
Il pomeriggio ci ritrovammo al centro commerciale verso le quattro e mezzo,ma come sempre fui in ritardo di 10 minuti.
Girovagammo per i tutti quei numerosi negozi,ma non comprai nulla se non prima di entrare da Accessorize. Anelli,braccialetti e collane di tutti i colori e specie,mi colpi un ciondolo,nascosto da altri accessori.
Lo presi in mano. Era un piccolo gufo,ovvero una civetta,un po' arruginita.
Non avevo soldi nel portafogli e quelli di Amanda erano esauriti,così me la regalarono,perchè per loro valeva poco o niente,ma non per me che avevo una passione nascosta per le civette.
Per la prima volta,sia io che Amanda,notammo che oggi ci divertimmo di più negli ultimi mesi,forse perchè capii che dovevo farmi forza.
                                                                                                ***
Ritornai a casa un attimo prima che il piatto toccasse il tavolo,ma i miei nonni non si lamentarono.
Sono sessantuno giorni che vivo in questa enorme casa (che io voglia o no) e non la conosco ancora fino in fondo.
Mio nonno mi dice sempre - Ho costruito questa casa con le mie mani,ma non so ancora quanti segreti nasconde!-
La mia fonte di ispirazione sono i miei nonni,proprio perchè hanno questo pizzico di saggezza che li rende magnifici,non solo ai miei occhi perchè sono miei parenti,ma agli occhi di tutti.
Si fece tardi quella sera,sopratutto dentro di me,dove tirava un vento gelato con qualche fiamma di fuoco che oramai era sul punto di spegnersi.
I miei occhi non fecero in tempo a chiudersi che subito calai nel mio amato profondo sonno.


Spazio alla scrittrice.
Come sanno ben pochi,ad ogni storia,il primo capitolo mi viene sempre una merda,e vi chiedo scusa!
Vi ringrazio,però,per le dolce recensioni nel prologo e per le visite. :3
Spero tanto che avrò altre recensioni in questo capitolo,le accetto sia buone che cattive,e spero che sarà di vostro gradimento. :)
Ci rivediamo nel secondo capitolo.
Giusy,xx.

  
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