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Autore: JackPortiero    13/08/2012    1 recensioni
By JackPortiero! Siamo sempre sotto un illusione di quelle alla "Road to Ninja", e Tobi è sempre e cmq Hinata dalla vera realtà! Ma venendo all'introduzione... ecco a voi il primo filone narrativo interamente ambientato nell'arco temporale del manga stesso. E' una Missing Moment, è un Remake introspettivo, la decodificazione in chiave sentimentale del Codice. E' L'ESAME PER CHUNIN. E' NARUHINA PURO. Hinata e Naruto sono entrambi i Jinchuuriki del Kyuubi, e si sono tristemente lasciati ormai da 9/10 mesi, senza essersi mai dati neanche un bacio. Tuttavia, senza mai arrendersi, entrambi lottano per poter un giorno viveve il loro Legame, perchè sia riconosciuto da tutti. E' il loro Nindo, un Sogno che passa necessariamente per il traguardo di chunin. Perchè chunin vuol dire leader, è carisma, significa accettazione. Ma mentre l'iscrizione all'esame per chunin per Naruto risulta scontata, poichè non deve rendere conto a nessuno, per Hinata è diverso... Perchè Hinata è il "Jinchuuriki dal matrimonio combinato", la Hyuga femmina che deve tramandare il byukugan nella sua purezza, senza accampare capricci o esporsi a inutili rischi. Il padre... le permettarà davvero, di iscriversi a quell'esame? E la figlia... anche stavolta obbedirà a lui senza fiatare?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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IZANAGI IN AZIONE


Il magistero divino. Il potere che corromperebbe chiunque. La tecnica in grado di trasformare i sogni in realtà.

Come servirsi di siffatto dono del cielo? Come gestire una simile responsabilità?
Con una facoltà del genere, si potrebbe porre rimedio a tutto e creare la pace. Ma sarebbe, questa, vera pace?

Tutti han pensato almeno una volta a cosa farebbero nei panni di un dio, ma pochi ammetterebbero come alla fine dei giochi han prevaricato ogni Libertà.
Diffondendo con arroganza il propria Credo, e dimenticando in cosa consiste l'autentica Perfezione, ossia conoscere pienamente se stessi.

Molti valutano che sarebbe una fortuna, ambire a fare gli Eroi, ma pochi si rendono conto del pesante fardello che questo comporta.
E si arrenderebbero a Izanagi per cambiare attivamente il destino, mentre Nessuno lo userebbe per dimostrare che esso... non sta scritto da nessuna parte.


E' per questo che tale potere è stato concesso a Hinata, la persona che confidando passivamente in un dettaglio, voleva mostrare chi era davvero Naruto.

Perché l'ingiustizia di "quel giorno", è stata la peggiore mai perpetrata. La sola che giustificasse l'utilizzo di Izanagi.
Perché quel Legame, bisognava lasciarlo vivere. Giacché quella volta... non fu un vero incontro.

Il sangue e le lacrime di un Amore innocente, grida guerra e vendetta, al cospetto di un dio.

La salvezza delle loro anime, valeva più di qualsiasi Villaggio.


*****



Era riaffiorato il terrore della sua infanzia. Una giovane donna, che non poteva più permettersi di restare una bambina, aveva il cuore a pezzi.

Il padre, seriamente, non aveva mai avuto alcuna stima di lei. Se l'era lasciato infine scappare. Aveva gettato la maschera.
Ora più che mai, era evidente che l'aveva ritenuta da sempre un fallimento. E i rari e recenti apprezzamenti eran stati, a questo punto, solo delle ipocrite menzogne per tenerla a bada, per indirizzarla dove lui voleva, poiché infatti, al primo ostacolo, al primo confronto diretto, egli palesava senza riserve ciò che realmente pensava di lei, ritrattando tutto quanto di buono si fosse mai sforzato di dire.

E così, senza alcuna remora nel ferirla, la scrutava con disgusto, attentamente, come uno strano e instabile oggetto misterioso, una carta-bomba di facile detonazione, e dalla enorme carica distruttiva.

"Io per voi... son come Kurama! unicamente uno strumento!... Un pericolo per il clan, un mezzo per tenere alto il vostro buon nome.
Ecco cosa sono per voi!... Neanche dieci minuti fa, avevate detto che eravate orgoglioso di me! Ma ora... siete capace di dire tutto il contrario!
E dato che avete capito che non vi servo più a nulla, mi gettate via all'istante come carta straccia, come quel foglietto che rappresentava la mia vita..."

"ALLORA VOI... NON L'AVETE STRAPPATO PER SBAGLIO! Sapevate quanto era importante per me, ma l'avete fatto lo stesso, fingendo di non capire..."

Passò così una trentina di secondi. La corvina cercò di trattenersi, persino stavolta, ma... No, non poté più! Aveva iniziato a piangere a dirotto, non poteva davvero crederci: il genitore aveva addirittura attivato il byakugan per sapere con chi avesse a che fare in questo momento. Se col mostro, o con la sua inutile figlia.

"NON è possibile!! Ora che ho liberato Kurama, non mi riconoscete più! Non sono più Nessuno per voi!..."

"HINATA, ALMENO..." - gridò Hiashi, dandole comunque atto che stava parlando con lei - "...almeno dimmi che non lo sapevi!! Dimmi che non lo sapevi, che fosse Kyuubi!"

"Quanto vorrei odiarvi, padre! Ma perché non ci riesco!? Di chi è quella voce che vuol convincermi che in verità mi volete bene?
Non riesco a distinguerla! Fa male, fa troppo MALE!!... Ma perché... perché proprio IO! Io non capisco! NON ci capisco più niente!.... E ORA? Che dovrei fare adesso!?"



(.....)

          La corvina si sentiva perduta. Aveva appena liberato Kurama e già, complice il padre, stava subendo appieno le conseguenze di questa scelta.
E ciò, non perché i demoni stessero prendendo il sopravvento su di lei. Essi... erano spariti subito. La sua Volontà nel liberare il bijuu, in quel momento, era stata davvero più forte di tutto.
Ma era proprio qui, che stava il pericolo! Ora Hinata, all'interno della Volpe, se la doveva vedere unicamente con se stessa, senza alcun sigillo di protezione, e così la sua angoscia rendeva i secondi interminabili, con le sue paure amplificate al massimo dal neutrale ma potentissimo chakra della Volpe, la quale, seppur libera, non poteva dirsi certo salva, poiché poteva essere rifatta schiava in qualunque momento. Proprio da Hinata, che sebbene avesse appena spezzato quel circolo, poteva anche immediatamente reiterarlo, e in maniera potenzialmente irrimediabile, se avesse combinato in maniera scellerata il potere del Kyuubi all'abilità dei suoi occhi, e al lignaggio Senju della madre.


"Odio tutto questo!! E' come se fosse già scritto!... Ma perché deve andare per forza così?!? Perché tutti i miei sforzi non hanno mai cambiato nulla!??"

La Hyuga... cercava disperatamente delle risposte. Le chiese a se stessa. Ma la Volpe, incredibilmente, stabilì che fosse finalmente giunto il momento propizio per approfittarsi di lei.

"Hinata... MODIFICA TUTTO! Cambia in un bel sogno tutto ciò che fa male!... SII splendente come tua madre! USA il tuo corpo! ORA PUOI... ti salverò da questo tuo incubo!"

La ragazza però, si rese perfettamente conto che non era affatto Kurama, ma la parte più recondita e contorta di lei che ponderava di usare il bijuu senza nemmeno volerlo ammettere, inscenando così la più ipocrita delle menzogne, ossia fingere di essere lei lo strumento e la vittima, e il Kyuubi il vile traditore e utilizzatore.
Ma modificare così perversamente la realtà a proprio completo piacimento, e fare un mondo di bugie usando senza ritegno chi ti era stato a fianco fin dall'inizio, era qualcosa di davvero orribile!

"NO! Ho promesso a Kurama che non l'avrei mai usato!... Non posso arrivare a tanto! NON POSSO costringere le persone ad amarmi!..."

Fu cacciata via presto questa inconscia tentazione, la Hyuga riuscì a sconfiggere da sola il primissimo seppur comprensibile momento di debolezza.
NEL FARE CIO' poi, ne ebbe come un "premio", poiché percepì subito un netto mutamento di chakra da parte del Novecode. Kurama... non era ancora libero! Era rimasto qualcuno! E Hinata, per via di questo, incappò subito in una seconda insidia, in quanto credette fosse ancora possibile riconquistare il rispetto del genitore, se solo gli avesse spiegato come stavano realmente le cose. Chi era veramente Kurama.


(.....)



"TI HO FATTO UNA DOMANDA, HINATA! LO SAPEVI O NO CHE ERA KYUUBI!?" - si aizzò Hiashi, ridestando e terrorizzando a morte la paralizzata figlia, e ponendo per la seconda volta, dopo "pochissimi secondi", una domanda che evidentemente, per lui, aveva del fondamentale. E, probabilmente, ce ne sarebbero state altre. Era un terzo grado, il suo. Una sola risposta sbagliata e...


"OH NO! papà è sordo! Non ce la farò mai parole!... Ogni discorso sarebbe inutile, è troppo complicato!
 Per lui sono uscita di senno, non potrò mai spiegarglielo!...
Spiegargli anche questo... è impossibile!... mamma... Kurama, i-io... i-io..."

"N-no... N-non lo sapevo c-che fosse Kyuubi, p-padre... Come... potevo?" - rinnegò con voce estremamente soffocata la corvina, per riuscire ad andare avanti. Ma il senso di colpa già la divorava.

"COME mi hai chiamato, Hinata?... Povera e insignificante mocciosa, che non mi riconosce e si lamenta di non esser riconosciuta!
Ora che mi hai liberato, DAVVERO non capisci con CHI hai parlato per anni? Oppure sei solo troppo GELOSA di me, per doverlo ammettere!?"
 
"Pari sconvolta; sembri davvero... dire la verità." - fece finta di cascarci Hiashi - "Dunque lui è così furbo... non si è mai mostrato. Non sapevi affatto chi era quel mostro..."
"....." - Hinata si sentì guardata per un attimo da un genitore in maniera migliore, ma un vuoto ben maggiore si stava espandendo veloce dentro di lei.

"TU l'hai sempre sospettato, di la Verità!... ma ti sei ben guardata dal chiederlo! E ora che lo sai, osi addirittura chiamarmi Kyuubi!!
Sì, è così mia cara!... IO avrei fatto di tutto per te! Anche bruciare, e non trovare pace per l'eternità!
Ma tu invece, per avere un briciolo di consenso da un uomo che non è più lo stesso, per tener debolmente viva la tua fiamma tra le regole,
mi chiami mostro, mi fai parlare come mai vorrei, e mi getti infine nel Fuoco come carta straccia. E dire..."

"...e d-dire, che volevo e-essere c-come te." - si anticipò da sola Hinata, con un fil di voce. Talmente fioco, che neanche il padre poté sentirlo a così breve distanza.
"Perdona la mia reazione, Hinata..." - risuonò invece bene nell'aria - "...ma non pensavo che quella cosa avesse una propria individualità." - si giustificò sommessamente Hiashi, placando del tutto la sua ira.
"Credevo... che avessi ceduto facilmente alle lusinghe di una massa di chakra priva di ogni intelligenza." - spiegò con colpevole calma - "Invece ora mi è chiaro che stavi soltanto cercando un amico fidato..."

La corvina si stupì, di questi singolari discorsi da parte del padre, ma per ironia della sorte dovette pur considerare come avesse fatto a non accorgersene mai prima. Inoltre, pur affrontando una questione per lei così amara e delicata, il suo superiore non sembrava poi coinvolto più di tanto, e pareva quasi simulasse il proprio dispiacere per qualche oscura finalità.
"Il Novedoce si è avvicinato a te lentamente." - la aprì senza tatto lui, come un libro da quattro soldi   - "Ha approfittato del fatto che fossi sola." - rivangò poi in maniera spiacevole - "Forse... è unicamente colpa mia..." - ammise leggermente contrito - "...avrei dovuto starti più vicino, e metterti in guardia prima."

Hinata iniziava seriamente a diffidare, di questi capziosi scampoli di benevolenza di dubbia matrice. Erano decisamente pretestuosi. Ma in ogni caso, qualunque fosse lo scopo... un'ammenda conciliatrice da parte del genitore, era evento davvero raro. La Hyuga, in questo frangente, si rese conto di essere sulla buona strada per ingannarlo a propria volta, se solo avesse voluto negare fino in fondo ogni legame con la Volpe. Ma, in realtà, al momento, era solo il padre, a tenere bene le redini; la stava semplicemente mettendo alla prova anche stavolta. Voleva tastare come si sarebbe comportata ora che c'era di mezzo la madre.

"Ascolta Hinata, nulla è perduto..." - rassicurò affabilmente il genitore - "Ma ora che sai di avere a che fare con quel demone, devi stargli assolutamente alla larga, non devi più farti più prendere in giro da lui..."

La piccola stette in silenzio. Era confusa, e iniziava a poterne più, di questi improvvisi cambi di atteggiamento nei suoi confronti. Comprensibilmente, pensò che il padre ora facesse il premuroso avendo intravisto l'opportunità di riparare alla bene e meglio il suo strumento. Un aggeggio che comunque insisteva a insultare senza rendersene conto, sproloquiando a vanvera senza cognizione alcuna di causa.
Però, perlomeno, a differenza sua, non sapeva fino in fondo chi stesse realmente insultando. Mentre lei l'aveva fatto, avevo offeso nei peggiore dei modi la madre, ed era seriamente sulla linea di confine che poteva spezzare il più incorruttibile dei legami. E a un certo punto, Hinata collegò con immensa angoscia che forse non era poi tanto diversa da chi la giostrava e gli stava lì di fronte...

"In ogni caso, ora proverò a ripristinare il sigillo presente nel tuo stomaco in maniera permanente..." - la gelò d'improvviso Hiashi - "Se funziona, non dovrai preoccuparti più neanche di questo. Sarai al sicuro; quell'essere non potrà darti più alcun fastidio." - assicurò infine, facendo sbiancare completamente la figlia.

Hinata spalancò gli occhi, in preda al terrore, realizzando le nefaste conseguenze delle sue azioni. E si sentì morire. Propriamente, fuor di metafora.


"MIO DIO!!! MA COSA HO COMBINATO!!?... Alla fine, ho fatto esattamente come mio padre!!...
Era questa la mia Volontà!? Aggrapparmi a tutti costi alla vita, rinnegare e gettare nel Fuoco chi ha voluto bene, pur di sopravvivere!?
Io... sto per abbandonare il mio Nindo. Sto per tradire Naruto, Kurama, e persino la mamma!

"Sta tranquilla... farò in un attimo." - s'avvicinò inesorabilmente il genitore - "La pagherà per tutto..."

 "I-io... non sono più una bambina... Non posso giustificare in eterno le mie paure. Devo scegliere ORA da che parte stare, una volta per tutte!...
 Se mi macchio ora è voluto. Consapevole. E'... PER SEMPRE! e da domani non potrò mai perdonarmelo...
Però... forse è già successo!... Ho già sbagliato. Ho... fallito. Papà è così vicino, sta per sigillare per sempre Kurama e la mamma!"

Hinata era paralizzata, non aveva voce in gola o in capitolo; si sentì a malapena sollevare la camicetta. E nel rendersi conto che non c'era più tempo, al deciso contatto con la fredda mano paterna si sentì lordata per sempre nel basso ventre, violata nell'anima da una colpa senza possibilità di perdono, che l'avrebbe dannata per sempre all'inferno.

"Mamma... Come sono arrivata, a questo punto!? Io non volevo davvero, arrivare a questo punto!! Non volevo te lo giuro!...
Dannazione, Kurama! Vorrei solo non avervi mai chiamato Kyuubi.. vorrei solo tornare indietro "per voi"  e rimediare al mio errore..."

"IO LO VOGLIO, lo voglio davvero tanto. AIUTATEMI VI PREGO!!"



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"TI HO FATTO UNA DOMANDA, HINATA! LO SAPEVI O NO CHE ERA KYUUBI!?" - si aizzò Hiashi, ridestando e terrorizzando a morte la paralizzata figlia, e ponendo per la terza volta, in maniera inspiegabile, una domanda che evidentemente, per lui, aveva del fondamentale. E, probabilmente, ce ne sarebbero state altre. Era un terzo grado, il suo. Una sola risposta sbagliata e...

"Ma come è possibile?!? Questo, è già successo!!... L'ho immaginato ed è successo!! Ma... come?? Non sarà che...."

"Sei stata tu..." - chiarì il padre, cambiando totalmente espressione - "...non so dire il perché tu l'abbia fatto, ma quanto pare sei davvero tu, puoi farlo davvero." - affermò infine, scorgendo oltre il recente cambiamento. Dopodiché Hiashi disattivò il byakugan, cessando ogni ostilità nei confronti della figlia, che da sensitiva percepì subito come un benevolo cambiamento da parte sua.

"Che diavolo succede!? Cos'è che sarei!? Cos'è che potrei fare davvero!? Perché ora... all'improvviso... mi riconsiderate..."


La corvina si sentì definitivamente un giocattolo nelle mani di uno schizofrenico genitore, che fuor di dubbio conduceva esperimenti sulle massime potenzialità della figlia senza preoccuparsi troppo di eventuali conseguenze per la sua fragile autostima, come anche per la sofferta e vulnerabile stabilità mentale.
Difatti... la ragazza aveva combattuto mille battaglie per preservare immacolato il suo io, per restare sempre trasparente come il vetro, un angelo gentile a mo' di sua madre, credendo che al mondo, questo, potesse avere un qualche valore. E ciò poteva sicuramente dirsi un ammirevole traguardo, se non fosse che TUTTO, attorno a lei, le chiedeva di tramutarsi in qualcosa di difforme, il riverso di quello che era.

Hinata, allo stato attuale, si sentiva pervasa da una profonda oscurità, essa stessa percepì quasi di essere l'Oscurità, un'entità ambigua, alienata e priva di luce, mai come ora sull'orlo del precipizio.
Anzi... nell'abisso ci era sprofondata per diverse decine di metri, se si era salvata e non aveva tradito ogni cosa era solo perché aveva implorato il miracolo, il potere che solo un dio avrebbe saputo utilizzare con perfetto criterio. Ma lei di certo non lo era, avrebbe finito sicuramente con l'approfittarsene mentendo a se stessa, e perciò si figurò come uno sporco spettro dell'oltremondo, un essere ormai prossimo alla pazzia. Ora aveva di nuovo quei pesanti e terribili occhi non suoi, ed era stremata per il gravoso sforzo mentale, e sfinita per l'ingente quantità di chakra utilizzata. Inoltre una delle due pupille, quella forse più rigonfia di potere, le doleva terribilmente, pareva quasi che, un po' rialzata rispetto all'altra, volesse schizzar fuori dalla sua orbita. Che fosse beffardamente più grossa e disallineata, e che questa differenza fosse ben visibile a occhio nudo?!? Già... in effetti, era paurosamente così. Il suo viso non era più perfettamente simmetrico, e pure il colorito risultava disomogeneo e in generale estremamente pallido, molto più del solito, il che cozzava terribilmente con la scura capigliatura, totalmente all'aria, elettrizzata, completamente disfatta. E, in tutto questo, la sua bella e peculiare frangia era andata ovviamente a farsi benedire... Non più soffice e liscia, aderiva in maniera appiccicaticcia alla fronte, evidenziandone la segreta e dissimulata spaziosità, in quanto i capelli ora si dividevano e si intrecciavano compressi, disegnando localmente sulla pelle degli spaiati aculei, appuntiti, tutti diversi tra loro, innumerevoli, il cui conteggio sarebbe risultato molesto alla vista.

In definitiva... una frangetta del genere, grottesca e traditrice di ogni intimità, sarebbe stato davvero meglio non averla. Era tremenda, sicuramente peggiore di quella che insisteva a tenere in passato quella piattola con cui Naruto aveva iniziato a fare il cascamorto.

Hinata pensò per la prima volta a Sakura in questi termini (con qualcuno doveva pur prendersela!), e si rese conto di poter essere idrofoba anche più di lei, il che tuttavia la rendeva infinitamente triste.
Poi, consapevole che persino una vista a 360 gradi, priva di punti ciechi, non consentiva di osservare una faccia di cui comunque già presagiva il ribrezzo, la malcapitata ragazza compose lentamente, col viso ancora grondante di sudore, i sigilli per un semplice bunshin no jutsu. E lo fece apparire proprio dinnanzi a lei, per constatare con estrema esattezza cos'era diventata.

La Hyuga si specchiò a fondo per mezzo della sua immagine olografica, memorizzando masochisticamente tutto, in particolar modo l'ipnotica conformità a spirale delle violacee iridi. Non era ancora il Rinnegan, ma una somigliante e malsana via di mezzo a forma di vortice.


"Sono... orribile." - fu l'indelebile giudizio formulato. Una straziante sentenza puramente estetica.



"M-mamma, ti p-prego, stammi s-sempre vicino!... Questa, n-non sono io. Questo... è un fantasma cattivo."


*****





Zetsu-san... Passami la nuova maschera, per favore...
  
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