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Autore: KayS    14/08/2012    9 recensioni
Non puoi dire di conoscere qualcuno finchè i vostri sguardi non si incrociano.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Una foglia piroettò davanti al cruscotto per poi stendersi sul vetro, mentre percorrevano le ormai affollate strade del centro. Harry azionò il parabrezza per scacciarla.

 - Sarei curioso di sapere come sei finita in mezzo alla statale. - Harry lanciò uno sguardo alla sua immagine riflessa nello specchietto retrovisore.

- Il tuo problema è questo, sei troppo curioso. - Mormorò April disegnandosi sulla coscia piccoli cerchi con le dita.

- Sono venuto quì per darti una mano, il minimo che tu possa fare é rispondermi. - Poi tornò a guardare la strada con attenzione.

- Non sembra che tu abbia preso la patente da molto. - Osservò la ragazza.

Le labbra di lui si serrarono in una riga sottile.

- Non cambiare discorso, ora. Ho lasciato le prove del gruppo per venire a soccorrerti. - I suoi occhi la puntarono per una frazione di secondo, poi tornarono all'asfalto.

- Io ho chiesto l'aiuto di Zayn. Del tuo potevo fare volentieri a meno. -

April si sistemò più comoda sul sedile, guardando di tanto in tanto la foto di Liam appesa ad un lato dello specchietto.

- È il tuo amico? - Chiese Harry cogliendo il suo sguardo colpevole.

- Sì. - La risposta fù poco più di un bisbiglio.

Gli occhi del ragazzo si levarono un attimo dalla strada per viaggiare rapidamente su di lei, poi sulla foto e infine nuovamente su di lei. Poi scrollò le spalle.

- Se è tuo amico perchè gli hai fregato l'auto? 

April si girò a guardare Harry, incredula. Lui continuava a tenere lo sguardo impassibile sull'orizzonte. Avrebbe potuto giurare che per un secondo avesse sorriso davanti al suo imbarazzo.

- È una presa in prestito, dovevo pur tornare a casa in qualche modo. - Al ragazzo sfuggì una risata.

Era da tanto che April non ne sentiva una.

- Certo. E dimmi, lui sà che hai preso in prestito la sua auto?- Si girò a guardarla più a lungo del solito, con i lembi della bocca curvati all'insù. Poi tornò a guardare la strada.

April avrebbe tanto voluto congelare quello sguardo, renderlo immortale.

- Non guardarmi così, ho una ragazza io. - Harry fece finta di schermirsi con una mano.

April scoppiò a ridere.

Sorpassarono l'ennesimo cartellone segnaletico carico di neve.

- Harry? - April appoggiò la mano al vetro, lasciando i segni dei polpastrelli dopo averla ritirata.

- Presente.

- Ci siamo persi, non è vero? - Chiese mentre con gli occhi sentiva sempre più lontana la risata precedente, il cui eco stava andando a sbiadirsi.

- Non ci siamo persi. Questa è solo una scorciatoia. - Capì che mentiva da come strinse nervosamente il volante, alzando e riabbassando le dita su di esso.

- Oh per favore, tu non hai idea di dove ci troviamo. Potremmo essere in Irlanda e non te ne saresti accorto.. -  April fece un cenno verso il finestrino con la mano, indicando il terreno già inghiottito.

- Tecnicamente me ne sarei accorto eccome, dato che avremmo dovuto attraversare il mare in auto. - Harry iniziò a tamburellare con le dita sopra al clacson.

- Accosta e facciamo il punto della situazione. - April riportò lo sguardo al finestrino.

- Non ce n'è bisogno, sò benissimo dove andare. - Harry non rallentò nemmeno. Teneva la mascella serrata, chiaramente teso.

- Accosta, Harry.

- Giuro che metto la radio a tutto volume se non la pianti.

- Harry ti ho detto di accostare, diamine! - La voce di April si alzò più del dovuto questa volta.

Il ragazzo inchiodò in mezzo alla strada, facendo sobbalzare Zayn che li seguiva da dietro e catapultando April in avanti, trattenuta dalla cintura di sicurezza. Sbattè forte la schiena contro il sedile una volta che il veicolo si fù fermato. Per un attimo sbiancò e tacque immediatamente vedendo le nocche bianche del ragazzo per la forza con cui stringeva il volante.


- Sei proprio una... - Delle sirene lo zittirono.

Si passò le mani fra i capelli mentre April vedeva il suo corpo irrigidirsi. Anche lei non pronunciò più una parola.

L'agente si avvicinò al posto del conducente e fece cenno di abbassare il finestrino. Poi si sfilò gli occhiali da sole.

- Ho capito, non guido bene e ho fatto una frenata assurda, ma questa ragazza mi stava mandando fuori. - Harry indicò April  con il pollice.

- Questo solo perchè tu.. -  Poi venne bruscamente interrotta.

- Devo chiedervi di scendere dalla vettura.- L'uomo si sistemò gli occhiali all'interno del taschino, vicino al distintivo.



La luce del sole lo illuminò e sembrò fatto d'avorio.



- Vorremmo, ma, vede, questa non è la nostra auto. - April prese fra le dita il lembo della patente, mostrando la foto e i dati personali correlati.

Un sorriso beffardo illuminó il viso del poliziotto.

- Sono quì per questo. È partita una denuncia per furto questa mattina. E indovinate un po'?

- Non credo di voler indovinare.. - Harry si passò nervosamente il dorso della mano contro la guancia.

- Non credo ce ne sia bisogno. - Il nome 'Dowson' scintillò sulla targhetta appesa alla sua camicia.

- Furto? Ero con un ragazzo ieri sera, è stato lui a farmi entrare in macchina. - April gesticolò nervosamente.

- E dov'è lui ora?

April titubò un attimo, poi si zittì.

- Che succede? - Zayn aprì la portiera di April allungandole una mano.

- È un vostro amico? - Chiese Dowson abbassando lo sguardo sui due.

- Ho aiutato la ragazza, il motore aveva un problema. - April afferrò la mano di Zayn, avvertendo la tensione che il suo muscolo andava trattenendo, mentre un'espressione di impenetrabile freddezza lo ricopriva.

- Devo considerarla un complice, quindi. - I loro occhi si incrociarono e ci mancò poco che le emozioni non balzassero fuori di loro. - Lui?

Il poliziotto indicò Harry.

- Un mio amico. - Rispose scrollando la testa, chiaramente confuso.

- Lasciate l'auto.

- Non ci speri. - Harry sorrise nervoso, mentre corrugava la fronte.

- Ora.

Quello bastò a farlo cedere. Restituì le chiavi all'agente imprecando a bassa voce.


April sentì il forte bisogno di ringraziare Zayn semplicemente perchè le era rimasto accanto, senza dire una parola, senza fare una domanda.
Sapeva che però prima o poi avrebbe iniziata farle e che lei non avrebbe potuto evitarlo. Lo sentì deglutire.
April studiò il suo profilo all'ombra finchè lui non  si girò verso di lei.

- Và tutto bene. - Sorrise come in quel momento avrebbe  fatto un genitore. Per lei, che aveva comprato casa da poco significò tanti ricordi in un unico gesto.

- Non ho rubato quell'auto. - Lo disse consapevole che non era così. Ci si era semplicemente trovata abbandonata dentro.
Zayn non disse una parola, sospirò.

- Non mi credi. - Disse abbassando lo sguardo.

- No, nemmeno un po'. Ma ti supporto. - Lo disse calmo, mentre i loro respiri e il battere sulla macchina da scrivere degli impiegati rimanevano l'unico altro suono.

April si guardò attorno.
Su quelle vecchie sedie scrostate c'erano solo loro due.
Avevano lasciato andare Harry prima, lui non c'entrava. Avrebbero lasciato andare anche Zayn, ma lui aveva insistito per rimanere.

- È lei la ragazza di cui parlava? - Dowson rientrò seguito da Liam.
April si alzò in piedi non appena vide il ragazzo sulla porta.
Rimase così, semplicemente pronta.
Voleva andargli incontro, a chiedergli scusa, ma non potè far altro che ricacciare indietro le lacrime e fissarlo.
Lui fece un leggero cenno in direzione dell'agente, poi si incamminò verso di lei.
Ad April quei quattro passi sembrarono mille.
Rivide la scena lentamente mentre Zayn alzava lo sguardo su di loro e il poliziotto sospirava.
Quando se lo trovò a distanza di un respiro si bloccarono entrambi.
Lo sguardo dolce e amareggiato di Liam spiazzò April.

- Sei una stupida. Credevo ti avessero rapita. - La voce uscì più dura di quanto si aspettasse. Il viso rimase piegato in in un espressione dolce.

April chinò la testa.
- Volevo solo tornare a casa, Liam. L'ultima cosa che volevo era rubarti l'auto. - Infilò le mani in tasca.

- Non mi importa, avresti dovuto aspettare. - Le appoggiò una mano sulla spalla e avvicinò il suo viso a quello della ragazza, per guardarla negli occhi.

In quel momento Zayn si alzò, la mano tesa verso Liam.

- Zayn Malik, un amico. - Gli occhi neri erano fermi su di lui.

- Liam Payne. - Gli strinse la mano mentre gli rivolgeva un sorriso tirato. - Può lasciarla andare, non mi ha rubato l'auto. La conosco. - Liam si girò verso il poliziotto.

Lui fece un cenno prima di lasciare la stanza.
Le chiavi tintinnarono appese alla sua tasca.
April ascoltò l'eco dei passi lungo il corridoio, la mente che viaggiava lontana.

- Ora che non c'è più nessun problema penso che andrò a casa. April...  - Zayn si girò verso di lei.- Vuoi un passaggio?

- Non ora, grazie comunque. - Ciuffi di capelli le colpirono le orecchie mentre scuoteva la testa.

Zayn alzò la mano aperta e si incamminò verso l'uscita.
Liam infilò due monete in una macchinetta delle merendine.
Il loro suono le ricordò il silenzio prima di una canzone scelta al Jou Box.
Si risedette.

- Ci credi nel destino? - Liam le porse una bottiglia di birra.

- Il destino stà nelle scelte. Le scelte le faccio io. - April rimase seria, mentre mandava giù il primo sorso. - Poi dipende..

- Da cosa? - Chiese il ragazzo stappando la propria bottiglia.

- Dal tipo di destino. Se quello che ti porta alla carriera o.. - Si fermò a guardare l'etichetta. - All'amore.

- Ipotizziamo: due persone sedute su una panchina, che parlano mentre bevono qualcosa. - Liam picchiettò sulla bottiglia.

April rise.

- Non succederà nulla. - Poi riappoggiò le labbra alla birra. - Lei si farà mille film mentali, ma lui è più grande di due anni, e si farà una vita. Senza di lei.

- Sei pessimista. - Liam sbattè una mano sulla sua coscia, girandosi a guardarla negli occhi.

- Vedila come vuoi. Ma poi finisce sempre che ho ragione.
  
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