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Autore: xzaynswife    14/08/2012    4 recensioni
Alcune volte si cerca l'amore nei posti più impensabili, senza rendersi conto che la persona che si ama è più vicina di quanto si possa immaginare! Questa è la storia di Alex una ragazza che crede nell'unica persona che le è sempre stata vicino. Il suo cuore ha sempre saputo di appartenere a lui, ma la sua mente non voleva farglielo ammettere. Riuscirà ad esprimere tutto quello che prova? E magari con l'aiuto di grandi amiche e amici splendidi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You have no idea how fast my heart races when I see you.
 
Si era fatta l'ora di pranzo e finalmente sentii Lee alire le scale. Mentre forse parlava con  la madre, aprì la porta e mi corse incontro.
«Finalmente ce l'hai fatta a ritornare! Ma con chi stavi parlando prima?» le chiesi mentre si trovava tra le mie braccia.
«Stavo parlando a telefono con Harry....» disse con una faccia sognante.
«Okay....che mi sono persa?» dissi rimanendo a bocca aperta.
«Non so come spiegartelo» disse lei tergiversando.
«Dai spara!» dissi per esortarla a parlare.
«Niente....sono stata a casa dei ragazzi, perchè volevo vedere Harry» rispose evitando il mio sguardo.
Qualcosa non andava. Quando faceva così, sapevo che stava per mentirmi o lo aveva già fatto.
«E allora? Continua» dissi facendo la faccia da cucciolo.
«Ci siamo baciati e mi ha chiesto di essere la sua fidanzata» disse tutto d'un fiato.
Rimasi a fissarla alcuni istanti con la bocca spalancata.
«E tu cosa gli hai risposto?» dissi scandendo ogni parola.
«Cosa potevo mai dirgli? No, perchè sei brutto come una scimmia? Ma lo hai visto?!» rispose lei gesticolando.
Quando stoppò la sua parlantina, si fermò due secondi a guardarmi finchè non iniziammo a ridere.
«Mi ha detto 'Ti amo' ed io non sapevo cosa fare. Quando ad un certo punto gli ho detto anch'io 'Ti amo'» disse lei con il suore che le batteva così forte che riuscivo a sentirlo.
Mi scese una lacrima sul viso. Era una lacrima di gioia.
«Oh tu vieni qui!» dissi portando Lee verso le mie braccia.
Iniziammo entrambe a piangere, finchè non ci fermammo asciugando l'una le lacrime dell'altra.
«Ma non ti sembra presto per il 'Ti amo'?» dissi alzando un sopracciglio.
«Ehi stiamo parlando di Harry Styles che ti dice 'Ti amo', mica capita tutti i giorni» disse terminando con una linguaccia.
«Tu! Come ti permetti di cacciarmi la lingua?» dissi dandole una cuscinata dietro la testa.
Rimase con la bocca spalancata per un po' finchè non ricambiò la cuscinata con una in piena faccia.
«Allora questa è guerra?» disse lei urlando come una forsennata.
«Certo Williams. Preparati!» dissi findandomi contro di lei.
La spindi così farte che cadde dal letto e fra le mie risate, riuscii ad alzarla.
«Tu sei completamente matta» mi disse afferrando il mio braccio, senza trattenere le risate.
«Cosi come dice il cappellaio matto 'Tutti i migliori sono matti'» dissi alzando la testa fiera.
«Ma chi ti credi di essere?» disse dandomi una finta spinta.
Ci ricomponemmo in silenzio, mentre Lee si aggiustava i capelli. La abbracciai da dietro fortissimo.
«Quindi resti a mangiare da noi?» mi chiese girandosi ancora con le mani tra i capelli.
«Va bene, dai. Ora chiamo mamma per tranquillizzarla» dissi dandole una pacca sulla spalla e allontanandomi.
Sbloccai la tastiera del cellulare e composi il numero di casa mia.
Già sapevo che avrebbe risposto la mamma, urlando ormai fuori di se'.
«Pronto?» rispose una voce femminile. Si, era mamma.
«Mamma sono Alex» dissi con un filo di voce.
«Alex? Io non ho nessuna figlia che si chiama Alex» disse lei alterandosi.
«Dai mamma non dire così» dissi con la voce rotta dal pianto.
«E' da tempo ormai che ti comporti da grande. Alex hai 18 anni e che cavolo!» disse tra le urla e il pianto.
«Mamma è un brutto periodo»
«Ma non per questo devi escludere la tua famiglia da tutto ciò che fai. Non ci degni di uno straccio di spiegazione» disse lei interrompendomi.
Ci fu un attimo di silenzio che mi sembrò durare una vita. 
Dovevo essere forte e spiegare tutto a mia madre senza dover piangere.
«Senti mamma, io non ti mentirei mai. Ma non posso spiegarti tutto per telefono. Ci vediamo oggi pomeriggio quando ritorno a casa perché ora resto a pranzo da Lee. Per te è okay?»
«va bene» disse quasi rassegnata.
«Mamma?»
«Si» disse riprendendosi come se si fosse appena svegliata
«Ti voglio bene»
«Anch'io, tanto!» disse in lacrime
«Ora vado, a oggi pomeriggio!»
«okay» disse per poi soffiarsi il naso e riattaccare.
Subito dopo sbucò Lee da dietro la porta della stanza, scendemmo le scale.
Pranzammo con molta calma e verso le due e mezza Lee mi fece segno di salire sopra.
Mi alzai dal tavolo e ringraziai la signora Williams per il pranzo. Salimmo le scale come due ubriache, poichè avevamo mangiato troppo.
Lee aprì la porta di scatto e con un balzo si buttò sul letto che scricchiolò non appena mi distesi accanto a lei.
«Oggi vogliamo uscire e andare in un bel ristorantino a fare una cenetta tra amiche? Magari ti trovi il fidanzato» disse appoggiando la testa sulle sue mani dietro la nuca, e alzando un sopracciglio.
Mi voltai e affondai la testa nel cuscino.
«Per la cena tra amiche sono d'accordo.....ma per il fidanzato.....no!»
«E perchè? Non dirmi che stai ancora pensando a 'tu sai chi' che mi incazzo! E lo sai» disse fingendosi infuriata.
«No...è che...lo sai che....» balbettai evitando l'argomento.
«Lasciamo perdere dai!» disse lei iniziando a sorridere.
«Quindi la cena è okay?» continuò lei fissandomi per ricevere una risposta.
«Certo che si! Solo che devo passare a casa per parlare un po' con mamma e avvisarla che usciamo okay?»
Annuì e si alzò dal letto.
Mi diedi una ripulita e mi ritruccai. Ce la prendemmo con calma e in circa un'oretta e mezza scendemmo giù ormai pronte.
Lee avvisò la madre e a piedi arrivammo a casa mia, una decina di case più avanti.
Presi le chiavi dalla tasca laterale della borza e delicatamente aprii il portoncino.
Mia madre era in cucina seduta sul divano a sorseggiare ansiosamente la sua amata tisana al finocchio. Non appena mi vide posò con foga la tazza sulla tavola, facendone rovesciare il contenuto parzialmente, e si diresse verso di me. Mi abbracciò singhiozzando e si staccò asciugandosi le lacrime.
«Bambina mia, sapessi quanto ero in pensiero per te!»
Non le risposi, ma mi limitai ad accarezzarle il viso ancora umido. 
La scena sembrava capovolta, trasformando me in mamma e mia madre in figlia. Solo in questo modo riuscii a capire quanto fosse preoccupata per me.
«Oh mamma....» dissi fiondandomi tra le sue braccia, ritornando bambina.
«Dai siediti e spiegami tutto, piccola mia» disse stranamente calma.
Era strano che ancora non si fosse arrabbiata oppure che ancora non avesse perso le staffe.
Questa volta ascoltò ogni singola parola che dicevo, senza nemmeno attaccarmi, come era solita fare quando era fuori di se'.
Ci sedemmo sul divano e Lee ci lasciò sole, salendo le scale per andare in camera mia.
Ormai Lee per mia madre era come un'altra figlia e la nostra casa era per lei come la sua.
Fu una lunga chiacchierata tra amiche, non tra madre e figlia. In fonfo il nostro legame andava al di là del semplice rapporto madre figlia, perchè mia madre è sempre stata diversa, speciale, a modo suo anche dolce ma vendicatica se qualcuno le faceva andare qualcosa storto.
Le parlai di tutto quello che mi era capitato nell'ultimo mese e in particolare mi soffermai sulla 'questione Zayn'.
Mia madre mi comprese come mai aveva fatto in vita sua e quando finii di parlare, mi diede un bacio sulla fronte.
Erano le cinque passate e dovevo iniziare a prepararmi, visto che il pomeriggio sembrava passare in fretta.
Avvisai mamma che dovevo uscire con Lee e dopo mille raccomandazioni, mi fece salire le scale per farmi andare a preparare. 
Salii appena due gradini che sentii di nuovo la voce di mia madre chiamarmi dolcemente.
«Alex» disse sfiorandomi la mano posata sullo scorrimano delle scalinate.
«Si, mamma» dissi voltandomi.
«Che ne dici se io, tu e Lee andassimo a fare shopping?» disse e i suoi occhi si illuminarono.
«Non è una cattiva idea» le risposi iniziando a sorridere.
«Allora vai! Muoviti, vestiti, che tra massimo una mezz'ora si va!»
«Okay» dissi saltellando felice per le scale.
Dissi della proposta a Lee e lei non se lo fece ripetere due volte.
Misi qualcosa di pratico e con mamma e Lee al seguito uscii di casa.
«Ehi aspettate» disse la mamma facendoci fermare sull'androne.
«Ho dimenticato di fare una cosa» disse continuando, per poi salire di fretta le scale.
Dopo dieci minuti scese e dietro di lei c'era Amy.
«Ho convinto anche lei a venire con noi» disse entusiasta.
«Che palle! Ma perchè debe venire con noi?» sbuffai io.
«Non fare storie Al» disse mamma prima che Amy iniziasse a replicare, offesa.
«Dai Alex può venire anche lei con noi. Magari trova qualcosa di carino, per fare colpo su qualcuno» disse Lee sorridendo ad Amy per poi farle l'occhiolino.
Quello sguardo di complicità non mi piaceva. Quelle due mi stavano nascondendo qualcosa, ma non mi interessai più di tanto e in silenzio ci avviammo alla macchina.
Arrivammo ad Oxford Street, una delle strade più importanti dello shopping, e visitammo tanti negozi finchè non trovai quello giusto.
Entrammo tutte e quattro , una dopo l'altra. Avevo gli occhi spalancarti, era tutto così bello, ma chissà quanto sarebbe costato un vestito lì dentro.
Mia madre mi accarezzò la spalla come per rassicurarmi che avrei potuto scegliere quello che volevo senza problemi.
Io, Lee ed Amy ci provammo tantissimi vestitini, ma alla fine ci decidemmo. Comprai due vestiti che mi stavano a pennello, uno per la sera stessa e l'altro per il ballo scolastico che si sarebbe tenuto da lì a poco. Anche Lee comprò due abiti per le stesse ragioni, anche se entrambe non avevamo un accompagnatore. Almeno io non lo avevo.
Amy invece scelse un delizioso abitino che avrebbe indossato per il ballo. Nel suo caso sapevo chi sarebbe stato il suo accompagnatore. Louis.
Quel ragazzo non è che non mi piaceva, ma avevo paura che avrebbe fatto soffrire mia sorella. Era semplicemente perfetto per quella pazza. Ma qualcosa non mi convinceva.
Ero sicura che quei due si fossero già avvicinati... abbastanza.
Mamma pagò tutti i nostri acquisti e dopo molti ringraziamenti da parte di Lee, ci avviammo verso l'uscita del negozio.
Avevo un sorriso che mostrava tutti i denti,  e sembrava che la mia faccia stesse per scoppiare, tanto che era grande.
Stritolai mamma tra le mie braccia e tra le battutine di Amy e Lee sulla mia dolcezza eccessiva, ci avviammo al parcheggio per andare a prendere la macchina.
Quella giornata non era andata poi così male. Ora mi aspettava una bella doccia e dopo subito a prepararmi per uscire con la Lee.
Il tempo passò in fretta e in men che non si dica, tra acconciatura e trucco finii di prepararmi.
La bruna che aveva appena finito, mi chiamò per avvertirmi del suo arrivo.
In due minuti era fuori casa mia che mi aspettava in auto. Salutai mamma ed Amy con un abbraccio e corsi verso la macchina. Appena chiusi lo sportello, Lee partì a razzo. Aveva la musica ad alto volume che mi rimbombava in testa, ma non le dissi niente.
Era così contenta quando cantava a squarciagola. La trovavo molto dolce, anche se lei ppuntualmente voleva farmi credere il contrario.
Fu un tragitto un po' lungo per colpa dei semafori, ma alla fine arrivammo alla meta. Almeno così credevo.
«Perché siamo fuori da 'Rosso Restaurant'? E' qui che dovevamo arrivare?» dissi in cerca di spiegazioni.
«Sì, siamo arrivate!» disse lee guardandomi fissa negli occhi, piena di soddisfazione.
Non dissi una parola, ma la bruna mi capì al volo e prima che potessi aprire bocca, iniziò con le spiegazioni.
«Beh, siamo qui perché volevo che questo giorno fosse speciale»
Con gli occhi lucidi abbracciai Lee.
«Grazie amica mia. Tu si che sai come farmi stare bene»
«Questo è il minimo che possa fare per mia sorella» disse prendendomi la mano per esortarmi ad uscire dalla vettura.
Una volta uscita, mi sistemai il vestito che indossavo per l'occasione e seguii Lee all'entrata del ristorante italiano più prestigioso di Londra.
«Prego» disse l'uomo con i baffi dietro al bancone.
«Ho prenotato un tavolo per due a questo nome» spiegò Lee passandogli un foglietto con un cognome.
Sul bigliettino non c'era il suo congnome, bensì uno che iniziava con la 'S'. Non dissi nulla. Tanto avevo già capito tutto. Mi limitai a stare 'al gioco'.
Entrammo e ci togliemmo il soprabito.
 
Un ragazzo subito ci venne incontro per prenderli e riporli sulle stampelle nell'enorme armadio di lato.
«Ma sei matta?! Sai quanto ci costerà una cena qui?» dissi sussurrandole all'orecchio.
«Non preoccuparti e rilassati!» disse agitando la mano a qualcuno seduto al tavolino dietro le mie spalle.
Mi voltai di scatto. C'era Harry intento ad alzarsi. Ma c'era anche qualcun'altro con lui. Zayn.
Mi avvicinai a quel tavolo come una furia. E dissi a Lee: «Questa non te la perdono!» a denti stretti.
«Ciao Alex!» disse Harry sorridendomi, mentre avvinghiava Lee per i fianchi.
«Hei Harry! Qualche giorno di questi ti farò smettere di ridere E soprattutto di amoreggiare con Lee» dissi per rispondere al suo sorriso compiaciuto.
Zayn non disse nulla. Si limitò ad osservarmi, mentre io dileguavo il mio sguardo oltre il tavolo, per non incontrare il suo.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, soffermandosi all'altezza degli occhi. Fece un sorrisetto malizioso.
«Puoi anche sederti, non ti mordo mica!» mi disse sogghignando.
«Grazie» dissi con una smorfia.
«Alex io mi siedo al tavolo con Harry. Ti da fastidio?» si intromise Lee che stava guardando la scena divertita.
«Ma certo! Non posso permettermi di separare i piccioncini» le feci l'occhiolino.
Mi accomodai al tavolo accanto a quello di Harry e Lee, Zayn era difronte a me.
Potevamo passare per una coppietta felice, invece non lo eravamo.
Ordinai da sola, malgrado Zayn insisteva per ordinare per entrambi. Mentre aspettavamo l'antipasto Zayn allungò il braccio per sfiorare la mia mano con la sua, ma non appena lo vidi muoversi, ritrassi la mano sotto la tavola.
Questa volta non mi sarei fatta illudere così facilmente.
Per tutta la cena stetti in silenzio. Il moro mangiava innervosito. Da lì a poco sapevo che sarebbe scoppiato. Ma non lo fece.
Una cameriera giovanissima ci portò il dessert e rimase a fissare Zayn e Harry al tavolo a fianco per ben cinque minuti. Dopodichè Harry ridendo, le agitò la mano in faccia per farla riprendere.
La ragazza sbiancò alla vista del ragazzo e cercò di dire qualcosa, ma invano.
«Sei una nostra fan giusto?» chiese Zayn.
Lei annuii agitata.
«Calmati, noi siamo persone normali come te» aggiunse Harry.
La ragazza sorrise nervosamente.
«Mi chiamo Sarah Jennifer Smith» balbettò la biondina.
Quel nome non mi era nuovo. Non volevo sbagliarmi, ma quella ragazza era iscritta alla mia stessa scuola.
«Scusa ma noi non siamo a scuola insieme?» mi intromisi.
I suoi occhi azzurri si girarono verso di me e arrossì.
«Si» disse a testa bassa.
Dopodichè un silenzio imbarazzante piombò nel ristorante ormai quasi vuoto a quell'ora.
«Ma queste due ragazze sono le vostre fidanzate?» disse Sarah nel silenzio.
Sbarrai gli occhi. Non volevo sentire la risposta, per nessuna ragione.
Lee aprì la bocca per smentire tutto. Harry le strinse forte la mano e le sorrise per rassicurarla.
«Certo, lei è la mia ragazza» sorrise lui fiero.
Poi Sarah si girò verso Zayn aspettando la sua risposta anche se in faccia si leggeva che aveva capito male.
«Io...io...» balbettò Zayn.
La risposta già la conoscevo. Piena di rabbia presi la borsa e uscii dal ristorante.
Lui mi venne dietro evitando che la porta sbattesse.
Mi fermò per un braccio e mi strinse a se'. Cercai di ribellarmi ma lui era pericolosamente vicino alla mia faccia.
«Ora mi ascolti okay? Lo sai che non sono particolarmente bravo ad esternare i miei sentimenti. Quindi te lo dirò una volta sola» disse lui fissandomi negli occhi.
Ingoiai rumorosamente la saliva. 
Prese la mia mano e la poggiò sul suo petto all'altezza del cuore.
«Lo senti come batte quando sono con te? Quando ti vedo i battiti del mio cuore accellerano. Il tuo sorriso mi fa sentire bene» si fermò. Aveva gli occhi lucidi.
«Fin da piccoli, sei sempre stata il faro che illuminava le mie giornate»
Non potevo crederci. Anzi, non volevo.
«Tu non puoi farmi questo!» gli urlai piangendo e prendendolo a pugni sul petto.
Mi asciugò delicatamente una lacrima che era ancora sul mio viso. Accarezzò con decisone i miei capelli.
«Secondo te perchè porto ancora questa al collo?» disse sfiorandosi la nostra catenina.
Non riuscii a resistere e lo abbracciai così forte da sentire le sue ossa sotto le dita.
Mi staccai subito per paura di avergli fatto male.
Fissai i suoi occhi caramello per alcuni istanti che mi sembrarono interminabili, finchè la sua mano non sfiorò la mia schiena facendomi rabbrividire.
Alzò con un dito il mio mento. Sorrise soddisfatto, come se avesse vinto una sfida con se' stesso.
Avvicinò le sue labbra alle mie, che assaporai alcuni secondi dopo. Allungai le braccia dietro al suo collo giocherellando con i capelli dietro la nuca.
Il bacio divenne sempre più passionale quando le nostre lingue si toccarono. Sapevo che quello non era un semplice scambio di saliva, ma uno scambio d'amore.
Zayn sempre con più foga cercava le mie labbra, senza trovare la forza di porre fine a quel bacio. Ovviamente era quello che volevo anch'io. 
Ci staccammo l'uno dall'altra nello stesso momento, ma Zayn mi diede altri due veloci baci a stampo.
Mi alzai sulle punte, pur avendo i tacchi, per toccare la sua fronte con la mia. Volevo, anzi avevo bisogno di un altro po' di intimità con lui. 
Stavamo quasi per baciarci dinuovo quando qualcuno tossì profondamente, facendoci allontanare di scatto.
«Ero venuta a vedere se andava tutto bene. Ma vedo che qui non c'è bisogno di me, quindi rientro» si affrettò a parlare Lee.
«Vedi che entro domani tutta Londra saprà di noi» dissi a Zayn dopo che la bruna fu rientrata.
«Ah quindi esiste un 'NOI'?» sorrise lui beffardo.
«Cretino» dissi ridendo.
«Si, anch'io ci tengo a te» mi disse per poi prendermi per mano e condurmi all'interno del ristorante.
Si avvicinò a Sarah, ancora mortificata per quello che era successo e soddisfatto le disse: 
«Lei è la mia ragazza» mentre mi stringeva per i fianchi.
Lo guardai allibita per l'affermazione che aveva appena fatto, poi gli sorrisi arrossendo.
Quel momento l'avrei portato per sempre nel cuore. Ne ero sicura.



Ai pipol! (?) scusate se c'ho messo così tanto a postare, ma non riuscivo ad andare avanti.
Questo capitolo è così emozionante per me che mi mandava in tilt. 
Sappiate che questo capitolo esprime tutto quello che provo per quel truzzaccio di nome Zayn c: hahahahaha
okay ora la finisco con la parte romanticona di me LOL
grazie a tutte le persone che mi recensiscono, a tutte quelle che mi dicono cose stupende su twitter,
a tutte le persone che anche se leggono restano nel buio e a quelle che hanno messo me come autore e la mia storia tra i preferiti :')
Ma soprattutto grazie a mia sorella @shesperfectvato su twitter e 'StillBelieve' su efp che rilegge ogni capitolo per vedere se ci sono errori u.u
Vi amo gente 

Ale xx

 
  
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