III. Fear
«Dov'è Edward, Rose?»
La bacia con la delicatezza con cui accarezzerebbe un pulcino, le labbra fredde.
Bella ricorda la fame, la rabbia, l'odore del sangue. Ricorda una girandola di bianco e di rosso e di colori che si mescolavano come impazziti, e odori percepiti con troppa forza, troppa precisione. Ricorda la sua mente - fredda, inumana - e le grida di lui, e gli occhi viola di Rosalie e le sue mani come petali di rose candide che affondavano nella pelle bianca.
Ha paura.
«Non pensare a lui, stupida». Ringhia, il suo angelo, e per un attimo diviene quasi brutto.
«Ci sono io, adesso. Ci sarò io, per te... per sempre».