"Mi
piace bruciare un bastoncino d'incenso quando leggo" un forte profumo
danzava proprio sotto il mio naso, più forte di qualsiasi altro aroma che
avessi mai sentito prima di allora "Proprio come a qualcuno piace
ficcanasare nelle cose degli altri"
Sobbalzai,
allarmata "Santo cielo!" feci cadere a terra il libro. Mi ero
addormentata su 'Anatomia anfibia'.
"Non
sapevo che fossi interessata agli anfibi" Trafalgar Law era in piedi
davanti a me, il bastoncino d'incenso fumante tra le mani. Il suo sguardo era
indecifrabile.
"Mi
dispiace" farfugliai immediatamente "Ti chiedo scusa, non
volevo..." mi agitai senza motivo "Io adoro le rane!" la buttai
lì.
L'assenza di
sorriso sul suo volto mi fece capire che forse stavolta ero andata davvero
troppo oltre. Avrei voluto sparire da quella situazione imbarazzante! Temevo
che mi avrebbe fatto qualcosa, mi avrebbe abbandonata in mezzo al mare o che so
io. Magari mi avrebbe data in pasto alle balene. Deglutii. Ecco che tornava
l'agitazione, questa volta mescolata ad una buona dose di senso di colpa.
Improvvisamente,
m'illuminai "L'ansiolitico!" quale miglior sistema per ritrovare la
calma? Forse Law aveva ragione, rischiavo davvero di diventarne dipendente. Ma,
evidentemente, l'esperienza di Marineford aveva reso
i miei nervi ancora più a fior di pelle di quanto non fossero già.
Veloce come
una gazza, infilai la mano nella sua tasca e trovai ciò che cercavo "Hey, che diamine fai?!" ringhiò il capitano,
bloccandomi il braccio che aveva afferrato la fiala "Capisco perchè ti chiamano 'La gatta ladra'" adesso i suoi
occhi emanavano rabbia "Impressionante la velocità con cui fotti la
gente"
"Trafalgar..."
feci terrorizzata "Ti prego..." mi tremavano le mani. Neanch'io
sapevo quello che stavo facendo.
Si
accovacciò di fronte a me, teneva ancora il mio polso in una feroce stretta
"Che vuoi fare?" mi chiese ad un tratto, rendendosi conto del panico
che balenava nei miei occhi "Vuoi ucciderti, bucarti, fustigarti a sangue perchè ti ho sorpresa nella mia biblioteca privata?"
ecco che tornò il sorriso sarcastico che mi mandava in tilt "Avanti, prova
a fare qualcosa" m'incitò "Sto morendo dalla curiosità"
Mi accigliai
"Non...sei arrabbiato?" balbettai.
Alzò un
sopracciglio, senza smettere di disarmarmi col suo sorriso "Sono furibondo"
"Allora
perchè..." il tremore nella mia voce mi
preoccupò e deglutii un'altra volta. Ma cosa mi prendeva? Scossi la testa
"Reagisci, Nami!" mi ripetei più volte.
"Sai perchè questa porta non è chiusa a chiave, ragazzina?"
quel tono era volutamente suadente? Che cosa sperava di ottenere? Era una
trappola?
Feci cenno
di no con la testa.
"Perchè i miei uomini mi temono" rivelò. Per la prima
volta da quando ero a bordo del sottomarino, ebbi realmente paura di Trafalgar
Law "Non oserebbero mai spezzare un divieto da me imposto" stava
cercando di incutermi timore, ma l'effetto che provocò fu del tutto diverso.
Mi persi nei
suoi occhi grigi "Torna in superficie, Nami"
mi dissi "Rischi di annegarci, lì dentro". La sua mano che stringeva
il mio polso mi trasmetteva un'energia fuori dal comune. Forse non ero
semplicemente pronta per fronteggiare una Supernova.
"Mi hai
capito bene, rossa isterica?" la sua voce era balsamo e spezzò in due il
mio autocontrollo. Mi chiesi se lo facesse apposta...ma stava di fatto che la
fiala di ansiolitico che reggevo si frantumò al suolo, scivolata dalla mia
presa divenuta nulla.
Caddi in
ginocchio di fronte a lui e prima che potesse sentire il rumore del vetro, le
mie labbra furono sulle sue.
Chiuse gli
occhi immediatamente, come se non aspettasse altro, e non oppose resistenza.
Anzi, mi baciò lentamente, intensamente, fino a farmi impazzire.
Quando la
sua lingua toccò la mia, un brivido mi corse lungo la schiena. Avrei voluto che
la accarezzasse, che la mordesse, che la castigasse. I miei pensieri si
azzerarono con un velocità inaudita, fremevo soltanto per avere un maggior
contatto fisico con lui.
Gli posai
una mano sul volto e sentii la sua basetta solleticarmi i polpastrelli.
"Precipitosa,
Nami!" mi rimproverai "Potrebbe essere una
trappola!" feci uno sforzo immenso per mettere a tacere quella vocina
severa che si era scatenata dentro me.
Mi morse il
mento e lo sentii chiaramente indugiare sulla mia gola. Mi sentii mancare. La
paura si mescolò all'eccitazione. Ma la sua estenuante (e studiata) lentezza
non faceva altro che mandarmi ancora di più fuori di testa.
Il mio
cervello continuava ad andare a ruota libera, prima pensando che fosse
pericoloso, poi arrendendosi al piacere.
Lo spinsi a
terra, incauta, e lui, per tutta riposta, fece salire la mano libera lungo la
mia gamba scoperta, fino a raggiungere le natiche "E poi dice di non
essere un malato!" pensai tra me e me.
Le sue mani
erano leggere, delicate, a tratti persino impercettibili. Evidentemente era
abituato a maneggiare i suoi pazienti con cura.
Finalmente,
mi liberò l'altra mano e potei sfilargli la felpa gialla e nera, la quale si
portò via anche il capello. Era strano riuscire a vedere tutti i suoi capelli:
erano folti e neri, scompigliati senza speranze.
Il suo petto
era tatuato come le sue braccia. Lo sfiorai con le dita: tatuaggi strani di cui
non capivo il significato, ma che si stagliavano perfetti sulla sua pelle
liscia.
Poco dopo,
fu lui a posarmi una mano sul volto e a baciarmi nuovamente, un bacio che non
lasciava scampo, di quelli che non vuoi interrompere, da assaporare fino a che
non riesci più a respirare. Per di più, la sua mano sulla faccia mi dava un
certo calore, che ben presto si diffuse per tutto il mio corpo.
Mi sentii
invadere dal desiderio. Ebbi paura: in quell'istante, avrei potuto fargli
veramente di tutto.
Gli baciai
l'orecchio destro, sentendo il sapore metallico dei suoi piercing dorati. Fui
fermata da un gemito che non riuscii a soffocare: le sue mani calde erano tra
le mie cosce.
Ma la mia
bocca affamata cercò di nuovo la sua, e sembrava non saziarsi mai, nutrendosi
delle sue labbra, inumidendosi con la sua lingua.
Improvvisamente,
mi ritrovai senza vestiti sotto di lui. Il profumo d'incenso mi stordiva e
caddi quasi in estasi quando Law cominciò a baciarmi sul collo. Avrei voluto
che arrivasse velocemente all'orecchio, che mi mordesse, che mi scarnificasse,
ma l'astuto chirurgo doveva sapere quanto mi avesse resa impaziente, infatti
tardò un'eternità ad arrivare al lobo. Un tremendo su e giù senza tregua. Avrei
seriamente potuto restarci secca. Ma chi è questo Trafalgar Law? Perchè nessuno me ne aveva mai parlato prima? Lo sa che mi
sta annebbiando la ragione, con queste maledette labbra?
Eccolo di
nuovo tra le mie gambe e il profumo d'incenso...
Ancora una
volta, mio malgrado, dovetti dargli ragione: un orgasmo era proprio quello che
mi ci voleva. Uno come si deve, però. Come non ne avevo da molto tempo.
Quando
provai ad urlare, mi tappò la bocca con la mano, mano che gli morsi e che si
fece mordere senza fare troppe cerimonie. Aveva un buon sapore la sua pelle, e
le sue dita che portavano la scritta 'Death' restarono nella mia bocca per un
tempo interminabile.
Mi lasciai
andare del tutto e gli permisi di succhiare tutte le mie paure, che scivolarono
via assieme alle inibizioni, sbiadite, dimenticate, volatilizzate...
Signor Law,
ma lei è anche il dottore dell'anima? Perchè il
calore del suo corpo sta esorcizzando tutto il dolore che c'era in me. ©
Spero perdonerete la brevità di questo capitolo, ma ho
preferito evitare di esagerare…quando mi lascio prendere la mano sono guai!
Il risultato è un rating arancione scuro! xD
Sanjina99: Sempre grazie per i complimenti, sono contenta che la mia FF
continua a piacerti!
SheylaLaila:
Ecco il punto vivo! Sperando che sia stato di tuo gradimento ;)
Angel_Demon:
Già, anch’io spero che la vera storia di Trafalgar Law assomigli almeno un po’
a quella che ho scritto io…altrimenti ci resterei malissimo!!! xD
Funeral of Hearts:
Non ti eccitare troppo con questo capitolo! xDDDD
A_Classic_GiRl:
Grazie mille per i complimenti, spero che questo capitolo non deluda le tue
aspettative J