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Autore: LuluXI    15/08/2012    4 recensioni
“Terra mitologica? Locus Amenus?” domandò Death Mask, scettico “Ma l’Arcadia non è una regione della Grecia famosa per la sua inospitalità?” domandò il Gold Saint osservando ora il paesaggio ora il cartello.
“Si, ma nella mitologia era un luogo paradisiaco, dove ninfe e pastori vivevano insieme in armonia e senza preoccupazioni.”
“A quanto pare la fantasia supera la realtà…”
(Dal Capitolo 3)

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Alla guerra contro Hades segue un periodo di pace, durante il quale i Saint, riportati in vita, cercano di risvegliare Seiya dall’apparente stato di morte in cui è caduto. Un mattino ritrovano Atena, che era rimasta a vegliare sul Bronze Saint, congelata.
Per dimostrare che gli autori del misfatto non sono Camus e Hyoga e salvare la dea, Milo, Death Mask e Shun partono per la Siberia
Una forza misteriosa li spedisce in quel luogo che nella mitologia è chiamato Arcadia, mentre nell’ombra qualcuno trama per la rovina di Atena e dei suoi Saint. Quali misteri nasconde l’Arcadia? Riusciranno i Saint a fermare la vendetta in atto, mossa da un antico rancore?
[Anche se si cerca di rimanere IC, possibilissimi OOC e l’avvertimento c’è.]
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Aquarius Camus, Cancer DeathMask, Scorpion Milo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Camus vedeva chiaramente l’espressione contrariata di Milo, ma non poté far nulla per cambiare la situazione. Da quando Anatol aveva preso possesso del suo corpo la sua volontà era stata annullata e se inizialmente era riuscito ad esercitare un minimo controllo su quell’entità estranea, alla fine aveva fallito.
 
Se in principio Anatol si era rintanato nell’ombra dopo il congelamento di Atena, non appena i ricordi di quanto aveva fatto erano riaffiorati di colpo nella mente di Camus, la Furia dei Ghiacci aveva deciso di tornare in azione e lui ben poco aveva potuto fare per resistere. Se nel momento in cui era stato costretto a congelare Atena era riuscito a fermarlo per breve tempo, nella speranza che qualcuno lo scoprisse, poi non era più riuscito a contrastare la volontà di Anatol. Sebbene stesse usando la stessa quantità di energia e la stessa ferrea volontà che aveva usato per fermarlo quando aveva attaccato Atena e allo stesso modo si era impegnato per impedire a quello spirito di controllare il suo corpo per colpire Shyriu, fuggire dal Santuario e raggiungere l’Arcadia, non riusciva più a far nulla.
 
Nonostante tutti suoi sforzi, aveva lentamente iniziato a perdere il controllo sui suoi muscoli, per poi scivolare in momenti di oblio in cui nemmeno la possibilità di vedere o sentire gli era concessa. Si ritrovava in un nulla buio ed infinito dal quale riemergeva bruscamente senza preavviso, solo per vedere ciò che gli accadeva attorno. Così nuovamente era scivolato nell’oscurità una volta raggiunta quella radura.
“Ha lasciato passare lo Scorpione”
Quella frase era arrivata fino a lui in quell’oblio senza fine come un flebile sussurro trasportato dal vento.
“Milo sta arrivando”quello il primo pensiero che gli aveva attraversato la mente: il suo compagno era sopravvissuto agli ostacoli che si frapponevano tra lui e la dea e stava arrivando lì, pronto a punire i traditori.
“Lascialo a me: non potrà fare nulla”
Con quell’affermazione era arrivata anche la consapevolezza di quanto sarebbe potuto accadere: Milo non si trovava al Santuario quando Anatol si era mostrato agli altri Saint quindi non poteva sapere che era lui a controllarlo.
Si sarebbe fatto degli scrupoli, avrebbe cercato di convincerlo con le parole a tornare sui suoi passi e Anatol avrebbe approfittato di tutto ciò per ferirlo.
Così aveva usato tutta la sua energia per raggiungere nuovamente la luce e ci era riuscito, per poi trovarsi a faccia a faccia con il suo migliore amico e la sua espressione contrariata, quasi delusa.
 
“Camus…”
Il tono di Milo non lasciava trasparire nessuna emozione ma Camus riusciva a sentirlo, a vederlo quel dolore, celato nello sguardo del Gold Saint.
“Tra tutti, dovevi prendere proprio il corpo di Camus?”
“Che importanza ha, Scorpione?”
Era stata la sua voce a pronunciare quelle parole ma almeno Milo sapeva: in un modo o nell’altro era venuto a conoscenza della verità.
“Ha importanza per me” rispose Milo, mettendosi in posizione di attacco; Camus fece di tutto per impedire ad Anatol di parlare ancora, ma invano.
“Ti conviene dimenticare il tuo compagno, Scorpione, perché Camus non esiste più!”
“NO!”  gridò Camus, ma dalla sua bocca uscì una risata, che si unì a quella della ninfa, ferma lì accanto.
Un’ombra oscurò gli occhi di Milo. “Tu menti…” disse in un sussurro, che tradiva la sua inquietudine.
“La volontà di Camus è stata completamente annullata, e presto ogni suo contatto con la realtà svanirà del tutto! Rassegnati Scorpione dorato, il tuo compagno non tornerà!”
Con orrore Camus osservò il suo corpo assumere la posizione d’attacco.
“Ma non disperarti: lo raggiungerai presto tra i morti!”
 
Anatol scattò in avanti, pronto a colpire, ma il pugno andò a vuoto; Milo ritornò in posizione di difesa, qualche metro più a destra, dopo aver schivato il colpo.
“Camus, so che puoi sentirmi!” la voce di Milo rimbombò nella radura, lasciando trasparire tutte le emozioni che fino a quel momento il Saint aveva cercato di celare. “Non lasciarti usare, reagisci! Fallo per Atena!”
“DIAMOND DUST!”
Milo riuscì ad evitare il colpo all’ultimo, spostandosi ancora una volta.
“Parlare non ti servirà a nulla! Questo corpo è mio!”
Anatol tornò all’attacco; Milo schivò nuovamente il colpo.
Camus osservava impotente quel combattimento.
“Difenditi Milo…”
Un altro colpo da parte del suo corpo, un altro scatto di Milo, questa volta insufficiente:  la spalliera destra della sua armatura rimase congelata.(*)
“Non potrai resistere a lungo Scorpione…è arrivata la tua fine!”
“SCARLETT NEEDLE!”
Il colpo raggiunse Camus in pieno petto, ma lui non sentì nulla; Anatol, con una smorfia di dolore, si lasciò sfuggire un sussurro carico di rancore.
“Kyros ha un degno erede…”
“Adesso mi sono stufato, Signore delle Energie Fredde” fu la risposta del Gold Saint allo sguardo carico di odio del suo nemico: la sua unghia scarlatta era ancora lì, pronta per un altro assalto.
“Come osi rivolgerti con quel tono a m…”
“MI SONO STUFATO DELLA TUA INDIFFERENZA, HAI CAPITO CAMUS?”.
L’urlo di Milo  impedì ad Anatol di completare la frase, lasciandolo stupito quanto Camus stesso.
“Sai perfettamente cosa significa per me attaccarti, Quindi…” Uno scatto verso destra dell’avversario, costrinse Anatol a girarsi.
“VEDI DI RIPRENDERE IL CONTROLLO DELLA SITUAZIONE IN FRETTA! SCARLETT NEEDLE!”
 
Un’altro colpo, dal basso verso l’alto, raggiunse l’addome di Camus, che urlò nuovamente, pur senza provare dolore. Con rabbia, Anatol reagì, ma troppo lentamente: un’altra puntura lo raggiunse alla gamba destra.
Camus leggeva benissimo il dolore mal celato dagli occhi di Milo che nonostante tutto continuava a colpire con precisione, tanto quanto sentiva la rabbia di Anatol crescere ad ogni ferita subita.
La situazione volgeva in netto svantaggio per la Furia dei Ghiacci.
Poi, quando anche l’undicesima puntura stava per raggiungere il suo obbiettivo, il braccio dello scorpione venne bloccato a mezz’aria.
Camus vide con orrore  un ramo di acacia avvolgersi attorno alle braccia e alle gambe di Milo, sollevandolo da terra.
Istintivamente il suo corpo si voltò verso destra, esattamente dove entrambi i due guerrieri dei ghiacci desideravano guardare: qualche metro più indietro Thekla teneva il braccio destro sollevato con il palmo della mano rivolto verso l’alto.
“Ora mi sono stufata io di te, Scorpione dorato. Quell’aculeo mi ha già ostacolato una volta, non gli permetterò di farlo di nuovo!” Con un gesto fulmineo, chiuse la mano a pugno e le spine dell’acacia si conficcarono nella carne, forando l’armatura dorata, ma Milo non emise un lamento.
“E’ ora di scrivere l’Epilogo di questa storia…” disse Anatol, divaricando le gambe e alzando entrambe le braccia al cielo, intrecciando le dita.
“LASCIA SPAZIO ALLE EMOZIONI CAMUS!”
Quell’urlo arrivò chiaro fino al Saint dell’Acquario, prigioniero del suo stesso corpo.
 
“CAMUS!”
Schivando l’ennesimo pugno, Milo dello Scorpione saltò addosso all’amico.
“Milo! Smettila, ci stiamo allenando!” aveva risposto un giovane Camus dell’Acquario, scrollandosi l’amico di dosso. “Cerca di essere più serio!”
“Uffa!” era stata la risposta imbronciata dello Scorpione, che si era rimesso in piedi. “Sei sempre così gelido tu, quando combatti!”
“In battaglia non bisogna lasciar trasparire nessuna emozione. Altrimenti il nostro nemico potrà sfruttarle a suo vantaggio!”
“Ma le emozioni sono ciò che spinge un uomo ad agire!” aveva replicato Milo “Senza di loro io non potrei mai combattere”.
 
Erano sempre stati diversi loro due, fin da bambini, soprattutto sul campo di battaglia: freddo e distaccato uno, emotivo ed impulsivo l’altro. Camus non si era mai soffermato sulle parole che Milo aveva pronunciato quel pomeriggio, durante l’allenamento: aveva solamente osservato il compagno mettere in pratica quella sua versione dei fatti. In quel momento, tutto gli appariva più chiaro, soprattutto ciò che aveva portato Milo ad attaccare il suo corpo. Un sentimento, un’emozione: la rabbia.
“Di addio alla tua Dea e ai tuoi Compagni, Scorpione dorato! AURORA EXE…”
 
“Aaah!”
L’urlo di Thekla bloccò il colpo di Anatol sul nascere e lo costrinse a voltarsi.
“Scusa il ritardo Milo: questo bosco è un fottutissimo labirinto.”
Death Mask aveva una mano stretta attorno al collo di Thekla, mentre con l’altra la teneva ferma.
“Ora Camus, vedi di darti una calmata. E tu, stupida ragazzina, libera Milo e la dea Atena, ADESSO!”
“Death Mask, fai attenzione, quello non è Camus!” urlò Milo, mentre cercava di liberarsi.
“A quanto vedo Atena non solo ha chiamato in suo aiuto il successore di Kyros, ma anche quello di Ramirez…” disse Anatol, con un’espressione di puro odio dipinta sul viso. “Bene, molto bene: vorrà dire che quando avrò finito con lui mi occuperò anche di te, Cavaliere del Cancro.”
Detto questo, tornò a voltarsi verso Milo.
“Bene Scorpione, torniamo a noi” disse, tornando in posizione di attacco.
“Un altro movimento e la ammazzo!” fu la sentenza di Death Mask, e Anatol si lasciò sfuggire una risata.
“Lei è una ninfa, mio caro Cavaliere, e per giunta è sottoforma di puro spirito: non puoi farle nulla.”
Con la coda dell’occhio Camus riuscì a vedere Thekla che diventava impalpabile e si liberava dalla stretta di Death Mask, richiamando a se i suoi poteri.
“E’ finita Scorpione, AURORA EXECUTION!”
 
 
NOTE:
(*)Non potevo perdermi il richiamo alla battaglia tra Hyoga e Camus. No, non potevo xD peccato che qui Hyoga non c’è ed è Camus (o, se vogliamo essere pignoli, Anatol) a congelare parte dell’armatura del suo compagno d’arme/ migliore amico/ amico/ vilascioliberainterpretazione ù.ù Si, qualcuno lo immaginava già e la tentazione di cambiare le cose c’era, ma NON POTEVO non farli combattere: sarebbe stato tutto  molto meno emozionante e non ci sarebbe stata suspence ù.ù
Tornando alle cose serie, siamo arrivati alle parti che odio di più: i combattimenti. Non perché non mi piacciano (non mi piacerebbe Saint Seiya se fosse così, visto che si pestano nel 99% dei casi xD), è che è sempre un dramma descriverle. Una cosa è vedere le immagini di una battaglia, una cosa è scrivere in modo che il lettore riesca a visualizzare il tutto nella sua mente, in maniera quantomeno decente… Quindi, sono un dramma perché NON SO se si capiscono (a voi l’ardua sentenza, mi preparo a tutto.).
Che altro dire? Thekla forse rischia di degenerare in una Mary-Sue: insomma, può rendersi intoccabile e controlla piante che spaccano armature… a sua difesa dico che è straincacchiata, a casa sua (nel mondo con le SUE regole) ed è una divinità minore, e tanto basta (a mio modestissimo giudizio, che può non essere condiviso xD).
Per il resto si, sono perfidissima a mollarvi sul più bello (soprattutto ADESSO, che non aggiornerò più fino a settembre, causa vacanze e zero connessione), ma un po’ di suspence, come ho già detto, ci vuole, altrimenti non sareste qui a leggere!
Detto questo, alla prossima belli, e grazie a tutti voi che ancora seguite =D
 
PS:“Scusa il ritardo Milo: questo bosco è un fottutissimo labirinto.”[Cit. Death Mask] Ogni volta che la rileggo,muoio dal ridere…e non so perché! xD
PPS: Visto? Ho lasciato un po’ di spazio anche a Camus!
 
   
 
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