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Autore: Rosie Bongiovi    15/08/2012    2 recensioni
“Cosa vuoi da me?” chiese la ragazza, con voce rabbiosa.
“Volevo vedere.. Se la mia creatura era diventata una cacciatrice degna di questo nome.. E mi fa piacere che sia così”. Quelle parole lasciarono disorientata la ragazza, che si sedette di fianco a lui, guardandolo in maniera confusa.
“Di che cosa stai parlando?” domandò, senza smettere di essere sulla difensiva.
“Oh è vero, che stupido. Non puoi ricordarti di me” rispose, massaggiandosi il petto e facendo un altro colpo di tosse. “Cara la mia Nightmare, sono Jonathan Phoenix, l'uomo che ti ha trasformata in quello che sei una trentina d'anni fa"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ci segua pure” disse il ragazzo che aveva annunciato la vittoria di Nightmare. La ragazza era appena tornata al suo stato naturale, dopo aver spaventato a morte il conducente dell'elicottero ed un'altra decina di persone, che la stavano attendendo fuori dalla residenza di Jin Kazama.

: - Se avesse vinto Kuma o Bryan, cosa avreste fatto, sareste morti di infarto? - si chiese, scuotendo la testa.

Il luogo in cui abitava Jin era un enorme castello, in perfetto stile medievale. C'erano numerosi soldati, gli stessi che avevano tolto la vita alla nonna di Night e che avevano posizionato la bomba per uccidere anche lei. Li guardò tutti con disprezzo e passò oltre, rendendosi conto che non potevano essere le stesse persone di chissà quanti anni prima, ma solo dei burattini comandati dal nuovo dirigente della Mishima Zaibatsu.

Nightmare entrò in un lungo, lunghissimo corridoio, sul quale si affacciavano una trentina di porte. A dispetto dell'esterno, che poteva far pensare ad un arredamento antiquato, l'interno era pieno zeppo di computer, schermi, telecamere e macchine di ogni genere, che restavano accese costantemente. Riuscì a guardare il suo riflesso in uno schermo al plasma spento, e intravide una figura ricoperta da fango, con i capelli spettinati e due occhi contornati da lividi. Se fosse stato per Nightmare, avrebbe corso volentieri a nascondersi per cercare una doccia. Inoltre era stremata, le forze avevano preso una meritata vacanza e avrebbe voluto seguirle volentieri.

“Prego, entri pure qui” annunciò un soldato, aprendo un'enorme porta di legno, alta forse tre metri. Non appena la ragazza varcò la soglia, quella porta venne chiusa violentemente, creando un boato che la fece sobbalzare. Nella stanza c'era poco o niente. La cosa che saltava subito all'occhio era una sontuosa sedia ricoperta da un tessuto rosso. Ricordava vagamente un trono.

“Oh.. Finalmente è arrivata la nostra piccola Josette”. Nel sentire quel nome, la giovane spalancò gli occhi. Di fronte a lei comparve un uomo con le braccia incrociate, non eccessivamente alto, ma da una muscolatura invidiabile. Indossava un kimono nero ed aveva in vita una cintura rossa. Scalzo, si avvicinò a Nightmare che indietreggiò, inquieta. Lì non doveva esserci Heihachi. Avrebbe dovuto incontrare Jin. Era a lui che aveva bisogno di chiedere chiarimenti e, magari, il giovane Kazama sarebbe passato dalla sua parte, aiutandola in questa lotta contro quest'uomo, per il quale il potere era alla base di tutto.

: - Dopotutto, è quello che volevi. Volevi raggiungere anche il signor Mishima in persona, no? E' per lui che sei arrivata fin qui, Night -.

“Ne è passato tanto di tempo. Probabilmente non ti ricordi nemmeno di me” disse, riservandole un sorriso languido.

“Perché dovrei?” domandò ella, continuando a camminare all'indietro, mentre Heihachi la seguiva, compiendo passi lenti. Accennò una risata e parlò.

“Un giorno sono venuto a far visita a te e a tua nonna. Ti stavi allenando. Il problema è che lei era molto, molto paranoica. Pensa, aveva paura che io potessi farti del male! Assurdo, no?”. Rise ancora e sembrò rimanere deluso dal fatto che, invece, Nightmare non aveva la minima intenzione di cambiare espressione sul suo volto.

“Ne hai fatto a lei, di male” sibilò la ragazza, rivolgendogli uno sguardo sprezzante. Avrebbe voluto ucciderlo in quell'istante, se solo avesse potuto. Avrebbe costretto le sue forze a tornare dal mare o dalla montagna o da dove erano andate, pur di togliersi quel peso dallo stomaco. Heihachi sbuffò, come se si stesse annoiando a morte, da un momento all'altro.

“Beh, ora non esageriamo” replicò, sedendosi su quella sorta di trono. “Lei mi aveva provocato. Sapeva troppe cose e poi, siamo sinceri, non mi serviva più. Non che mi avesse detto molto, precisiamo. E' stata piuttosto inutile, ma ho apprezzato lo sforzo”. La ragazza non poteva credere a quel che aveva appena sentito. Quale razza di essere umano poteva parlare in quella maniera?

“Tu l'hai ingannata!” urlò Nightmare, facendo del male ai suoi stessi timpani. Si avvicinò velocemente ad Heihachi, con passi lunghi e ben distesi, rischiando addirittura di rompere le mattonelle. Stava succedendo qualcosa dentro di lei, per la seconda volta in quella giornata. E non avrebbe fatto nulla per impedirlo. “Tu ti sei preso gioco di lei, approfittando del fatto che si fosse innamorata di te!”. La sua voce si alzò ancor di più.

“Piccola, coraggio, non farla così tragica.. E' morta, sono cose che capitano. Ormai è successo, su su”.

“Hai mandato dei soldati a farla fuori! Sei l'essere più schifoso che sia mai esistito!”. Si ritrovò di fronte a lui, che sogghignava sotto i baffi. Questo fece aumentare ancor di più la rabbia di Nightmare, che ora provava solo un enorme bisogno di vendicarsi e nient'altro. Il suo sangue stava bruciando sotto la sua pelle e sentì la sua mente improvvisamente vuota, sdoganata da ogni pensiero. Era una sensazione indescrivibile e, in un momento simile, la ragazza non poté fare a meno che esserne felice.

Felice perché la sua vendetta stava arrivando ed Heihachi sarebbe morto tra le sue mani. E allora sarebbe stata lei a ridere, e avrebbe detto 'Ormai è successo, su su'.

Mise a tacere il ribrezzo che nutriva nei confronti di quell'uomo e concentrò tutta la sua attenzione nei muscoli, nelle ossa. Il dolore provocato dalla rottura della pelle della schiena, per permettere alle ali di spuntare, quello alle gengive, per permettere ai canini di uscire, ed il bruciore agli occhi, perché le iridi si riempissero di rosso e perfezionassero la sua vista, erano il nulla. Il nulla, in confronto alla voglia di ferirlo, che aveva superato ogni cosa.

Si pentì di tutti quei pensieri, solo per un piccolo istante. Uccidere, ferire.. Non erano gli insegnamenti della donna che voleva vendicare. Ed era solo colpa della sua trasformazione se, in quel momento, non c'era nessun altro sentimento, se non l'odio, un odio tangibile e profondo.

“Meraviglioso.. Meraviglioso..” commentò Heihachi, che osservava Nightmare con aria affascinata, come se non avesse mai visto qualcosa di così maestoso, ad eccezion fatta per Jin e Kazuya nel momento della loro di trasformazione.

“Ora, ora vedrai che cosa ha provato mia nonna, quando hai mandato quelle persone ad ucciderla!” tuonò Night che, non appena volò, per scagliarsi contro l'uomo, si ritrovò a terra. Urlò dal dolore e iniziò a contorcersi, portandosi le mani sulla testa. Ormai era lì lì per perdere i sensi, con una lunga siringa conficcata nel collo.

: - Ma che cosa mi sta succedendo? Dio, non riesco a tenere gli occhi aperti! -.

“Ben fatto. Davvero ben fatto” disse l'uomo, battendo le mani.

: - Che sta facendo? A chi applaude? Perché non mi sta picchiando? -.

“La ringrazio, signor Mishima”.

: - Quella voce... Quella voce. Lasciatelo andare, prendete me! Tu scappa, scappa, scappa, te ne prego! -.

“Forza, ora portala via. Non ho intenzione di perdere tempo. Voglio andarmene da qui con quest'angelo e raggiungere il dottor Boskonovitch”.

“Subito, signore”.

: - Cosa? Non.. Non può essere.. -. Gli occhi della giovane si stavano riempiendo di lacrime e, forse, questa fu l'unica cosa che le permise di rialzare le palpebre e vedere le due persone di fronte a lei.

“Ah, un attimo solo” disse Heihachi, bloccando l'uomo, che aveva già caricato Nightmare sulle spalle.

: - Ti prego tu..-.

“Ottimo lavoro, Phoenix”.

: - Tu non puoi farmi questo.. Io.. -. Poi la ragazza perse definitivamente coscienza, svenendo, e Jonathan annuì con sguardo riconoscente, uscendo dalla stanza.

 

 

Christie e Paul POV.

 

“Che.. Che dolore atroce..” mormorò la brasiliana, portandosi una mano sul fianco.

“A chi lo dici” rispose il biondo, massaggiandosi le tempie. “Mi sta esplodendo il cranio”.
“Dov'è Nightmare?” chiese la ragazza, sedendosi di scatto. Cercò di ricordare quel che era successo e l'immagine di Kazuya si fece spazio nella sua mente. Li aveva colti all'improvviso e, con solamente un paio di pugni e calci, li aveva eliminati dal torneo, senza pietà.

“Ho un orribile, orribile presentimento” sussurrò il motociclista, alzandosi e facendosi scrocchiare la schiena.

“Volete sapere dov'è finita Josette, non è vero?” chiese Xiao, parcheggiando una moto nera con delle fiamme oro, di fronte a Christie e Paul.

“Sai dov'è?” domandò subito il biondo.

“Sì, ma abbiamo bisogno dei rinforzi. Ed io so perfettamente a chi chiedere aiuto” rispose la cinesina, riservando loro un sorrisetto malizioso.

“Se questa è una trappola tua e del tuo fidanzatino allora io”.

“Nessuna trappola, Phoenix. Volete salvare o no la vostra amica?” domandò infine. I due si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi dissero all'unisono: “Ci sto”.

“Bene, allora seguitemi, non c'è tempo da perdere”.

“Ehm.. Xiao, tu hai una moto.. Noi ci metteremo anni” osservò Christie.

“Ma per chi mi avete presa? Date un'occhiata là” suggerì, indicando una Land Rover Defender color verde militare.

“Notevole” commentò la giovane, correndo al sedile del conducente. Nonostante Paul avesse iniziato a pregare Xiaoyu perché lei gli cedesse la moto, fu costretto a sedersi di fianco a Christie, con tanto di broncio.

“Dobbiamo arrivare alle spiaggia. Una volta lì.. Beh, abbiamo bisogno di sbarazzarci di qualche guardia per rubare uno yacht” spiegò la cinese, mettendo in moto e partendo. Nell'arco di cinque minuti, i tre erano giunti al molo. La brasiliana, però, non aveva la minima intenzione di fermarsi o rallentare.

“Che stai facendo?!” le gridò Paul, attaccato con tutte le sue forze alla maniglia dell'auto. Di certo si potevano dire molte cose sul conto della signorina Monteiro, ma non che la sua guida fosse sicura.

“Giochiamo a bowling!” rispose quella, che, dopo essersi avvicinata pericolosamente ai soldati con i fucili puntati verso la Land Rover, li investì in pieno, facendoli cadere tutti in acqua. “Strike!” esclamò infine, sorridendo soddisfatta di se stessa.

“Devo vomitare..” mormorò il biondo, scendendo dall'auto.

“E tu vorresti essere l'uomo più forte del pianeta? Ma fammi il piacere!”.

“Ehi, suocere, non c'è tempo per litigare. Forza, andiamo” ordinò Xiao, salendo a bordo dello yacht e mettendosi ai comandi.

“Ora puoi dirci dove stiamo andando?” chiese Christie.

“Residenza Kazama. Sono stati gli uomini di Heihachi a prendere Nightmare, di certo non Jin. La cerimonia di chiusura non si sarebbe mai svolta con un uomo in smoking che urlava al vincitore di seguirlo su un elicottero. Io non ho fatto in tempo ad avvertire Night, ma l'ho vista mentre saliva a bordo ed è stato troppo tardi”.

“Ma.. A quale scopo Heihachi l'avrebbe presa?” domandò Paul, confuso.

“Allora voi non avete visto niente.. Nightmare è in grado di trasformarsi in.. A dire il vero, non so dirvi bene in che cosa. Sembra una sorta di angelo dalle ali nere e con una forza sovrumana. E per il nostro vecchio Mishima, è un'opportunità da non lasciarsi sfuggire, se riuscirà ad estrapolare il suo potere e ad inserirlo dentro di sé. Sta cercando di fare la stessa cosa da anni con il gene Devil di Kazuya e Jin, ma senza buoni risultati. Night però è più debole e temo che non sia riuscita a sfuggirgli. Ecco perché dobbiamo darci una mossa, chiedere i rinforzi a Jin e sperare che vada tutto per il meglio. Altrimenti Nightmare morirà, Heihachi otterrà il suo potere, la Mishima Zaibatsu tornerà in suo possesso e allora sì che saranno lacrime amare”.

 

Nota dell'autrice

Saaalve popolo di Tekken! Mi sono divertita un sacco a scrivere questo e i successivi capitoli.. Ormai, purtroppo, siamo agli sgoccioli *comincia a preparare il suo suicidio causato dalla depressione*.

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo.. Ne succederanno di tutti i colori, perciò preparatevi!

Ringrazio quei tre tesori di Lady Phoenix, Orsacchiotta Potta Potta e Angel Texar Ranger.

 

Ci leggiamo tra due giorni!

 

Rosie

 

  
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