Ci furono pochi attimi in cui Draco poté riprendere fiato e far decelerare il suo  impazzito battito cardiaco. Mise una mano sulla porta e poi ci appoggiò la testa, quel gesto aveva un vago intento di farle sentire la sua vicinanza ma sapeva benissimo che, dall’altra parte, non poteva sentirlo e che tra loro c’era più di una porta: c’era un muro. Un muro fatto di silenzi, incomprensioni,  cose non dette e paure. Ma Draco Malfoy aveva appena fatto più di un passo per abbatterlo, ormai era in ballo e doveva ballare, non l’avrebbe certo fermato una sola porta chiusa in faccia.
Quindi ebbe l’accortezza di sussurrare:  - Hermione, aprimi! Ti vorrei  parlare – inaspettatamente scoprì che la gentilezza  aveva il potere di acquietargli l’animo; avrebbe ricorrervi più spesso.
Dall’altra parte lei rimase con la schiena appoggiata alla porta a singhiozzare lievemente  con gli occhi bagnati  e nessuna lacrima che voleva scendere.  Aveva passato momenti in cui aveva desiderato quel contatto, quel gesto, da parte di Draco ed era arrivato, disperatamente tardi ma era arrivato e lei non era ancora pronta.  Aveva avuto paura, per questo non lo aveva affrontato prima, fino al punto di dirgli bugie, di evitarlo, di sobbarcarsi da sola  una pesante responsabilità e avrebbe pagato le conseguenze di queste sue azioni tutta la vita. E ora, dopo ciò che aveva fatto,  aveva ancora più paura; quella paura che deriva dalla colpa ed è l’unica paura che avrebbe senso di esistere perchè ci dovrebbe impedire di compiere simili sciocchezze.  Aveva anche compreso che la paura é la peggior nemica di un essere umano e in particolare di qualcuno che deve affrontare il cambiamento. Ed ora la bloccava. Avrebbe voluto trovare una soluzione facile al pasticcio in cui si trovava, sarebbe stato meglio se qualcuno fosse venuto a salvarla, a strapparla via da quella situazione, prendendosi in questo modo la responsabilità delle sue bugie e delle sue colpe. Ma le cose non funzionano così. E se la persona che stava aspettando in quel momento fosse proprio Draco? Dopo tutti i castelli che lei aveva  creato, sarebbe stato comunque facile scaricargli addosso la responsabilità di tutte le colpe che sentiva di avere. E lentamente si girò e riaprì la porta.
Rimase immobile un’istante e poi lui, inaspettatamente, l’abbracciò. Ed era un abbraccio che esprimeva diversi sentimenti anche contrastanti l’uno con l’altro ma soprattutto il desiderio  di colmare il vuoto che le distanze tra loro avevano lasciato  in tutti quei mesi. E si fece sempre più stretto.
Inaspettatamente da quella persona aveva trovato conforto.
Ora Draco avvertiva fortemente le forme di lei che faceva premere sul suo corpo ed era la prima volta che sentiva davvero tutta l’ansia che provocava la consapevolezza di  ciò che stava per nascere; ma rimase ancorato a lei. Non la voleva lasciare. Non avrebbe mai voluto lasciarla ne prima e, sorprendentemente, nemmeno ora.  L’unico ostacolo è che non era una cosa facile da spiegare e da spiegarsi. Non aveva le idee molto chiare sulle proprie intenzioni.
Quando poco, o molto, tempo dopo si sciolsero timidamente dall’abbraccio, l’imbarazzo li portò prima a girare gli occhi verso altre parti prima che sull’altro. E nel momento in cui i loro sguardi si incontrarono a Draco scappò un accenno di sorriso.