The Seventh
PARTE 2: Being.
•
Passion,
Setsback, Introducing.
Tell me
what do you do, when it all falls apart
PLINPLON.
Attendo
giusto qualche secondo prima di aprire la porta, fingendo di non essere già li
dietro.
"Steve!
Che sorpresa!"
Non
è vero, per un fortuito caso ero affacciata alla finestra quando ho visto la
sua moto arrivare e questo mi ha dato il tempo di darmi un’aggiustatina
ai capelli e alle sopracciglia, una lavata ai denti e togliermi di dosso
l'inguardabile pigiamino rosa di Dumbo
regalatomi per scherzo da Natasha per infilarmene uno
decisamente meno castigato e che gli risulti familiare. Ed infatti dopo avermi
salutato porgendo un mazzo di rose rosse, mi guarda ed esclama: "Betty Boop!
Non pensavo che fosse ancora famosa!"
Fingo
casualità nel soggetto del mio striminzito pigiama e lo invito ad accomodarsi
mentre prendo un vaso dove mettere i fiori.
"Cosa
posso offriti? CocaCola, Birra, Soda al limone... ho
anche della vodka in freezer, ma ti avverto che è di Natasha
ed è roba piuttosto forte."
"Una
CocaCola va benissimo, grazie." Steve sorride e per
poco il mazzo non mi cade di mano: ha un sorriso talmente radioso che illumina
tutto il soggiorno. "Non sai quanto sono contento di vederti star
bene."
"Beh,
il siero sta facendo ancora effetto, finché dura basta un'iniezione al giorno e
tiene sotto controllo tutto." Non riesco a trovare nessun vaso, così per
opto per l'ex boccia di Frankenstein: era il nostro pesce rosso, ma io e Nat non riuscivamo mai a metterci d'accordo per nutrirlo,
così nel dubbio continuavamo a dargli da mangiare. Di ritorno da una missione, Nat mi fece sedere sul divano e tenendomi la mano mi condfidò di quanto fosse certa che anche gli animali
possedessero un'anima e che quelli buoni andassero in Paradiso, assicurandomi
che Frankenstein era sicuramente uno di loro. Lasciammo scivolare il suo pingue
e fragile corpo squamato nel water intonando una ballad
russa delle t.A.T.u. dopo una breve funzione
ufficiata via Skype da Coulson.
"Comunque, nel complesso, sto bene."
Ci
stappiamo un paio di CocaCole e mi chiede dove sia Natasha. "Ho cacciato lei e Clint a cenare fuori e poi
al cinema, non ne potevo più di vedermeli girare attorno e anche loro avevano
bisogno di staccare un po' la spina."
"Allora
loro due... è vero che..."
Alzo
gli occhi al cielo: in realtà la cosa non è mai stata ufficializzata davanti
agli altri, ma dato che Banner li ha beccati in flagrante in uno sgabuzzino
dopo che sono uscita dal coma, direi che è inutile negare. "Da dopo la
battaglia di Manhattan Clint ha praticamente fatto il nido qui."
"Oh!"
Steve si guarda attorno e sbatte gli occhi, un po' confuso. "...quindi tu
e Nat dormite nella stessa stanza?"
Per
poco non sputo la CocaCola. Va bene tutto, però...
"Ehm... Steve, veramente…"
Si
batte la mano sulla fronte e scoppia a ridere: "Si, si, hai ragione...che
stupido... è che... non ci sono ancora abituato a tutta questa... familiarità
nelle relazioni. Ecco."
Oh, tesoro, ti ci abituerai.
Già mi immagino le facce di Clint e Nat che si
ritrovano davanti Steve per colazione.
Domani
mattina, magari.
"Un
passo per volta" mi sforzo di pigolare, anche se da come accavallo le
gambe e mi appoggio allo schienale della sedia ho intenzione di comunicare
tutt’altro.
Restiamo
un secondo in silenzio e poi Steve ricomincia: "Vuoi ridere?"
"Sempre!"
"Thor
ha intenzione di presentare Jane ai suoi genitori."
Scoppio
a ridere, certe cose sono davvero così simili in tutti i mondi? "Davvero?
Oh, allora è una faccenda seria!"
Capisco che Thor voglia fare un passo in avanti prima che Thanos
si ripresenti a chiedere il conto del simpatico scherzetto che gli abbiamo
giocato e far conoscere alla sua gente la persona a lui più speciale, però
davvero, non riesco a smettere di ridere al pensiero.
"E
ci ha invitati tutti su Asgard per celebrare
l'evento."
Alzo
un sopracciglio. Cosa? Asgard è stata praticamente distrutta meno di una settimana
fa, il pericolo non è ancora passato e i suoi abitanti preparano un gigantesco
banchetto per la presentazione della fidanzata del principe? La loro lista
delle priorità avrebbe bisogno di una ricalibrazione.
"Se
ci pensi, la cosa ha senso" ribatte Steve, tamburellando le dita sul piano
del tavolo. "Potremmo essere tutti morti tra poco. Tanto vale... fare
quello che desideriamo, no? Goderci quel poco che ci resta."
Oh,
si, eccome ragazzo. Ora si che parli la mia lingua. Senza rendermene conto
sorrido. Forse un po’ troppo invitante. “Per cosa stiamo vivendo a fare, se non
possiamo neppure assaggiare quanto di più saporito la vita ci sta offrendo ora?”
Steve
deglutisce. Si appoggia al tavolo, una mano scivola sulla superficie, trova la
mia.
Le
nostre dita si intrecciano.
Non
posso più resistere. Spingo la CocaCola di lato, mi
sporgo dalla sedia e premo le labbra su quelle di Steve.
Esita
per la breve frazione di un istante, poi sposta tutto il tavolo e gli sono
addosso. E' come se venissimo sopraffatti da un tornado, da un turbine di
sensazioni, emozioni, calore e desiderio.
Mi
stringe a sé e mi alza appoggiandomi sul tavolo. Gli circondo i fianchi con le
gambe senza smettere di baciarlo e penso a quanto
sia dannatamente bello che abbia deciso di mandare a ramengo la cavalleria
Anni 40 che lo caratterizzava. Le mie mani percorrono i suoi addominali, i
pettorali scolpiti e le spalle perfette, mentre lui dedica le labbra
all'esplorazione del mio collo.
Avrò
un succhiotto enorme, ma chissenefrega. Ho cerone in
abbondanza per coprirlo.
Lo
aiuto a sfilarsi la giacca e gli sbottono la camicia facendogli saltare un paio
di bottoni e lancio entrambi gli indumenti sul pavimento, insieme alle mie
ballerine e al top del pigiama. Lo stringo di più a me e mi sento al settimo
cielo. Oh, andiamo... sono avvinghiata a Captain America! E' da quando l'ho visto la prima volta che desidero
questo momento.
E
da come si prodiga nei miei confronti direi che vale lo stesso. Mi alza di
nuovo, non si stacca da me ed io mi ci aggrappo, poi punta verso il corridoio e
io faccio appena in tempo ad indicargli la porta a destra che mi ritrovo
appoggiata al letto. La cintura dei suoi pantaloni vola da qualche parte della
stanza e sto per attaccare la zip quando si ferma e mi prende la mano.
Se
la porta alle labbra e la bacia, riempiendomi di brividi.
Poi
abbassa gli occhi celesti e mormora che non può.
Come? Cosa? Credo di non aver capito
bene. "Mi dispiace Addison ma..."
Si scosta da me che resto immobile. Stato di shock è il termine esatto.
Si
siede sul materasso sospirando. "Steve, certo certo che puoi...
tu...io..."
"Non
posso. Davvero. Mi dispiace."
Si
alza e recupera la cintura, uscendo quasi di corsa dalla stanza a recuperare il
resto dei vestiti. "Mi piaci, mi
piaci un sacco ma non riesco. Non ora e non in questo modo. Non con una
guerra alle porte e la possibilità di perdere qualcuno a cui tengo così tanto
di nuovo."
Recupero
la maglietta del pigiama ma non me la infilo: "Tu…
tu non mi perderai... davvero, Steve, non dicevi di 'goderci il momento' e..."
"Non
riesco!"
"Ce
la stavi facendo benissimo, parola mia, sono un'esperta nel campo." Mi
pento subito di averlo detto perché Steve mi rivolge uno sguardo decisamente
perplesso, quasi ferito. "Io... beh, ecco... forse è meglio se torno a
casa, d'accordo?"
Alzo
le braccia sconfitta. Ho ancora sulle labbra il sapore della sua bocca e mi
sembra di sentire ancora la sua vicinanza, ma sono troppo delusa ed amareggiata
per provare a fermarlo.
Dovrò
farmi una doccia gelata.
Steve
si riveste paonazzo in volto e anche io mi rimetto la casacca del pigiama. Lo
riaccompagno alla porta.
"Mi
dispiace, sul serio. E tu mi piaci. Sul serio. Per questo non voglio che la
nostra sia una... follia consumata in fretta e furia con la spada di Damocle
della fine del mondo sul collo. Io voglio... voglio dell'altro e..."
"Arrivederci
Rogers." chiudo la porta.
Forse
sono stata eccessiva, ma sono troppo arrabbiata per provare a mitigare. Troppo
delusa.
Ritorno
nel mio pigiama rosa e mi butto sul divano.
La
porta d'ingresso si apre e Clint accende le luci. Sta ridendo e ha Nat sottobraccio.
Trasalgono
quando mi vedono sul divano circondata da cartacce di tortillas
e popcorn, tre birre vuote, due shots di Tequila, una
confezione di gelato affogato in una valanga di sciroppo d'acero e una marea di
rose triturate e sparse ai piedi del divano
"Oh!
Ti senti meglio allora... ti è tornato l'appetito!" Fulmino Clint con lo
sguardo e Nat capisce al volo che c'è qualcosa che
non va. "Aspettami in camera" gli sussurra all'orecchio. "Arrivo
subito."
Quando
le orecchie di Clint sono fuori dalla nostra portata le racconto tutto e si
lascia andare ad un lungo sospiro prima di sedersi di fianco a me per poi
passarmi un braccio attorno alle spalle. "Cosa posso fare per aiutare la
mia amica?"
Alzo
le spalle sconsolata.
"Ho
un’idea: che ne dici se ci riguardassimo Bambi insultando i suoi amichetti e
brindando allo sparo del cacciatore?"
Santa
Natasha. Tu si che mi capisci.
Alla
fine opto per infilarmi il vestito del giubileo di Amon:
Direi è quello che farà più colpo di tutti e ho necessità che TUTTI rivolgano
sguardi sbavanti alla sottoscritta e che anche Steve stesso si renda conto a
CHI abbia detto di no.
Che rabbia. Che nervi.
La
fasciatura sull'avambraccio sinistro fa a pugni con la gonna di raso nero e
ancora di più con il corpetto-gioiello argentato.
Cerco
di camuffarla ma non mi riesce molto bene. Pazienza, tanto agli Asgardiani le ferite di guerra piacciono. Spingo la cintura
al limite sotto i fianchi, in modo che spunti il tatuaggio del Corvo con le ali
spiegate sul basso della schiena: è sempre risultato molto intrigante ed è di
questo genere di attenzioni che ho bisogno ora.
Dopodiché
riempio una siringa con una fiala e mi pratico l'iniezione giornaliera: ho
imparato a farmela da sola quando Hill si è ricordata del suo terrore per gli
aghi dopo avermi perforato il braccio, scappando via a gambe levate lasciando
la siringa conficcata nella pelle. Una scena talmente raccapricciante da aver
fatto tagliare la corda anche a Stark e quasi svenire
Thor.
Ad
ogni modo, quel siero brucia. I primi dieci - quindici secondi sono una
tortura. Mi mordo il labbro inferiore e mi massaggio la zona dove ho praticato
l'iniezione. Lentamente il dolore svanisce.
Secondo
i medici il mio fisico ha una resistenza eccezionale per non essersi ancora
assuefatto al siero: un uomo normale poteva resistere per circa tre, quattro
giorni. Io sono già al sesto e apparentemente sto bene.
Non
sono ancora riuscita ad ammettere con nessuno di come la punta delle dita mi si
intorpidisca frequentemente, di come sento di avere il fiato corto con più
facilità rispetto a prima e che i miei poteri stiano lentamente scemando. Se
continuo così, in battaglia avrò poche speranze.
E
nessuno ha idea di come trovare un antidoto. Ho quattro alchimisti del Limbo,
la divisione medica dello S.H.I.E.L.D. e quella
chimica - farmaceutica delle Stark Industries che lavorano praticamente giorno e notte, eppure
nessuno ci sta saltando fuori con la cura.
Credo
di poter capire in pieno Banner. E' vero, io non rischio di perdere il
controllo e di uccidere persone innocenti, ma il suo tempo non è così limitato
come il mio.
Mi
guardo allo specchio e cerco di mantenere il mio sguardo fermo e deciso. Non do
a vedere a nessuno la mia preoccupazione e i miei fastidi. Neppure a Nat, non voglio che si preoccupi ulteriormente per me.
Già
lo sta facendo, lo vedo da come studia i miei movimenti, da come con mere scuse
tasta i miei riflessi. Sino ad ora me la sono cavata, ma ogni giorno compare un
sintomo in più che non so sino a che punto potrò nascondere.
Stark è quello che sembra più coinvolto:
se non viene trovato un antidoto si sentirà responsabile, in quanto il suo
Laboratorio ha fallito nella ricerca della cura. E poi anche lui conosce gli effetti
di avere del veleno in circolo e la sensazione di avere le ore contate.
Tra
me e Steve è sceso il gelo: non gli ho praticamente rivolto più la parola dalla
famosa sera della fuga precipitosa. Lui ci prova comunque, ma io non gli do
corda. Vedo che ci rimane male ma non posso farci nulla: in fondo è meglio
così, se devo crepare almeno avrà il minor numero di rimpianti possibile.
Beh,
ok. E' più una questione di orgoglio.
Lo
sguardo che restituisce il mio specchio è fermo e deciso, ma gli occhi mi diventano
umidi all'improvviso e una lacrima rotola sulla guancia. Sul trespolo alla mia
destra Morrigan gracchia e poi vola verso di me,
appoggiandosi alla sedia più vicina, e strofina la testa piumata contro la mia
mano, pizzicandomi delicatamente le dita con il suo becco. Non mi lasciare.
Ah,
dannazione, basta. Mi si scioglierà il trucco.
Il
mio ingresso nella cosiddetta Avengers Lounge della Stark Tower fa letteralmente ammutolire tutti i presenti. Stark lascia fin cadere il suo drink.
Natasha si batte la mano sulla faccia:
"Allora te lo sei messo davvero..." e Clint scuote la testa.
Una
tesissima Jane mi fa un piccolo sorriso, facendomi i complimenti per il fisico.
"Accidenti se ti sta bene quel vestito..."
"Stai
davvero molto bene anche tu." la rassicuro: il vestito da sera di seta
color lavanda le fascia morbidamente il petto e scende sino a terra. “Farai
morire d’invidia parecchie Asgardiane.” Altroché. Non vedo l’ora di trovarmi
davanti la faccia di Sif.
Steve
cerca di farmi anche lui un complimento ma il mio sguardo gelido lo blocca.
Clint gli da un paio di pacche amichevoli sulla schiena e Stark
sogghigna.
Thor
alza il cilindro di vetro, evidentemente impaziente e su di giri: Si scambia
uno sguardo d’intesa con Jane e un sorriso, poi la ragazza appoggia la mano
sulla maniglia. Ad uno ad uno facciamo lo stesso.
Primo:
Seminare Fandral. Dal nostro arrivo è partita la
caccia, ed è stato più pressante di come lo ricordassi.
Secondo:
Trovare una toilette. Ma perché non ci sono andata prima di partire? Lo faccio
sempre, che avevo in testa?
Per
il primo punto sono costretta a zigzagare per i corridoi del Palazzo - è impressionante la velocità con cui lo
stanno ricostruendo – e dopo un paio di
gradinate, mi ritrovo sulla terrazza su cui io e Thor ci siamo messi a parlare
qualche giorno fa.
Nei
pressi di una balaustra, alta e splendida nel suo manto dorato, la Regina
Frigga sembra in attesa. Sentendo i rumori dei miei sandali sul pavimenti si
volta di scatto, sul volto l’espressione di più stupita gioia potessi mai
immaginare.
Ne
rimango interdetta, faccio un inchino frettoloso. “Maestà…”
“TU!”
Se
prima ero interdetta, ora sono proprio perplessa: “E’ un piacere anche per me
incontrala di nuovo.”
Si
posa una mano sul petto e cerca di recuperare un'espressione più neutra e
composta, ma il sorriso eccitato e sorpreso non accenna a spegnersi mentre si
avvicina: “Thor mi aveva assicurato ti avrei trovata incantevole…
e così è… Non vi era bisogno di questi convenevoli
per presentarti, né di farne mistero quando hai visitato Asgard
in precedenza.”
Eh?
“Ti
sei battuta con tale ardore che dovevo per forza immaginarlo quale sentimento
ti legasse alla nostra terra.”
Come?
“Suvvia,
non mi dire che Thor ti ha lasciato da sola ad presentarti…
dov’è ora?”
Oh non mi dire che…
“Maestà, guardi che… temo di non essere la persona
che lei creda io sia.”
Mi
guarda con aria spaesata.
“Ehm.
Nel senso che... Ci deve essere stato un equivoco.”
“Oh!
Oh, cara! Quindi tu non sei…”
“Eh
no, proprio no. Mi dispiace.” Alla
Regina scappa una risata imbarazzata e io credo di essere avvampata nel
frattempo. Getto uno sguardo dalla balaustra e vedo Thor e Jane avvicinarsi dal
giardino. Thor le parla fitto fitto e lei sorride
nervosa. “Eccoli, giustappunto. Io credo che andrò a…”
“Ah.”
Commenta solo la Regina. “E… dimmi, è anche lei una
guerriera?”
Chi, Jane?
Quella che due giorni fa veniva rincorsa da un ragno in cerca di vendetta per
la distruzione casuale della sua ragnatela? “No, Maestà. Jane Foster è
un’astrofisica.”
“Oh.”
“Molto
intelligente.” Mi affretto ad aggiungere vedendo l’espressione di Frigga farsi
meno entusiasta. “è una di quelle persone che... rendono Midgard
migliore.”
“Indubbiamente.”
La Regina sospira. “Io…
io credo che mi ritirerò per qualche ora nelle mie stanze. Sai, la mia
emicrania”
Devo
trovare Natasha, ho bisogno di sghignazzare con
qualcuno.
BON! Penultimo aggiornamento prima
della pausa vacanze! Martedì si parte per la SCOZIA!!!
La purezza di Steve è un problema
serio.
Mai quanto una futura suocera
sovrana di Asgard, però.
Ah, e per l’abito del Giubileo, come
dicevo qualche capitolo fa, ho preso spunto da questo: http://www.availableimages.com/images/pictures/2002/queen-of-the-damned/aph_16.jpg
Il film è penoso, ma lei (Aaliyah) era stratosferica. Cambiate i colori di
tessuto e corpetto, togliete quell’ambaradano in
testa che deve pesare una tonnellata e avrete il sobrio vestito di GreyRaven. Quando una vuol far colpo…
Citazione iniziale: When it All Falls Apart delle
VERONICAS. A me piace.
Ringrazio solennemente chi ha letto,
commentato e/o infilato la storia tra le preferite, scelte o seguite.
Per me è oro. Spero siate clementi e generosi nel regalarmi
un microsecondo del vostro tempo per farmi pervenire i vostri pareri: positivi
o negativi che siano, purché costruttivi, sono sempre FANTASTICAMENTE accetti.
Ne sono avida e ingorda.
Che ci volete fare, dovrò cercarmi
un buon psicologo (…non guardare me, io accetto solo casi limite
ndGreyRaven)
A’ la prochaine,
EC