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Autore: Evilcassy    16/08/2012    5 recensioni
"I Chitauri stanno arrivando, nulla può cambiare. Cosa dovrei temere?"
"I Vendicatori, ci facciamo chiamare così: una specie di squadra, "gli eroi più forti della Terra", o roba simile."
"Sì, li ho conosciuti."
Già! Ci mettiamo un po' a riscaldarci, questo te lo concedo. Ma facciamo la conta dei presenti:
Tuo fratello, il semidio;
Un supersoldato, una leggenda vivente che vive nella leggenda;
Un uomo con grossi problemi nel gestire la propria rabbia;
Una mezzodemone piuttosto focosa
Un paio di assassini provetti e tu, bellimbusto, sei riuscito a far incazzare tutti quanti!"
Il numero Sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e la dinamicità. Sette è il numero della Materia, dei Peccati Capitali ma anche delle Virtù. Sette, come i Vendicatori.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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   The Seventh

 

PARTE 2: Being.

        Passion, Setsback, Introducing.

Tell me what do you do, when it all falls apart       

PLINPLON.

Attendo giusto qualche secondo prima di aprire la porta, fingendo di non essere già li dietro.

"Steve! Che sorpresa!"

Non è vero, per un fortuito caso ero affacciata alla finestra quando ho visto la sua moto arrivare e questo mi ha dato il tempo di darmi un’aggiustatina ai capelli e alle sopracciglia, una lavata ai denti e togliermi di dosso l'inguardabile pigiamino rosa di Dumbo regalatomi per scherzo da Natasha per infilarmene uno decisamente meno castigato e che gli risulti familiare. Ed infatti dopo avermi salutato porgendo un mazzo di rose rosse, mi guarda ed esclama: "Betty Boop! Non pensavo che fosse ancora famosa!"

Fingo casualità nel soggetto del mio striminzito pigiama e lo invito ad accomodarsi mentre prendo un vaso dove mettere i fiori.

"Cosa posso offriti? CocaCola, Birra, Soda al limone... ho anche della vodka in freezer, ma ti avverto che è di Natasha ed è roba piuttosto forte."

"Una CocaCola va benissimo, grazie." Steve sorride e per poco il mazzo non mi cade di mano: ha un sorriso talmente radioso che illumina tutto il soggiorno. "Non sai quanto sono contento di vederti star bene."

"Beh, il siero sta facendo ancora effetto, finché dura basta un'iniezione al giorno e tiene sotto controllo tutto." Non riesco a trovare nessun vaso, così per opto per l'ex boccia di Frankenstein: era il nostro pesce rosso, ma io e Nat non riuscivamo mai a metterci d'accordo per nutrirlo, così nel dubbio continuavamo a dargli da mangiare. Di ritorno da una missione, Nat mi fece sedere sul divano e tenendomi la mano mi condfidò di quanto fosse certa che anche gli animali possedessero un'anima e che quelli buoni andassero in Paradiso, assicurandomi che Frankenstein era sicuramente uno di loro. Lasciammo scivolare il suo pingue e fragile corpo squamato nel water intonando una ballad russa delle t.A.T.u. dopo una breve funzione ufficiata via Skype da Coulson. "Comunque, nel complesso, sto bene."

Ci stappiamo un paio di CocaCole e mi chiede dove sia Natasha. "Ho cacciato lei e Clint a cenare fuori e poi al cinema, non ne potevo più di vedermeli girare attorno e anche loro avevano bisogno di staccare un po' la spina."

"Allora loro due... è vero che..."

Alzo gli occhi al cielo: in realtà la cosa non è mai stata ufficializzata davanti agli altri, ma dato che Banner li ha beccati in flagrante in uno sgabuzzino dopo che sono uscita dal coma, direi che è inutile negare. "Da dopo la battaglia di Manhattan Clint ha praticamente fatto il nido qui."

"Oh!" Steve si guarda attorno e sbatte gli occhi, un po' confuso. "...quindi tu e Nat dormite nella stessa stanza?"

Per poco non sputo la CocaCola. Va bene tutto, però... "Ehm... Steve, veramente…"

Si batte la mano sulla fronte e scoppia a ridere: "Si, si, hai ragione...che stupido... è che... non ci sono ancora abituato a tutta questa... familiarità nelle relazioni. Ecco."

Oh, tesoro, ti ci abituerai. Già mi immagino le facce di Clint e Nat che si ritrovano davanti Steve per colazione.

Domani mattina, magari.

"Un passo per volta" mi sforzo di pigolare, anche se da come accavallo le gambe e mi appoggio allo schienale della sedia ho intenzione di comunicare tutt’altro.

Restiamo un secondo in silenzio e poi Steve ricomincia: "Vuoi ridere?"

"Sempre!"

"Thor ha intenzione di presentare Jane ai suoi genitori."

Scoppio a ridere, certe cose sono davvero così simili in tutti i mondi? "Davvero? Oh, allora è una faccenda seria!" Capisco che Thor voglia fare un passo in avanti prima che Thanos si ripresenti a chiedere il conto del simpatico scherzetto che gli abbiamo giocato e far conoscere alla sua gente la persona a lui più speciale, però davvero, non riesco a smettere di ridere al pensiero.

"E ci ha invitati tutti su Asgard per celebrare l'evento."

Alzo un sopracciglio. Cosa? Asgard è stata praticamente distrutta meno di una settimana fa, il pericolo non è ancora passato e i suoi abitanti preparano un gigantesco banchetto per la presentazione della fidanzata del principe? La loro lista delle priorità avrebbe bisogno di una ricalibrazione.

"Se ci pensi, la cosa ha senso" ribatte Steve, tamburellando le dita sul piano del tavolo. "Potremmo essere tutti morti tra poco. Tanto vale... fare quello che desideriamo, no? Goderci quel poco che ci resta."

Oh, si, eccome ragazzo. Ora si che parli la mia lingua. Senza rendermene conto sorrido. Forse un po’ troppo invitante. “Per cosa stiamo vivendo a fare, se non possiamo neppure assaggiare quanto di più saporito la vita ci sta offrendo ora?”

Steve deglutisce. Si appoggia al tavolo, una mano scivola sulla superficie, trova la mia.

Le nostre dita si intrecciano.

Non posso più resistere. Spingo la CocaCola di lato, mi sporgo dalla sedia e premo le labbra su quelle di Steve.

Esita per la breve frazione di un istante, poi sposta tutto il tavolo e gli sono addosso. E' come se venissimo sopraffatti da un tornado, da un turbine di sensazioni, emozioni, calore e desiderio.

Mi stringe a sé e mi alza appoggiandomi sul tavolo. Gli circondo i fianchi con le gambe senza smettere di baciarlo e penso a quanto sia dannatamente bello che abbia deciso di mandare a ramengo la cavalleria Anni 40 che lo caratterizzava. Le mie mani percorrono i suoi addominali, i pettorali scolpiti e le spalle perfette, mentre lui dedica le labbra all'esplorazione del mio collo.

Avrò un succhiotto enorme, ma chissenefrega. Ho cerone in abbondanza per coprirlo.

Lo aiuto a sfilarsi la giacca e gli sbottono la camicia facendogli saltare un paio di bottoni e lancio entrambi gli indumenti sul pavimento, insieme alle mie ballerine e al top del pigiama. Lo stringo di più a me e mi sento al settimo cielo. Oh, andiamo... sono avvinghiata a Captain America! E' da quando l'ho visto la prima volta che desidero questo momento.

E da come si prodiga nei miei confronti direi che vale lo stesso. Mi alza di nuovo, non si stacca da me ed io mi ci aggrappo, poi punta verso il corridoio e io faccio appena in tempo ad indicargli la porta a destra che mi ritrovo appoggiata al letto. La cintura dei suoi pantaloni vola da qualche parte della stanza e sto per attaccare la zip quando si ferma e mi prende la mano.

Se la porta alle labbra e la bacia, riempiendomi di brividi.

Poi abbassa gli occhi celesti e mormora che non può.

Come? Cosa? Credo di non aver capito bene. "Mi dispiace Addison ma..." Si scosta da me che resto immobile. Stato di shock è il termine esatto.

Si siede sul materasso sospirando. "Steve, certo certo che puoi... tu...io..."

"Non posso. Davvero. Mi dispiace."

Si alza e recupera la cintura, uscendo quasi di corsa dalla stanza a recuperare il resto dei vestiti. "Mi piaci, mi piaci un sacco ma non riesco. Non ora e non in questo modo. Non con una guerra alle porte e la possibilità di perdere qualcuno a cui tengo così tanto di nuovo."

Recupero la maglietta del pigiama ma non me la infilo: "Tu… tu non mi perderai... davvero, Steve, non dicevi di 'goderci il momento' e..."

"Non riesco!"

"Ce la stavi facendo benissimo, parola mia, sono un'esperta nel campo." Mi pento subito di averlo detto perché Steve mi rivolge uno sguardo decisamente perplesso, quasi ferito. "Io... beh, ecco... forse è meglio se torno a casa, d'accordo?"

Alzo le braccia sconfitta. Ho ancora sulle labbra il sapore della sua bocca e mi sembra di sentire ancora la sua vicinanza, ma sono troppo delusa ed amareggiata per provare a fermarlo.

Dovrò farmi una doccia gelata.

 

Steve si riveste paonazzo in volto e anche io mi rimetto la casacca del pigiama. Lo riaccompagno alla porta.

"Mi dispiace, sul serio. E tu mi piaci. Sul serio. Per questo non voglio che la nostra sia una... follia consumata in fretta e furia con la spada di Damocle della fine del mondo sul collo. Io voglio... voglio dell'altro e..."

"Arrivederci Rogers." chiudo la porta.

Forse sono stata eccessiva, ma sono troppo arrabbiata per provare a mitigare. Troppo delusa.

Ritorno nel mio pigiama rosa e mi butto sul divano.

 

La porta d'ingresso si apre e Clint accende le luci. Sta ridendo e ha Nat sottobraccio.

Trasalgono quando mi vedono sul divano circondata da cartacce di tortillas e popcorn, tre birre vuote, due shots di Tequila, una confezione di gelato affogato in una valanga di sciroppo d'acero e una marea di rose triturate e sparse ai piedi del divano

"Oh! Ti senti meglio allora... ti è tornato l'appetito!" Fulmino Clint con lo sguardo e Nat capisce al volo che c'è qualcosa che non va. "Aspettami in camera" gli sussurra all'orecchio. "Arrivo subito."

Quando le orecchie di Clint sono fuori dalla nostra portata le racconto tutto e si lascia andare ad un lungo sospiro prima di sedersi di fianco a me per poi passarmi un braccio attorno alle spalle. "Cosa posso fare per aiutare la mia amica?"

Alzo le spalle sconsolata.

"Ho un’idea: che ne dici se ci riguardassimo Bambi insultando i suoi amichetti e brindando allo sparo del cacciatore?"

Santa Natasha. Tu si che mi capisci.

 

Alla fine opto per infilarmi il vestito del giubileo di Amon: Direi è quello che farà più colpo di tutti e ho necessità che TUTTI rivolgano sguardi sbavanti alla sottoscritta e che anche Steve stesso si renda conto a CHI abbia detto di no.

Che rabbia. Che nervi.

La fasciatura sull'avambraccio sinistro fa a pugni con la gonna di raso nero e ancora di più con il corpetto-gioiello argentato.

Cerco di camuffarla ma non mi riesce molto bene. Pazienza, tanto agli Asgardiani le ferite di guerra piacciono. Spingo la cintura al limite sotto i fianchi, in modo che spunti il tatuaggio del Corvo con le ali spiegate sul basso della schiena: è sempre risultato molto intrigante ed è di questo genere di attenzioni che ho bisogno ora.

Dopodiché riempio una siringa con una fiala e mi pratico l'iniezione giornaliera: ho imparato a farmela da sola quando Hill si è ricordata del suo terrore per gli aghi dopo avermi perforato il braccio, scappando via a gambe levate lasciando la siringa conficcata nella pelle. Una scena talmente raccapricciante da aver fatto tagliare la corda anche a Stark e quasi svenire Thor.

Ad ogni modo, quel siero brucia. I primi dieci - quindici secondi sono una tortura. Mi mordo il labbro inferiore e mi massaggio la zona dove ho praticato l'iniezione. Lentamente il dolore svanisce.

Secondo i medici il mio fisico ha una resistenza eccezionale per non essersi ancora assuefatto al siero: un uomo normale poteva resistere per circa tre, quattro giorni. Io sono già al sesto e apparentemente sto bene.

Non sono ancora riuscita ad ammettere con nessuno di come la punta delle dita mi si intorpidisca frequentemente, di come sento di avere il fiato corto con più facilità rispetto a prima e che i miei poteri stiano lentamente scemando. Se continuo così, in battaglia avrò poche speranze.

E nessuno ha idea di come trovare un antidoto. Ho quattro alchimisti del Limbo, la divisione medica dello S.H.I.E.L.D. e quella chimica - farmaceutica delle Stark Industries che lavorano praticamente giorno e notte, eppure nessuno ci sta saltando fuori con la cura.

Credo di poter capire in pieno Banner. E' vero, io non rischio di perdere il controllo e di uccidere persone innocenti, ma il suo tempo non è così limitato come il mio.

Mi guardo allo specchio e cerco di mantenere il mio sguardo fermo e deciso. Non do a vedere a nessuno la mia preoccupazione e i miei fastidi. Neppure a Nat, non voglio che si preoccupi ulteriormente per me.

Già lo sta facendo, lo vedo da come studia i miei movimenti, da come con mere scuse tasta i miei riflessi. Sino ad ora me la sono cavata, ma ogni giorno compare un sintomo in più che non so sino a che punto potrò nascondere.

Stark è quello che sembra più coinvolto: se non viene trovato un antidoto si sentirà responsabile, in quanto il suo Laboratorio ha fallito nella ricerca della cura. E poi anche lui conosce gli effetti di avere del veleno in circolo e la sensazione di avere le ore contate.

Tra me e Steve è sceso il gelo: non gli ho praticamente rivolto più la parola dalla famosa sera della fuga precipitosa. Lui ci prova comunque, ma io non gli do corda. Vedo che ci rimane male ma non posso farci nulla: in fondo è meglio così, se devo crepare almeno avrà il minor numero di rimpianti possibile.

Beh, ok. E' più una questione di orgoglio.

Lo sguardo che restituisce il mio specchio è fermo e deciso, ma gli occhi mi diventano umidi all'improvviso e una lacrima rotola sulla guancia. Sul trespolo alla mia destra Morrigan gracchia e poi vola verso di me, appoggiandosi alla sedia più vicina, e strofina la testa piumata contro la mia mano, pizzicandomi delicatamente le dita con il suo becco. Non mi lasciare.

Ah, dannazione, basta. Mi si scioglierà il trucco.

 

Il mio ingresso nella cosiddetta Avengers Lounge della Stark Tower fa letteralmente ammutolire tutti i presenti. Stark lascia fin cadere il suo drink.

Natasha si batte la mano sulla faccia: "Allora te lo sei messo davvero..." e Clint scuote la testa.

Una tesissima Jane mi fa un piccolo sorriso, facendomi i complimenti per il fisico. "Accidenti se ti sta bene quel vestito..."

"Stai davvero molto bene anche tu." la rassicuro: il vestito da sera di seta color lavanda le fascia morbidamente il petto e scende sino a terra. “Farai morire d’invidia parecchie Asgardiane.” Altroché. Non vedo l’ora di trovarmi davanti la faccia di Sif. 

Steve cerca di farmi anche lui un complimento ma il mio sguardo gelido lo blocca. Clint gli da un paio di pacche amichevoli sulla schiena e Stark sogghigna.

Thor alza il cilindro di vetro, evidentemente impaziente e su di giri: Si scambia uno sguardo d’intesa con Jane e un sorriso, poi la ragazza appoggia la mano sulla maniglia. Ad uno ad uno facciamo lo stesso.

 

Primo: Seminare Fandral. Dal nostro arrivo è partita la caccia, ed è stato più pressante di come lo ricordassi.

Secondo: Trovare una toilette. Ma perché non ci sono andata prima di partire? Lo faccio sempre, che avevo in testa?

Per il primo punto sono costretta a zigzagare per i corridoi del Palazzo  - è impressionante la velocità con cui lo stanno ricostruendo –  e dopo un paio di gradinate, mi ritrovo sulla terrazza su cui io e Thor ci siamo messi a parlare qualche giorno fa.

Nei pressi di una balaustra, alta e splendida nel suo manto dorato, la Regina Frigga sembra in attesa. Sentendo i rumori dei miei sandali sul pavimenti si volta di scatto, sul volto l’espressione di più stupita gioia potessi mai immaginare.

Ne rimango interdetta, faccio un inchino frettoloso. “Maestà…

“TU!”

Se prima ero interdetta, ora sono proprio perplessa: “E’ un piacere anche per me incontrala di nuovo.”

Si posa una mano sul petto e cerca di recuperare un'espressione più neutra e composta, ma il sorriso eccitato e sorpreso non accenna a spegnersi mentre si avvicina: “Thor mi aveva assicurato ti avrei trovata incantevole… e così è… Non vi era bisogno di questi convenevoli per presentarti, né di farne mistero quando hai visitato Asgard in precedenza.”

Eh?

“Ti sei battuta con tale ardore che dovevo per forza immaginarlo quale sentimento ti legasse alla nostra terra.”

Come?

“Suvvia, non mi dire che Thor ti ha lasciato da sola ad presentarti… dov’è ora?”

Oh non mi dire che… “Maestà, guardi che… temo di non essere la persona che lei creda io sia.”

Mi guarda con aria spaesata.

“Ehm. Nel senso che... Ci deve essere stato un equivoco.”

“Oh! Oh, cara! Quindi tu non sei…

“Eh no, proprio no. Mi dispiace.” Alla Regina scappa una risata imbarazzata e io credo di essere avvampata nel frattempo. Getto uno sguardo dalla balaustra e vedo Thor e Jane avvicinarsi dal giardino. Thor le parla fitto fitto e lei sorride nervosa. “Eccoli, giustappunto. Io credo che andrò a…

“Ah.” Commenta solo la Regina. “E… dimmi, è anche lei una guerriera?”

Chi, Jane? Quella che due giorni fa veniva rincorsa da un ragno in cerca di vendetta per la distruzione casuale della sua ragnatela? “No, Maestà. Jane Foster è un’astrofisica.”

“Oh.”

“Molto intelligente.” Mi affretto ad aggiungere vedendo l’espressione di Frigga farsi meno entusiasta. “è una di quelle persone che... rendono Midgard migliore.”

“Indubbiamente.” La Regina sospira.  Io… io credo che mi ritirerò per qualche ora nelle mie stanze. Sai, la mia emicrania”

 

Devo trovare Natasha, ho bisogno di sghignazzare con qualcuno.

 

 

BON! Penultimo aggiornamento prima della pausa vacanze! Martedì si parte per la SCOZIA!!!

La purezza di Steve è un problema serio.

Mai quanto una futura suocera sovrana di Asgard, però.

Ah, e per l’abito del Giubileo, come dicevo qualche capitolo fa, ho preso spunto da questo: http://www.availableimages.com/images/pictures/2002/queen-of-the-damned/aph_16.jpg Il film è penoso, ma lei (Aaliyah) era stratosferica. Cambiate i colori di tessuto e corpetto, togliete quell’ambaradano in testa che deve pesare una tonnellata e avrete il sobrio vestito di GreyRaven. Quando una vuol far colpo…

Citazione iniziale: When it All Falls Apart delle VERONICAS.  A me piace.

 

Ringrazio solennemente chi ha letto, commentato e/o infilato la storia tra le preferite, scelte o seguite.

Per me è oro.  Spero siate clementi e generosi nel regalarmi un microsecondo del vostro tempo per farmi pervenire i vostri pareri: positivi o negativi che siano, purché costruttivi, sono sempre FANTASTICAMENTE accetti. Ne sono avida e ingorda.

Che ci volete fare, dovrò cercarmi un buon psicologo (non guardare me, io accetto solo casi limite ndGreyRaven)

A’ la prochaine,

EC

   
 
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