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Autore: Achamo    16/08/2012    4 recensioni
Cosa prova un giovane cardiochirurgo? Le sue paure e i suoi timori...
...una storia intrisa di rassegnazione e vita, amore e timore.
Benvenuti nel mio ospedale; vi auguro una buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Bring me back to life


Toccami dolcemente con il tuo spirito Asclepio!
Sentivo il sangue pulsarmi fibrillante nelle arterie delle mani abili.
Ero nella più pura e soddisfacente estasi post-operatoria e non avrei mai potuto immaginare gli avvenimenti delle ore successive.
Mi sentivo libero di respirare a grandi sorsi l’aria non più contaminata dal metallo del sangue cremisi. Era dolce e leggera.
Credevo di essere uscito dal duro cammino di fuoco dell’ansia, ma quello che ancora non sapevo era che dovevo nuovamente entrarvi.
Passarono alcune ore imprecisate alla mia mente e la mio corpo che riposavano cullati dai sogni vuoti e vitrei della stanchezza, in un minuscolo letto posto nel più remoto angolino del reparto di cardiochirurgia.
Libero.
Il cercapersone vibrò nel pieno del mio sonno ristoratore, segnalando la più catastrofica emergenza: un rigetto cardiaco.
Bestemmiai il mio egoistico abbandono alla stanchezza e corsi facendo ondeggiare il camice bianco sotto l’impeto della mia corsa. Il mio paziente stava morendo!
Entrai nella stanza di degenza con la paura più tetra della stessa morte, quella sposa già vedova prima dell’altare.
Mr. Foolish aveva spasmi tremendi. Il suo petto moriva nella morsa delle sue mani che in vano tentavano di trattenere il cuore fibrillante di rosso cremisi.
Alcuni colleghi infermieri stavano aiutando il mio errore a vivere con medicinali ed ormoni.
Rimasi ad osservare tremante e pallido la scena che si consumava, finché un collega mi scosse le spalle e mi ordinò di precipitarmi nella S.O.
Accennai un leggero consenso alle sue parole che mi parevano fredde e metalliche.
‘Basta!’. Il mio paziente urlò con tutto il fiato che gli rimaneva nei polmoni bruciati dal dolore.
‘Toglietemi questo bastardo dal petto!’. Urlava la sua disperazione e il suo razzismo. Il cuore proveniva dal Messico.
Mi scossero nuovamente per spronarmi a fare qualcosa, ma quelle parole amare mi si fermarono nella colecisti, muovendomi la verde bile fino allo stomaco. Mi nauseavano! Il mio dio non avrebbe tollerato un comportamento come questo.
Era tornato alla vita con il sacrificio di qualcuno che condivideva la sua stessa carne, il suo stesso sangue e la stessa terra. Come poteva essere così imbecille?!
Pregai l’idolo della medicina di prendersi cura dell’anima del donatore e lo ringraziai dell’ascolto prestatomi.
‘Bastardi incompetenti, toglietemi il cuore!’. Alle sue novelle urla impugnai il caduceo d’argento che portavo al collo e ordinai di preparare la sala operatoria, pregando Asclepio di portarsi via la stupidità del mio paziente, perché non l’avrei tollerato oltre.
Bastarono pochi secondi e le parole offensive e razziste di quell’uomo attraversarono nuovamente la stanza.
Chiusi gli occhi e strinsi il caduceo per convincermi ad operarlo.
Aprì gli occhi e vidi il personale ospedaliero attorno a lui  che si arrestò bruscamente con occhi vitrei e braccia pendenti lungo i fianchi.  
Mr. Foolish si stava incidendo il petto con un bisturi accanto a lui. Soffriva ed urlava nella sua rabbia cocente.
La lama tagliava acida la carne e penetrava la ferita chirurgica estraendo sangue e ossa.
Non pensavo, osservavo incredulo la scena.
Scagliò violentemente il ferro bagnando il pavimento marmoreo di rosso. Lanciò un urlo disperato al cielo e chiudendo gli occhi, affondò la mano destra nel petto con violenza. Sentimmo le costole, in precedenza incise, frantumarsi in quella morsa letale.
Le sue grida scivolavano sui nostri camici come il sangue che colava dal suo letto coprendo le lenzuola immacolate.
Sentimmo il livore che strappava le potenti fibre muscolari dell’organo.
Estrasse la mano stringendo il cuore ancora pulsante il rosso fluido vitale, che schizzò ovunque negli ultimi spasmi di vita.
Nessuno era intervenuto per fermarlo, perché nessuno lo voleva vivo.
Mr. Foolish espirò per l’ultima volta in quel letto cremisi sotto i nostri sguardi vitrei, impugnando il cuore che gli avevo cucito nel petto. Era morto dentro.
Quella scena cambiò per sempre la mia vita e la mia carriera.
Oggi, ringrazio Asclepio di ogni respiro che riempie i miei polmoni… ho finalmente capito il significato della parola: vita.

Vita, poggia le tue labbra rosee sulle mie e riportami al mondo ad ogni mio respiro. Il mio sangue pulsa per me…


Fine-

__________________________
Achamo & il suo inutile monologo...
Sono anni che non aggiorno e sicuramente in questo tempo il mio stile ha subito notevoli cambiamenti che mi hanno un po' sbaragliato nel scrivere questo secondo ed ultimo capitolo, che mi aguro vi piaccia e non sia troppo forte per i vostri animi... perdonatemi l'immenso ritardo! Cecherò di modificare l'html del capitolo precedente (non so cosa abbia... è molto articolato e pesante, perciò mi ci vorrà molto tempo)





PURA FINZIONE SCARLATTA
J.


   
 
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