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Autore: Shee    28/02/2007    8 recensioni
"Nella penombra della stanza si mosse, scrutando il proprio cupo riflesso nel riverbero dello specchio. Era presto, troppo. Troppo per stare sveglia di fronte allo specchio cercando di non guardarsi negli occhi, e di sembrare normale. Troppo spesso per riuscire ad evitare il proprio sguardo, uno sguardo stanco, uno sguardo stillante lacrime invisibili"
Genere: Romantico, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nella penombra della stanza si mosse, scrutando il proprio cupo riflesso nel riverbero dello specchio. Era presto, troppo. Troppo per stare sveglia di fronte allo specchio cercando di non guardarsi negli occhi, e di sembrare normale. Troppo spesso per riuscire ad evitare il proprio sguardo, uno sguardo stanco, uno sguardo stillante lacrime invisibili. Che idiozia, non era da lei pensare certe cose, in circostanze normali avrebbe sbuffato e ridacchiato a quei pensieri, ma non ora, non in quel momento.

Accarezzò la guancia liscia del suo riflesso, cercando di immaginare lui che lo faceva, fino a qualche ora prima.

Non riusciva a piangere, non riusciva a rendersene conto, non riusciva a dormire, non riusciva a respirare. L’unica cosa che percepiva era il terrore, l’ansia, la solitudine che le assediava il cuore, i ricordi che la schermivano.

Stare davanti allo specchio era come avere un’altra persona? L’aveva sperato, aveva sperato che avere davanti un’altra sé stessa potesse aiutarla a fare chiarezza, aveva sperato che lei l’avrebbe consolata, ma vedere una Hermione inconsistente con le occhiaie e i capelli flosci aveva peggiorato le cose, e ora non riusciva più a staccarsene. Lei era l’unica che la capiva.

Sfiorò la bacchetta che gettava un fiotto di luce verso lo specchio, che la rifletteva su Hermione, sorrise mesta, insicura si capire ancora cosa significasse stirare la labbra a quel modo.

Guardandosi in piedi, incerta su cosa fare esattamente, mordendosi il labbro nervosa con le mani che si infastidivano tra loro, non sapeva più staccarsi da quella che era diventata, da quello che era ora. Come era cambiata negli ultimi anni… si era spenta…

Lui diceva spesso che lei era la sue luce, non il sole, la luna o le stelle, ma un lumos da bacchetta,  diceva scherzando.

I capelli crespi svolazzarono sulla spalla quando gli occhi e il capo si voltarono verso la porta, qualcuno aveva bussato. Gli occhi scuri si dilatarono cercando una via di fuga,  denti affondarono di più nel labbro inferiore: non voleva sapere, non voleva sapere chi c’era dietro quella porta, preferiva continuare a stare lì al buio e sperare che fosse lui. Non voleva sapere.

-chi è?- le mani caddero lungo i fianchi e il corpo si voltò automaticamente, teso e pronto, nella bocca un vago sapore di sangue.

 

Cerchi riparo, fraterno conforto

Tendi le braccia allo specchio

Ti muovi a stento e con sguardo severo

Trascichi un malinconico Modugno

 

Il ragazzo la avvolse in un abbraccio, stretto fino a quasi farle male, più forte, di più. Non sapeva che fare, l’unica cosa che gli sembrava possibile era quella, tenerla stretta, sentirla accanto, calda, sentirla che si aggrappava a lui come ne andasse della sua vita, sentirla piccola e forte che lo amava, sentire il suo amore contro il petto, quel calore che lo aveva riscaldato finora. Un bacio sulla fronte.

Occhi lucidi ma niente lacrime. Paura.

Le prese la bacchetta dalle mani e sussurrò “lumos” <<  tienila accesa, Hermione… sei il mio piccolo Lumos… non spegnerla ti prego…

<< promettimi che tornerai >> disse la mora aggrappandosi con rabbia al maglione verde del ragazzo che la teneva tra le braccia << promettimelo >>

<< Hermione io… >> sussurrò volgendo lo sguardo ai pochi che stavano assistendo al loro saluto.

<< giuramelo >>

<< non posso Hermione… non voglio dirti una… non posso Hermione… >>

<< devo sentirmelo dire, Harry dimmi che tornerai- la strinse di nuovo in quell’abbraccio disperato e insostenibile, mentre lei sfregava la fronte contro il suo petto, rabbiosa.

<< non posso promettertelo, ma ti giuro lo voglio con tutte le mie forze >>

Harry si staccò da lei ma non riuscì a dividere il suo sguardo dal suo << non voglio dire addio, Hermione, non a te >>

<< e io non voglio sentirtelo dire >> una lacrima, strappata dal vento a quegli occhi brillanti.

 

Di quei violini suonati dal vento

L’ultimo bacio mia dolce bambina

Brucia sul viso come gocce di limone

L’eroico coraggio di un feroce addio

Ma sono lacrime

Mentre piove, piove

Sono lacrime

Mentre piove… piove

Mentre piove…

 

<< sono… >> sospirò <<… sono Ron- la ragazza si sedette sul letto, la forza scomparsa nel nulla, lei stessa annientata, volse lo sguardo alla finestra dove piccole gocce macchiettavano il vetro, senza neanche accorgersene, un lamento atterrito dentro la sua testa le impediva di pensare con chiarezza.

Ron dopo qualche secondo socchiuse la porta per guardare Hermione poi entrò richiudendosela alle spalle cercando di fare meno rumore possibile.

<< Hermione… >> disse cercando un punto di inizio, lei lo guardò, con gli occhi che gli leggevano dentro, profondamente, aveva il volto segnato e stanco, triste.

<< cos’è successo?  >> chiese lei seccamente, stringendo la coperta arruffata sul letto sfatto.

<< tu-sai-chi… lui è mor… >>

<< non mi importa di lui- sussurrò mentre gli occhi si riempivano di lacrime, come sapendo tutto dal principio << Harry, dov’è?  >>

<< lui… >> la rete cigolò quando Ron si sedette accanto a lei, giocherellando con le mani << lui… >>

<< è al piano di sotto? Lui…gli altri lo stanno… lui sta… >>

<< Harry non è tornato >> disse interrompendola bruscamente, senza distogliere lo sguardo dalle proprie dita, lasciando sfuggire due lacrime.

<< èl san mungo? È ferito? >> chiese spalancando i grandi occhi bruni, cercando una via di fuga, lui doveva essere da qualche parte, che diamine! Gli occhi di Ron si indurirono e disse << no >>

<< è al ministero? Sta lasciando una qualche intervista? È da tua madre? Dov’è? >> Ron si alzò di botto, voltandosi arrabbiato verso di lei.

<< è morto Hermione! È morto! >> gridò, senza rendersene conto, poi abbassò la voce e lo sguardo, non trovando il coraggio di guardare negli occhi di Hermione << combattendo…lui… gli incantesimi…è stato tutto così veloce… hanno combattuto… e poi c’è stata come un’esplosione bianca, ma non si è sentito nulla, nessuno rumore, niente. Lui e tu-sai-chi sono stati come inghiottiti… come un Avada formato gigante… >>

 

Magica quiete velata indulgenza

Dopo l’ingrata tempesta

Riprendi fiato con immenso trasporto

Celebri un mite e insolito risveglio

Mille violini suonati dal vento

L’ultimo abbraccio mia amata bambina

Nel tenue ricordo di una pioggia d’argento

Il senso spietato di un non ritorno

 

Lasciò scivolare le mani che prima stringevano le sue  lungo i fianchi e fece un passo indietro, non trovando il coraggio di voltarsi.

<< voglio venire con te, Harry… non… non riesco a stare qui mentre tu… >>

<< non puoi >> aveva replicato lui abbassando lo sguardo, che era stato celato dalla folta frangia scura – ti vorrei con noi, con me, Hermione, ora come mai prima. Ma è giusto così, è quello che hanno detto al san mungo... assoluto riposo >>

<< riposo… >> sbuffò quasi incredula Hermione, conosceva già quelle parole, sapeva cosa aveva detto quel medimago in seguito a quella stupida maledizione che oltre ad obbligarla prima a letto per una settimana precludeva il diritto a rimanere con chi amava e l’aveva privata della possibilità di avere dei figli, in futuro. Ma lui non l’aveva abbandonata, lui l’aveva semplicemente abbracciata quando in lacrime aveva ricevuto la diagnosi. Avrebbe avuto comunque una vita più che normale, aveva detto il medico, bugiardo. Qualcuno aveva sussurrato nox, anche se non l’aveva udito, e la luce della bacchetta si era spenta.

 

Di quei violini suonati dal vento

L’ultimo bacio mia dolce bambina

Brucia sul viso come gocce di limone

L’eroico coraggio di un feroce addio

Ma sono lacrime

Mentre piove, piove

Sono lacrime

Mentre piove… piove

Mentre piove…

 

Ron si alzò, avvicinandosi alla finestra, aveva creduto di doverla consolare, invece sembrava che fosse quasi una conferma per lei. Se l’era sentito dentro, quel che era successo.

Seguì il percorso di una goccia e vide nel suo semi riflesso un’espressione spenta, stanca.

Dietro di lui Hermione guardava il proprio riflesso nell’angolo dello specchio, odiandolo con tute le sue forze. Odiando quell’espressione che sembrava non riflettere il suo dolore, quella gote ancora rosse, quelle labbra di un rosso vivido e sanguinoso, il vago fremito delle sue narici ad ogni suo pesante respiro. Quella non era lei. Non poteva essere lei. Il suo riflesso sarebbe dovuto essere pallido, vuoto, spento, immobile, bagnato di lacrime asciugate, morto. Invece quel riverbero stava lì, guardandola inerme mentre il mondo le crollava attorno.

Non si accorse nemmeno che Ron l’aveva guardata per qualche secondo e poi con un sospiro se n’era andato, chiudendosi la porta alle spalle. Si alzò seguita dal cigolio delle molle del letto. Senza avere il coraggio di azzardare un passo.

Lanciò uno sguardo spaventato a quella Hermione che la guardava allo stesso modo. Chiuse gli occhi voltando la testa verso il comodino.

Aggirò il letto matrimoniale, sistemò le lenzuola e la coperta che un tempo erano state azzurre ma che ora sembravano solo grigie, e si sedette sul proprio lato.

Il suo sguardo vagò un po’ smarrito attorno a lei. Da un momento all’altro sarebbe venuto qualcuno a dirle che era mattino, e che stava tardando. Da un momento all’altro qualcuno sarebbe venuto a svegliarla da quel brutto incubo.

Appoggiò il capo sul cuscino freddo e liscio, incerta, poi lo tolse da sotto la testa e se lo strinse al petto. Aprì la bocca e prese tra i denti un lembo delle federa stringendo forte sia con la bocca che con le braccia. Sentiva forte il bisogno di urlare, perché tutto quel silenzio la annientava. La sua risata. Un suo silenzio. Il suo amore.

Portò i grandi occhi scuri sulla bacchetta ancora accesa, l’unica fonte di una fievole luce in quella notte che finora era stata sera. La sera non spaventa, ma la notte è troppo buia per affrontarla da soli.

Allungò la mano e toccò appena la bacchetta, facendola rotolare più vicina a lei, la afferrò e la portò nell’abbraccio con il cuscino.

Osservò quella luce come fosse qualcosa di nuovo. Poi chiuse gli occhi e sussurrò << nox >>.

Nel buio smeraldino di quella notte la bacchetta rotolò a terra, con un lieve tonfo, mentre la mano che l’aveva sorretta, tremante, si stringeva alla federa bianca e blu del cucino e un viso pallido si nascondeva in quella stoffa ora calda. Aveva paura del buio, ma non voleva la luce.

 

Finalmente mi son decisa a finirla. Non sapete quanto è che mi mancava solo l’ultimo pezzo O.O
comunque la canzone è di Carmen Consoli, “l’ultimo bacio”, un ultimo bacio che per nostri protagonisti non c’è stato.
Beh… non mi piace, sono sincera. Ma ditemi la vostra. Non finisce bene, avete visto?  xD
Fino alla fine ero insicura se far morire Harry o no, se farlo diventare solo uno scherzo della sua immaginazione… ma alla fine ho scelto per la “verità”.

Fate conto che quei flashback del loro ultimo saluto siano come dei pensieri di Hermione, che  la attraversano di colpo, come una linea retta, con la forza di uno sparo. Perché credo sia così, per i ricordi. È una mia visione, che può benissimo non avere senso, visto che non l’ho mai provato, quindi perdonatemi se sono minchiate ^-^
Ah si, come vedete ho ripreso l'idea del lumos, il fatto è che originariamente era di questa fanfiction, ma poi l'ho usata per "Lumos" xD che scema che sono, vero? behpoi non ho voluto cambiare questa...^-^

Beh io vado a nanna…

Lasciatemi qualche commentucciolo, thanks^-^

Edit: Grazie Giorgia *-*, ho modificato! proprio non riuscivo a capire cosa dicesse, e non avevo internet disponibile per controllare, così alla fine mi è parso di capire quello xD grazie della precisazione... e grazie a tutti dei commenti *-* sono sempre graditissimi!!!
e... emma, come hai letto nel mio blog non stavi straparlando, piuttosto hai centrato in pieno tutto! xDDD

  
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