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Autore: Feade    01/06/2004    0 recensioni
Un'elfa. Un elfo. Un bosco, un regno, un fratello. Una barriera, una baia, un'isola. Due luci si accesero all'orizzonte....due speranze.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9: ………………

CAPITOLO 9: ………………

 

Elatan era arrivato tardi.

Nessun elfo rimaneva in piedi ad Eldalond.

L’ultimo era caduto in quel momento.

L’aveva fissato negli occhi con la consapevolezza che non avrebbe più rivisto l’Isola Perduta.

In quegli occhi solo l’incredulità e la rassegnazione. Quegli occhi che avevano atteso costantemente per millenni e che per quell’attesa non erano stati ripagati. Ma a lui, primo nato, era stato concesso di vivere fino alla fine. Sino a qualche attimo prima quell’elfo era sicuro di intraprendere il viaggio verso Valinor…..ora era sicuro di intraprendere il viaggio verso le aule di Mandos.

Erano le speranze che tenevano in vita quelle anime; ma neppure la speranza può resistere al crudele ferro.

Così solo la nuda terra bruciata restava.

Quel coro di speranze delle vittime di Eldalond stava lentamente tacendo e avrebbe presto lasciato posto all’insistente silenzio che, con il suo manto ingannatore, avrebbe coperto i corpi di quegli elfi rubandone la voce e rendendola sale che si scioglie nell’acqua senza lasciare traccia.

Mai dolore più grande lacerò il petto di Elatan e degli elfi al suo seguito.

……………

Ed ecco giungere l’insistente silenzio, rapire completamente quelle ultime note di speranza e lacerare lo spazio con il tutto e il niente.

Ecco che viene a crearsi quel vuoto che risucchia ogni emozione, che ti lascia inerme davanti alla distruzione del male, che ti toglie ogni possibilità di parlare, pensare,……….gridare.

……………

Questa era la pazzia terribile del suono del silenzio: si sarebbe parlato all’oscurità come una vecchia amica con la quale confidarsi, narrarle di sogni nei quali la gente raccontava senza parlare e sentiva senza ascoltare.

Quei sogni che negli ultimi momenti di vita avevano attraversato le menti spossate delle vitttime, annllandone la speranza e intaccando anche le menti dei sopravvissuti. Quei sogni che turbavano gli animi erano delle schegge roventi che si conficcavano nel cuore.

……………

Il capo dell’isola spezzò quella coscienza che generava l’incoscienza dell’anima, con poche parole cantate su  una lieve e malinconica melodia:

 

- Cadde

nell’alta marea

del lago dell’Ade,

mentre gemea

parole opache.

Nel dolore

di un antico timore,

che venne sopito

e ora riacquisito,

l’anima sprofonda,

cade giù,

sempre…

…più…

…giù. -

 

Chiuse gli occhi in una preghiera silente mentre pronunciava lentamente le ultime parole, come se pesassero più delle altre.

Gli elfi accanto a lui stavano perdendo fiducia nel destino e nel futuro.

Ognuno rifletteva con amarezza sul male che si era abbattuto su di loro.

Elatan prese mano alla spada.

Aprendo gli occhi, con uno sguardo di puro odio, pronunciò quella frase che venne tramandata di aedo in aedo fino a me, vostra aedo, e che oggi riporto alla vita scrivendola su questo foglio di pergamena………

 

- Oggi, non perdono! -

 

………perché, per quel giorno, Elatan scordò il significato della parola “pietà”.

 

CONTINUA…

 

 

Molto riflessivo questo capitolo, vero?! E molto triste. A me viene da pensare a quanto poco tempo a disposizione abbiamo per far avverare i nostri sogni o le nostre mete. E come un solo attimo ti possa togliere tutto. Pensate a quegli elfi che speravano di rivedere la loro isola e …Puff… niente, non possono, muoiono. E mentre muoiono capiscono………è troppo triste e deprimente. Con questo capitolo voglio, oltre a proseguire la storia naturalmente, denunciare la guerra e tutto ciò che causa. Spero che molte persone lo leggano per questo messaggio che voglio dare. Per cui a chi lo leggesse chiedo gentilmente di farlo, a sua volta, leggere ad un suo amico, conoscente o chiunque d’altro.

GRAZIE, spero che il messaggio arrivi a più persone possibile.

CIAO e alla prossima.

Feade

  
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