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Autore: Zomi    17/08/2012    4 recensioni
-Oh, ma taci… sei il solito bambinone… è solo un po’ di mal di gola…- soffiò, estraendo dalla scatolina colorata, una sottile lamina di plastica con delle bombature circolari, contenenti le caramelle balsamiche.
-Ne facevo ben volentieri a meno, di sta tosse dannata e del mal di gola, sai?!? Invece no, strega mocciosa, per colpa tua me la sono beccata…- sbottò il verde, osservando la compagna schiacciare fuori dall’involucro di plastica una caramellina bluastra e ovale medicamentosa...
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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SWEETIE KISS

 
 
Tossicchiò rauca, massaggiandosi la gola irritata.
Mugugnò un po’, camminando nel corridoio, mentre si dirigeva in infermeria, sperando di trovarci all’interno Chopper, il quale però era sceso, a caccia di libri con Robin, a terra. Come tutto ilo resto della ciurma d’altronde…
Con la gola irritata, Nami entrò nello studio medico della piccola renna, trovandolo vuoto.
-Ufff…. Dev’essere sceso sull’isola…- rimuginò, immaginandosi il tenero peluche a passeggio nella cittadina, accogliente e calma, dell’isola, in cui quella mattina erano arrivati.
Tossicchiò ancora, la navigatrice, storcendo le labbra smosse dalla tosse, mentre si voltava verso l’armadietto dei medicinali della cabina, decisa a voler uccidere sul nascere quel brutto mal di gola che la tormentava dal mattino presto.
Era tutta colpa di Rufy, se si era beccata quell’infezione alla gola.
Quel genio del suo capitano, sordo ad ogni suo rimprovero e richiamo, aveva deciso di correre sul ponte per ore proprio il pomeriggio precedente, sotto un acquazzone infernale, che si era abbattuto sulla Sunny e sul tratto di mare in cui navigavano. La povera cartografa, furiosa e ardente di nervosismo, aveva tentato in tutti i modi di riportare il ragazzo di gomma nel sotto coperta, prima che s’inzuppasse completamente di pioggia, ma il moro aveva continuato a correre e saltellare tra le pozzanghere, formatesi sul prato erboso, divertito dalle urla isteriche della rossa che provenivano dal terrazzino del castello di poppa, ignorandole del tutto.
Alla fine, Nami, costringendo con la forza Zoro e Franky ad aiutarla, nonostante i due fossero restii ad abbandonare le asciutte e calde cabine, era riuscita ad acciuffare il loro capitano e a riportarlo sotto coperta.
Certo, prima di riuscirci, tutti e tre i pirati si erano completamente bagnati da capo a piedi, rincorrendo il moro per ore, prima di agguantarlo per le gambe e legarlo come un salame per farlo stare fermo, e zittendo le sue grida di protesta, per quell’affronto alla sua spontanea vivacità infantile, con un paio di calzini del carpentiere, immolati tra le fauci bavose e insaziabili di Cappello di Paglia, che gli aveva ingurgitatati credendoli una pagnotta di pane.
Alla fine, un poderoso pugno della navigatrice aveva fatto tornare il buon senso a Rufy, si fa per dire, calmandolo e mettendolo a tacere fino a fine temporale.
-Coff, cofff… stupido Rufy…- tossicchiò ancora la rossa, massaggiandosi il collo irritato, mentre rovistava tra le mille scatoline di medicinali dello scaffale dell’infermeria, cercando qualche caramella balsamica contro quel irritante mal di gola.
Si spostò una ciocca di capelli dal viso, buttandosela dietro alle spalle, imprecando ancora, tra un colpo di tosse e l’altro, contro il suo capitano bambino.
Si alzò sulla punta dei tacchi, frugando nei ripiani più alti, mentre con una mano si posava sul mobile per non scivolare. Sentì la gonna a pieghe nera, che indossava, alzarsi sulle cosce per il tendersi del suo corpo verso l’alto. Con mano leggera, abbassò l’orlo del vestito, guardandosi soddisfatta.
Era un abito semplice ma d’effetto, a righe nere e fucsia tenue sulla maglia a maniche lunghe, che la circondava il busto aderendoci perfettamente, grazie a un fine fiocco annodato sulla spalla destra che chiudeva la scollatura rotonda della maglia alle scapole, lasciandole nude le spalle e un po’ il petto, mettendo ben in evidenza il suo florido seno e il tatuaggio sul braccio sinistro, e una bella gonna  di nero corvino a pieghe, che slanciava le sue lunghe e bianche gambe.
Qualcuno avrebbe detto che un vestito del genere era adatto per una festa, ad un party pieno di musica e divertimento, e non un abito da tutti i giorni, ma di certo si sarebbe zittito vedendolo indosso a lei, ammirando ammutolito le sue gambe longilinee e semi nude che si slanciavano sotto la gonna corta, e la pelle diafana e invitante, che sporgeva dal busto, desiderando avidamente di poterne assaggiare la morbidezza e il dolce aroma di mandarino che lì era di casa, rifacendosi a nuovo gli occhi osservandola.
Nami sorrise malandrina.
Era per quello che lo indossava. Per far sì che un certo spadaccino, semi cieco, si rifacesse a nuovo l’occhio sano posandolo su di lei, ghignando come suo solito compiaciuto nel vederla sempre splendida e incantevole, e, magari, per una sola ed unica volta, farle un piccolo, piccolissimo, complimento per il suo vestito.
Chiedeva forse tanto?
Solamente che quel buzzurro di Zoro la notasse, accorgendosi di lei e della sua bellezza, iniziando finalmente a provare per lei qualcosa di più profondo della semplice amicizia che li legava, proprio come stava accadendo alla bella navigatrice, ormai innamorata del tutto del tenebroso e affascinante spadaccino dallo sguardo cupo.
La rossa scosse la testa, ritornando al suo mal di gola.
Prima avrebbe sistemato la sua infiammazione, e poi avrebbe pensato ad accendere un passionale fuoco per lei dentro al cranio verde del samurai.
Riprese a rovistare dentro all’armadietto…
 
Con passo strascicato e sbuffare continuo, Zoro camminava svogliato nel corridoio, diretto in infermeria.
Si strofinava malamente il collo, tossicchiando baritonale e roco, mentre mugugnava scontroso.
-Stupido Rufy… sciocca mocciosa schiavista…- sbottava storcendo la bocca dopo un altro colpo di tosse -… se non fosse stato per lei, non mi sarei beccato questo stupidissimo mal di gola… ma farsi i cavoli suoi no?!? Chi se ne frega di Rufy che corre sotto la pioggia!!! Che faccia pure!!! Tanto è di gomma, se un fulmine lo colpisce mica prende fuoco… no, invece lei deve imporsi e obbligarmi a rincorrerlo per mezza Sunny… mah, mocciose: chi le capisce è bravo…-
Infossò le mani nei pantaloni scuri, continuando a borbottare contro la navigatrice, tossicchiando ogni tra parole.
Ripensò al pomeriggio del giorno prima, biasciando e tossicchiano, rivedendosi davanti agli occhi l’immagine completamente bagnata e fradicia di Nami, che si aggirava gocciando, qua e là, piccole lacrime di pioggia per i corridoi della nave, raccattando dai bagni asciugamani asciutti e puliti da gettare addosso a Franky, Rufy e a lui per asciugarsi, mentre lei continuava a rimproverare il capitano e il suo cranio vuoto. Alla fine, quando ormai tutti si erano asciugati, lei se n’era andata a farsi una doccia calda, seminando in giro per la Sunny mille gocce d’acqua, tracciando il suo percorso fino al bagno le piano superiore della nave.
Lo spadaccino ghignò.
-Mocciosa…- sorrise, ripensando a quanto la pioggia, sul suo viso, la rendesse bella, bagnandole la pelle morbida e bianca, facendola brillare e donandole una lucidità tutta sua.
Con passo pesante, e ghigno sul viso, si addentrò nell’infermeria, deciso che, quando avrebbe sistemato quella maledetta tosse, sarebbe andato a cercare la rossa per chiederle di gareggiare con lui a una delle loro solite gare di bevute, così da poter passare qualche ora insieme. Entrò spedito, fermandosi di botto ritrovandosi davanti agli occhi la su detta mocciosa nello studio medico, mezza arrampicata sullo scaffale dei medicinali, mentre rovistava tra le varie scatoline colorate dei medicinali.
Si era alzata sulle punte, estendendo al massimo le gambe, che si allungavano a più non posso sotto l’esile gonna nera che indossava, alzata nel protendersi verso l’alto della ragazza, ritirandosi verso il bacino e sollevandosi verso il cielo, mentre la ramata borbottava aggrappata a una mensola delle più alte, cercando qualcosa.
Zoro, ammutolito ma non scemo, si leccò le labbra divertito da quella scena, incurvando in busto sul suo lato destro, e, mantenendo le mani in tasca, allungò lo sguardo, nero e torvo del suo unico occhio sano, appena sotto il contorno a pieghe della gonna della navigatrice, notando con estrema delizia il ricamo nero, e con dei frufrù a fiocco,  delle sue mutandine, che s’intravedevano perfettamente grazie alla posa di Nami.
Arricciò le labbra in un ghigno soddisfatto, lasciando che la sua iride nera oscillasse dai ricami più esterni, a quelli più interni, dell’intimo della rossa, apprezzando molto il colore scuro e corvino del tessuto, che risaltava sul candore diafano delle cosce, tese nell’allungarsi delle gambe della navigatrice.
Lo spadaccino si trattenne dal chiedere alla cartografa se indossasse il coordinato completo, e se anche quello avesse quei ricami particolari, solo per non essere picchiato selvaggiamente da lei, e venir poi additato come un maniaco come Brook. Ghignò, sorpreso dei suoi pensieri.
Accidenti, fino a pochi mesi prima non si sarebbe mai azzardato a pensare a quel modo alla sua compagna, ma ora tutto era cambiato, e sempre più spesso, la sua mente non vedeva più in Nami una semplice mocciosa, ma una bella e affascinate donna, di cui, a poco a poco, si era innamorato, e di cui ora non gli interessava più la sola protezione, ma anche ben altro, intimo compreso…
-Oh eccoti qua…- la sentì esultare, saltando a pie pari sul pavimento dell’infermeria.
-Cosa, mocciosa?- chiese lui, avvicinandosi.
Nami si voltò leggermente verso la porta, rigirandosi tra le mani una piccola scatolina di caramelle balsamiche per la tosse,  vedendo avanzare verso di lei lo spadaccino e il suo bel ghigno.
-Ah ciao buzzurro…- lo salutò sorridendo -… niente, ho solo trovato un medicinale che mi serve… è da stamattina che il mal di gola mi tormenta…- si massaggiò il collo irritato.
-Ah si? Anch’io…- alzò un sopracciglio il verde -… chissà perché, eh? In fin dei conti, ieri, ho solo dovuto rincorrere Rufy per tutto il ponte sotto la pioggia…-
-Fai poco lo spiritoso, ominide… se ti fossi impegnato ti più, l’avresti acciuffato prima e avresti preso meno acqua… e quindi non avresti la tosse…- gli tirò una linguaccia Nami, aprendo la scatolina medica.
-È tutta colpa tua, invece… se mi avessi lasciato dormire, non avrei preso nemmeno una goccia di pioggia, e nemmeno questo mal di gola…- sbuffò Zoro, incrociando le braccia al petto.
-Oh, ma taci… sei il solito bambinone… è solo un po’ di mal di gola…- soffiò, estraendo dalla scatolina colorata, una sottile lamina di plastica con delle bombature circolari, contenenti le caramelle balsamiche.
-Ne facevo ben volentieri a meno, di sta tosse dannata e del mal di gola, sai?!? Invece no, strega mocciosa, per colpa tua me la sono beccata…- sbottò il verde, osservando la compagna schiacciare fuori dall’involucro di plastica una caramellina bluastra e ovale medicamentosa.
-Quante storie per un po’ di tosse…- si portò alle labbra la pastiglia, ingerendola con un moto della lingua -… che razza di spadaccino sei, se ti lamenti per un po’ di tossetta?!? E poi sarei io la mocciosa…- alzò gli occhi al cielo muovendo qualche passo.
Gli lanciò la scatola del medicinale, superandolo con pochi passi mentre si avviava fuori dall’infermeria. Il verde afferrò rapido il contenitore, sbatacchiandolo sul palmo della mano libera per estrarne le caramelle balsamiche.
-Io non mi sto lamentando, sto solo dicendo che è tutta colpa tu… ehi!!!!- ringhiò contro la rossa, fermando la sua fuga afferrandola per una spalla.
La fece voltare verso di lui, sventolandole sotto il naso la scatola di pastiglie vuota.
-Era l’ultima, vero?- chiese saccente alla navigatrice, indicando con un suo bronzeo e calloso indice le sue labbra inumidite dalla caramella.
La rossa, sorriso malandrino e divertito sulle labbra, gli mostrò sulla punta della lingua l’ultima pasticca balsamica della scatola, sbeffeggiando con il suo sguardo di cioccolato  lo spadaccino irritato.
-Ti riferisci alla caramella?- chiese innocente, rigirandosi tra le mandibole la pastiglia -…uhm… lasciami pensare… si…-
-Maledetta!!! Ho mal di gola anch’io!!! E ora, che fare secondo te?!?!- sbottò scontroso Zoro, buttando nel cestino la scatola vuota che reggeva in mano.
-Te lo tieni, ovvio…- alzò le spalle lei semplicemente.
-Eh no, mocciosa… ora sputi quella caramella e me la dai…- ordinò il samurai, muovendo un passo verso la ramata, che indietreggiò verso la porta dell’infermeria aperta.
-Fossi scema!!! Ho più mal di gola io che te, buzzurro… oltre alla pioggia di ieri, io devo sempre sgolarmi per farmi obbedire da tutti su questa nave… per te, un paio di giorni con un po’ di tosse o meno, non fa alcuna differenza: tanto al massimo la gola la usi per russare…- gli fece la linguaccia.
-Strega!!! Molla quella caramella o userò le maniere forti…- ghignò divertito, avanzando ancora.
-Provaci e urlerò così forte, che Sanji arriverà qui in un lampo per soccorrermi…- indietreggiò fino al muro della stanza, rigirandosi la pillola tra le labbra, assaporandone il sapore alla menta e il suo effetto benefico sulla trachea.
Zoro ringhiò geloso, sentendo nominare il cuoco, e pensando, solo per un decimo di secondo, che lui potesse salvarla dai pericoli al posto suo. Quello era solo ed unicamente compito suo, di nessun altro.
-Mocciosa maledetta…- soffiò alzando una mano -… tu e quel dannato damerino… io…-
-Non sarai geloso, Roronoa… ?!?- ridacchiò Nami, vedendo lo sguardo del verde scintillare di gelosia no appena aveva nominato il biondo Latin Lover, sentendo il suo soffio farsi sempre più pesante e rabbioso.
-Non dire cavolate…- arrossì quello, facendo scattare la mano verso la bocca della navigatrice, spalancandola a forza con due dita e tentando di derubarla della caramella che proteggeva tra i denti. Ma non aveva fatto conto della lesta e umida lingua della cartografa, che sguisciò sui polpastrelli bronzei e duri del samurai, leccandoli leggermente, mentre faceva retrocedere sul palato la caramella, facendo così rabbrividire di piacere Zoro, che ritrasse le dita da quelle labbra carnose, come se lo avessero morso con il fuoco.
Lo spadaccino si guardò i polpastrelli pulsare di piacere, mentre il palmo della mano rabbrividiva di desiderio di essere leccato allo stesso modo da quella lingua tagliente e ammaliatrice. Si sentì il respiro corto, affannato, e un impulso strano e potente ordinargli da dentro di sperimentare quella sensazione, piacevole e peccaminosa della lingua di Nami, non semplicemente sulle dita, ma anche nella bocca, sulle labbra, sul collo, su tutto il corpo.
Alzò lo sguardo sul volto di Nami, sorridente nel modo più suadente e strafottente del mondo, mentre lo fissava con lo sguardo furbo e infossato su di lui, a studiarne i pensieri. La vide leccarsi le labbra, proprio dove l’aveva sfiorata, con un lento e sensuale movimento della lingua, che sembrò tremare di desiderio nel assaggiare nuovamente il sopore, rude e vigoroso, della pelle dello spadaccino.
-E allora, ominide?- soffiò Nami, divertita dalla situazione e dall’imbarazzo momentaneo del ragazzo –La vuoi o no, questa caramella?-
Zoro ghignò diabolico, facendo tremare di paura la cartografa, che indietreggiò ancora tentando di scappare, ma andando a scontrarsi contro la parete di legno della cabina. Lo spadaccino ne approfittò, chiudendole ogni via di fuga accerchiandole le spalle con le mani, addossandole alla parte e incurvandosi verso di lei. Nami si sentì in trappola, in una piacevole e sensuale trappola, prigioniera tra le braccia forti e protettive di Zoro, che da sempre l’avevano difesa, e in cui, ora più che mai, si sentiva al sicuro. Sorrise sicura di se.
-Ti conviene darmi quella caramella, mocciosa…- le soffiò sulle labbra Zoro, ghignando diabolico.
-Se no, che fai, buzzurro?- lo punzecchiò lei, portando dietro la schiena le mani e avvicinando il viso a quello ghignante le verde.
-Se no me la prendo…- minacciò lui, fissandola con lo sguardo che scintillava di perfidia.
-A si?!? Ti avverto: prima ti ho solo leccato, ma se provi a rimettermi le mani in bocca, ti mordo…- intimò la rossa, lasciando che una ciocca dei suoi capelli le cadesse sul viso.
-E chi ha detto che userò ancora le mani?-
Nami non ebbe il tempo di capire appieno la frase, che si ritrovò le labbra dello spadaccino premute con forza sulle sue.
Avvampò d’imbarazzo, spalancando gli occhi e puntandoli al soffitto, che le sembrò svanire in una bolla di sapone per il sorprendente senso di piacere che gli donava la lingua dello spadaccino sul palato. Sentì la lingua del verde farsi strada tra le labbra semi aperte, leccandola veloce la bocca, in cerca della pastiglia, mentre il respiro caldo e intenso di alcol e sale di Zoro le stuzzicava il palato, facendole quasi perdere i sensi. Nami sbattè un paio di volte le palpebre, tentando di capire se fosse tutto un sogno o la pura realtà, mentre la lingua dello spadaccino trovava la caramella balsamica, e la faceva scivolare totalmente sul dorso della lingua della navigatrice, facendola fremere di desiderio, mentre si aggrappava alla felpa nera di lui, gemendo leggermente di piacere. Con un leggero movimento, Zoro fece uscire la sua lingua dalle labbra di Nami, lasciandovi un esile rivoletto di saliva come ricordo, mentre ingurgitava avidamente la caramella aromatizzata dal denso e dolce sapore della bocca di Nami.
-Mmmhh…- mugugnò deliziato -…è buona…-
La navigatrice si riprese debolmente, scuotendo il capo sconnesso dal resto del corpo per quell'esperienza paradisiaca, tornando alla realtà. I suoi occhi s’infiammarono di rabbia per l’affronto che il samurai aveva osato farle, prendendola in contro piede e lasciandola senza fiato. Ringhiò, ritrovandosi, davanti agli occhi, un ghignante e compiaciuto spadaccino, che sogghignava per il suo stato confusionale, rigirandosi tra le mascelle la sua caramella.
Nami infossò lo sguardo su di lui, aumentando la presa sulla maglia del giovane, aggrappandosi con forza ad esso e obbligandolo a incurvarsi verso di lei.
-Stupido buzzurro…- riuscì a soffiargli contro, prima di tornare a baciarlo per riprendersi la caramella.
Fu il turno di Zoro di spalancare al massimo gli occhi per lo stupore, ritrovandosi la navigatrice stretta al petto, e la sua umida e veloce lingua scivolargli tra le labbra, per rubargli la pastiglia. Indietreggiò di un paio di passi, disordinato e rosso come un peperone, finendo semi disteso sul letto ortopedico dell’infermeria.
Vi si addossò con il bacino, trascinando con se Nami, che andò a schiantarsi contro di lui, finendo dritta tra le sue braccia, che la stinsero protettrici e forti al petto muscoloso.
Lo spadaccino l’abbracciò per la schiena, rivoltando le parti, e sospingendola sotto di lui, la fece addossare contro la sponda del lettino, costringendola a sedersi sopra ad esso, mentre le alzava una gamba, aiutandola ad accerchiarlo per il bacino.
Ormai era chiaro ad entrambi, che la proprietà della caramella non interessava più a nessuno dei due, e che il piacere del bacio, intenso e in aumento continuo tra le loro labbra, li aveva coinvolti fin troppo, e che era impossibile ormai tornare indietro.
Con mezzo gemito, Nami, affondò la lingua nella bocca di Zoro, leccandogli il palato completamente, gustando a pieni polmoni il suo sapore, bramandone sempre di più.
Lo spadaccino ghignò di piacere, immergendo una mano sotto la gonna della navigatrice, mentre con l’altra le spingeva il capo verso il suo, approfondendo il bacio sempre più, desiderando qualcosa di maggiore e più profondo. Percepì sulla lingua un rimasuglio di caramella, che si era sciolta in entrambe le loro bocche durante il bacio. Il sapore al mentolo, acre e medico, lo disturbò.
Rovinava l’intenso aroma di mandarino delle labbra di Nami, accentuandone la lieve acidità tipica del frutto. Storse le labbra, disturbato, e, con gesto di stizza, sputò la pastiglia fuori dalle labbra, interrompendo per poco il contatto con quelle di Nami, che ridacchiò della sua irritazione.
-Ma quanto siamo suscettibili, quando abbiamo il mal di gola…- lo derise, accarezzandogli il profilo del viso, e baciandolo qua e là.
-Uhm… a dire il vero, il mal di gola mi è passato… di certo, non per merito di quella caramella…- la baci sul collo e sul mento, risalendo fino alle labbra, dove le succhiò piano, irritandole dolcemente.
-Io invece, un po’ di male, ce l’ho ancora …- gli sussurrò lei, allontanandosi un po’ dal petto dello spadaccino, sorridendo maliziosa mentre slacciava il ficco sulla scapola destra che reggeva la maglia intorno alle sue spalle -… forse serve un controllo ai polmoni, in caso si tratti di una polmonite…-
Zoro ghignò eccitato, vedendola reggersi la maglia al petto con una sola mano, tentando con poca volontà di coprire i seni che s’intravedevano oltre la scollatura. Le si avvicinò al collo, baciandolo e succhiandolo fino ad arrivare sotto all’orecchio, dove baciò con forza la pelle facendola arrossare.
-Lo sai, vero?- le sussurrò appena, slacciandosi la patta dei pantaloni –Se stai con me una sola volta, è per sempre… per tutta la vita…-
-Non desidero altro…- gemette la cartografa, accerchiandogli la vita con le gambe e abbracciandolo per le spalle -Ti amo…-
Glielo mormorò piano all’orecchio, timorosa di un suo rifiuto, aggrappandosi con forza al suo collo taurino, dove infossò vergognosa il volto rosso d’imbarazzo, proprio come una mocciosa di fronte al primo amore.
Zoro le alzò il voto con una piccola carezza sul mento, baciandola a fior di labbra, ghignando incontenibile. La baciò ancora, ancora e ancora, instancabile di quel spore al mandarino misto sole.
-Credi…- le sfiorò con la punta delle dita le guance imporporate -… che starei qui, a baciarti e a voler fare l’amore con te, se non ti amassi anch’io? Ti amo mocciosa, ti amo…-
Nami si gettò tra le sue braccia, baciandolo con foga, lasciando che l’apertura della sua maglietta scivolasse sui suoi seni, mettendone in mostra le curve floride e morbide, mentre lo abbracciava con forza per il collo, saziandosi di lui.
Lo spadaccino l’abbracciava per le spalle nude, accarezzandola tra i capelli e sulla pelle morbida e invitante, fremendo dalla voglia di assaggiarla e sfamarsi di lei.
La fece stendere sul lettino, montandoci sopra anche lui, sovrastandola con la sua figura, mentre l’accarezzava sul viso, baciandola sul petto semi nudo.
Con le sue dita da ladra. Nami lo denudò della felpa, calandogli i pantaloni aperti e strusciandosi su di lui con il suo seno prosperoso, facendolo gemere di piacere. Si lasciò spogliare dalle mani grandi e imbranate dello spadaccino, che la svestirono della gonna e della maglia con fretta e furia, restando poi, frementi e a mezz’aria, non sapendo bene da dove cominciare per conoscere, per la prima volta, il corpo della navigatrice.
Zoro era a bocca aperta, privo di salivazione e parole, davanti al seno nudo di Nami, privo di qualsiasi reggi seno, coordinato o meno con le deliziose mutandine che aveva sbirciato pochi minuti prima. Avrebbe voluto baciare le cime turgide di quel petto, saziarsi del loro sapore latteo e femminile, ma Nami aveva già deciso per lui, e tornando a baciarlo con foga, l’aveva denudato dei boxer neri attillati, iniziando a toccargli il membro eretto e duro, gemendo di goduria nel poter sentire il suo fallo pulsare per lei.
-Oh Zoro…- ansimò acutamente, prendendo nel palmo della mano il membro del verde e facendolo strusciare contro il cavallo del suo intimo, fradicio dei suoi umori, eccitandosi sempre più.
Zoro non ci vide più dall’eccitazione, e strappate le mutandine della rossa, iniziò a massaggiarle l’intimità con due dita, facendola gridare di piacere e tremare di passione, mentre le mordeva dolcemente il collo, lasciandole qualche piccolo segno rossiccio sulla pelle. Le fece divaricare le gambe, continuando a stimolarla, stendendosi sopra di lei baciandola con entusiasmo, mentre la ramata lo accarezzava sulla schiena, facendola tremare eccitato, fino a sfiorargli il sedere, e avvinghiarsi ad esso. Zoro baciava ghignando il collo e i seni di Nami, abbracciandola per la vita, mentre la navigatrice lo baciava sul viso e sul capo. Con la mano candida e liscia, lo accarezzò sulla cicatrice dell’occhio sinistro, per poi baciarla con passione e amore, come a ricucirla e farla scomparire. Una scarica di eccitamento, attraversò la spina dorsale dello spadaccino, non abituato a certe attenzioni così affettuose e dolci, facendogli incurvare di piacere la schiena e gemere ad occhi chiusi.
La penetrò subito, con forza, irruenza e furia, facendola ansimare di piacere e gioia, mentre spingeva dentro di lei per amarla del tutto. Sentiva le membra di Nami adattarsi a lui, alla sua irruenza voglia di sentirla sua, dilatandosi e assecondando ogni suo movimento. Nami ansimava di piacere, gridando, senza vergogna o paura, tutto il suo piacere, abbracciando per le spalle Zoro, fissandolo negli occhi, sorridendogli felice e innamorata, mentre, due loro mani, si tenevano sempre strette tra loro, incorniciando con forza le loro dita, come lo sarebbero state le loro vite da quel giorno in poi…
 
 
La pioggia cadeva incessante, bagnando ogni centimetro quadrato della Sunny.
Rufy se ne rese conto subito.
Sia che la pioggia era bagnata, sia che era fredda.
Per fortuna che a scaldarlo c’erano i pugni della sua navigatrice…
-E non azzardarti più ad uscire…- lo appiattì al suolo della cucina Nami, con un asciugamano stretto attorno ai capelli fradici di pioggia, raccolta nel temporale rincorrendo il suo capitano, sul ponte della nave, per riportarlo al coperto.
-Ma io volevo solo giocar… AHIA!!!!- l’ennesimo colpo atterrò il ragazzo di gomma, zittendolo.
-TACI, IDIOTA!!!!!- una vena rossa pulsava sulla fronte della cartografa, che si massaggiò le tempie doloranti.
-Su navigatore, calma…- la quietò Robin, sorridendo nel porgerle una tazza di thè.
-Ti verrà un embolo, a forza di urlare…- borbottò Usop, seduto a un capo della tavola.
-Al massimo un gran mal di gola…- tranquillizzò la ciurma Chopper, sfogliando un libro.
Zoro, addossato ad una parete della stanza, alzò un sopracciglio, ghignando diabolico.
-Allora è meglio se predi di già qualcosa, mocciosa… per evitare tossi o robe del genere…-
Nami sorrise sfregandosi l’asciugamano sul capo, asciugandosi i capelli bagnati.
-Uhm… si, credo che sia una buona idea… muoviti, buzzurro, aiutami a cercare una caramella balsamica…-
I loro sguardi s’incrociarono nella cucina, illuminandosi e brillando complici.
-Se proprio devo…- s’incamminò dietro alla navigatorie lo spadaccino, seguendola nella loro cabina.
-Ma l’infermeria è dall’altra parte della Sunny…- borbottò Rufy, seguendo con lo sguardo i due abbracciarsi nel corridoio e baciarsi con foga.
-Lascia perdere amico… robe da grandi…- gli batté una paca sulle spalle Franky, ridacchiando con Brook, mentre il povero cuoco di bordo mordeva isterico un suo mestolo, per la rabbia che provava per la relazione tra l’incantevole rossa e il Marimo.
-Le caramelle, roba da grandi?!? Mah… spadaccini e navigatrici: chi gli capisce è bravo…- alzò le spalle il moro.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE:
Ecco qui l’immagine galeotta che mi ha ispirato la FF .
Se volete, copiatela pure, e se vi ispira, scrivere una FF zonamista anche voi… ciao…

Zomi

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