Anime & Manga > Vampire Knight
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Autore: Sophie Isabella Nikolaevna    17/08/2012    9 recensioni
Le idee strampalate del Direttore, si sa, non sempre hanno buon esito. Ha quindi fatto bene Kaname ad affidarsi a lui come agenzia di viaggi? Il posto dove la Night Class trascorrerà una settimana di vacanza sarà davvero così placido e isolato dal mondo come dice Cross?
I nostri beneamati vampiri verranno travolti da un mare di guai, pasticci, ragazzine bionde e isteriche, creme solari, gatti abbandonati, vecchiette dal bastone sempre pronto a... bastonare, balli di gruppo e tante, tante altre esperienze traumatiche! Leggere per credere...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7 - DI TUTTO E DI PIU'


"SVEGLIAAA!!!".
Nonostante Kain fosse appena sveglio e quindi non particolarmente in grado di pensare, ne era sicuro: a svegliarlo era stata la voce di Ruka.
"IN PIEDIII!", urlò poi quella che sembrava essere Rima. Dopodiché, iniziarono a risuonare dei forti colpi sul vetro della finestra della stanza da letto.
"Chi è che scassa?!", mugugnò Aidoh rigirandosi nel letto.
"Sono Ruka e Rima!", gli rispose Kain. In fretta scostò le tende e aprì la finestra. "Che succede?", chiese alle due ragazze. Entrambe si guardarono intorno circospette, poi Rima disse a bassa voce:
"Dovete alzarvi immediatamente. Abbiamo un PIANO!".
"Un piano?".
"Un PIANO!".
Kain pensò per un attimo di tirar fuori la solita vecchia battuta: "Ma come, non vedo nessun pianoforte!", ma viste le facce serie di Ruka e Rima (che sicuramente si aspettavano una risposta del genere), desistette.
"E a cosa servirebbe questo piano?", chiese sbadigliando.
"A fare in modo che oggi Senri stia lontanto da quelle cavolo di biondine", ringhiò Rima.
"Allora di qualsiasi cosa si tratti, io ve la appoggio", si aggiunse Aidoh, risvegliatosi improvvisamente nell'udire quelle parole.
"Semplicemente, per oggi è prevista un'escursione nella giungla", spiegò Ruka, "e noi ci andremo, portandoci dietro Senri prima che arrivino le biondine a rapirlo".
"Nella giungla?!?", berciò Aidoh. "Ma siete impazzite?! No, mai e poi mai!!!".
"Aidoh, un momento fa hai detto...".
"Con 'qualsiasi cosa' non intendevo certo escursioni suicide in posti pieni di strani animaletti pronti ad infilarsi dentro i nostri vestiti!".
"Aidoh, ti ricordo che nessuno di noi è vulnerabile a questo genere di pericoli...".
"NON MI IMPORTA! A me quegli animaletti fanno semplicemente SCHIFO!!!".
"Dài, Hanabusa, ti prego". Rima assunse un'espressione da cucciolo di terranova, con tanto di occhioni scintillanti: espressione che nessuno dei vampiri avrebbe mai pensato di poterle vedere sul volto. Sembrava il Gatto Con Gli Stivali di Shreck, osservò Kain. Non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma Shreck era il suo film preferito. Il suo sogno più oscuro e segreto era di, quando sarebbe stato molto anziano, andare a vivere in una palude come il simpatico orco verde.
"Senri accetterà a venire con noi soltanto se saremo entusiasti, e soprattutto se saremo in tanti", stava spiegando Rima nel frattempo. "Già Kaname non può venire, visto lo stato in cui è ridotto, e nemmeno Ichijo, che gi farà la bada. Se non vieni neanche tu, Shiki non si unirà mai!".
"Ma Shiki mi odia! Da quando gli ho rotto...".
"Poche storie, Aidoh", tagliò corto Ruka. "Se non vieni con noi, gli racconterò di tutte le altre belle cosine che hai combinato con la sua roba senza che lui tuttora ne sappia niente. Ad esempio, ti ricordi la sua camicia bordeaux? Quella che ad un tratto non ha più trovato?".
"Lo sappiamo che sei stato tu a rubargliela per un appuntamento galante con un'umana brutta e occhialuta, che poi appena l'hai vista hai vomitato. E ricordi anche la sua collezione di penne a sfera? Quella che lui rispolverava e riordinava ogni giorno, chiamando le biro le sue tesore? Quelle biro che una mattina lui trovò tutte misteriosamente senza inchiostro?".
"Sappiamo che sei stato tu a usarle di nascosto tutta la notte, per scrivere lettere d'amore ad un'altra umana. Un'umana che poi scopristi essere la sorellina minore del più famoso pugile del mondo. E allora scappasti via a gambe levate".
"Sappiamo tutto, Hanabusa Aidoh".
"Tutto".
Aidoh era diventato color ravanello.
"Ah... e quindi sei stato tu?", gli chiese Kain, gli occhi dirotti a due fessure. "Lo sai, vero, che se Shiki lo viene a sapere sei... non finito, di più?!".
Aidoh passò dal color ravanello al color melanzana.
"E va bene", ringhiò, "verrò con voi. Ma qualsiasi danno io subisca, sarete voi a pagarlo".

Aidoh, Kain, Rima e Ruka stavano marciando verso la villetta di Ichijo, Kaname e Shiki, decisi a prelevarne quest'ultimo per trascinarlo nella giungla. Ma quando presero a bussare alle finestre urlando ripetutamente il nome di Senri, si affacciò a rispondere non questi, ma Ichijo.
"Ehm, non so come dirvelo...", disse, cercando di sorridere. "Vedete, Shiki... non c'è".
"Non c'è?!", ripeté Ruka mentre Rima andava in ebollizione.
"Ehm, alle... sei di mattina, sono arrivate alcune delle... delle...". Gli sguardi sempre più tetri delle due ragazze intimorivano profondamente Ichijo. "Delle, ehm... biondine... e... se lo sono portato... via".
"Che cosa intendi con 'via'?", chiese Kain preoccupato.
"Ehm...", rispose Ichijo con una vocina flebile flebile. "Intendo dire che... che se lo sono portato via... non saprei in quali altri modi spiegarlo".
Rima esplose.
"E TU NON HAI FATTO NIENTE PER FERMARLO?!", sbraitò. Ma prima che Ichijo potesse aprir bocca, i quattro furono agguantati alle spalle da aggressori sconosciuti.
"RAGAAAAAZZI, MA COSA CI FATE ANCORA QUA?".
"DOVETE VENIRE ALLA NOSTRA FANTASTICA ESCURSIOOONE!".
I vampiri riconobbero con sommo orrore la voce di Peppe-Occhiali-A-Cuore, e si voltarono disperati. Peppe teneva per le spalle Ruka e Rima, un altro agitatore Kain e Aidoh. Cotale agitatore era alto, muscoloso, abbronzato e tatuato, con gli "addominali-che-più-scolpiti-di-così-non-si-può-mammamia".
"Un momento! Stiamo cercando un nostro amico!", disse Kain con voce strozzata mentre veniva trascinato via di peso dall'agitatore.
"IL VOSTRO AMICO ASPETTERA'! ORA VOI DOVETE VENIRE CON NOI NELLA GIUNGLA!".
I quattro tirarono un profondo sospiro di sconsolazione e osservarono la finestra di Ichijo che si allontanava sempre di più da loro, andando rimpicciolendosi, con il loro amico affacciato che li salutava agitando mestamente una mano.

* * *

Si trovava nella Stanza Di Tortura. Lo avevano svegliato con orribili strida da arpie quali erano, l'avevano trascinato di peso fuori di casa e lo avevano portato della Stanza Di Tortura, che all'apparenza poteva sembrare una normalissima villetta come la sua. Ma niente è come sembra, SI SA. Strani abiti, borse e oggettini erano sparsi per la Stanza Di Tortura: erano tutti del medesimo rosa confetto. Chiunque avrebbe scambiato i suddetti oggettini per telefonini, lucidalabbra e altri aggeggi tipicamente femminili, ma lui, Senri Shiki, era convinto che nascondessero trappole mortali al loro interno.
E ora, le aguzzine gli stavano rivolgendo il Temibile Interrogatorio:
"Allora, Zenri, ce l'hai la morosaaaa?".
"Mi chiamo Senri, e non ho la morosa".
"Oddiomio maqquindi sei libero?!?".
"No, non sono libero".
"Ragaaaaazze, quindi c'è una che gli piace, ma non stanno insieme!!!".
"Sarà il suo ammmore perduto!!!".
"Ommioddiocheccosaromantica!!!".
"Guardate che non avete proprio capito una mazza".
"E allora aiutaci a capire!". Un'aguzzina gli prese la mano e se la poggiò sul cuore, l'espressione profondamente commossa - ma in realtà era solamente un trucco per farlo cadere nelle sue grinfie, ne era certo - "Cos'è successo alla donna che ami? Oh, no, lo so, non dirlo: ha una malattia incurabile".
"No, no!". Un'altra aguzzina spinse via la sua alleata e si mise sul proprio cuore la mano di Senri. "Penso di sapere che cosa è successo alla donna da te tanto amata, caro: è morta". Si rivolse alle altre aguzzine. "Secondo voi non è così?".
"Oh, povero caro, è SICURAMENTE così".
"Eggiàh".
"Hai razzone!".
"Dove diamine sono capitato...".
"Oh, non ti preoccupare tesoro, lo sappiamo che questo mondo è crudele, noi che ne abbiamo vissute tante".
Per un attimo Shiki volle indagare sull'esatto significato di quel 'noi che ne abbiamo vissute tante', ma poi una vocina nella sua testa gli disse che era sicuramente meglio non entrare nei dettagli.
"Guardatelo, non risponde! Fa il bel tenebroso!".
"Oddio, io ADORO i bei tenebrosi! Cèh! Sbaaaav!".

* * *

"...e alla vostra destra, potete ammirare un esemplare di Cocco De Mer!".
La folla di umani partecipanti all'escursione si voltò emettendo classici "oooh" di ammirazione ad osservare l'enorme palma da cocco alla loro destra.
La giungla era, effettivamente, un posto molto spaventoso. La luce del sole lì non arrivava, e quei pochi raggi che riuscivano a penetrare tra le fronde illuminavano di verde il tunnel di foglie e rami che li avvolgeva da ogni parte. Si sentivano ovunque versi di uccelli esotici, ticchettii, fruscii e altri rumori molto, molto spaventosi. Inoltre ogni tanto comparivano immense ragnatele dotate di: 1) enorme ragno nero e rosso dagli occhi assassini al centro della tela 2) moglie del ragno, molto più piccola, marrone, al lato della tela. A volte facevano la loro comparsa anche i figli. Aidoh osservava tali famigliole di aracnidi con terrore, e sembrava sul punto di mettersi a piangere. Rima aveva scoperto di essere allergica al polline di un qualche fiore, e starnutiva ogni cinque secondi senza smettere di grattarsi. Ruka, ogni volta che un agitatore indicava una qualche meraviglia della natura da ammirare, commentava l'accanimento degli umani con un: "Che pena", poi gettava un'occhiata alla pianta, ragno o fiore che fosse e aggiungeva un: "Che schifo". Kain, invece, sembrava essere l'unico ad apprezzare la gita.
"Finalmente stiamo respirando la vera essenza di queste isole!", decantava come se si trattasse dei versi di un poema epico, al che gli altri tre lo guardavano male.
"Idfatti, e respirarla bi ha fatto BALISSIBO!", rispose Rima, e tirò su col naso in una maniera per niente adeguata ad una modella d'alta classe come lei.
"Sicuramente nell'aria c'è qualcosa di... di nocivo. Velenoso. Non mi fido di questo posto", sibilò Ruka mentre un millepiedi le passava accanto. Lo guardò schifata.
"Ma non dire così! Quest'aria ha invece un potere rigenerante!", esclamò Kain. "Non sentite la fotosintesi clorofilliana intorno a voi? OSSIGENO!".
"ETCHAAAAAA!", fu la romantica risposta di Rima.

* * *

Ichijo guardò Kaname preoccupato. Quante volte, nella sua vita, l'aveva aiutato, gli era stato vicino? Ormai non riusciva neanche più a contarle; sapeva solo che il suo aiuto aveva dato frutti ogni singola volta. Era sempre stato capace di fare qualcosa per Kaname, persino nelle situazioni più pericolose: e ora, non aveva la più pallida idea di cosa fare davanti ad una banale insolazione. Aveva aiutato Kaname di fronte a vampiri cattivi e nemici, assassini... non poteva certo essere una pelle un po' più colorita del solito a fermarlo.
Aveva immerso il suo amico nella vasca da bagno riempita fino all'orlo di cubetti di ghiaccio e aveva chiuso le finestre, così da creare una piacevole penombra. Gli raccontava storie, barzellette, di tutto... ma Kaname si limitava a rispondere con un minaccioso rantolo:
"Mmmmmmm".
Ichijo si grattò la testa e sospirò.
"Kaname, che cosa devo fare con te? Se hai bisogno di qualcosa, devi dirmelo, io non sono un indovino!".
"Mmmmmmmmmmmmmmmm".
"Ma insomma! Che cos'altro posso fare? Vuoi che ti canti una canzone? Ti va?".
"Mmmmm".
Subito dopo aver detto ciò, Ichijo si rese conto di essersi messo nei pasticci da solo. Lui non conosceva canzoni a memoria. Soltanto di una sapeva tutte le parole, ma non era una canzone, come dire, molto intelligente.
Tanto valeva tentare, però.
"Ehm... ehm... in radio c'è un pulcino...", tentò di intonare. "In radio c'è un... ehm... pulcino... è il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio... il pulcino... Pio".
"MMMMMMMMMMM".
"Okay, okay, non ti piace, va bene, io ci ho provato!".

* * *

"Caro, che cosa prendi da mangiare?".
Sei paia di occhi assassini lo fissavano in attesa di una risposta. Al ristorante, lo avevano trascinato. Al ristorante. Poteva andare peggio di così?
"Niente", disse in fretta.
"Maccome! Caro, il Vero Uomo deve nutrirsi bene, così poi è pronto per andare in palestra a farsi...", e la minaccia bionda-patella passò una mano sul braccio di Shiki, "...i muscoli".
"Ah?!", fece lui.
"A giudicare dal tuo... ihih... FISICO...". La biondina assunse un'espressione estatica. "...devi essere un modello o robe del genere!".
"Ehm. Ti sbagli, e di grosso". Mai, MAI avrebbe rivelato alla biondina che aveva indovinato. Lo avrebbe preso in ostaggio, se avesse saputo! L'avrebbe legato a una sedia in una stanza buia e... e... e... la sua immaginazione preferì non spingersi oltre.
Arrivò un cameriere.
"ALLORA", squittì una biondina prima che il pover'uomo potesse aprir bocca, "per noi sei, una carota cruda a testa, ebbasta! Per lui invece una bbbella bistecca!".
"Non se ne parla n...".
"Ma tesoro, che cosa ti ho appena detto?! Cèh tu devi nutrirti!".
"Sennò che fine fanno i tuoi... sbav... muscoli?".
"Esssatto! Cèh!".
"Un conto siamo noi, che non possiamo mangiare, ma tu...!".
"E perché non potete mangiare, scusate?", chiese Shiki, sinceramente interessato.
La patella lo guardò come se le avesse appena chiesto quanto fa uno più uno.
"Ma tesoro, non è ovvio? Perché sennò diventiamo delle mongolfiere come quella SFIGATA di Anto!".
"Anto! Diiio, è veeeeero! Quella là sì che è SFIGATA!".
Un'enorme bistecca piombò come dal cielo davanti a Shiki, che fece tanto d'occhi.
Perché i suoi amici non stavano venendo a salvarlo?

* * *

Rima era furiosa.
Non solo il suo Shiki si era fatto portare via da quelle sgualdrinelle, fregandosene in sommo grado dei suoi amici - e soprattutto di lei, ma era anche rimasta vittima del suo stesso piano anti-biondine, intrappolata in un'infernale escursione che la stava facendo scoppiare dall'allergia.
Guardò male Kain, che ancora decantava i pregi della giungla ("Che cosa succederebbe se non ci fossero le foreste? Sono i polmoni del pianeta!", "Ascoltate la natura! Non sentite che vi parla?", "Dài, che cosa vuoi che sia uno scarafaggio sul piede? Apprezza piuttosto il contatto unico che hai avuto con un'altra forma di vita!").
Poi, guardò male anche l'agitatore Peppe, che stava sproloquiando di fare attenzione a non finire intrappolati  in una tela di ragno. Se fosse finita in una tela di ragno, rifletté, avrebbe probabilmente ammazzato il povero ragno dalla rabbia.
Immediatamente, un urlo disumano risuonò per la giungla.
"AAAAAUUUURGH!!!".
Aidoh si dibatteva come un forsennato ed emetteva grida primordiali. Rima non impiegò molto a capire che il poveretto aveva centrato in pieno una ragnatela, e ora si ritrovava avviluppato in un reticolo appiccicoso e invisibile con uno o più ragni che gli scorrazzavano addosso.
"Ma si può essere più deficienti?", commentò Ruka osservandolo a braccia conserte, senza muovere un muscolo per aiutarlo.
"AUUUGH! UAAAAARGH! AAAAAAAAA!".
Strillando ed ululando, Aidoh si mise a correre alla velocità della luce e ben presto sparì.
Tutti quanti restarono ammutoliti per qualche secondo. Poi, Peppe prese la parola:
"Ragazzi, abbiamo un amico in difficoltà, che è fuggito urlando dalla paura! Presto, corriamo a salvarlo!".
"Sarebbe meglio se di lui ce ne occupassimo solo noi...", iniziò Ruka, ma non fece in tempo a finire la frase che  venne investita dalla folla di umani guidati da Peppe. Ora che c'era un disperso, gli umani credevano che la loro gita nella giungla fosse diventata una vera avventura, e si sentivano veri esploratori. E con la forza e la decisione dei veri esploratori, travolsero i quattro vampiri senza la minima pietà.

* * *

"Ma cosa devo fare con te?! Aiuto! No, non guardarmi così, NON GUARDARMI COSI'! Io non ti ho fatto niente! Non è certo colpa mia se sei stato cinque ore sotto il sole!".
"MMMMMMMMMM".
"No, okay, va bene, forse un po' è stata colpa mia, non avremmo dovuto lasciarti lì, ma ti prego, non guardarmi con quegli occhi così cattivi!".
"Rrrrrrr".
"Oddio, ringhia adesso! Ehm... ehm...".
"RRRRRRRRR".
"Okay, ora cerco di trovarti qualcosa di VERAMENTE divertente da fare. Ho trovato!!! Vuoi giocare un po' con Fuffolone? Dààài, sì! FUFFYYYY! Quiiiiiii miciomiciomiciomicio! Oooh, braaavo il mio gattone! Mamma mia quanto pesi! Allora, tu adesso giochi con Kaname! Bravo, bravo! NO, NO, FERMO KANAME, COSA STAI FACENDO?! MI STAI AMMAZZANDO IL GATTO!!! LASCIALO SUBITO ANDARE!!!".
 
* * *

Era ormai scesa la sera. Anzi, la notte. Le tenebre, l'oscurità. E Shiki, dov'era? In un letto. Da solo?
No.
Cinque biondine assatanate avevano costretto lui e la biondina-patella a dormire insieme. I commenti erano stati del tipo:
"Così potrete farvi i FATTI VOSTRI! Ihihihihihih!".
Fatti loro? QUALI fatti loro? Shiki avrebbe voluto ancora una volta non entrare nei dettagli, ma purtroppo capiva fin troppo bene. Le sue aguzzine lo avevano incastrato, o almeno così credevano. Ma lui non si sarebbe fatto ingannare così facilmente.
La biondina era lì che lo guardava con occhi adoranti in attesa di un primo passo, ma lui non avrebbe mosso un muscolo. Non sentiva neanche l'odore del suo sangue, nemmeno aveva voglia di morderla tanto era profondamente disgustato.
Chiuse gli occhi e cominciò a grugnire come un maiale in calore, facendo finta di russare come un trombone. Emise i versi più fantasiosi che poté, e in meno di mezzo minuto la biondina scappò via a gambe levate, schifata. La sentì che andava dalle sue amiche a confabulare. In breve venne svegliato (nonostante fosse già sveglissimo) e buttato fuori a calci con le seguenti parole:
"Il Vero Uomo, mio caro, non russa!".
"Il Vero Uomo è educato, e tu non lo sei!".
"Cèh, uno che quando dorme con una ragazza si mette a russare!".
"Non ciccredo!".
"Sparisci!".
"Fai skifo!". [Shiki SAPEVA che in quella parola c'era una "k". Lo sapeva]
"Hai razzone!".

* * *

"Aidooooh!".
"Aidooooooooh!".
"Hanabusaaaaa!".
I loro richiami risuonavano per la giungla, ma inutilmente. Gli umani avevano ormai desistito, e da bravi idioti erano tornati al villaggio turistico. Ormai era buio, e la giungla faceva veramente TANTA paura. Rima e Ruka non facevano altro che urlare "CHE SCHIFO!", qualsiasi cosa vedessero, e Kain non era più tanto sicuro delle lodi che aveva tessuto nei confronti della foresta giusto qualche ora prima.
E Aidoh non si trovava.
"Io resterò qua anche fino a domani, finché non salta fuori", affermò Kain.
"Anche io".
"E pure io. ETCHAAAAA!".
Avanzarono nell'oscurità per un po', sentendo solo il rumore dei propri passi e dei minacciosi richiami di uccelli notturni. Improvvisamente una strana musichetta risuonò fortissima, e tutti e quattro fecero un salto di due metri.
"E' il mio cellulare! Mi sta chiamando Ichijo!", esclamò Kain. "Pronto?".
"KAIN AIUTO! DOVETE SUBITO TORNARE INDIETRO!".
"No Ichijo, siete voi a dover venire qua ad aiutarci!".
"NO, KAIN, TU NON CAPISCI, TU NON CAPISCI!".
"Ichijo, la situazione qui è gravissima. Aidoh si è perso nella giungla, e non lo troviamo più. Abbiamo bisogno di aiuto".
"ANCHE QUI LA SITUAZIONE E' GRAVE! Per fortuna che ho dato un colpo in testa a Kaname, e che ora è svenuto, quindi non può fare altro male... e per fortuna che l'asciugatrice è spenta... però è bloccata, Akatsuki, la porta dell'asciugatrice è bloccata!!!".
"Tutto qua? Tu mi hai chiamato urlando perché non riesci più ad aprire l'asciugatrice? E che bisogno c'era di tramortire Kaname?".
"Ichijo... KANAME HA RINCHIUSO FUFFOLONE NELL'ASCIUGATRICE!".



Mie care, eccomi qui, sono tornata!!! Vi sono mancata?
Argh è passato un mese dall'ultimo aggiornamento, mea culpa mea culpa! Quando la storia sarà conclusa, eliminerò il capitolo extra, perché non mi pare giusto avere più recensioni solo per un avviso.
Cooomunque! Come state? Scusate, capitolo lungherrimo, ma in un mese ne vengono di idee! Il prossimo aggiornamento ariverà in tempi più umani, prometto :3
Alla prossima, ciau ciau!
Isabella




   
 
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