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Autore: Tomoko_chan    18/08/2012    3 recensioni
"Tutti lo chiamavano traditore, io lo chiamavo fratello. Lo capivo."
E se Naruto riuscisse a convincere Sasuke a tornare a casa? E se questo scoprisse di essersi perso tante cose? E se Naruto scoprisse di avere ancora una famiglia e questa arrivasse di colpo nella sua vita? E se un nuovo e grande nemico volesse la testa dei migliori shinobi?
Questo è un NaruHina, un pò di SasuSaku, un ShikaIno. E se poi i nuovi arrivati sconvolgessero una coppia? Una nuova trama e nuovi personaggi. E se vi piacesse?
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Alcuni personaggi saranno leggermente OOC ma solo un pò, i dovuti cambiamenti dopo una dura e tragica Quarta Guerra!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie dei Ninjia, Naruto negli anni.'
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Cap 35 Be careful
 
La grande abilità di Shikamaru –decisamente il più adatto per una missione investigativa- dopo una giornata aveva già dato i suoi frutti.
Il genio infatti, aveva già mandato due aggiornamenti all’hokage, che rimaneva sempre più impressionata e preoccupata. L’ultima delle informazioni inviate recitava

“Non si può ancora ben definire chi e in quanti abbiano deciso di attuare questo intricato piano di potere, […] si tratta sicuramente di individuo/i forte/i a causa degli occhi che hanno macabramente rubato.
Essi infatti si dica posseggano il potere di rallentare i movimenti delle altre persone fino a renderle immobili o quasi. […] Dal luogo dove è stato trovato il corpo,
la distanza dal nostro villaggio e gli indizi ritrovati in Natura (odori, rami spezzati, […]) posso dedurre che la sua/loro sede sia molto vicina a Konoha e quindi consiglio di mettere in atto la difesa di livello C come minimo […] “


“Certo, le deduzioni di Shikamaru solitamente sono sempre precise e dettagliate” pensava Tsunade, prendendo nota del messaggio e dando ordine di attuare la difesa C “Ma mi chiedo quanto siano vicini i nemici”.
Intanto, nella calda Konoha di metà Agosto, era scesa la sera e la Luna rischiarava il viso pallido di Hinata, visibilmente preoccupato,
e quello leggermente arrossato e imbarazzato del biondino Naruto, accolto con enfasi dalla piccola Hyuga, Hanabi.
-Il mio cognatinooooo- l’undicenne si abbracciava Naruto con tanta tenerezza e gioia, che aveva imbarazzato un Naruto occupato a tenere una valigia per mano.
“Sicuramente non è timida come Hinata” pensava Naruto. Osservazione che aveva già fatto nelle altre volte in cui Hanabi andava a trovare la sorella.
-Ascoltami bene, Hanabi. Avverti gli altri della nostra presenza e manda qualcuno a prendere le valigie. Dov’è nostro padre?-
Hinata aveva parlato con la sua voce dolce e delicata ma l’ultima domanda l’aveva tradita.
Naruto si accorse da quel leggero tremolio nelle noti finali che la ragazza, anche se prima piuttosto decisa di sé, ora stava andando nel panico.
-Nel salottino!- Hanabi prima di sparire dietro un angolo della casa fece una simpatica linguaccia al biondo, accortasi del suo principio di nervosismo.
Hinata guidò il suo ragazzo per l’enorme casa Hyuga, si inginocchiò davanti alla porta e poi bussò leggiadramente ad una fusama (porta tipica giapponese).
-Chi bussa?- la voce severa e atona di Hiashi Hyuga lo presentò al suo posto.
-Hinata, padre.– la voce della ragazza ora era tornata decisa, ma Naruto sapeva che fingeva.
-Entra.
La ragazza aprì piano la fusama e Naruto vide il suo futuro suocero nella stessa posizione di Hinata, davanti a un tavolino, con tra le mani una coppa di the fumante.
L’uomo alzò vistosamente un sopracciglio quando vide il fidanzato della figlia.
La mora si alzò, ed insieme a Naruto, andò a sedersi dall’altra parte del tavolino.
Il biondo era palesemente in difficoltà. Sembrava così naturale quella posa tanto scomoda, per la famiglia Hyuga.
Hinata avvicinò a se il vassoio con teiera e bicchieri verdi, ne prese due e poi, con grande eleganza, verso del the per se e per il ragazzo.
Naruto arrossì leggermente per l’imbarazzo vedendo la grande capacità di Hinata di nascondere sotto quell’incantevole eleganza tutti i suoi timori e pensò alla propria, irrimediabile, goffaggine.
Era a disagio in quel posto tanto austero.
Hinata si avvicinò il bicchiere alle labbra e bevve piano il the caldo.
Notò che era il suo preferito: il Guokuro, dal suo colore verde brillante.
Poi posò il bicchiere sul tavolino e lo circondò con le mani. Pareva cercasse calore in quel bicchiere per mettersi al rifugio dall’atmosfera fredda che era calata nella stanza.
Infine, finalmente, parlò.
-Padre, come avevo già annunciato in questi ultimi giorni sono tornata a vivere qui, dove avete bisogno di me.
-Questo lo apprezzo, figlia.- la voce di Hiashi era ancora priva di calore, atona.
-Ho portato con me Naruto padre. Pare ci siano dei rischi per tutti coloro che abbiano un abilità innata importante e chi, meglio di lui, per difenderci?
-C’è un intera casata con questo dovere, Hinata. –la voce era diventata incredibilmente dura, quasi…ruvida, se possibile.
-Lo sapete come la penso, a riguardo. Non è una vera famiglia quella che si divide in nobili e in protettori. E qui, siamo tutti fratelli e sorelle. Anche loro sono in pericolo, chi difenderà loro?
-Non voglio parlarne ora.- Hiashi posò quel suo sguardo ruvido su Naruto che di rimando fece la faccia più seria che aveva nel suo repertorio. –Andate a sistemarvi, ora. Io e te ne parleremo più tardi.
Ah, ecco. Era evidente: Naruto non era invitato. Hinata e Naruto si alzarono e lei salutò con un breve inchino. Poi andarono nella loro nuova stanza.
-Questa casa è così… fredda.
Naruto parlava mentre liberava la valigia dai suoi vestiti. Hinata si sedette su quel grande letto e mise la testa fra le mani.
-Che padre freddo.- fu questo il suo commento, sicuramente pieno di disperazione e di lacrime che incombevano.
Una Hanabi insolitamente silenziosa si era fatta strada nella grande camera senza essere notata.
Vedendo lo stato della sorella, le saltò al collo con un guizzo di felicità, costringendola a stare coricata sul letto.
Poi prese a solleticarle i fianchi e le lacrime tristi di Hinata si trasformavano in quelle che solo la sorellina riusciva a farle uscire. L’unica che conosceva il suo punto debole. L’undicenne ebbe un ghigno.
-Che bello che sei tornata! Ora posso torturarti.
-Ah!! Hanabi, smettila!
“Non ci posso credere che Naruto stia assistendo a questa scena! Che vergogna” Hinata avvampò e si fece color peperone, mentre cercava di togliersi di dosso quella sottospecie di scimmietta assassina che era la sorella.
E Naruto rideva a crepapelle e poi, dopo uno sguardo sadico scambiatosi con la “scimmietta”, andò dall’altro lato del letto bloccando le braccia della mora, che a questo punto non aveva con che difendersi.
-Siete..ahahahhaha…due….aahahahahah..oddio oddio lasciatemi!- Hinata non riusciva nemmeno ad offenderli.
Poi, chissà come, Naruto e Hinata si ritrovarono sullo stesso cuscino, testa contro testa.
Si guardarono e poi, dopo un attimo interminabile, risero.
-Ecco ecco, se volete vi lascio soli!- Hanabi sogghignava, guardandoli.
-Come?- Hinata parve essersi appena accorta della presenza della sorella.
-No perché, io, dall’alto dei miei undici anni, sono grande ormai e so come vanno certe cose. Ora avete un gran lettone e voi…-
la sua frase estremamente perversa fu interrotta da un guizzo di Hinata e una risatina nervosa di Naruto, entrambi clamorosamente rossi in viso.
-Ma..ma che ti è successo mentre non ero qui??- la mora era estremamente stupefatta, ancora tutta rossa.
-Qui niente! È che in classe ho uno mezzo matto che fa sempre tutti ‘sti discorsi strani e poi fa un assurda trasformazione del corpo…
“Oddio!” Naruto diventò ancora più rosso ricordando il passato.
-Konohamaru! Quel bast…
-Ecco proprio lui- Hanabi confermò battendosi il pugno su una mano.
Hinata scoppiò in un allegra e grande risata contagiosa. Peccato che venne interrotta da uno Hyuga che veniva a chiamare Hinata, perché il padre aveva richiesto un colloquio con lei.
E così la ragazza si rinfresco ed indossò un leggiadro Kimono turchese con lo stemma Hyuga che arrivava fino al ginocchio. Poi raccolse i capelli in una coda bassa, lasciata molto morbida, e si presentò dal padre.
Naruto e Hanabi andarono ad origliare. Hanabi per gioco; Naruto per preoccupazione.
-Ditemi padre, vi ascolto.
–Quant’è grave il pericolo che corriamo?
-Molto, padre. Ha già fatto un morto non lontano da qui.
-Ed un morto e così grave da portarmi un uomo, il tuo uomo, in casa?
Quella sparata di Hiashi Hyuga stupì così tanto la ragazza che questa sgranò i grandi occhi perla sul padre e socchiuse leggermente la bocca.
-Co-cosa?
-Sei un disonore per questa famiglia! Conosci bene le nostre regole, è già tanto che non ti dica niente sulla tua assurda relazione. Ma solo perché sono certo che finirà.
Il volto di Hinata si indurì come non mai.
-Non sposerò mai uno Hyuga, un mio cugino, un mio parente o chissà chi altro avete da propormi!
-E invece devi. Bisogna preservare la purezza della famiglia Hyuga.
-O per favore… è una cosa insulsa. Arriveranno comunque dei figli con i nostri stessi occhi! E inoltre lo stesso Neji, il tuo pupillo, non ha intenzione di sposarsi con una Hyuga. È già innamorato.
-Bisogna mantenere la purezza, figlia degenere! Non voglio un biondo con i nostri occhi!
-Voi siete un pazzo! Per anni avete rischiato che la gente morisse solo per la purezza. Ci sono sempre dei problemi nelle unioni fra consanguinei, è genetico.
-Non è vero!
I due stavano furentemente litigando, ascoltati da tutto il Clan.
Hinata si alzò in piedi, il viso bagnato di lacrime.
-Si invece! È per questo che la mamma è morta!
Hinata aprì così forte la futama che questa quasi si ruppe. Sapeva che dietro la porta c’erano Naruto e Hanabi.  Indicò lo scenario che aveva di fronte al padre.
Hanabi che piangeva stretta tra le braccia di un Naruto altrettanto arrabbiato.
-Guarda cosa fate da secoli! Togliete le madri ai figli! Oppure, oppure se il bambino è malato, lo uccidete! Siete degli assassini!
-E infatti tu sei viva per miracolo!- Hiashi gridava –Tu ci sei venuta debole fin dalla nascita!
Silenzio. Tutti i vocii del Clan mentre i due litigavano, i pianti sommessi delle due sorelle, il the versato nei bicchieri, il rumore stesso degli animali della notte. Tutto parve arrestarsi.
-Che delusione che siete.- Hinata ora aveva uno sguardo freddo. Pareva fissare il vuoto.
Poi fece una cosa che non aveva mai fatto, nemmeno da bambina: non parlò più con quel ‘voi’ severo.
-Papà, per me, d’ora in poi… sei morto
Hinata corse via, la vista annebbiata dalle lacrime.
Naruto si alzò in piedi e lanciò uno sguardo di odio al padre di Hinata.
-Ringrazio il cielo che le persone non sono tutte come te, Hiashi.
-Come osi parlarmi così nella mia casa, Demone?
“Che cazzo vuole questo da me, ora? Ammazzalo di botte.”
Naruto ignorò Kurama.
-Ti parlo senza il voi perché ora non meriti il ben che minimo rispetto.
Detto questo Naruto corse fuori alla ricerca della sua donna. Correva e non la trovava. Eseguì un kage bushin e mandò tantissime copie alla ricerca.
Lei intanto aveva cominciato a correre velocissima, come una Pantera, nascondendo le sue lacrime nel buio della notte.
Era diretta al luogo in cui tante volte si nascondeva da piccola e ogni tanto assisteva alle marachelle del piccolo Naruto: la montagna dei Kage.
Lì la ragazza andava a nascondersi, dietro quelle grandi teste, dove c’era tanto spazio per gli operai che intagliavano i visi e li scolpivano.
Appena arrivò si mise nell’incavo delle labbra di quello che doveva essere il secondo Hokage, come faceva da bambina quando le mancava il calore della madre.
Quella bocca l’abbracciava. Cominciò a piangere e a singhiozzare.
Poi sentì un rumore, dei passi. All’inizio non ci fece caso, ma poi ricordo l’avvertimento della mattina.
”Siete in pericolo.” La voce seria di Naruto le piombava sempre nel cervello, ogni volta che si ritrovava sola, durante quella giornata.
Si mise in piedi ed attivò il byakugan.
-Diamine, che occhi.
Una voce di uomo la richiamò da dietro.
-Ma non serve che li sprechi. Vedi, non mi nascondo!
Un uomo alto e dai capelli marrone scurissimo le si avvicinò.
-Chi sei?- Hinata spostò la mano dietro di lei ed impugnò un Kunai.
-Mi chiamo Ryuu, ragazza dagli occhi perla. E sono qui per portarti via con me.- un sorriso sadico.
“Non può essere” pensò Hinata  “Questa… questa è la tana del nemico!”
 
Meraviglie mie *w* piaciuto il 35esimo capitolo? Ve lo lascio un po’ così, in sospeso. Sono un po’ stronza, lo so!
Domani non credo aggiornerò (is my birthday!). Forse nemmeno lunedì! Per martedì però avrete un capitolo pieno di emozioni, promesso.
Ringrazio i miei circa 300 lettori abituali, i 21 che mi hanno messo nelle seguite, i 6 nei preferiti e colei che mi ha messo nelle ricordate.
Inoltre mando un bacio grande grande a coloro che mi recensiscono sempre!
Vi adoro *w*
PS: Ho appena inserito una storia fluff sulla famiglia di Naruto! Si chiama "Smettetela di picchiarvi". Visitatela :*
   
 
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