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Autore: Wren07    18/08/2012    6 recensioni
Gli Avengers sono dei giocattoli e hanno un padrone molto particolare. Riusciranno ad affrontare le tremende Barbie?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The Mighty Avengers and the Dollhouse Mysteries
Fandom: The Avengers
Personaggi: Un po’ tutti
Genere: Commedia
Rating: G
Avvertimenti: Toy Story!AU(sorta); one-shot
NdA: Scritta per fillare questo prompt per la Notte Bianca di Mari di Challenge; altre note alla fine
         
 
 
 
The Mighty Avengers and the Dollhouse Mysteries
 
Iron Man guidava da ore, senza sosta, tanto da non accorgersi neanche più dei contorni della strada che percorreva, sempre uguale a se stessa.
 
Almeno fino a quando non si trovò davanti un ostacolo del tutto inaspettato. Oh, no. Stava per investire in pieno la confezione da collezionisti di Capitan America di Phil.
Possibile che quella macchinina nuova fiammante, perfino decappottabile, non avesse dei dannati freni?
 
Iron Man non poté fare altro che suonare il suo clacson, che per fortuna fu sufficiente ad attirare l’attenzione di Hulk, a cui bastò un salto per frapporsi tra la macchina e la scatola ed evitare l’urto.
 
« Certo che ci è mancato poco, Phil avrebbe potuto sbatterti nella vecchia cesta per questo » disse Hulk, mentre spegneva finalmente la macchinina, lasciando scendere Iron Man.
« Già, è il suo preferito quel Capitan Ghiacciolo » rispose Iron Man, volgendo lo sguardo al giocattolo che dormiva tranquillamente nella sua scatola.
 
« Sarà, ma abbiamo problemi più gravi da affrontare adesso, vieni » disse Hulk, mentre lo conduceva da Thor, seduto a testa bassa sul cubo di Rubik. Iron Man non aveva mai visto un dio nordico dall’aria così depressa, neanche tra quelli di plastica.
 
« Thor, cosa è successo? » domandò gentilmente Iron Man, avvicinandosi.
« Ogni tentativo di consolarmi è inutile, Uomo d’Acciaio. Il mio martello mi è stato sottratto e non c’è niente che potrà farmi riguadagnare la mia potenza ».
« Ma cosa intendi per sottratto? Lo hai già cercato ovunque? ».
« Pare di sì, Iron Man, neanche le mie frecce e le sue ragnatele sono servite a molto » rispose Occhio di Falco, che si stava avvicinando con Spider-Man.
 
Iron Man non ebbe il cuore di nominare l’opzione aspirapolvere davanti ad un Thor così abbattuto, ma in quel momento i suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo dell’esercito dei soldatini in marcia.
 
« Non c’è niente di meglio dei miei uomini come team di ricerca, Thor, non perdere le speranze » disse Cap, alla guida dei suoi soldatini. Bastarono quelle parole per far apparire Thor già molto più sereno. Iron Man continuava a chiedersi come mai fosse l’unico a non capire il fascino di quel giocattolo a stelle e strisce. Per quella volta, però, si trattenne dal rispondere in modo sarcastico, temendo ancora di urtare i sentimenti di Thor.
 
In effetti, però, dopo circa mezz’ora, tre soldatini erano tornati alla base portando buone notizie, seppure coperti di brillantini. A quanto pareva, il martello di Thor era nella stanza della sorellina di Phil, nella casa delle bambole.
 
Al sentire quella notizia, Thor ebbe un tremito. Non sarebbe stata un’impresa facile nemmeno per loro affrontare delle Barbie inferocite.
 
« Avanti, non è un’impresa disperata, Phil e Jessica sono fuori con i genitori, tutto quello che ci serve è un piano » tentò Cap con un tono di incoraggiamento.
« Siamo pur sempre dei supereroi! Avengers Assemble! » gridò poi, mentre le voci di tutti gli altri, per quanto molto più esitanti, si univano alla sua.
« Io continuo a credere che tu legga troppi fumetti, Cap » obiettò Iron Man, venendo però bellamente ignorato dagli altri, già intenti a confabulare per elaborare un piano.
 
Ciò che non sorprese Iron Man fu che al centro del piano c’era lui. Scortato dai soldatini, sarebbe entrato nella stanza di Jessica sulla sua macchinina e avrebbe recuperato il martello, per  poi sfrecciare via. Gli altri avrebbero fatto da guardia in vari punti della cameretta e del corridoio.
Già, doveva sembrare un’idea geniale a loro che non dovevano infiltrarsi nella casa delle Barbie. Era lui quello che rischiava di uscirne con un vestito da ballo e una pettinatura e un make-up alla moda. Per non parlare dei tacchi.
 
Dopo una serie di inutili tentativi di persuadere gli altri Avengers a cambiare piano, Iron Man si ritrovò letteralmente spinto nella cameretta di Jessica. Nelle poche occasioni in cui l’aveva osservata, rigorosamente dall’esterno, non aveva mai notato quanto fosse piccola, disordinata e soprattutto rosa.
Sembrava che da ogni angolo fosse pronto a spuntare un peluche di enormi dimensioni pronto a farlo fuori.
Inaspettatamente, però, riuscì ad arrivare alla casa delle bambole illeso. Un soldatino gli indicò la stanza al piano superiore, quella che sembrava un’elegante sala da pranzo, dove doveva trovarsi il martello di Thor.
 
Ma Iron Man non riuscì a mettere piede fuori dalla macchinina, perché cinque Barbie si avventarono immediatamente su di lui.
 
« Guarda, deve essere un Ken »
« Oh, finalmente »
« Ma perché ha quel vestito ridicolo, ha proprio bisogno di un trattamento estetico intensivo »
 
Sentite queste frasi, Iron Man fu sul punto di risalire sulla macchinina e andarsene, ma se lo avesse fatto Capitan Ghiacciolo e tutti gli altri gli avrebbero sicuramente dato del codardo.
Così, rimanendo in piedi, disse, allargando le braccia e scandendo bene ogni parola: « Non sono un Ken. Vengo in pace dalla camera di Phil Coulson, solo per riavere il martello fatato che è stato rubato al mio amico Thor ».
Le gelide risate che seguirono non furono di nessun incoraggiamento per Iron Man, mentre lo fu il rumore della porta di ingresso che si apriva. Presto Phil e Jessica sarebbero tornati nelle loro camere e i giocattoli dovevano trovarsi perfettamente in ordine.
In una frazione di secondo, tutti i soldatini avevano iniziato a marciare disperatamente verso la stanza di Phil, mentre le Barbie si arrampicavano sulla loro mensola. Iron Man, invece, raggiunse con un balzo la sala da pranzo della casa delle bambole, afferrò il martello e saltò giù sulla macchinina.
 
Ma era ancora nel corridoio quando la mamma di Phil e Jessica lo vide, in cima alle scale.
 
« PHIL » gridò. « Quante volte ti ho detto di non lasciare i tuoi giocattoli in giro? Un giorno di questi finiranno nella spazzatura » aggiunse in tono minaccioso, rivolgendosi più ad Iron Man – che ora teneva letteralmente in pugno – che a suo figlio.
« Ma non sono stato io » protestò il bambino, prendendo Iron Man e la macchinina dalle mani della madre e guardandolo con aria di rimprovero.
 
Ma mentre lo riportava in camera, Phil notò il martello sul sedile posteriore della macchinina.
« Ma è il martello di Thor! Lo aveva perso, lo hai recuperato tu? » domandò, per poi aggiungere, come se avesse udito la risposta di Iron Man: « Sono state le Barbie! Lo sapevo! ».
« Sei un vero eroe » aggiunse ammirato, mentre lo poneva sulla mensola con gli altri supereroi, tutti con la mano levata in segno di rispetto verso Iron Man.
 
E da allora, mentre a Thor furono restituiti il suo martello e la sua forza straordinaria, ad Iron Man fu riservato il posto d’onore accanto a Capitan America, che stranamente si rivelò un compagno di mensola molto più piacevole di quanto si aspettasse.
 
 
NdA: Sono consapevole di quanto sia folle tutto ciò, ma non potevo rinunciare ad un prompt così amabile, ecco. E sono consapevole anche di quanto sia potenzialmente anacronistico che Phil bambino possa avere i giocattoli dei supereroi, ma mi sembrava il minimo dei problemi.
   
 
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