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Autore: Rosie Bongiovi    18/08/2012    3 recensioni
“Cosa vuoi da me?” chiese la ragazza, con voce rabbiosa.
“Volevo vedere.. Se la mia creatura era diventata una cacciatrice degna di questo nome.. E mi fa piacere che sia così”. Quelle parole lasciarono disorientata la ragazza, che si sedette di fianco a lui, guardandolo in maniera confusa.
“Di che cosa stai parlando?” domandò, senza smettere di essere sulla difensiva.
“Oh è vero, che stupido. Non puoi ricordarti di me” rispose, massaggiandosi il petto e facendo un altro colpo di tosse. “Cara la mia Nightmare, sono Jonathan Phoenix, l'uomo che ti ha trasformata in quello che sei una trentina d'anni fa"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I soldati di Heihachi riuscirono a sparare alle gomme dell'auto pilotata da Christie, la quale riuscì per miracolo a fermare il mezzo prima che colpisse i guard rail e precipitasse dal cavalcavia.

“State bene?” chiese Xiaoyu, scendendo illesa dall'auto e controllando che la stessa cosa valesse anche per le due ragazze.

“Tutto sotto controllo..” risposero all'unisono, lasciando il veicolo. Paul si fermò di fianco a loro.

“Night! E' bello vederti viva e vegeta” commentò, sorridente.

“Lo sarei sempre stata, se non fosse stato per pulce” rispose, sicura che il motociclista avrebbe capito.

“Cosa c'entra Jonathan con tutto questo?”.

“Te lo spiegherò dopo con calma. Ora dobbiamo uscire da questo casino..”.

“No, non così presto!” urlò Heihachi, arrabbiato come pochi.

“Andate e togliete di mezzo i suoi tirapiedi. A lui ci penso io, ho una lunga lista di motivi per cui deve morire per mano mia” mormorò Nightmare.

“Ma noi..”.

“Andate!” esclamò poi, con un tono che non ammetteva repliche. I suoi tre angeli custodi corsero via, esitanti.

“Tu sarai mia, Josette. Il tuo potere sarà mio. E non ti permetterò di sfuggirmi” disse l'uomo, avvicinandosi alla giovane.

“Stavolta non hai sieri da darmi per farmi perdere i sensi. Voglio proprio vedere come te la caverai” concluse lei, prima di dare inizio alle danze.

Heihachi tentò inutilmente di prendere Night per i fianchi, ma questa si alzò immediatamente in volo, per poi riatterrare alle spalle del nemico, dandogli un calcio alla schiena e rischiando di fargli perdere l'equilibrio. Mishima non si lasciò di certo scoraggiare e tornò all'attacco, concentrando tutte le sue forze nella mano destra; chiuse le dita, pronto a sferrare un gancio al viso della ragazza, ma fu bloccato da una gomitata di Nightmare, che schivò il pugno e ne fece incassare un altro all'avversario. L'uomo ritentò con la stessa strategia, stavolta indirizzando le dita allo stomaco di lei, che dovette inginocchiarsi per il dolore improvviso.

"Aspetta, ti aiuto io ad alzarti.." disse lui, ridacchiando e, contemporaneamente, dandole una ginocchiata al.

"Un attimo, proviamo così" replicò Night, infilando gli artigli negli avambracci di Heihachi e mordendogli una spalla, rimettendosi in piedi.

"Togliti di dosso, creatura ripugnante!" esclamò quello, tentando di liberarsi, ma la presa della nemica era piuttosto resistente. Stanca di veder colare del sangue dal corpo dell'avversario, ritrasse artigli e canini e gli diede una testata sulla fronte. Contenta di essere riuscita a stordirlo momentaneamente, la giovane ne approfittò e, alzatasi in volo, gli scagliò un calcio in pieno viso, stavolta facendolo cadere rovinosamente al suolo.

“Piccola stupida insolente! Quando ti avrò sconfitta, ti farò soffrire come meriti!” gridò Heihachi, rialzandosi e saltando, riuscendo ad afferrare le caviglie di Night e a gettarla a terra. Per evitare che l'uomo inferisse, la ragazza rotolò verso sinistra, proprio quando Heihachi stava per chinarsi e riempirla di pugni. Si rimise in volo, stavolta ben più in alto, per non essere riafferrata. Sfruttando la sua velocità, decise di far spazientire il nemico. Il modo migliore era quello di planare più e più volte, una volta tirandogli una ciocca di capelli, una volta dandogli uno schiaffo sulla guancia, una volta graffiandogli la schiena con le unghie, affilate come coltelli.

“Combatti e non comportarti da vigliacca, stupida ragazzina! Sei esattamente come tua nonna!”. E fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Nightmare si scagliò nuovamente contro Heihachi, colpendolo ripetutamente, ma stavolta con molto più furore, graffiandolo e facendolo cadere a terra con uno sgambetto, che rischiò addirittura di rompergli uno stinco. Lo afferrò dal petto, infilandovi gli artigli e tirandolo di fronte al suo viso. Era esausto, completamente senza forze e ricoperto da ferite e lividi di ogni genere. La ragazza aveva dato sfogo a tutta la sua rabbia, a tutto il suo astio, che sputò insieme a queste parole: Non ti permettere mai più di parlare così di mia nonna, malato pazzo che non sei altro!” ruggì la giovane, mostrando i canini e rivolgendogli un'occhiata così efferata da fargli tremare le vene dei polsi. Poteva sentire il battito del suo cuore, che ormai, in fatto di velocità, aveva raggiunto tranquillamente la Lamborghini guidata da Christie. Colta da uno strano ed incomprensibile senso di pietà, lasciò la presa e l'uomo cadde a terra, tremante. Ancora non sapeva se l'avrebbe lasciato in vita o meno. Tanto, in ogni caso, non sarebbe stato in grado di scappare via o reagire.

La voce di Heihachi, poi, squarciò questo breve silenzio. 

“Phoenix!” urlò, con una mano sul petto, per poi fare un colpo di tosse. “Sparale, ora!”. Nightmare si voltò verso destra e vide Jonathan, lì, in piedi, con in mano la stessa medesima pistola contenente il sedativo potente che, giusto qualche ora prima, era riuscito ad abbatterla. “Sparale, imbecille, sparale, che cosa diavolo stai aspettando?!”. Lo sguardo vuoto di Jonathan si spostò sul viso di Night, che lo osservava, implorando pietà, speranzosa che si ricordasse tutto quello che lui aveva fatto per lei e che tornasse la persona che aveva dimostrato di essere prima di quella terribile giornata. “Phoenix, idiota, datti una mossa!”.

“Subito, signore” gli rispose. Nightmare chiuse gli occhi, come se fosse la maniera più efficace per proteggersi dal proiettile che stava per raggiungere la sua pelle.

Poi ci fu uno sparo.

: - Deve.. Deve avermi mancata.. - pensò. Successivamente alzò una palpebra, con estrema cautela, come se stesse uscendo allo scoperto dal posto più sicuro del mondo. Il proiettile non aveva colpito lei, bensì Heihachi.

“Phoenix io.. Io.. Ti uccid...” infine perse i sensi ed il cuore di Nightmare si fece più leggero. Non si era nemmeno resa conto di non stare respirando da quando quel vecchio pazzo aveva ordinato a Jonathan di spararle. Il biondo lasciò cadere la pistola.

“Tu mi devi delle spiegazioni” mormorò, tenendosi a debita distanza dal ragazzo.

“Qualche anno dopo la partenza di mio fratello, ho lasciato casa mia. Me ne sono andato, ho preso un aereo che è precipitato, uccidendo così tutti coloro che erano a bordo, eccetto me. In fin di vita, per pura casualità sono stato ritrovato dal dottor Boskonovitch, che mi ha salvato, rendendomi in qualche modo immortale. Metà uomo, metà cyborg. Nessun ricordo, nessuna emozione. Con me ci era riuscito, ci era riuscito a non farmi provare più nulla, non come a te. Così ha esibito la mia bravura nel combattere davanti ad Heihachi, che mi ha scelto immediatamente come soldato prediletto all'interno della Mishima Zaibatsu. Quando non eravamo in guerra e quando non c'erano spedizioni da fare, ero libero di condurre una vita pressoché normale. Quando è stato Kazuya ad impossessarsi della corporazione, me ne sono andato, fingendo, come tutti, di essere convinto e dispiaciuto che Heihachi fosse morto. Siamo rimasti sempre in contatto.. Ero forse l'unica persona di cui si fidava. Poi.. Poi c'è stato un incidente, una sera. Litigando con dei ragazzi in un pub, sono caduto ed ho sbattuto violentemente la testa. Qualcosa si è danneggiato, anzi, io preferisco dire che è migliorato. Da un momento all'altro è tornato il mio passato ed ero improvvisamente in grado di provare ogni emozione. Perciò ho cercato di prendere le distanze, trovando sempre una scusa per non seguirlo. Però, quando mi ha chiesto aiuto perché c'era bisogno di catturare una ragazza e mi ha mostrato una tua foto.. Non sono potuto rimanere indifferente. Ho dovuto fingere di essere di nuovo il soldato spietato senza cuore, o non ti avrei più rivista”. Nightmare rimase immobile ad ascoltare quelle parole. Le sembrava assurdo, davvero assurdo. Si sentiva addirittura in colpa per aver dubitato di lui.

: - Avevi ragione allora, nonna.. -.

“Agente Phoenix”. La voce di Jin interruppe quell'improvvisa mancanza di parole. “La ringrazio per averci detto qual era la vostra posizione, sul serio”. Nel frattempo, Nina, aiutata da due uomini di grossa corporatura, aveva trascinato Heihachi in un'automobile nera, dopo averlo legato con una grossa catena. Quel sedativo sarebbe durato mezza giornata, ma era meglio essere previdenti.

“Si figuri” rispose Jonathan, orgoglioso.

“Nightmare, mi assicurerò che quell'uomo non cerchi più di farle del male. Purtroppo ci sono già passato anche io..”.

“Grazie mille, davvero” rispose la ragazza, accennando un sorriso.

“Ah, dimenticavo. Ha vinto il torneo, perciò..”.

“Non voglio nessuna ricompensa, davvero. Volevo solamente la mia vendetta su Heihachi, e l'ho avuta. Piuttosto, quelli che si meritano qualcosa, sono la signorina Monteiro, il signor Phoenix e.. Beh, non c'è bisogno che nomini Xiaoyu..”. Jin arrossì leggermente dopo aver sentito il nome della ragazza asiatica, poi si schiarì la voce.

“Ma certo. Me ne occuperò io stesso. Se aveste mai bisogno di qualcosa in futuro, non esitate a contattarmi. Sono in debito con voi. Tutta la corporazione lo è” concluse, raggiungendo Xiao, che non vedeva l'ora di rivolgergli la parola, e lo si capiva lontano un miglio.

“Jonathan Phoenix!” tuonò una voce, facendo sobbalzare sia Night che il biondo alla sua sinistra.

“Oh, ciao fenice. E' da un po' che non ci si vede..”.

“Pulce, non cambiare discorso” replicò Paul, sgranchendosi le mani. “Che casini hai combinato? Che hai fatto a Nightmare?”.

“E' tutto sotto controllo, alla fine si è rivelato essere innocente..” rispose Night, divertita.

“Ah. Peccato. Tanto combinerà qualche altro casino per cui dovrò picchiarlo, giusto pulce?” chiese il motociclista, rivolgendogli un sorrisetto complice.

“Guarda che eri tu che facevi dannare tutti da ragazzo, mica io!” replicò l'altro.

“Mamma mia, che palla al piede che erano quei soldati. E non svenivano mai, santo cielo!” commentò Christie, aggiungendosi alla conversazione.

“Credo di avere un'idea..” disse poi Nightmare, richiamando l'attenzione dei tre. “Mettiamo via guantoni da boxe, kimono, ali e trasformazioni varie e prendiamoci una vacanza. Hawaii, che ne dite?”.

“Si può fare..”.

“Perché no?”.

“Andata allora”.

“Hawaii, il più forte del mondo sta arrivando!” esclamò Paul, per poi inciampare a terra.

“Convinto lui..” commentarono la brasiliana, Jonathan e Nightmare, all'unisono.

Ma la domanda era.. Il popolo hawaiano era pronto ad ospitare quattro scapestrati come loro? 

 

 

Nota dell'autrice:

*guarda lo schermo, affranta, poiché la storia si è conclusa* Ebbene sì, purtroppo è finita. MA! Non disperate, tornerò - sì, è una minaccia u.u -. Ho già in mente una trama per un'altra long in questo bellissimo fandom, perciò.. Vi consiglio di nascondervi u_u

Un ringraziamento speciale e sentito alle tre persone che hanno recensito questa storia, Lady Phoenix, Orsacchiotta Potta Potta e Angel Texas Ranger (la quale è sparita e inizio a preoccuparmi per la sua incolumità '-').

 

Beh, non ho altro da aggiungere.. Ci leggiamo presto!

 

Rosie

  
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