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Autore: Melabanana_    18/08/2012    3 recensioni
Hera Tadashi è un ragazzo apparentemente indifferente a tutto, che si lascia passare accanto gli eventi senza preoccuparsene molto.
Afuro Terumi è un idol emergente, ma già molto famoso, che nasconde il suo vero carattere.
Questa fic parla di come il loro incontro abbia modificato le loro vite, e di come la loro storia sia venuta ad intrecciarsi con quella dei loro amici.
Coppie: HerAfu, DemeKiri, ArteApo, vari ed eventuali.
{dedicata a ninjagirl, che mi ha fatto scoprire e amare queste pairings.}
~Roby
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Perché in ogni momento, il rosso e il viola sanno sempre trovarsi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi, Jonas Demetrius/Demete Yutaka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 8.

Hera fissava le persone a cui aveva appena aperto la porta.
Gli stava venendo il tic all’occhio.
-Ciao tesorino! Non ci fai entrare?- esordì Kirigakure, mettendosi in una posa strana e facendo l’occhiolino.
Come risposta, Hera chiuse di scatto la porta, ma Demete fu abbastanza veloce da infilare il piede in mezzo. Aporo aiutava l’amico a tenere la porta aperta con le mani.
-Che cattivo! E dire che eravamo venuti a studiare da te tutti insieme!-
-Voi tre avete sempre questa pessima abitudine di venire senza preavviso!-
Anche Kirigakure si aggiunse alla lotta, e i tre amici riuscirono ad aprire la porta.
Hera indietreggiò sconfitto, scosse il capo e chiuse gli occhi
Poi sospirò, sbattendosi la mano in fronte.
- E stavolta vi siete portati anche lui- protestò, aprendo un occhio.
Il suo sguardo attento si posò sul biondino che indossava gli inconfondibili occhiali da sole rosa scuro, stavolta su una maglia azzurra larga e shorts bianchi.
- Volevo assolutamente vedere casa tua, Tadashi – cinguettò Terumi, stringendo le mani come in una preghiera.
Kirigakure mise il braccio attorno alle sue spalle e sorrise.
-Già! E poi Terumi è entrato nel nostro gruppo ormai!- esclamò.
-E chi l’avrebbe deciso?- borbottò Hera.
Domanda retorica, si rispose da solo: Mamma e Papà.
Scosse di nuovo il capo e fece largo, intimando a tutti di togliersi le scarpe e non fare guai. –Altrimenti vi ammazzo- aggiunse.
I ragazzi entrarono e chiusero la porta, quindi tolsero le scarpe ed entrarono nella casa.
La casa di Hera era in mezzo ad una strada, al primo piano di una palazzina composta di tante case attaccate l’una all’altra e perciò raggiungibile con delle scale.
Non era grandissima, ma del resto doveva bastare per una sola persona.
- Come sei ordinato- commentò Terumi attraversando la stanza d’ingresso, dove si apriva la porta a veranda, ed entrando nel salotto.
Al centro della stanza c’era un tavolo basso, con dei cuscini vicino. Kirigakure ne afferrò uno, lo lanciò in un posto e ci si sedette sopra.
Gli altri stavano per imitarlo, quando dalla cucina venne una voce.
-Ah, ma ci sono ospiti? Non me l’avevi detto…-
Al solo sentire la voce, Aporo ebbe un brivido che gli percorse tutta la schiena.
-Certo, non lo sapevo neanche io fino ad un minuto fa- rispose secco Hera.
Poi nella stanza entrò Artemis, scartando un pirulo, e sorrise ai presenti.
-Scusate, ero venuto a studiare con Hecchan visto che ha qualche problema in matematica… ma se vi do fastidio posso anche andarmene- disse, lanciando un’occhiata eloquente ad Aporo.
-Vaffan…-stava cominciando Aporo, ma Demete gli tappò la bocca con una mano.
-Ma come sei sboccato… ti trovo divertente, Hikaru- commentò Artemis.
Hera mi se una mano sulla spalla dell’amico. –Resta- disse.
Artemis annuì; era ovvio che non aveva mai avuto davvero intenzione di andarsene, ma voleva solo provocare Aporo.
-Allora studiamo!- esclamò Kirigakure.
E già dopo questa esclamazione, Hera ebbe un brutto presentimento.
Presentimento destinato a trovare fondamento.
Dopo soli dieci minuti, avrebbe voluto uccidere.
“Io non sono un asso in matematica… ma questi due sono delle teste di rapa!” pensò esausto mentre Artemis rispiegava per l’ennesima volta un problema a Kirigakure e Aporo.
Demete e Terumi, invece, non sembravano essere in difficoltà: una spiegazione gli era bastata e avanzata, e ora continuavano a studiare in pace.
Beh, in pace proprio no.
- Demeteeee! Aiutami!- piagnucolò Kirigakure gettandogli le braccia alla vita e affondando la testa nel suo petto. –La matematica mi perseguita!-
Demete arrossì impercettibilmente. –Ti capisco, ma cosa ci posso fare io?!- replicò.
-Artemis, io ho finito- annunciò Terumi facendogli gli occhioni. Hera lo fissò, sconcertato e disgustato: come poteva un essere umano sbattere le ciglia così velocemente?!
-Oh- disse Artemis, scorse velocemente il problema di Terumi e sorrise. –Perfetto. Bravissimo.-
-Wow, non solo bello ma anche intelligente- commentò Demete ammaliato.
Kirigakure, che era ancora abbracciato a lui, gli sferrò una testata micidiale nello stomaco e lo fece svenire per cinque minuti. Il ninja incrociò le braccia e voltò il capo, imbronciato.
-Davvero, Terumi, sei molto intelligente- aggiunse Artemis. Aporo sbuffò.
-Quante storie, è solo uno stupido problema- si lamentò.
Artemis si chinò verso di lui fino a sussurrare al suo orecchio:- Geloso? Ma se vuoi ti faccio una lezioncina privata…-
-NO GRAZIE!- strillò Aporo allontanandosi di scatto. Artemis tornò al suo posto, poggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani.
Sorrideva, con quel binomio di dolcezza e sadismo che lo caratterizzava.
-Perché no? Se fai bene il tuo lavoro, ti darò un premio~ ♥ - lo stuzzicò.
Aporo fece una smorfia mentre l’ennesimo brivido lo faceva sussultare, poi prese il suo quaderno e si trasferì vicino al corpo esanime di Demete.
Terumi nel frattempo aveva perso ogni interesse per lo studio.
-Tadashi, sono bravo vero?- chiese abbracciandosi al suo braccio.
-Non merito un premio anche io?- aggiunse malizioso. Hera lo guardò impassibile, quindi gli posò una mano in testa e gli fece patpat.
Una grossa vena pulsò sulla fronte di Terumi.
-Non sono mica un cane!- protestò, arrabbiato. Hera sorrise di fronte alla sua delusione per l’ennesima sconfitta subita.
“E’ così prevedibile” si disse.
Il biondino prese a guardarsi intorno nella casa, improvvisamente curioso.
-Tadashi… tu vivi da solo?- domandò.
-Sì- Risposta lapidaria. Hera rispose senza guardarlo negli occhi e non aggiunse altro.
Terumi capì che l’argomento era troppo delicato, e lasciò perdere.
-Senti..- cambiò argomento –Fra poco inizieranno le vacanze estive! Che programmi hai?-
-Aria condizionata e fumetti- fu la risposta semplice e secca. Terumi quasi non lasciò finire e gli parlò da sopra, con un tono falsamente esasperato. 
-Sapevo che non avresti avuto niente di meglio da fare- disse. –Ed io, essendo molto caritatevole e avendo pietà di te, voglio darti un biglietto per venirmi a trovare ogni volta che vuoi sul nostro “set”. Hitomiko mi ha chiesto di dartelo, ma l’idea è partita da me...-
-Non ne dubitavo- replicò Hera scuotendo la testa. –Non lo voglio…-
Terumi mise il broncio, frugò nella sua tasca e tirò fuori il biglietto.
-Dai, prendilo!- esclamò.
Demete si risvegliò momentaneamente dal suo coma:- Se non lo vuole lo prendo io!- ma Kirigakure, geloso, gli diede un’altra botta all’altezza delle costole e lo rimandò fra le braccia di Morfeo.
Stavolta si udì chiaramente il rumore dell’elmetto sbattere a terra, ed Hera si chiese quanto Demete si sarebbe sentito rintronato al suo risveglio. 
Approfittando di questa sua distrazione, Terumi gli ficcò il biglietto in mano.
-Non accetto rifiuti- ribadì e incrociò le braccia al petto. Hera sospirò, si alzò e mise il biglietto in un cassetto di un comodino su cui poggiava una piccola tv tondeggiante.
 -Verrò solo quando ne avrò voglia- affermò, mite.
-Se mi devo affidare a te…- mormorò Terumi sarcastico. Poi il suo cellulare emise un lungo squillo e lui si alzò di scatto. –Ah, è il segnale di Atena, devo tornare al lavoro!-
-Oh, te ne vai di già?- domandò Kirigakure deluso, poi sorrise:- Ma verrai altre volte vero??
-Certo, come perdermi un’occasione per stare con Tadashi?- rispose malizioso Terumi, quindi mandò un bacio generale a tutti (anche se solo Kirigakure ed Hera lo stavano ascoltando, visto che Demete era semimorto e Artemis e Aporo erano immersi in un mondo tutto loro).
S’infilò le scarpe, e stava per aprire la porta, quando Hera lo chiamò.
-Terumi- esclamò. Il biondino si girò, sorpreso, ma prima che potesse chiedere Hera gli calcò un cappello in testa. Terumi lo toccò con le dita, febbrilmente.
-Ma questo… è il mio cappello di quel giorno in spiaggia- mormorò.
-Visto che c’ero l’ho recuperato, è anche un bel cappello- spiegò Hera. Terumi arrossì lievemente e ringraziò, ma subito dopo sembrò pentirsene.
-Dannazione- borbottò, e si affrettò ad andarsene. Hera si accinse a chiudere la porta.
-Vieni più spesso che puoi!- gridò Terumi dalla strada. 
Ed Hera gli chiuse la porta in faccia con un gran sorriso



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**Angolo dell'Autrice**
Olà!
Oggi non ho molto da fare, per cui ho deciso di aggiornare alcune delle mie long su EFP ~
E, visto che AtM è già scritta, ho potuto aggiungere un capitolo con molto gaudio (?)
Spero che vi sia piaciuto! E' molto incentrato sul fluff e sui rapporti fra i personaggi.
Oh, io adoro Artemis e Aporo. I rapporti yandere/tsundere sono adorabili ~
Demete è molto maltrattato, lol. Ma povero. 
Ora vado a bazzicare in giro per pixiv :)
Beijos,
roby


   
 
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