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Autore: MissKuruta    18/08/2012    3 recensioni
Questa storia parla di una ragazza, Violet.
E' cieca dalla nascita, e il suo unico amico e sostegno è Sun, il suo cane.
Ma cosa succede se la fragile vita di Violet viene turbata da un invasione aliena, soprattutto se è costretta ad affrontarla con il suo compagno di classe da lei odiato?
Spero che abbiate la pietà di leggerla... ç_ç e magari lasciare anche qualche commentino... >.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi facevo accompagnare dal mio fedele cane fino al cimitero.
<< Sun, cerca la tomba di mia mamma >> chiedevo come una stupida al mio animale. Figuriamoci se mi avesse davvero potuta capire.
Sentivo il rumore dei sassolini che ricoprivano le stradine del cimitero scricchiolare sotto i miei piedi. Poi, finalmente, arrivai ad una lapide incisa con il Braille. “Dedicato con amore da sua figlia” era scolpito.
<< Ti ho portato dei fiori, mamma. Il fioraio mi ha detto che sono dorati come il Sole >> la salutai appoggiando un mazzo di rose gialle sulla sua tomba.
<< ...E alla fine non sei riuscita a dirmi cosa sia il viola... >> sospirai, ricordandomi quell’orribile notte di sei anni prima in cui mia madre era morta.
<< Comunque non ti preoccupare per me: c’è Sun che mi aiuta a muovermi. E’ un cane davvero dolcissimo >> sorrisi. Ma una lacrima mi scese lungo la guancia << Mamma... io vado a scuola per persone normali. Come ho sempre fatto. Ma non capisco una cosa... >> cercai di chiederle spiegazione << ...perché io non ho il padre? >>.
Silenzio.
Certo, ovvio, sarebbe stato preoccupante se una tomba mi avesse risposto.
Mi alzai, a sguardo basso.
<< Andiamo Sun >>

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La madre di Violet aveva sempre insistito per mandarla in una scuola pubblica, pagando lei stessa l’insegnante di sostegno che aiutava la figlia a scrivere e a leggere.
Tutti la ignoravano. Come se, dato che lei non poteva vedere gli altri, gli altri non potessero vedere lei.
Ma questa “regola” purtroppo non valeva per un gruppo di ragazzi con famiglie agiate e benestanti, che cercavano sempre di farla sentire inadatta e fuori luogo.
Erano in cinque: Dylan, il capogruppo, con i suoi scagnozzi, Edwin, George, Jesse e Desmond.
Ma di tutti loro il più insopportabile era senz’altro l’ultimo.
Infatti Desmond era la tipica persona che si crede superiore e che ti guarda dall’alto in basso, con lo sguardo di ghiaccio che non fa trasparire alcuna emozione. Nonostante tutto era molto ammirato dalle ragazze, che lo chiamavano con il soprannome di “mezzo demone”, per i suoi occhi alquanto bizzarri, ma affascinanti.
 
Violet non conosceva il motivo di quel nomignolo a dir poco ridicolo.
Nessuno parlava mai con lei, a meno che non ci fossero condizioni eccezionali che le permettessero di socializzare.
In ogni caso, lei provava un profondo odio per questo ragazzo, perché, a dispetto dei suoi amici, la ignorava totalmente.
Tutti, in classe sua, le avevano rivolto almeno una volta la parola. Lui no.
Sembrava che non sapesse nemmeno che lei era viva.
Per Desmond, Violet non era nessuno.
All’inizio la ragazza era rimasta parecchio scossa dal fatto che, quando gli chiedeva qualcosa, lui non si degnava nemmeno di aprire bocca. Ma poi con il tempo, aveva iniziato a detestarlo sempre di più, per la noncuranza che le mostrava
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Il capogruppo degli scemi avanzò verso di me. Riconoscevo quell’insopportabile rumore di passi strascicati tipico dei ragazzi che “vogliono fare i bulli”.
<< Cosa vuoi Dylan? >> mi lamentai. Era una situazione che odiavo.
Quando lui si avvicinava a me era perché avevo fatto qualcosa che a lui non era andato a genio.
<< Beh, niente, a dire la verità >> rispose buttando per terra il libro di scienze sul mio banco. Mi piegai per prenderlo, tastando il pavimento. Perché venivo trattata così? Non avevo fatto niente di male, no?
<< Ma cosa volete? Si può sapere cosa vi ho fatto? >> alzai il volume della voce. Non ne potevo di più di subire le loro angherie tipiche dei poppanti.
<< Sei nata. Ecco cos’hai fatto >> rispose brevemente.
Quelle parole mi ferirono come più di mille lame.
<< Scusate >> mi congedai, uscendo dalla porta della classe.
 
C’erano molte leggende su di me a scuola e nel mio quartiere. Si vociferava che io fossi la figlia del diavolo, poiché il colore dei miei occhi era diverso. Si diceva che, dopo aver visto le mie iridi, sarebbe sopraggiunta la tua fine.
“Solo perché mia mamma è morta dopo avermi guardata negli occhi” piansi.
Lei era caduta dalle scale, andando in camera sua, dopo avermi raccontato del blu. Tutti credevano che io fossi una specie di maga, di strega, qualcuno che andava eliminato radicalmente.
<< Io non sono maledetta >> cercavo costantemente di convincermi.
Ma agli occhi di tutti io ero una ragazza che, per punire chi riesce a vedere, toglie eternamente la vista a chi osserva i suoi occhi viola sbiaditi. 




Mini angolino dell'autrice:
Non sono ancora arrivata al "sodo"...
Qui introduciamo la situazione "attuale" di Violet.
Ha 16 anni (se non si fosse capito XD) ed è parecchio isolata, anche per il fatto che nessuno riesce a comprendere la situazione in cui si ritrova.
Facciamo anche conoscenza di Desmond (Dio, quanto lo odio quel Desmond è___é) e dei dementi presenti nella sua classe.
Ma perché mi ricorda tanto la "brutta gente" che gira in classe mia? XD
Fortuna che quest'anno cambio classe u.ù
Comunque... spero di aver seguito (più o meno) i consigli di tutti... se così non fosse avvisatemi please! >.<
Grazie a tutti coloro che hanno recensito e che mi hanno corretta ;P
grazie a HimeSuzumiya, erica nonesistoviz e BizarreBiscuit
e un grazie particolare soprattutto alle mie little_drawing e GiuliHazza_
Spero di essere un pò migliorata :P
  
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