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Autore: _itsnickymine    19/08/2012    4 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                          'Do you believe in destiny?'




Chapter 3.

 

 

“signorina Edwards” Samantha si sentì chiamare.

Erano le 16:32 pm e la campanella era suonata da ben due minuti.

Tutti gli alunni erano già usciti da scuola e l’unica sfigata che si era offerta autonomamente di sistemare la biblioteca per tutto l’anno era stata lei.

Amava i libri e soprattutto amava leggere, ma mai si sarebbe aspettata che sistemare e chiudere la biblioteca fosse un lavoro così impegnativo.

C’era da controllare se tutti i ragazzi che avevano preso i libri in prestito li avessero sostituiti, c’era da risistemarli ogni uno nel proprio scaffale e un casino di altri compiti che anche solo a pensarli le facevano venire la nausea.

Con la lunga pila di libri in mano la ragazza si voltò e si trovò davanti una professoressa McGranit più nervosa del solito.

Come sembra portava un tailleur nero molto elegante, con dei tacchi abbastanza alti, Samantha si chiedeva come faceva a riuscire a portarli ogni giorno per così tanto tempo.

Inoltre i capelli, come sempre, erano legati in un chignon alto e aveva il viso leggermente truccato.

Strano, pensò la ragazza, la McGranit non si truccava mai.

“si, professoressa?” chiese gentilmente la ragazza anche se avrebbe voluto urlare che non ne poteva più e voleva uscire di corsa da quella dannata scuola.

Era la rappresentante d’istituto e nessuno le dava tregua.

Ogni giorno qualche alunno o addirittura qualche professore andava da lei e si lamentava per qualsiasi cosa. Anche se il cibo alla mensa faceva schifo.

“io devo correre a casa, potresti gentilmente chiudere tu l’aula di informatica e di chimica?” chiese la professoressa

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH.

Nella sua mente stava davvero urlando, perché tutte a lei?

Non aveva mai chiesto nulla di importante solo di avere un po’ di pace e tranquillità, oppure di andare da Starbucks e mentre beveva il suo frappuccino poteva leggere il suo libro preferito.

Non le sembravano delle richieste molto impegnative.

“d’accordo, chiuderò io” disse la ragazza sospirando

“oh grazie, sei sempre la miglior studentessa che questa scuola abbia mai avuto” disse la professoressa per poi sparire dopo aver voltato a destra…

Sbuffò per poi dirigersi verso l’aula di informatica..

Dopo un’ora passata a controllare che tutto fosse a posto in biblioteca, finalmente uscì dal cortile della scuola.

Erano le 17:44 pm aveva ancora il tempo di andare da Starbucks, che si trovava a soli tre minuti da scuola.

Nemmeno il tempo di uscire dal cortile della scuola che un tuono enorme la fece saltare e dopo nemmeno cinque secondi cominciò a piovere a di rotto.

“Vaffanculo” urlò

‘ che giornata di merda’ pensò mentre apriva l’ombrello per ripararsi dalla pioggia.

Odiava la pioggia soprattutto quella di ottobre, dove non faceva ne caldo ne freddo.

Arrivò fuori da Starbucks e una volta chiuso l’ombrello entrò ripensando a quanto quella giornata era stata una merda.

Fece la fila e dopo aver ordinato un frappuccino e pagato, si mise in cerca di un tavolo vuoto su cui sedersi.. Purtroppo però mentre cercava passò sul pavimento bagnato e scivolò facendo cadere il suo frappuccino sulla maglia del ragazzo dietro di lei.

 “oh mio dio… Scusa, scusa, scusa, scusa” disse la ragazza alzandosi da terra e avvicinandosi al ragazzo senza nemmeno guardarlo in faccia.

“ma allora è destino” disse il ragazzo guardandola

Samantha alzò lo sguardo rendendosi conto che il ragazzo a cui aveva sporcato tutta la maglia era quello strano ragazzo dell’altra sera.

Portava un paio di jeans scuri che gli fasciavano le gambe, una felpa grigia enorme che Samantha adorava e ai piedi delle converse nere.

Samantha lo squadrò per bene, era davvero un bel ragazzo.. E come avrebbe detto Tracy, era davvero figo.

“che vuoi dire?” chiese la mora poi.

“la prima poteva essere una coincidenza ma la seconda è il destino” disse il ragazzo sorridendole

 “è tutta una questione di destino per te, vero?” chiese la ragazza

“si… e spero che il destino la prossima volta ci faccia incontrare in un modo più semplice senza frappuccini e maglie sporche” disse il ragazzo facendola ridere

“scusa, ma per terra era bagnato e sono scivolata.. Te la laverò io” disse Samantha scusandosi di nuovo.

“oh ma non preoccuparti, vado a casa e mi cambio” disse il ragazzo “anzi.. ti va di accompagnarmi?” chiese poi tranquillamente

Samantha per poco non si strozzò, non si conoscevano nemmeno e voleva che l’accompagnasse a casa a cambiarsi?

“non ti conosco, potresti essere un molestatore”

“non ti sto offrendo caramelle”

“peggio, mi stai chiedendo di accompagnarti a casa tua” disse la ragazza ridendo

“facciamo così ti porti con te una mazza da baseball così se ti voglio molestare, puoi difenderti” disse il riccio alla ragazza

“uhm ora si che ragioniamo” disse la ragazza ridendo

“ah beh io comunque sono Nicholas, Nicholas Jonas” disse il ragazzo allungandole una mano

“io sono Samantha, ma preferirei mi chiamassi Sam” disse la ragazza stringendogli la mano

“d’accordo Samantha” disse Nick sorridendole e facendo ridere la ragazza

“vieni, la mia macchina è qui fuori” disse Nick sfiorandole un braccio e indicandogli l’uscita.

Salirono sulla sua mustang e sfrecciarono via.

“perché l’altra sera mi stavi guardando?” chiese Sam rompendo il silenzio che si era creato fra di loro.

“perché mi sembrava strano che una ragazza così carina stesse seduta da sola ad una festa”

“te l’ho detto non mi piacciono le feste e .. odio stare in mezzo alla gente” disse Sam guardando fuori dal finestrino “dio, non ci credo, io sono davvero in  macchina con uno sconosciuto” continuò poi scoppiando a ridere, seguita a ruota dal ragazzo.

“guarda che non sono uno sconosciuto, mi pare di averti detto il mio nome” disse Nicholas continuando a guardare la strada

“solo perché conosco il tuo nome non vuol dire che per me non sei uno sconosciuto. Ti faccio presente che per me sono tutti sconosciuti, anche quelli che conosco da quando sono nata.. beh in realtà ho due migliore amiche, che in realtà sono le mie uniche amiche” disse Sam

“Sei strana” commentò il riccio

“già” disse la ragazza “che liceo frequenti?” chiese poi.

Il ragazzo scoppiò a ridere e Samantha lo guardò interrogativa.

“ho finito il liceo” disse poi continuando a ridere

“oh ehm.. beh.. a che anno di università stai?” chiese la ragazza.

“ho finito anche quella” rispose il riccio.

Samantha rimase ferma a guardarlo.

“q..quanti anni hai, Nicholas?” chiese con un filo di voce

“venticinque, ho finito l’università due anni fa, ora lavoro” disse il ragazzo

“oh mio dio, non solo sono in macchina con uno sconosciuto ma anche vecchio” disse la mora ridendo.

“guarda che mi offendo, non sono tanto vecchio” disse il riccio

“oh per niente, diciamo che potresti essere mio padre” disse Sam prendendolo in giro “o mio nonno” continuò ridendo.

“davvero divertente, Samantha”

“è la seconda volta che mi chiami Samantha, ti ho detto che preferisco essere chiamata Sam”

“ti chiamerò Sam quando tu smetterai di darmi del vecchio”

“ma è la verità” si difese la mora

“anche Samantha è il tuo vero nome, quindi ti chiamerò con il tuo nome” disse il riccio

“bene” disse lei

“bene” continuò lui

“bene” continuò di nuovo lei

“vuoi avere sempre l’ultima parola, eh?” chiese il ragazzo

“sempre” rispose la mora divertita

Nick fermò la macchina.

“siamo arrivati, ti va di scendere o vuoi aspettarmi qui?”

“se scendo mi offrirai del liquore come fai con i tuoi amici vecchi?” chiese la ragazza scoppiando a ridere

“sei davvero spiritosa Samantha, davvero” commentò il ragazzo chiudendo la portiera dell’auto.

Samantha, che ancora stava ridendo, scese dall’auto.

“ti accompagno, ma solo perché potrebbe sbucare da qualche cespuglio un tuo amico pervertito e soprattutto vecchio” disse la ragazza seguendolo

“ripeto: sei davvero spiritosa”

“non essere ripetitivo, Nicholas” commentò la ragazza




Salve :33

Come state? io male perchè l'estate sta finendo D: spero che questo terzo capitolo vi sia piaciuto. Grazie alle tre fantastiche persone che hanno recensito lo scorso capitolo, siete meravigliose♥ . Come sempre vi prego di lasciarmi una recensione, anche piccola, per sapere cosa ne pensate :)





SPOILER.

Ne lesse uno: ‘mi manchi, per favore devo parlarti assolutamente. Ho bisogno di te’

Secondo messaggio: ‘sono uno stronzo lo so, tu non meritavi tutto quello che ti ho fatto, mi dispiace, sul serio. Io ti amo e spero davvero che mi perdonerai’

Terzo messaggio: ‘rispondi al cellulare per favore, ho bisogno di parlarti”

Quarto messaggio: ‘scusa’

 

 


A domani con il prossimo capitolo, baci.

-Valentina♥.

  
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