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Autore: martygleek    19/08/2012    1 recensioni
Ecco un perfetto mix tra Lost e Glee. Un disastro aereo. Dieci sopravvissuti tutti con un proprio passato e dei segreti. Tra un mistero e l'altro nascerà anche l'amore. Storia soprattutto Brittana ma ci saranno anche delle sorprese.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2

Ciao a tutti. Ecco un nuovo capitolo della storia pronto per voi.

Prima di lasciarvi alla lettura volevo ricordare che solo una parte della storia di Lost è stata presa da ispirazione per scrivere questa FF, il resto è inventato tutto da me, quindi non seguirà precisamente l'arco delle avventure di Jack, Kate e Co. 
Così come non ci saranno tutti i misteri dell'isola (Es. Fumo Nero che io ritengo inutile così come lo ritenevo nel telefilm).
Detto questo buona lettura :)

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CAPITOLO 2 (Santana POV)

Era passata ormai una giornata e dei soccorsi neanche l’ombra. Puck e Sam stavano organizzando di andare a cercare la cabina pilota, anche Brittany si è unita al gruppo dicendo che se c’erano feriti sarebbe stata utile. Non volendomene stare con le mani in mano o forse per quel senso sicurezza che mi dava quella biondina, decisi di unirmi al gruppo.
-vi dispiace se vengo con voi?- dico raggiungendo i tre che si stavano già addentrando nella boscaglia
-no nessun problema- mi dice Puck dandomi una pacca sulla spalla mentre Brittany mi fa uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Ormai era da un paio di ore che camminavamo senza sosta. Durante il tragitto conobbi un po’ di più i miei compagni di disavventura. Scoprì che Sam insegnava fisica all’università di Berkley, che Puck oltre che chitarrista era un compositore e più di ogni altra cosa scoprì che Brittany era appassionata di danza e che aveva un gatto di nome Lord Tubbington. “Potrei starla ad ascoltare per ore”…ma che ti sta succedendo Santana tu odi le persone che parlano troppo!" penso tra me e me scuotendo la testa.
Finalmente arriviamo al punto in cui Puck aveva visto il fumo e proprio lì troviamo i resti della cabina di pilotaggio. Alcuni corpi giacciono sul terreno e subito Brittany va ad accettarsi se qualcuno sia ancora vivo, ma dalla sua faccia capisco che queste speranze sono molto remote.
Saliamo con molta difficoltà all’interno di quello che rimaneva della parte anteriore dell’aereo, apriamo la cabina e cominciamo a cercare le ricetrasmittenti. Sam non se l’era sentita di venire con noi e ci stava aspettando fuori chiedendo ogni due per tre se avevamo trovato qualcosa. Non sopportando più quelle continue e assillanti domande mi affaccio dalla finestrella laterale con l’intenzione di insultarlo, quando mi accorgo che sotto di me c’è il comandante dell’aereo ancora in vita.  Prendo uno spavento così grande che mi ritrovo stesa sul pavimento dallo shock.
Brittany corre subito ad accettarsi delle condizioni del pilota che respira a fatica e farfuglia frasi senza senso– ha un trauma celebrale molto esteso, non avendo strumenti a disposizione c’è poco che posso fare- dice lei alzando la testa del pilota che inizia a tossire e perdere sangue dal naso
-Quanti sopravvissuti? chiede lui
-Dieci- dice Puck
-Quando eravamo a metà del volo, c’è stato un guasto all’aereo, abbiamo perso i contatti radio perciò abbiamo deciso di girare verso le Fiji per un atterraggio di emergenza ma qualcosa è andato storto ….-
-Oh mio Dio- dice Brittany comprendendo una cosa che io ancora non avevo capito.
-Ci stanno cercando da un’altra parte- riprende il comandante
Per una decina di secondi nessuno dice niente, stiamo ancora tutti assorbendo quella scioccante notizia quando ormai allo stremo delle sue forse il comandante cerca di alzarsi – la ricetrasmittente, prendetela!- Brittany aiuta il pilota a raggiungere una scatolina che si trova vicino al posto di comando. Una volta aperta il comandante accende questo piccolo strumento e lo passa a Puck. –Ora andate prima che la batteria si scarichi.-
Gli altri iniziano a incamminarsi verso l’uscita ma io non mi muovo. –Aspettate! dobbiamo portarlo con noi, non possiamo lasciarlo qui..- mi dirigo verso l’uomo e cerco di alzarlo –Aiutatemi..- Ormai il capitano respirava a malapena, Brittany mi si avvicina e mi tira verso di lei –Non c’è più niente da fare, ci sarebbe solo di intralcio, non arriverebbe al campo-
Esco di fretta e furia da quel che rimane dell’aereo ed incomincio a piangere e urlare inginocchiandomi. Puck e Sam sentendosi in imbarazzo e volendomi lasciare un po’ da sola si incamminano verso la base mentre Brittany non è della stessa idea infatti la sento inginocchiarsi dietro di me ed abbracciarmi rimanendo in silenzio lasciandomi liberare di tutte quelle lacrime che non era ancora uscite dall’incidente.
Quando finalmente mi calmo Brittany mi aiuta ad alzarmi con sempre quel magnifico sorriso stampato in faccia.
-Grazie per essere stata con me-
-Grazie per cosa? Non potevo lasciarti sola, dopo tutto quello che hai fatto per me era il minimo che potessi fare. Dai torniamo al campo-
Ci avviamo per lo stesso sentiero dell’andata, il sole ormai stava tramontando, Brittany camminava al mio fianco raccontandomi aneddoti divertenti della sua vita, qualche volta le nostre mani si sfioravano provocandomi una stana scossa che non provavo da tanto tempo fino a quando qualcosa intorno a noi ci fa spaventare. Erano dei bisbigli incomprensivi ma spaventosi.
-Corri- dice Brittany prendendomi per mano e tirandomi per la boscaglia.
Non faccio a tempo a focalizzare bene tutto perché sto correndo come una matta trascinata da Brittany tra gli arbusti, l’unica cosa sicura è che qualcuno o qualcosa ci stava seguendo.
Ormai è da una decina di minuti che corriamo a perdifiato tra gli alberi e ormai il rumore di bisbigli si fa sempre più lontano motivo per cui possiamo fermarci a riprendere fiato continuando comunque a camminare velocemente stando sempre all’erta prima che quel rumore ricominci.
Arriviamo finalmente alla base, dove dei preoccupati Puck e Sam ci vengono incontro;
-Dov’eravate? Eravamo così preoccupati!- dice Sam
-Stavamo tornando a cercarvi- continua Puck
-Scusateci eravamo un po’ stanche dopo tutto quello che è successo e ci siamo fermate per una breve sosta- dice Brittany mentendo. Avevo capito quello che voleva fare, se dicevamo la verità su quello che avevamo sentito, il panico avrebbe preso il sopravvento e si creerebbe scompiglio e agitazione.
Sarebbe rimasto un nostro segreto. Perché allarmare persone che avevano già subito un forte trauma se non sai neanche te che cosa hai visto e sentito?
-E’ vero. È colpa mia ragazzi. Non ho un buon allenamento nel camminare- dico prendendomi la colpa, ricevendo un debole cenno di testa da Brittany facendomi capire che sapeva che avevo capito la parte che dovevamo interpretare.
Quello che lei non sapeva che io quel gioco sapevo giocare molto bene.

Flashback Santana
-Signorina Ruthfort prego si accomodi! – mi disse un uomo sulla cinquantina dall’aspetto molto elegante. Era il direttore di una delle banche più famose del paese.
Entrai nel suo ufficio che si trovava al proprio centro della Banca di San Francisco, le pareti di vetro permettevano di vedere tutto intorno quello che succedeva.
Diedi una rapida occhiata anch’io mentre mi sedetti; uomini e donne che aspettavano il loro turno per sbrigare le proprie faccende affollavano a quell’ora la banca e un paio di guardie si aggiravano per i corridoi controllando che  tutto fosse al suo posto.
-Allora.. mi hanno detto che vuole avere un prestito da noi, non è così? Ma prima di tutto mi servirebbero i suoi documenti signorina Ruthford.. sa questioni formali!-
-Certamente-
-Mi dica, che lavoro fa? perché gli serve questo prestito?
-Sono una fotografa, sto lavorando a un album illustrativo con i paesaggi più belli di tutta la costa Ovest e mi servono finanziamenti per continuare il lavoro. -
-Oh magnifico anche mia figlia adora fotografare, è il suo hobby. Quando era piccola, mi fece costruire una camera oscura proprio nel seminterrato, è molto brava. Adesso sta studiando a Yale legge ma le sarebbe piaciuto confrontarsi con una vera professionista.-
-Beh se mi da il suo numero potrei chiamarla e  farci una chiacchierata un giorno signor Fabrey.-
-Davvero farebbe questo? La ringrazio moltissimo signorina Ruthford e la prego mi chiami Russell..- mi disse sorridendomi quando un rumore di spari ci fa spaventare entrambi.
-Fermi tutti questa è una rapina, giù a terra e non muovetevi, avanti- tre uomini armati e incappucciati entrarono nella banca sparando alle guardie, spingendo e minacciando con i loro fucili la gente –Avanti, non abbiamo tempo da perdere- entrarono nell’ufficio dove mi trovavo anch’io –E’ lei il direttore? Bene adesso tu vieni con noi- lo presero per la giacca mentre io fui scaraventata a terra insieme con gli altri ostaggi.
Passarono alcuni minuti nei quali uno dei rapinatori si era fatto aprire lo sportello del deposito banconote mentre gli altri due ci stavano facendo la guardia.
-Adesso io cerco di immobilizzarne uno, lei gli prenda il fucile- mi disse un uomo che stava seduto a fianco a me
-Aspetti io non..- non feci tempo a finire che lui si alzò e andò incontro ad uno dei rapinatori buttandolo a terra.. il fucile fini proprio vicino a me. Io lo presi in mano e mi alzai incitata dall’uomo che ora stava lottando con il rapinatore.
-sparagli, sparagli- gridava mentre io puntai il fucile verso uno di loro
– Io.. Io… non so come si usa!- fui colpita da uno schiaffo e buttata a terra mentre anche l’altro uomo finiva a terra privo di sensi.
-E così vuoi fare la coraggiosa.. vieni con me- mi disse uno degli uomini mascherati –mi  tirò su e mi spinse in uno stanzino.
-Avanti entra!- chiuse la porta alle sue spalle.
-Io non lo so come si usa?.. questa si che è bella Lizzy! - mi disse ridendo. Si avvicinò e mi baciò mentre anch’io ridevo a quella battuta.
– Lo sai che adoro i momenti drammatici Matt.- ricambiando il bacio.
Passarono alcuni minuti nei quali finsi di essere stata picchiata e mi lasciai trascinare fuori e portare dagli altri due rapinatori che adesso erano con il direttore Fabrey nella stanza dei depositi di sicurezza.
-Vi prego vi darò tutto ma lasciatela andare- disse il direttore
-Non ha ancora capito vero? È stata lei a organizzare tutto, vi ha ingannato dal primo momento e adesso io…- Matt non fece tempo a finire la frase che io estrassi la pistola che portavo nascosta negli stivali e sparai a loro tre, ferendoli,
-Brutta stronza- disse uno di loro.
-Mi serve la cassetta di sicurezza numero 1515 adesso!-dissi
-Senza la chiave io non…- si fermò vedendo che l’avevo in mano -.. se aveva la chiave non capisco…- lo interruppi di nuovo
-Non sono l’intestatario.. andiamo..-
-Tutto questo per una cassetta di sicurezza, faresti meglio a uccidermi Lizzy perché ..- disse Matt
-Il mio nome non è Lizzy… su andiamo- presi per un braccio il direttore.
Arrivata alla cassetta di sicurezza l’aprii e presi quello che c’era dentro (Un modellino di una Ducati Monster) , richiusi tutto e uscì dalla banca non prima di aver chiamato la polizia avvisandoli di una rapina in corso nella banca centrale di San Francisco.


******
Finalmente abbiamo scoperto una piccolissima parte sul passato di Santana. Ma solo una piccolissima parte. Il resto si saprà più avanti!
Ma la domanda è riusciranno adesso che hanno la ricetrasmittente a chiamare i soccorsi?
Non mi resta che ringraziarvi per i vostri commenti e per chi a messo la storia tra le seguite, preferite ecc. aspetto le vostre recensioni!
Non dimenticatevi di seguirmi su Twitter per sapere spoilers, avere chiarimenti sulla storia o insultarmi (anche quello va bene!) : https://twitter.com/MartyGleek
A presto!! :)
 
 
  
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