Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: bellina3000    19/08/2012    12 recensioni
Bella ed Edward come non li avete mai immaginato.
Tratto dal primo capitolo:
Tranquilla, Bella. Fai un forte respiro. Mi trovo semplicemente in una camera da letto che non è la mia, non mi ricordo nulla di quello che è successo ieri sera e... ah mi stavo per dimenticare... sono quasi completamente nuda. Dai, non è niente di cosi grave, no?
Genere: Comico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Ciaoooooo!!!!!! Come va? Spero bene :D

Io invece sono stanca morta oltre che sudata. Tra poco per tutto questo caldo mi sciolgo. Vi chiedo scusa se non rispondo alle vostre recensioni, ma sono appena tornata e ho ancora tutte le mie cose da mettere al proprio posto. Quindi posto subito il capitolo prima che mi addormento davanti al pc xD

Comunque vi darò la bella notizia!!! Adesso ho anch'io una beta!!! Sono felicissima. Non saprò mai come ringraziare ChocolateEyes di essere diventata la mia beta :)

Ok, vi lascio al nuovo capy.

 

BUONA LETTURA!

Capitolo betato da ChocolateEyes!

 

23Capitolo

 

Pov Bella.

 

Socchiudo gli occhi, felice, mentre sento i baci delicati di Edward sui miei capelli, le sue mani che mi accarezzano la schiena nuda provocandomi dei brividi di piacere.

«Sei bellissima!».

Alzo lo sguardo per rispecchiarmi in due pozze di dolcezza devastante.

Sorrido per poi dargli un bacio sul mento.

«Dovremmo dormire... sembri così stanca».

Scuoto la testa.

«Non voglio dormire. Se chiudo gli occhi, farò il solito incubo». Sento le braccia di Edward stringermi ancora di più al suo corpo, il suo fiato diventare più agitato.

«Ti va di raccontarmelo?».

«Sogno la morte dei miei genitori» rispondo ad un filo di voce, sentendo il solito nodo stringermi la gola.

«Oh, Bella!». Le sue labbra sulle mie che mi baciano con amore e venerazione. «Dimmi come posso aiutarti e lo farò». Il mio dolce cavaliere.

Non voglio rovinare la stupenda nottata passata con Edward a causa dei miei incubi. È tutto così perfetto. Mi sembra che tutti i miei problemi siano scomparsi o almeno relegati in una parte dentro di me. E vorrei che il tempo si fermasse in quest'attimo dove tutto è più leggero. Ma ciò può durare solamente questa notte, da domani si ricomincia la ricerca dell'assassino, del mio passato. Uffa! Basterebbe che l'alba non arrivasse portando con se tutti quei problemi, e vivere in questo modo in eterna notte. Sarebbe bello, ma non si può.

«Non farmi addormentare. Raccontami qualcosa di noi due da bambini».

«Va b... bene». Sorride, incerto. E così mi ritrovo ad ascoltare la voce suadente di Edward che mi racconta quello che combinavamo da piccoli. Cerco anch'io di ricordare qualcosina, anche uno stupido dettaglio, ma come al solito mi ritrovo a lottare, invano, contro quel dannato muro.

«Niente. Nessun ricordo» interrompo la sua frase coprendomi il volto con il braccio.

«Aspetta!» esclama Edward con gli occhi che luccicano. Si alza e tira fuori dalla tasca dei jeans il suo portafoglio, per poi ritornare da me con una fotografia. Si siede sul letto, mi prende di nuovo tra le sue braccia in mezzo alle sue gambe aperte facendo aderire la mia schiena al suo petto. Sento il suo calore così rassicurante che mi riscalda, facendomi sentire al sicuro. Amata.

«Guarda. Ce l'ha scattata mia madre».

La osservo con gli occhi incantati sulla figura del bambino seduto sull'erba che ride, gli occhi due pietre di smeraldo pieni di vita, il viso un pochino arrossato. Anche da piccolo, Edward era uno schianto!

La mano del Edward bambino stringe quella di una bambina, più piccola di lui, che indossa un delizioso vestito blu e sui capelli porta una corona di fiori colorati.

«S... sono io?» domando un pochino esitante.

«Sì...».

«E' il giorno del mio compleanno». Sorrido, mentre alcuni ricordi riaffiorano dentro di me e senza neanche rendermene conto parlo ad alta voce: «La parrucchiera aveva appena finito di farmi quell'odiosa acconciatura, che sono corsa da... da te. Speravo che mi dicessi che ero carina con il mio nuovo vestito, invece...». Scuoto la testa. «...hai detto che ero un mostriciattolo». Mi giro verso di lui che sta cercando di trattenere la risata coprendosi con la mano. «Che stronzo!».

«Sei scoppiata a piangere. Non sapevo come consolarti».

«Allora mi hai fatto quella coroncina di fiori». Scuoto la testa, divertita.

Ho un ricordo. Ho finalmente un ricordo della mia vecchia vita.

Una lacrima di felicità esce dal mio controllo e subito Edward la blocca con il dito, per poi portarselo sulle labbra.

«H... hai altre foto?».

Lui scuote la testa pensieroso.

«Credo forse di averne qualcuna a casa?». Mi da un bacio, euforico. «Potremmo andare domani, cioè...». Guarda il display del cellulare che indica le tre di mattina. «… cioè oggi, a casa mia. Dovrei avere qualche altra foto».

«Andare a Chicago?» chiedo incerta, grattandomi pensierosa la guancia.

Edward mi fissa per un attimo seriamente per poi scoppiare a ridere, facendomi innervosire.

«No, sciocchina».

«Allora quale casa?» domando, trattenendo a malapena il nervosismo.

«Quando Kate mi ha lasciato». Evviva, parliamo delle ex! Ecco qua rovinata la stupenda nottata. «volevo ritornare a New York. Ho comprato un piccolo appartamento e ho anche iniziato ad arredarlo. Ma quando mi dovevo trasferire da Chicago, mi sono reso conto che il mio posto non era New York, una città che mi ha solo rovinato la vita...». I suoi lineamenti si addolciscono di colpo, facendo perdere qualche battito al mio povero cuore. «…ho capito che dovevo venire da te. Era come se sentissi un sottile filo che mi legava a te. Ed adesso quel filo è diventato indistruttibile».

«Oh, Edward!». La rabbia scompare subito al sentire le parole dolci di Edward. E lui lo sa. Mi conosce bene, ormai.

«Allora, principessa, ti piacerebbe venire a vedere la mia umile dimora?». Lo sento è euforico, entusiasta e la sua felicità si trasmette subito a me.

«Sì! Sì! Sì». Non resistendo dalla gioia lo abbraccio strettamente a me. Non solo vedrò le foto di quando eravamo piccoli, ma avrò l'occasione di andare a casa di Edward. Quanto sono felice!

Maledizione, mi stavo per dimenticare una cosa importante. «Ros e Peter non accetteranno di certo che io esca dall'hotel. Uffa!».

«Fammi parlare con loro. Riuscirò di certo a convincerli».

 

* *** *

Mi stringo forte ad Edward, mentre lui sfreccia veloce con la sua moto per le strade trafficate di New York.

Alla fine è riuscito a convincere Rosalie dicendole che questa “gita” a casa sua sarebbe stata molto utile per la mia memoria.

Peccato che prima di lasciare l'Hotel Ros mi ha preso in disparte.

«Ok, credo che Edward non sia pericoloso».

«Certo che non è pericoloso». Mi fido di lui. È il ragazzo che io amo da impazzire.

«Tuttavia, non ne possiamo essere sicuri. Per tanto se vuoi uscire con lui dovrai...».

Subito ci ho litigato, ma se non avessi obbedito a Rosalie non sarei potuta uscire. Quindi, in conclusione, ho dovuto accettare di avere una piccola telecamera attaccata alla cintura che porto sui jeans. Non ho detto nulla ad Edward, ho paura della sua possibile reazione: si infurierebbe di certo.

Invece, io mi voglio godere solamente quest'uscita con il mio ragazzo, consapevole che arriveranno presto tempi più duri. Ho come la sensazione che presto succederà qualcosa di brutto, che la felicità appena trovata me la toglieranno dalle mani.

No, Bella, non ci pensare ora.

«Siamo arrivati?».

«Ancora no, un po' di pazienza». Anche se indossiamo i caschi sento la sua risata spensierata. Come vorrei vederlo sempre così.

Aumenta lievemente la velocità della moto facendomi urlare un pochino dalla paura. È la prima volta che vado in moto. Charlie e Renèè non lo avrebbero mai permesso, dicevano che è troppo pericoloso, che non è adatto per una donna, e la vecchia Bella obbediva ai loro ordini.

Invece la nuova Bella vuole fare nuove esperienze, vuole trovare non solo il suo passato, ma anche il suo vero Io.

 

* *** *

Ci fermiamo finalmente davanti a un palazzo ristrutturato da poco, con un piccolo giardino di fronte.

«Casa, dolce casa!» esclama Edward che parcheggia la moto sul marciapiede. Si toglie il casco per poi levarlo anche a me, dandomi inaspettatamente un bacio che sa di felicità, d'amore, di futuro insieme... è proprio di buon umore oggi. E' quando si trova in questo stato che sento che l'amore che provo verso di lui cresce di più. In realtà lo amo anche quanto è arrabbiato, diventa così sexy in quei momenti.

Amo Edward sempre.

«Su, andiamo». Sprizza gioia da tutti i pori.

«Andiamo!». Come posso non essere euforica come lui?

Prendendomi per mano entriamo nello stabile, ridendo felici come due bambini nella notte di Natale.

 

Osservo a bocca aperta l'appartamento di Edward rimanendo incantata dall'aria tranquilla che si respira dominata da colori chiari e caldi allo stesso tempo.

Tenendomi sempre per mano mi porta a fare un giro portandomi in cucina, nel salone, nei due bagni, un piccolo studio, due stanze per gli ospiti e alla fine la sua camera da letto.

«Allora ti piace?» mi domanda Edward sorridendomi teso, tenendo lo sguardo fisso su di me, studiando le mie emozioni.

«Mi domandi se mi piace?». Sorrido, per poi buttarmi tra le sue braccia «Io adoro questa casa!».

Mi osserva incerto se credere o no alle mia risposta, quando finalmente mi bacia con passione lasciandomi senza fiato, con il cuore a mille.

Vorrei proprio capire che cosa ha oggi!

Tenendomi con un braccio per la vita stretta a lui, con la mano libera inizia ad accarezzarmi il volto, incantato.

«Sei talmente bella, intelligente, perfetta per me, che ho paura un giorno di scoprire che sei stata solamente una dolce illusione».

Rimango disorientata difronte a queste parole che esprimono bene quello che provo io quando sto insieme a lui.

«Io non sono un'illusione. Starò con te, per sempre. Fino a quando tu mi vorrai...».

Non mi fa neanche finire la frase che mi ritrovo sul letto, schiacciata dal suo corpo, sopraffatta dall'irruenza del suo bacio. Poi le sue labbra iniziano a scendere più giù, sul mento, sull'incavo del collo.

«Sul letto, eh?» lo provoco. «Stai iniziando a perdere un po' di fantasia. È un po' noiosetto». Sono proprio una bugiarda. Mi piace sempre fare l'amore con Edward dovunque: sul letto, nella doccia, in vasca, sul tavolo della cucina...

Lui mi sorride con malizia.

«Mia cara, ci sono ancora molte cose che ti devo insegnare». E poi inaspettatamente inizia a farmi il solletico. «Quindi non ti permettere più di dire che sono noioso».

«B... basta, ti prego». Non ce la faccio più; dal troppo ridere stanno iniziando ad uscirmi anche le lacrime.

«No, fino a quando non mi chiederai scusa». La sua voce appare dura, arrabbiata, ma nei suoi occhi leggo che si sta divertendo nel torturarmi.

«No, questo no».

«Ah, si?».

Riesco, non so neanch'io come, a prendere un cuscino e glielo tiro addosso, per poi liberarmi dalla sua stretta. Inizio a correre inseguita da Edward, ridendo come matti, spensierati e soprattutto innamorati.

Vorrei che questa giornata non finisse mai!

Giro intorno alle sedie della cucina, per poi andarmi a rifugiare in salone dove mi fermo ad osservare il pianoforte posto difronte alla finestra. Gli vorrei chiedere di suonarmi qualcosa. Sfruttando questo mio momento di distrazione Edward mi prende e mi bacia con passione.

«Bamboletta, non ti libererai facilmente di me».

No, gli chiederò dopo di farmi sentire qualcosa. Adesso mi va di fare altro.

E finalmente mi fa sua.

 

«Stai bene?» mi domanda Edward spostandomi una ciocca di capelli dal volto arrossato.

«Sì» rispondo, ancora in piena beatitudine.

Stiamo sdraiati sul tappeto del salone, con la pancia in su a fissare il soffitto bianco, le nostre mani congiunte. Ovviamente la mia cintura con la telecamera è posta molto lontana da noi due, coperta dalla mia maglietta. Scusami Rosalie, ma non ti offro spettacolo gratis.

«Oggi mi sembri così di buon umore».

«Perché non dovrei esserlo? È così... rilassante non avere più segreti».

Sorrido. Anch'io mi sento così bene nel sapere che non ci sono più bugie a dividerci. Ma fino a quando durerà questo stato di tranquilla felicità?

Sospiro.

Come mi piacerebbe avere un futuro sicuro, rassicurante, privo di rischi. Non dico che voglio l'elisir dell'eterna giovinezza o la macchina del tempo, ma avere la possibilità di costruire progetti per il domani senza la paura che un pazzo te li porti via. Ma fino a quando non scopriremo chi è mi toccherà vivere con la paura.

«Oh, Bella!» esclama Edward dandomi un bacio sulla fronte. «Ce la faremo. Andrà tutto bene».

«Come fai a saperlo?».

Non ho bisogno di rassicurazioni senza fondamento. Ho bisogno di avere certezze. Sono stufa di tutto ciò.

Sta per dirmi qualcos'altro, ma si blocca spaventato, mentre sentiamo il portone aprire e una voce femminile, familiare chiamarlo.

«Edward! Sei qui, vero?».

«Merda! È mia madre! Vestiti subito».

Edward indossa subito il pantalone di jeans senza boxer per poi correre nell'ingresso, mentre io rossa in viso cerco di riprendere tutti i miei vestiti sparsi in salone.

Cerco di darmi una sistemata i capelli, che urlano "abbiamo scopato ed è stato MERAVIGLIOSO!", con le dita, mentre provo a calmare i battiti del mio cuore.

Sarebbe stato un grosso guaio se ci trovava in salone nudi a muoverci... Non ci pensare!

Avrei bisogno di una buona doccia calda per calmarmi davvero, ma non credo che sia una buona idea. Infatti, adesso che faccio?

Li raggiungo?

Vado a nascondermi da qualche parte?

Cerco di diventare la donna invisibile, per poi andare a spiarli? Quest'ultima idea mi piace.

«Bella, puoi venire?» mi grida Edward dalla cucina.

Dai su, non fare la bambina e vai dal tuo amore e da sua madre. Non sarà peggio di trovarsi faccia a faccia con l'assassino, no?

Con passo più sicuro che riesco a fare, cercando di non cadere da nessuna parte, vado in cucina dove trovo una Elisabeth molto indaffarata che sta mettendo a posto alcune scatole di cibo nei vari cassetti, mentre Edward la osserva divertito.

Quando però il suo sguardo cade su di me, i suoi occhi diventano di smeraldo fuso, luminosi come non mai, lasciandomi senza fiato.

«Mamma, ho l'onore di presentarti la mia ragazza». Si alza dalla sedia e mi prende per mano stringendola lievemente, le sue dita che mi sfiorano le nocche.

Elisabeth rimane per un attimo a bocca aperta lasciando cadere sul pavimento una busta di pasta, i suoi occhi si spostano velocemente dal volto mio a quello di suo figlio, per poi rimanere fisso sulle nostre mani congiunte.

«Mamma, tutto bene?».

Per me adesso sviene...

«Sì, tutto bene. Fatemi un attimo riprendere». Si siede sulla sedia ed inizia a ridacchiare. «Wow! Non me lo aspettavo tutto qui». Fissa Edward con attenzione in cerca di qualcosa. «Vi amate?».

«L'amo» risponde con decisione Edward.

«Anch'io l'amo». Le mie parole escono decise come quelle di Edward.

«Bene. Fatevi abbracciare».

Non so, ma tutto ciò non mi convince. Mi sembra una recita, tutto così falso. Oppure sono io che come al solito faccio fatica a fidarmi delle persone?

Elisabeth mi abbraccia, dandomi una carezza sulla testa con affetto.

«Sono felice per voi, miledy».

«G... grazie». Adesso mi sento commossa. Come posso non avere fiducia in Elisabeth? La me bambina adorava la donna qui accanto a me, per tanto devo smettere di dubitare di lei.

«Su, vi preparerò un ottimo pranzetto» esclama contenta Elisabet.

«Aspetta, ti do una mano».

«No, non vi preoccupate miledy. Posso fare da sola».

«No per me è un piacere. È comunque... mi chiamo Bella».

«Ah, va b... bene».

Per un attimo scorgo nel suo sguardo un odio profondo verso di me, ma probabilmente sarà solo la mia immaginazione. Infondo io cosa le ho fatto? Nulla.

 

 

 

Osservo le foto rapita, mentre la mia mente si inonda di ricordi che mi lasciano senza fiato. Quante cose mi ero dimenticata!

La buona cucina della signora Ghibert, la voce profonda di mio padre, i calorosi abbracci di mia madre...

Edward, seduto a gambe incrociate accanto a me con i suoi piedi vicini ai miei sul divano, ad ogni nuova foto che mi porge mi racconta qualcosa di nuovo.

Stiamo così da quasi due ore. Appena finito il pranzo, Elisabeth è dovuta andare al lavoro. Anche se mi dispiace pensarlo, sono contenta che se ne sia andata: mi metteva così in imbarazzo con le sue occhiate profonde. Credo che non le piaccia molto l'idea che io stia con suo figlio. Ma ciò di cui ho più paura è che lei sappia qualcosa di grosso relativo ai miei genitori, alla loro morte.

«Eh, Bella? Mi stai a sentire?».

«No, scusami. Mi ero un attimo distratta».

Si mette a ridacchiare, accarezzandomi la caviglia con la punta delle dita disegnando dei cerchi.

«Perché non rimani a dormire da me?».

Che cosa? Ma è impazzito? È già tanto che ho potuto passare questa giornata insieme a lui, senza nessuna scorta del FBI. Inoltre ho bisogno di stare un po' da sola per mettere in ordine i miei ricordi, cercare soprattutto di ricordare anche un solo particolare relativo all'assassino.

«Rosalie mi ucciderebbe» mormoro sospirando.

«Sì capisco». Sospira anche lui, abbassando lievemente lo sguardo. «Solo che domani non credo che riusciremo a vederci. Avevo intenzione di andare da mio padre a vedere se scopro qualcosa. Per questo mi sarebbe piaciuto stare un altro po' con te».

Rabbrividisco di paura. Un giorno senza di Edward, potrei impazzire! Mi vedo domani mattina, anzi già questa sera, sul letto a stringere un cuscino, mentre piango come una fontana d'acqua preoccupata che possa succedere qualcosa ad Edward.

«Dai, adesso le chiamo e vediamo». Sorrido, alzandomi dal divano e andando in cucina dove ho appoggiato il cellulare.

«Ciao Bella». Rosalie risponde al primo squillo, tutta contenta, con la sua voce cristallina. «State ritornando, vero?».

«Mmh...». Su, è come la ceretta. Uno strappo e via. Però fa così male! «Rimango a dormire da Edward» le dico tutto d'un fiato, velocemente.

«Ahahahah! Che simpatica che sei». Ok, ha preso il lato divertente della situazione. Meglio così. «Dai, ti aspetto».

«No, non torno. Voglio rimanere da Edward».

«E' troppo pericoloso». La sua voce, da allegra, è diventato in pochi secondi di ghiaccio.

«Non è vero!». Mi sembra di comportarmi come una bambina capricciosa.

«Bella...»

«Ho detto che rimango da Edward. Ciao». Senza aspettare la sua risposta riattacco, soddisfatta di me. Domani ne pagherò le conseguenze.

Tutta contenta corro da Edward che si trova in piedi difronte alla cucina. Gli salto letteralmente addosso e gli urlo: «Sì, rimango qui da te!».

«Wow! Sono così felice».

 

* *** *

 

Mi sveglio di scatto, trattenendo un urlo mordendo il cuscino. Questa volta l'incubo mi ha lasciato ancora più distrutta delle altre volte. Sento il corpo di Edward aderire completamente con il mio, le sue gambe poste tra le mie, le sue mani che mi stringono la vita come se temesse che possa scappare da lui. Gli accarezzo il volto, soffermandomi poi sulle sue labbra un pochino aperte.

Mi alzo dal letto, stiracchiandomi gambe e braccia indolenzite dal troppo “movimento”, indosso la maglietta di Edward e vado in salone. Ho bisogno di pensare seriamente a tutto quello che ho scoperto in questi giorni.

Ma quando sono in salone i miei pensieri vengono catturati dal pianoforte e mi ritrovo a sfiorarlo con delicatezza, consapevole di quanto Edward è affezionato a questo strumento.

Chiudo gli occhi e sentendomi forte, provo ad abbattere quel dannato muro.

 

«Che cosa? Io non ci posso credere!». Mia madre strilla con rabbia, mentre i suoi occhi sono gonfi di chi ha troppo pianto. Mio padre è accanto a lei che cerca di calmarla.

«Ti prego, non fare così».

«E come dovrei fare? Spiegami». Sbatte con rabbia per terra un quadro appeso sul muro. «Come hai potuto farmi questo? Io ti amavo».

«Ma anch'io ti amo». Tenta di abbracciarla, ma mia madre più veloce si scansa dal suo tocco. «Lei è stata prima di conoscere te, mio unico vero amore. Con lei c'è stato solamente del sesso».

Valerie si siede sul bordo del letto, mordendosi le labbra con forza mentre le lacrime iniziano a scorrere sul suo viso. É distrutta.

«Me lo av... avevi detto che avevi avuto tante relazioni, ma... ma… ma fa tanto male lo stesso».

Vorrei correre da lei ed abbracciarla con forza, dicendole che tutto passerà, che capisco bene cosa sta provando, ma non posso muovermi. Sono solo una semplice spettatrice.

«Lei è passato. Tu sei il mio presente e il mio futuro».

«Allora perché l'hai assunta?».

«Perché aveva bisogno di un lavoro!».

«Oh, sì. Ed io ti dovrei credere».

Poi ad un tratto sia mio padre sia mia madre volgono lo sguardo sulla porta che si apre.

«Cosa ci fai tu qua? Sparisci subito...». Mia madre urla verso il nuovo arrivato, che io non riesco a vedere poiché è avvolta dalla nebbia.

«Eh, aspetta. Cosa vuoi fare?» domanda mio padre terrorizzato. «Posa subito quella pistola».

Poi corre verso di mia madre facendole da scudo e parte il primo colpo.

 

Riapro gli occhi, ritrovandomi per terra con la testa posata sulla ginocchia, le lacrime che scorrono con violenza.

Mi asciugo velocemente il volto che brucia. Ho bisogno d'aria. Mi sento soffocare, un dolore lancinante che parte dal centro del mio stomaco e arriva fino alla punta delle dita dei piedi .

Esco sul terrazzo e subito il vento fresco di New York riesce a calmarmi, a farmi respirare in modo decente.

Ok, cerchiamo di capire un po' la situazione.

Mio padre ha avuto altre relazioni prima di conoscere mia madre e questo Valerie ne era a conoscenza. Allora perché era così disperata? Forse perché papà ha assunto una sua vecchia amante? Oppure perché ha scoperto che Leonard continuava a mantenere questa relazione?

Solo il pensiero mi fa venire la nausea. No, non può essere vero. Lui amava mia madre, ha cambiato persino stile di vita.

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

«Eh...».

Sobbalzo spaventata, mentre le braccia di Edward mi stringono i fianchi, la mia schiena si scontra con il suo petto. «Che combini?».

«Nulla. Pensavo». Alzo lo sguardo in alto nel cielo, cercando in qualche modo di trattenere le lacrime o almeno di non mostrarle ad Edward.

«Hai avuto il solito incubo?».

Annuisco incapace di parlare, mentre lui posa il mento sulla mia spalla dandomi un bacio sul collo.

Rimaniamo in silenzio gustandoci la notte fino a quando non sento Edward ridere.

«Sei impazzito?». Lo osservo interrogativa. Adesso cos'ha da ridere?

«Guarda sotto».

Seguo la traiettoria del suo dito che indica due persone che si trovano sotto e che ci fissano. Subito li riconosco, sono due del FBI.

«Rosalie» borbotto irritata. «non riesce proprio a fidarsi». Be', se devo essere sincera, mi sento un pochino più al sicuro sapendo che c'è qualcuno che sta controllando la casa. Non è che non mi fido di Edward, ma se l'assassino scopre che sono qui potrebbe farsi strane idee e venire ad uccidermi.

Mi distrae dai miei pensieri il movimento della mano di Edward che saluta gli uomini del FBI allegramente.

«Forse dovrei offrirgli qualcosa... Non si sa mai che mi arrestino perché sono un cattivo padrone di casa».

Scoppio a ridere coprendomi la bocca con la mano.

«Sei il solito idiota».

«Grazie, amore mio. Sono sempre così tenere le tue dolci parole».

Rabbrividisco di nuovo.

«Su, andiamo dentro prima che mi diventi un ghiacciolo». Mi stringe a sé, mentre rientriamo in camera sua. Osservo la sua sveglia posta sul comodino. Sono già le quattro di mattina. Tra poco mi toccherà ritornare nella mia prigione, non vedere il mio Edward chissà per quanto tempo.

«Bella...».

«Sto bene, anzi sto benissimo».

«La mia adorabile bugiarda».

«Uffa! Non ho nulla». Scuoto la testa, irritata e stufa di tutta questa situazione. «Ritorniamo a dormire». Mi sdraio sul letto e mi copro con la trapunta fino la testa, seppure adesso mi sento accaldata. Ascolto Edward che apre dei cassetti fischiettando un motivetto allegro, facendomi innervosire ancora di più. Come può essere così di buon umore sapendo che non passeremo la giornata insieme? Uffa! Ma chi mi prende? Mica voglio stare appiccicata ad Edward tutto il giorno.

Solo che se gli succede qualcosa ne morire anch'io. Perché mi sono innamorata proprio ora? E poi di lui?

Alza la trapunta e mi ritrovo il viso di Edward pochi centimetri da me, raggiante come non mai

«Ho un regalo per te». Accende l'abat-jour, mentre io mi siedo sul letto incuriosita.

Si siede accanto a me circondandomi tra le sue braccia, il suo respiro caldo che solletica la pelle sensibile dietro il mio orecchio.

Poi fa pendere davanti a me una catenina d'argento sulla quale vi è un anello maschile: è un suo anello!

«Voglio che porti con te qualcosa di mio». Mi sorride incerto, temendo la mia reazione consapevole di quello che penso dei regali. «Lo so che non ti piace ricevere regali... Però voglio che non ti scordi di me, del nostro amore».

«Oh, Edward, è bellissimo».

«Forse sarebbe stato meglio con un ciondolo di cuore, ma non ce l'ho...» borbotta, teso, mentre io scuoto la testa.

«Meglio così, se no mi sarei dovuta preoccupare».

Ridacchiamo, mentre le sue mani spostano da un lato i capelli per potermi mettere la collana.

«Grazie, Edward. Grazie di tutto».

«Di niente, bamboletta».

Ci diamo un dolcissimo bacio, poi sorrido.

«Posso avere anche la maglietta che indosso? Mi piace tantissimo».

«Ok». Mi osserva felice, sulle sue labbra si dipinge un sorriso malizioso. «Devo ammettere che ti dona la mia maglietta, anche se ti preferisco senza».

 

* *** *

 

Maledizione! Sarebbe dovuto essere qui già tre ore fa, invece niente. Non mi ha neanche chiamata. Appena viene gliene dico quattro. Ma è questo il modo di comportarsi con la sua ragazza?

Sono ormai due giorni che non ci vediamo, da quella meravigliosa giornata che ho passato a casa sua.

Quando poi sono ritornata all'Hotel, Rosalie era arrabbiata nera, mi ha messo in punizione dicendomi che per un intera settimana non mi era permesso uscire dalla stanza.

Però n'è valsa la pena. Sono contenta di essere rimasta con Edward quella sera.

Sorrido, mentre sento l'anello sulla mia pelle, sotto la mia maglia. Non l'ho più tolto, mentre la sua maglietta è posata sul letto.

Uffa! Ma perché non arriva? Perché non mi chiama? E se gli è successo qualcosa?

Maledizione! Non gli dovevo permettere di andarsene.

Il telefonino squilla e subito mi precipito a vedere chi è.

Amore”

Felice, sentendo come un macigno sparire dallo stomaco, accetto la chiamata.

«Oh, Edward finalmente. Ero così preoccupata. Non lo farò mai più una cosa del genere. Credevo di impazzire. Sì, forse sto esagerando un pochino... ma ti amo». Stranamente non sento la sua risata o una sua stupida battuta. «Edward?».

«Mi dispiace, ma non sono il tuo Edward».

Cazzo! Le gambe non reggendo il colpo, mi lasciano andare giù fino a quando non mi ritrovo in ginocchio sul pavimento. Tutto il mio corpo trema, la testa che gira vorticosamente e un unico pensiero a colpirmi "speriamo che stia bene".

«Oh, ci sei piccolina?».

No, non può essere vero!

No, non lui...

«S... Simon?».

«Allora, se vuoi vedere sano e salvo la tua dolce metà devi fare quello che ti dico».

«C... chi mi d... dice che Edward è lì con te?». Non può essere vero! È solo un brutto incubo.

«Vediamo un po'...» e sento un urlo di dolore che mi ghiaccia il sangue nelle vene. È Edward. Gli stanno facendo del male. Il mio Edward, il mio amore. È tutta colpa mia.

«No, Bella! Non farlo» lo sento gridare e per me è come se una lama incandescente trapassasse il mio cuore, più volte.

Chiudo gli occhi con forza, provo a prendere il controllo del mio respiro e del mio corpo. Devo salvarlo. Non posso ridurmi in questo stato.

«D... dimmi che vuoi».

So già che da questo momento in poi inizierà l'inferno.

 

ANGOLO AUTRICE:

Rieccomi qua! Ho decido per questo capy di far vivere a Bella una giornata “tranquilla” solo perché dopo tutto quello che ha passato le serviva questa pausa.

Però dal prossimo capitolo la situazione cambierà notevolmente. Diciamo che diventerà un pochino più difficile per i nostri protagonisti. Mi fanno già pena xD. Chissà se il loro amore sarà così forte da resistere a tutto quello che succederà? È già, verrà messo a dura prova... mmm no non dico nient'altro. Il resto vi tocca aspettare.

Un bacione a tutti!

Bellina.

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: bellina3000