Nota dell’autrice: solo un breve flusso di pensieri, una one-shot scritta di getto,
in un momento di cupa malinconia. Non avrei nemmeno voluto pubblicarla. Quindi,
prendetela per quello che è, e se vi va, lasciatemi un commento.
Avrei
voluto…
Avrei voluto una bici rossa, a cinque anni, proprio come
quella che i miei zii comprarono a Dudley.
Avrei voluto una cameretta colorata, con tanti
giocattoli, invece di un vecchio ripostiglio.
Avrei voluto un abbraccio, tutte le volte che le ombre e
il buio mi spaventavano e non mi permettevano di
addormentarmi.
Avrei voluto poter correre a rifugiarmi in un lettone,
quando mi svegliavo per colpa di un incubo, e tra le braccia dei miei genitori,
sentirmi al sicuro da qualunque pericolo.
Avrei voluto sentirmi dire che ero un bravo bambino,
almeno quando mi comportavo come tale.
Avrei voluto sapermi difendere da chi mi
maltrattava.
Avrei voluto imparare a controllare i miei poteri prima
di scoprire di possederli, magari ciò mi avrebbe aiutato.
Avrei voluto conoscere la verità sui miei genitori molto
tempo prima, anziché vivere di menzogne per undici anni.
Avrei voluto cancellare dalla mia fronte il marchio
indelebile che, a undici anni, capii che sarebbe stato la mia condanna, che
faceva sì che tutti gli occhi, nel raggio di metri di distanza, puntassero
dritti e decisi su di me, facendomi sentire così… inadeguato. Inadeguato, e
incapace di rispondere alle loro aspettative.
Avrei voluto essere guardato da tutti come un ragazzino
comune, anche essere ignorato, a volte. Non tutti quegli sguardi di compassione
mista a paura, mista a speranza, mista a non so cos’altro.
Avrei voluto che nessuno, non una sola persona al mondo,
mi conoscesse prima ancora di avermi visto in faccia, solo perché aveva letto il
mio nome su non so quale libro di storia.
Avrei voluto dovermi preoccupare dei miei compiti, dei
voti, degli esami, e non della salvezza della mia vita, ogni
anno.
Avrei voluto avere una possibilità di farmi conoscere
per com’ero realmente da chi si arrogava il diritto di odiarmi solo perché
figlio di mio padre.
Avrei voluto nascondermi in silenzio sotto il mio
Mantello dell’Invisibilità e scomparire, per evitare lo scherno e l’odio dei
Serpeverde e del capo della loro Casa.
Avrei voluto poter abbracciare mia madre e mio padre,
quel giorno che ho visto la loro immagine sullo specchio delle
brame.
Avrei voluto non mettere in pericolo le vite di chi mi
stava a cuore, come Ron ed Hermione.
Avrei voluto che loro non si sentissero in dovere di
aiutarmi in ogni circostanza.
Avrei voluto conoscere prima il mio padrino, e
instaurare con lui un rapporto più profondo.
Avrei voluto dirgli quanto era importante per
me.
Avrei voluto che lui sapesse quanto era bello per me
sapere che c’era qualcuno al mondo a cui interessava di me, qualcuno che avrebbe
voluto prendermi con sé, offrirmi una casa.
Una
casa… avrei tanto voluto un posto che potessi considerare
tale.
Avrei voluto essere accolto con affetto, dopo mesi di
lontananza, al mio ritorno dai Dursley per l’estate.
Avrei voluto che loro mi chiedessero, anche solo per una
volta, di andare a trascorrere le vacanze di Natale nella loro casa.
Avrei voluto gettare fuori dal mio corpo, dalla mia
mente, quella parte di sé che Voldemort aveva inavvertitamente messo dentro di
me, che mi faceva sentire così sporco, così diverso… segnato per
sempre.
Avrei voluto imparare a padroneggiare l’Incanto Patronus
molto tempo prima, per non dover ascoltare le urla strazianti di mia madre nella
notte in cui morì per me, alla presenza di un
Dissennatore.
Avrei voluto, forse, poter continuare ad ascoltare mia
madre, anche se in quel modo orribile, perché era l’unico modo che avevo per
farlo.
Avrei voluto che Codaliscia avesse quello che si
meritava, quella notte per mano di Sirius, invece di lasciarlo andare e
permettergli di ricongiungersi al suo padrone.
Avrei voluto andare con Sirius, scappare via dalla mia
vita in groppa a Fierobecco, e non tornare mai più.
Avrei voluto che il Torneo Tremaghi non fosse mai
esistito, o almeno avrei voluto scoprire prima la verità sul falso
Moody.
Avrei voluto prendere tra le mani da solo quella coppa,
e non chiedere a Cedric di farlo insieme a me.
Avrei voluto che Cedric non morisse per causa
mia.
Avrei voluto non sentire le risate dei Mangiamorte e di
Voldemort, miste al dolore provocato dalla maledizione
Cruciatus.
Avrei voluto lasciar scorrere fuori dal mio corpo tutto
il mio sangue, piuttosto che condividerlo con Voldemort.
Avrei voluto volare via con gli spettri dei miei
genitori emessi quella notte dalla bacchetta di Voldemort, anziché scappare,
tornare indietro per sentirmi accusare di essere un pazzo
esibizionista.
Avrei voluto sputare in faccia a Caramell e alla
Umbridge.
Avrei voluto continuare a credere che mio padre fosse
stato l’uomo perfetto ed eroico che io avevo idealizzato.
Avrei voluto dire a Piton quanto mi dispiaceva per come
era stato trattato.
Avrei voluto avere una minima possibilità che lui
potesse credere alle mie parole.
Avrei voluto essere meno sciocco, meno avventato, meno
impulsivo.
Avrei voluto essere io quello caduto dietro il velo, e
non Sirius.
Avrei voluto proteggerlo, e invece l’ ho
ucciso.
Avrei voluto che Voldemort non mi avesse scelto, e che
la profezia non fosse mai esistita.
Avrei voluto che mia madre e mio padre non fossero morti
per causa mia. Perché solo io dovevo morire quella notte.
Avrei voluto comprendere che Draco aveva bisogno di
aiuto, che si trovava a ricoprire un ruolo che non gli apparteneva, che gli
altri gli avevano cucito addosso. Proprio come me.
Avrei voluto che Piton non avesse mai ucciso Silente,
costringendomi ad odiarlo ancora di più e privandomi della mia ultima
guida.
Avrei voluto poter giocare un’altra volta a
Quidditch.
Avrei voluto poter abbracciare ancora Ron ed Hermione,
ridere e scherzare con loro.
Avrei voluto baciare Ginny per l’ultima
volta.
Avrei voluto avere una scelta diversa, una terza
opzione, oltre ad assassino e vittima.
Avrei voluto colpire Voldemort una frazione di secondo
prima di come ho fatto.
Avrei voluto vederlo morire, invece la mia vista era
appannata mentre lui si accasciava al suolo ed esalava l’ultimo
respiro.
Avrei voluto sorridere ai miei amici che mi circondavano
affranti di dolore mentre anch’io esalavo l’ultimo
respiro.
Avrei voluto dire loro di vivere quella vita che a me
era stata negata fin dall’età di un anno.
Avrei voluto rimanere ancora un po’ con loro, crescere,
diplomarmi ad Hogwarts, trovare un lavoro e iniziare a vivere davvero, invece di
andarmene in questo modo.
Non avrei
voluto morire a diciassette anni.
FINE