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Autore: Funeral of Hearts    19/08/2012    7 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO CINQUE

 

 

CURE

 

 

No sleep
No sleep before I'm done with finding the answer
Won't stop
Won't stop before I find a cure for this cancer
The Rasmus, In the shadows, 2003

 

 

Fu una navigazione turbolenta. Non pioveva, ma il forte vento rendeva difficile mantenere la rotta. Tutti, Mugiwara e Hearts, sulla Sunny, si stavano dando da fare per mantenere una certa stabilità. In questo modo, i due dottori avrebbe potuto lavorare meglio.
Dopo il breve scambio di battute avuto col cecchino, lo Shichibukai era subito andato in infermeria. Ne era uscito pochi minuti appresso Sanji, bofonchiando che se “quel medicastro tatuato” non fosse riuscito a salvare la ragazza, lo avrebbe gettato in mare a tenere compagnia ai pesci.
Nel frattempo, in infermeria, Chopper aveva messo una maschera per l'ossigeno alla ragazza, l'aveva coperta con un lenzuolo ed aveva cominciato a curare le ferite sulle braccia. Aveva un tampone nella zampa quando Law era entrato. Avrebbe avuto bisogno del suo aiuto per curarla – era ridotta peggio di quanto avesse pensato – e anche Sanji, in un momento come quello, poteva essere utile, anche solo per cercare di mantenere la barella più ferma possibile. Per questo la renna si era stupita quando Law, senza usare mezzi termini, aveva cacciato fuori il cuoco.
Supponendo che il chirurgo volesse sapere le condizioni della ragazza, Chopper, con tono professionale, cominciò a parlare:
“Sanji mi ha detto che la stavano per bruciare viva; quindi per prima cosa le ho applicato l'ossigeno. Il polso si sente appena, ma è stabile. Ho cominciato a curare le ferite sul braccio destro, sul quale sono presenti ecchimosi e...”
“Si prepari ad operare, doctor Chopper.” disse Law appoggiando la nodachi contro il muro. Si tolse velocemente il cappotto e il cappello, e indossò il camice e i guanti di lattice.
“Cosa? Non credo che ce ne sia bisogno. La ragazza non presenta le condizioni per... che cosa stai facendo?!?” chiese stupito.
Law si era infatti avvicinato al corpo della giovane e, gettato il lenzuolo in un angolo, le aveva strappato, senza esitare, un lembo della veste, sul fianco sinistro. Chopper era confuso; quel gesto, che soffocava rabbia, gli era sembrato quasi una violenza carnale del corpo della ragazza. Ma si ricredette quando vide la faccia del chirurgo indurirsi.
“È peggiorato.” borbottò tra sé e sé Law.
“Cosa è peggiorato?” chiese la renna, tra il curioso e l'allarmato.
Si avvicinò all'alleato e spalancò gli occhi, sorpreso e inorridito.
“Che... che cos'è?” chiese tremando.
Quello che vedeva davanti a sé non poteva essere vero.
Il fianco sinistro era stato dilaniato, come se qualcuno vi avesse infilato una mano. A giudicare dai segni, la rimarginazione era iniziata da meno di ventiquattro ore. Ma quello che inorridiva e confondeva la renna era che, per una decina di centimetri lungo la parete esterna di una vena, vi erano tante piccole pietre che la schiacciavano.
“Che... che significa?” domandò deglutendo a fatica. Era sotto shock. Non esisteva una spiegazione scientifica per quello. Non riusciva più a ragionare. Cominciò a tremare.
Room.” l'attivazione del potere di Law lo risvegliò da quello stato. Non poteva stare con le mani in mano. Aveva capito cosa aveva intenzione di fare il chirurgo. Corse a prendere una bacinella. Pensò che fosse stato un bene per Sanji essere stato cacciato da lì.
Law aveva cominciato a rimuovere le pietre una ad una, e le spostava, grazie al suo potere, nel piccolo contenitore portato da Chopper.
Era calato un silenzio carico di tensione. La renna, tenendo fermo il corpo della ragazza, che era ancora svenuta, osservava le mani del chirurgo. Sembrava che le sue dita eseguissero una danza, tanto erano delicate nel muoversi su quell'orrenda ferita aperta.
Una volta tolta l'ultima pietra, Chopper dette un'occhiata alla bacinella. Il fondo ne era completamente coperto. Guardò il chirurgo: aveva la fronte imperlata di sudore.
Scan.”
Ancora silenzio mentre Law eseguiva il check up a quel povero corpo.
“Non ce ne sono altre, possiamo procedere alla cura delle ferite.” Chopper fece un segno di assenso. Si sentiva sollevato. Ricominciò dal braccio che aveva lasciato prima dell'operazione.
Law aveva lo sguardo abbassato sulla ferita al fianco. Stava continuando a curarla col suo potere.
“Un'altra cosa, doctor Chopper.”
La renna sollevò la testa e ricominciò a tremare. Lo Shichibukai gli aveva piantato gli occhi grigi addosso, uno sguardo che avrebbe potuto incenerirlo all'istante.
“Di tutto quello che ha visto dell'operazione, non deve farne parola con nessuno. Sono stato chiaro?”
Chopper riuscì solo ad annuire, perché la salivazione gli si era azzerata e gli impediva di rispondere. Abbassò il musetto per non sostenere più quell'occhiata raggelante. Vide di nuovo il braccio della ragazza e decise che per il momento si sarebbe concentrato solo su di lei, la sua guarigione doveva avere la priorità assoluta.
Continuarono a curare la giovane. Si stava lentamente riprendendo, anche se era ancora incosciente. Le ferite furono disinfettate e bendate. Law aveva richiuso la ferita al fianco e, col potere del frutto ope ope, aveva accelerato il processo di ricostruzione cellulare della pelle. La renna ne era rimasta affascinata. L'avevano comunque bendata per evitare che si infettasse.
“Bene, le condizioni generali si sono stabilizzate. Direi che potremmo lasciarla riposare un po', adesso.” disse finalmente la renna lavandosi le zampe. Si voltò non udendo il “collega” rispondere, e lo vide in procinto di indossare nuovamente cappotto e cappello. Stava per chiedergli dove andasse, ma il chirurgo lo precedette:
“Vado nel sottomarino. Ho bisogno di vedere alcuni testi.” disse afferrando la nodachi.
“Quando si sveglia” aggiunse dando un'ultima occhiata alla ragazza, “mi venga a chiamare, doctor.” e chiuse la porta alle sue spalle.
Chopper era rimasto da solo, ad asciugarsi le zampe. Lo sguardo gli cadde sulla bacinella piena di pietre. Cominciò a riflettere su ciò che era accaduto, mentre rimetteva a posto gli strumenti. A mente fredda, si accorse che in quella faccenda c'era qualcosa che non tornava.
Innanzitutto, Law aveva detto che la ragazza doveva essere operata prima di averla visitata. Da ciò conseguiva il fatto che il Chirurgo della Morte era già a conoscenza della presenza delle pietre dentro al fianco della giovane, dato che era confermato anche dal fatto che era andato a colpo sicuro nello strapparle la veste proprio in quel punto. Ergo, sicuramente conosceva anche la ragazza. Inoltre aveva affermato “è peggiorato”, una volta vista la ferita. Questo portava ad un altro ragionamento: la ragazza soffriva già di questo male che, con l'andare del tempo, si era intensificato. Ma da quanto tempo ne era affetta? Law l'aveva conosciuta quando questa malattia era ancora allo stadio iniziale? E soprattutto, la domanda più importante: che diavolo di malattia era? Non ne aveva mai sentito parlare. Non aveva mai trovato casi simili né tra i libri di Kureha, né nella fornitissima biblioteca del regno di Torino, dove aveva studiato durante i due anni della separazione dai suoi compagni. Forse Law aveva qualche testo sull'argomento e si stava documentando. Glielo avrebbe chiesto più tardi. Gli ritornarono i brividi nel ricordare lo Shichibukai.
Di tutto quello che ha visto dell'operazione, non deve farne parola con nessuno.”
Perché gli aveva fatto quella raccomandazione? E con quel tono minaccioso, poi! Forse, dato che Law conosceva la ragazza, sapeva che lei avrebbe preferito tenere per sé quella sua strana malattia. E poi, per lui usare quel modo di parlare poteva essere normale. Come spiegazione gli parve plausibile.
Gli occhi si posarono sull'orologio. Era tardissimo! Per quanto tempo erano stati in infermeria? Avevano entrambi perso la cognizione del tempo.
Vedendo che la ragazza ora dormiva tranquilla, decise di uscire.
Venne immediatamente assalito da Sanji e da Rufy.
“Come sta?” chiese il capitano preoccupato.
“Perché siete rimasti tutto quel tempo là dentro?” incalzò impaziente il cuoco alzando da terra il piccolo dottore e scuotendolo come un fazzoletto.
Di nuovo gli occhi grigi che si affacciavano prepotentemente nella sua mente. Non gli piaceva, ma doveva mentire.
“E-e-era f-f-feri-ta in m-modo g-grave...”
“Fratello, se continui a scuoterlo così, non riuscirà mai a parlare!” fece notare Franky.
“Hai ragione.” disse Sanji posando a terra Chopper che aveva un principio di giramento di testa.
Si accese una sigaretta, l'ennesima da quando era stato buttato fuori.
“Dove siamo?” chiese la renna vedendo la nave ferma.
“Siamo arrivati a Prehn. Abbiamo dovuto girare un po' per trovare un'insenatura ideale.” rispose Franky sollevando gli occhiali da sole. Era buio, ma Chopper riuscì lo stesso ad intravedere i profili rocciosi dell'isola.
“Allora, che cosa avete combinato là dentro?” domandò di nuovo il cuoco.
“Ah... beh, la ragazza era ridotta davvero male, alcune ferite erano più serie di quanto avessimo immaginato in un primo momento... però adesso sta meglio, dovrebbe passare la notte senza problemi.”
“Si è svegliata?” chiese Rufy.
“No... è rimasta incosciente per tutto il tempo... Ma Law non vi ha detto niente?”
“No... il bastardo se n'è andato con l'orso senza guardare nessuno...” grugnì il cuoco.
“Abbiamo temuto il peggio, fratello!” disse asciugandosi le lacrime Franky.
“Quando la ragazza si sveglia, chiamaci.” Nami era comparsa da chissà dove e si era chinata per essere alla stessa altezza di Chopper. “Sicuramente avrà bisogno di lavarsi e di mettersi vestiti puliti. Ci penseremo io e Robin.” guardò la sorellona che sorrideva.
“Naturalmente le preparerò un pranzetto leggero ma nutriente!” disse Sanji mentre l'occhio visibile diventava un cuore.
“E poi si unirà alla nostra ciurma e solcheremo insieme i mari del Nuovo Mondo!” esclamò Rufy alzando le braccia in aria.
“Non le hai ancora parlato e sai già che verrà con noi?” chiese a vuoto Zoro al suo capitano.
“Ehi Chopper! Vai pure a riposarti! Adesso ci pensiamo noi!” lo rassicurò Usopp.
La renna annuì contenta. La sua era una famiglia davvero straordinaria.
Si misero d'accordo: Chopper sarebbe andato a dormire qualche oretta; mentre i suoi compagni, a turno, sarebbero stati in infermeria a controllare lo stato di salute della ragazza; al minimo cambiamento sarebbero subito andati a svegliarlo.
“Allora conto su di voi, ragazzi!” esclamò mentre si avviava in camera.
Nami aveva cominciato a dare disposizioni:
“Ci daremo turni di due ore. Brook, tu sei il primo...”
“Con molto piacere, yohohohoh!”
“Inoltre bisogna organizzare un piccolo gruppo che torni a Priah col sottomarino per fare rifornimenti...”
“Vado io, vado io, vado io!”
“No, Rufy, potrebbero riconoscerti. Andranno...”
Queste furono le ultime parole che riuscì ad udire Chopper prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo.
Gli parve di essersi addormentato solo da pochi minuti quando un tocco gentile ma deciso lo svegliò.
“Che... che sciuscede...?” biascicò nel sonno.
“Sembra che la nostra ospite si stia per svegliare.” era la voce calda di Robin.
“Ma... ma quanto ho dormito?” chiese aprendo gli occhi.
“È mattina inoltrata, dottore.” rispose tranquilla l'archeologa.
Chopper balzò fuori dal letto – ormai completamente sveglio – e schizzò come una scheggia verso l'infermeria. Vi trovò Robin seduta accanto alla barella. Aveva mandato una copia di se stessa a svegliarlo.
“Vuoi una mano?” domandò dolcemente.
“Uhmm... no, grazie. Penso di riuscire a cavarmela!”
“D'accordo. Se hai bisogno, non esitare a chiedere aiuto.” disse prima di chiudere la porta.
La ragazza mugolava e cominciava a muovere gli arti. Un buon segno. Chopper cominciò a tirare fuori flaconcini e recipienti, quando la giovane mugugnò un po' più forte.
“Finalmente sei sveglia!” le disse la renna voltandosi.
Per poco non gettò a terra la beuta che aveva tra le zampe e a stento soffocò un grido.
La ragazza aveva aperto gli occhi.
Quelli non erano occhi normali.
Incastonate tra le iridi verde smeraldo, vi erano pupille sottili come quelle di un gatto.

 

 

 

 

* * * * *

 

 

 

 

NdA: un altro lungo, difficile parto. Spero che questo capitolo sia venuto perlomeno decentemente. Ho quasi finito di scrivere (a mano) anche il prossimo, se non mi sciolgo dal caldo prima, forse riesco a pubblicarlo in tempi umanamente utili.
Tanta fatica anche per trovare un testo adatto. Questa volta la scelta è andata su una canzone di nove anni fa... Oh mio Dio, è già passato così tanto tempo?!? Mi sembra ieri che la trasmettevano in radio! Lo so, ragiono da persona anziana.
Siccome non so più che dire, concludo qui. Invito come sempre a commentare e criticare (ripeto: la stesura di questo capitolo non mi soddisfa appieno), a farmi notare se ho rispettato il carattere dei personaggi e, soprattutto, ringrazio chi commenta e chi segue questa storia. State aumentando! Mi fa davvero molto piacere!
Cya!!

  
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