Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Up_    20/08/2012    3 recensioni
"Dio, odio Hibari!"
"E perchè mai? E' sicuramente più figo del Tonno"
"Zitta. Mi sta proprio sulle palle!"
"Dimmi venti motivi per cui lo odi"
Guardo mia sorella scettica, alzando un sopracciglio.
"Davvero vuoi che faccia questa cosa idiota?"
Lei sorride, tranquilla.
"Se riuscirai a scriverli tutti, ti darò ragione...in caso contrario, ammetterai che Hibari è più hot di qualsiasi altro personaggio"
"Sei seria?"
"Come mai"
"Va bene...farò come dici tu. Ma solo per questa volta"
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kyoya Hibari, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Riscritto il 3.09.2012*










                       
  
 









La mattina successiva il mio umore non era dei migliori.
L'aura che mi portavo dietro e le occhiaie viola ne erano la prova.
«Ehm…buongiorno?»
Mi voltai lentamente, notando l'espressione perplessa di Yamamoto.
«Non. È. Giornata», rispondo scandendo ogni parola.
Afferro un biscotto dal tavolo, poi esco di casa.
Ogni volta che cerco di pensare a qualcosa, mi viene in mente Hibari.
Hibari qui, Hibari lì, Hibari su, Hibari giù…
«Sparisci!», grido come una deficiente, scompigliandomi da sola i capelli.
«Chi è che deve sparire?»
Alzo lo sguardo, incontrando due occhi familiari.
«Ciao Tonno», lo saluto abbozzando un sorriso. Lui mi squadra preoccupato.
«È successo qualcosa? …con Hibari?»
Spalanco gli occhi.
Ah, giusto.
Iper Intuizione.
Grazie Primo, proprio al momento giusto.
«No, nessun problema con quel…carnivoro»
Lui sorride tranquillo, per poi dondolarsi sul posto.
Inarco un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.
«Come mai sei così contento?»
Tonno inizia a giocherellare con la zip della giacca, fischiettando.
«Esco…con Kyoko»
Trattengo un urlo di gioia, prima di correre ad abbracciarlo.
«Sono felice per te! Finalmente!»
«F-finalmente?»
«Saranno tredici anni che le stai dietro e lei solo adesso si decide ad uscire con il Decimo dei Vongola!»
«Non sono un mafioso!», ribatte lui, sorridendo.
Rimaniamo così, abbracciati, per qualche istante.
«Ritorno al ristorante di Tsuyoshi…in bocca al lupo per il tuo appuntamento!»
«Non è un appuntamento!»
«Chiamalo come ti pare…dopo voglio tutti i dettagli!»
Lo saluto con un veloce gesto della mano, ripercorrendo poi la strada a ritroso.
Finalmente tutte le pairing yaoi sul Tonno faranno un "puff" definitivo.
Beccatevi questa yaoisti! Il Tonno non è uke!
Quel pomeriggio Tsuyoshi era andato a pescare con degli amici, ed io Yamamoto saremmo andati da Tonno per studiare.
Si, certo.
Studiare.
Tonno ci accoglie in casa con largo sorriso, e ció mi fa capire che il suo appuntamento con Kyoko è andato benone.
«Arianna? Possiamo parlare un attimo?», mi domanda un istante dopo, e tutto il filmino mentale che mi sono fatta va in fumo.
«Certamente»
Lo seguo fino in cucina, dove STRANAMENTE Nana non c'è.
«È successo qualcosa?»
Lui rimane per un po' in silenzio, poi fa un lungo sospiro.
«Ti racconteró per filo e per segno com'è andato l'appuntamento. Poi trarrai le tue conclusioni, okay?», dice lui serio.
Annuisco, prendendo posto di fronte a lui, in silenzio.
«Siamo andati al parco, e filava tutto liscio, finchè non è arrivata Haru»
Mi schiaffo una mano in faccia: Dio, perchè non ho pensato a legarla con una catena e a gettarla in mare?
«Ma non è questo il punto», si affretta a chiarire Tonno, per poi abbozzare un sorriso forse a causa della mia espressione tra lo scioccato e lo scettico.
«E allora qual è il motivo?»
«Sia io che lei eravamo molto nervosi e poi—»
«Vi siete nascosti dietro una siepe e l'avete fatto…Tonno, almeno hai usato le protezioni?», commento scuotendo la testa.
Lui diventa tutto rosso, spalancando gli occhi.
«N-NON FAREI MAI COSE DEL GENERE A KYOKO!»
«Calmati, stavo solo scherzando!»
Si risiede, di nuovo calmo, proseguendo il suo racconto.
«E poi lei è tipo inciampata, non lo so e…insomma eravamo vicini, TROPPO vicini…e…praticamente—», farfuglia qualcos'altro che non capisco, atrossendo vistosamente.
«Vi siete baciati si o no?»
Lui mi fissa, poi abbassa lo sguardo.
«N-no…»
«Avevi paura di un rifiuto, Tonno?»
«Non è quello, è che io…non so…come…come si fa», risponde lui iniziando a gesticolare con le mani, scompigliandosi poi i capelli.
Lo fisso per un attimo, prima di scoppiare a ridere.
«Arianna! È una cosa seria!», grida lui guardandomi dritta negli occhi. 
Mi ricompongo, con grande fatica, e rivolgo un sorriso al Tonno.
«Piccolo pesce, non si impara a "baciare" come non si puó insegnare ad "amare". Deve essere qualcosa che viene dal cuore. Se ami veramente Kyoko, baciarla sarà una delle tante piccolezze che affronterete assieme»
Lui giocherella con le maniche della giacca, guardando l'anello che ha al dito.
«Senti, Arianna…», inizia lui, leggermente rosso sulle guance.
«Dimmi tutto»
Esita un attimo, sbattendo le palpebre un paio di volte, smettendo di torturare le maniche della giacca.
«Potresti, ecco…»
«Cosa? Far capire a quella deficiente che sta per baciare un figo come te?»
Scuote la testa, mordendosi il labbro inferiore.
«Potresti insegnarmi a...insomma...dirmi come fare?»
Nella stanza cala il silenzio.
Cervello, elebora molto attentamente cosa ti ha detto il Tonno.
"Ha chiesto se gli insegni cosa vuol dire baciare"
Davvero?
"Davvero"
Spalanco la bocca, per poi richiuderla per non sembrare ebete.
«Ehm…va bene»
Per un'ora buona rimango seduta davanti a Tonno per spiegarli con frasi semplici cosa fare in situazioni tendenti ad un bacio.
Alla fine, sembra che abbia capito.
Altro che lingue, dovevo laurearmi in psicologia!
Chissà se anche Hibari ha bisogno di qualche strizzacervelli che gli tolga dalla testa le uniche parole che sono scritte nel suo dizionario...
"Ricordati che lo odi"
Giusto, Cervello, hai ragione.
Io lo odio.
E devo completare la mia missione!
La mattina seguente, Tsuyoshi mi manda a prendere Yamamoto a scuola.
Forse non ha ancora capito che io ci vado comunque.
Bah.
Mi appoggio al muro vicino al cancello, quando un gruppo di ragazzine mi si avvicina; hanno gli occhi che brillano, il che non è un buon segno.
«Sei tu Arianna?», domanda una.
«Si, perchè?»
Ho paura a chiederlo, ma potrei sembrare maleducata se non rispondessi.
«KYA! DAME-TSUNA HA UNA PSICOLOGA PRIVATA BELLISSIMA!», esclamo in coro, correndo poi fuori.
Eh?
Psicologa Privata? Dame-Tsuna?
Ma di che stanno parlando?!
Vedo il Tonno inseguito da un gruppo di energumeni dell'ultimo anno, seguiti a loro volta da Yamamoto che ride e Gokudera che agita le sue dinamiti.
Qualcuno mi tocca la spalla, e voltandomi incontro il volto sorridente (sta per succedere qualcosa di terribile) di Reborn.
«Ciaossu Arianna»
«R-reborn…perchè mi chiamano tutti "la psicologa privata di Dame-Tsuna"?»
Lui sorride, ancora!, facendomi trasalire.
Ho paura, tanta tanta.
«Dopo che ieri sera ve ne siete andati, ho notato che Tsuna era molto sovrappensiero…essendo il suo tutor, mi sono avvicinato per parlargli, e ho notato il suo strano comportamento, accompagnato dal rossore delle sue guance—»
Potrebbe fare la controfigura di Orazio in C.S.I. Miami!
«Allora l'ho costretto a confessare, e mi ha detto tutto»
«Tutto?»
«Tutto»
«Tutto…tutto?»
«Tutto…tutto»
Sospiro, mentre lui continua a sorridere.
Tonno mi si avvicina, con il fiatone, scortato da Yamamoto.
«Arianna! Mi—dispiace…Reborn!», indica il tutor, prima di svenire all'indietro. Yamamoto lo acchiappa al volo, lanciandomi uno sguardo del tipo "tranquilla-so-già-tutto".
«Perchè tutto questo chiasso, erbivori?»
Bene, ci mancava Hibachin.
«Hibari», dico rivolgendogli il sorriso più falso che fosse riuscito.
«Erbivora», risponde lui a tono.
Rimaniamo a fissarci, ma quando mi torna in mente la scenetta del ristorante distolgo immediatamente lo sguardo, voltandomi.
«Me ne torno a casa», dico iniziando a percorrere la strada al contrario.
«Se fossi in te, mi fermerei», mi sussurra Reborn, appostatosi sulla mia spalla.
Faccio per ribattere, ma qualcosa mi blocca, facendomi sussultare.
Provo a muovere i polsi.
Ma sono legati con un paio di manette.
«Nessuno ti ha dato il permesso di andartene, erbivora»
Mi volto, ritrovandomelo a nientemeno che un metro di distanza.
«Sono fuori dalla scuola. Non puoi trattenermi», ribatto sicura.
In quel momento, giurerei di averlo visto spalancare la bocca per la sorpresa, ma forse era solo un'illusione di Mukuro.
Le manette si slacciano, permettendomi di sfilarle senza difficoltà.
Le ridó ad Hibari, sorridente.
«Sei interessante, erbivora», commenta lui sarcastico.
Sembra troppo sicuro di se.
Forse lo è davvero.
Gli lancio un'occhiata maliziosa.
«Mi piacerebbe parlare con te, Hibari»
Lui accenna ad un ghigno, avviandosi poi verso l'entrata della scuola.
«Direi lo stesso. Quando e dove vuoi»
«Domani, qui a scuola. Verró con loro», rispondo indicando i ragazzi.
Lui annuisce, sparendo poi dietro alla porta.
«Sono "interessante", eh? Vediamo se lo dirà ancora, dopo la chiaccherata di domani» 


 
      7. ODIO la tua sicurezza

  
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