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Autore: Mistress Lay    04/03/2007    20 recensioni
LA FIC TORNA! XD *** Cosa si prova a veder crollare i ricordi di tutta una vita? Cosa si prova a sapere che dietro quegli occhi raggianti c'era un segreto? Cosa si prova a scoprire da uno sconosciuto che aveva un fratellastro? Cosa si prova a scoprire che sua madre aveva avuto un figlio da un altro uomo? *"Vuoi sapere un segreto su tua madre?"*
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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OTHML

Capitolo Quattordicesimo – E adesso… che fai?

 

 

Charlotte

 

 

Erano veramente fregati, ormai lo sapevano entrambi.

Lo stupido bacio che si erano scambiati era nato con il pretesto di dimostrare l'uno all'altro che quello che era accaduto negli spogliatoi qualche giorno prima era solo un incidente, uno stupido incidente che aveva risvegli incesatuasdfh veramente disgustosi.

Si accorsero entrambi che il loro bacio era ben altro che questo, non era un fugace curioso contatto come il loro primo approccio nell'aula di chimica, non era quell'attrazione che li accomunava mentre era nello spogliatoio a Tree Hill, e ora, di nuovo erano in uno spogliatoio, questa volta a Charlotte, e questo bacio era diverso da tutti gli altri.

Non perchè fosse diverso il sentimento che li spingeva, c'era la consapevolezza di quello che facevano: non era istinto, era più che attrazione. Forse nel gesto di Harry c'era rabbia, orgoglio ferito, ma dopo... quando Nathan socchiuse le sue labbra, quando ricambiò il bacio la stupida bugia del 'bacio rabbioso' sfumò.

 

Che cosa li spingeva davvero uno verso l'altro? Che cosa?

Era davvero attrazione?

 

Perchè proprio tra di loro?

 

Due fratelli! Era impossibile!

 

Quando si staccarono - e solo per mancanza di ossigeno, non per altro - si ritrovarono rossi in viso e accaldati, allacciati stretti per quanto glielo consentiva la solita macchina fotografica di Harry.

- Non doveva essere una prova che baciare il proprio fratello era solo una cosa ripugnante? - domandò con il fiato corto Harry. Cercò di staccarsi da Nathan, sentendo le labbra pulsare - Forse dovremmo tornare dagli altri... -

Nathan ghignò, estremamente soddisfatto come un gatto che si lecca i baffi: - Scappi proprio adesso? -

- Sì, proprio adesso - confermò irritato Harry - Credo che ormai non sia più una questione di dimostrare qualcosa. Noi dovremmo... -

Nathan non gli fece finire la frase, gli passò un braccio attorno al collo per attirarlo a sè e ancora lo baciò profondamente. Che importanza aveva il perchè si sentivano così attratti l'uno dall'altro? Al diavolo i perchè e i forse. Ora l'importante in quel momento per Nathan era stringere a sè il suo fratellastro e continuare a baciarlo.

Chissà che avrebbe detto suo padre se avesse saputo che si baciava il fratellastro, il figlio di Lily Evans...

Sarebbe stato bell'atto di ribellione.

Forse per una volta suo padre lo avrebbe guardato e avrebbe visto oltre sè stesso, oltre il figlio così simile a sè e per niente uguale alla donna che aveva amato. Quella stessa donna che aveva sposato un inglese e da lui aveva avuto Harry, il fratello che stava tenendo tra le braccia, che stava baciando così appassionatamente, il cui contatto lo mandava sempre su di giri.

Se suo padre vedesse...

E se invece avesse conosciuto Harry... avrebbe disconosciuto senza tanti problemi il suo vero figlio?

Cercò di trovare in fondo al suo cuore l'odio che provava per il suo 'caro e dolce fratellino inglese' ma era un odio così nascosto che non riuscì a trovarlo, tanto più che con Harry che lo baciava era difficile concentrarsi su qualcosa che non fosse Harry stesso.

Una situazione che avrebbe dovuto finire da un pezzo e che invece era mutata, cresciuta come una malattia trascurata, batteri di tutta un'infezione che stava cominciando ad attaccare l'organo più importante, il cuore.

E se avesse intaccato anche quello... il problema sarebbe stato un immenso, problematico buco nero. Come una calamita di disgrazie.

E così nonostante tutto, nonostante avessero blandito le loro coscienze, nonostante si fossero ripetuti più e più volte che la persona che stavano baciando era un maschio e in più avevano stretti legami di sangue...

Nathan si appoggiò completamente alla porta, tenendo stretto Harry mentre divorava le sue labbra. Fece scivolare una mano al di sotto della maglietta di Harry toccando la sua morbida pelle della schiena. Harry sussultò per la sorpresa, s’imbarazzò ma quelle carezze di Nathan, le sue dita che gli sfioravano dolcemente la schiena lo fece sentire estremamente bene.

Un po’ come ricevere le carezze di Ginny stesi sul peloso divano della Tana dopo aver pomiciato allegramente per tutto il pomeriggio. Solo, era diverso questa volta, c’era qualcosa di diverso.

- Nathan… -

- Shhh – lo zittì sulle sue labbra Nathan.

Per un istante la voce del fratellastro parve identica a quella di Malfoy, quel diavolo biondo che stava ossessionando i suoi ultimi giorni.

Ma c’era, nella voce vellutata di Nathan, più miele, un sussurro silenziante una quieta rassicurazione e Harry si staccò dal bacio per un istante, confuso da quello che provava e per quello che non avrebbe dovuto provare.

- Sembra che ti piaccia… - sussurrò roco Nathan e le sue labbra scesero dalla bocca di Harry all’incavo del suo collo, baciando una traccia di pelle nuda, Harry si lasciò sfuggire un gemito involontario e con le mani si aggrappò di più alla felpa bianca e blu dei Ravens del loro capitano.

Nathan sorrise contro la pelle e fece per tornare a baciarlo quando un rumore fece intuire ad entrambi che qualcuno stava abbassando la maniglia della porta, quel qualcuno, trovandola bloccata, bussò con caparbia insistenza, chiamando: - Harry? Harry, sei qui? – la voce di Lukas.

Harry si staccò immediatamente da Nathan, risistemandosi alla bene meglio, rosso in viso per l’imbarazzo. E se Lukas fosse entrato? Se li avesse visti? Che cos’avrebbe pensato? Che cosa?

 

- Non rispondere – gli disse Nathan continuando a baciargli la pelle del collo. Lo aveva sentito irrigidirsi e il pensiero di lasciare a metà tutto per colpa di Lukas era una prospettiva che l’avrebbe mandato in bestia.

- Sei impazzito o cosa? – ribattè Harry tentando una difesa disperata a non mugolare di piacere mentre le mani di Nathan gli accarezzavano tutta la lunghezza della schiena con carezze dolci ed eccitanti. Cercò di combattere il desiderio di infilare anche lui le mani sotto la maglia di Nathan e accarezzargli il petto – Dai… lasciami – una replica che suonava alle sue stesse orecchie fiacca.

- Se ne andrà – risolse Nathan e le sue labbra tornarono alle labbra di Harry, a mordicchiarle, a lambirle con la propria lingua. Le mani presero a scendere per tutta la schiena fino alla cintura dei pantaloni di Harry. Sentì uno strano calore prenderlo nel basso ventre e fu certo, nel sentire il sospiro spezzato di Harry, che il fratello stesso stava cominciando a sentire qualcosa.

- Spostati Nathan -

- Harry… -

 

Che avrebbe pensato Lukas se fosse veramente entrato?

 

Che schifo. Ecco che cos’avrebbe pensato, pensò Harry sentendosi non soltanto imbarazzato ma anche ‘sporco’. Lui era un ragazzo, non DOVEVA assolutamente provare il desiderio bruciante di baciare un altro ragazzo! Accidenti, lui e Nathan erano dello stesso sesso! Erano due ragazzi entrambi.

 

Mi fai schifo. Avrebbe aggiunto, continuò a pensare Harry. Perché anche se un particolare degno di nota il fatto che entrambi fossero due ragazzi, cosa non meno importante era che erano FRATELLI. Si stava parlando di incesto, accidenti!

 

- Harry? Sei lì? -

 

Nathan sbuffò impaziente di tirare un pugno sulla faccia di quell’idiota di Lukas. Che diavolo voleva ancora? Perché doveva PROPRIO disturbarli? Perché doveva rovinare SEMPRE tutto?

Lanciando un’occhiata a Harry Nathan capì che anche se Lukas se ne fosse andato la sostanza non sarebbe cambiata: ormai non sarebbe potuti tornare tranquillamente alla loro edificante ed eccitante attività di poco prima.

 

Maledizione.

 

- Sono qui – disse Harry con voce vagamente tremula.

Nathan provò il desiderio, questa volta, di prendere a pugni il suo fratellino: perché aveva risposto? Perché doveva sempre darla vinta a Lukas?

- Harry… non riesco ad entrare – ribattè Lukas tentando nuovamente di aprire la porta ruotando la maniglia. Harry e Nathan si scambiarono un’occhiata per qualche secondo e infine quest’ultimo fu costretto a staccarsi dalla porta, permettendo finalmente l’entrata di Lukas.

Il ragazzo entrò e fissò sorpreso i due: - Che… che cosa stavate facendo? – il rossore sul viso di Harry era diventato bruciante e la maglia di Nathan era completamente stropicciata, senza contare l’occhiata di puro odio che lo stesso Nathan gli aveva lanciato. Lukas ebbe l’impressione di aver interrotto qualcosa di molto… piccante.

- I fatti nostri – sbottò Nathan di pessimo umore.

- Niente! – si affrettò a correggere Harry, cercò di sorridere innocente e spensierato – Mi cercavi? -

Lukas li guardò ancora, alternativamente: - Va tutto bene? –

- Certo! – Harry lo prese per un braccio e lo trascinò quasi di peso fuori dallo spogliatoio – Va tutto bene! – ribadì – Vado a fare i bagagli allora! – non si voltò nemmeno verso Nathan e quello fu un grande errore perché non vide la sua espressione furiosa e nemmeno quando si lanciò contro il cugino.

- NATHAN! – gridò Harry ma Lukas ricambiò il pugno di Nathan con tutta la forza che aveva, a discapito del rossore che si era propagato sul suo zigomo destro.

In un attimo i due erano a terra, in un groviglio umano di pugni, calci e botte, sordi ai richiami di Harry che cercava di separarli e di riportarli sulla via della ragione. Mouth, forse preoccupato per l’assenza prolungata di Harry, stava percorrendo il corridoio per lo spogliatoio quando Harry stesso gli venne incontro, tutto scarmigliato, dicendogli concitatamente che Nathan e Lukas se le stavano dando di santa ragione in mezzo al corridoio.

Solo l’intervento di Jake e altre della squadra bloccarono i due giocatori dal continuare a azzuffarsi. Il coach Whitney pose fine definitivamente ai loro dibattimenti e ai loro spiriti bellicosi minacciando di espellerli dalla squadra: - SE NON RIUSCITE A CONTROLLARVI POTETE TRANQUILLAMENTE ANDARVENE DALLA MIA SQUADRA! – tuonò.

 

Harry si passò una mano sul viso… di male in peggio.

 

Fuori era tramontato il sole e mentre Harry guardava il suo riflesso scarmigliato sul vetro della finestra rimpianse amaramente di aver conosciuto Whilher. Non per un motivo in particolare ma per tutto quello che ne era conseguito, compreso Nathan e i loro ‘siparietti’, se così si poteva eufemisticamente parlare delle loro continue pomiciate.

 

Che diavolo c’era di peggio?

 

Harry si passò una mano sulla nuca, per massaggiarsi il collo e lì capì. Capì cosa poteva esserci di peggio in quella maledetta giornata.

Non bastava solo essersi baciato con il fratello, essere stato quasi scoperto da Lukas, non era nemmeno bastato che i due cugini si fossero presi a botte senza alcuna ragione apparente e nemmeno che se Lukas non fosse arrivato proprio in quel momento avrebbe fatto ben altro che baciarsi appassionatamente.

 

No, non ci bastava solo quello.

No.

 

Doveva avere anche il maledetto segno delle labbra di Nathan sul collo.

Un succhiotto.

 

Di male in peggio, Harry, di male in peggio…

 

 

 

Hogwarts

 

Draco non aveva aspettato che finisse la lezione di erbologia per leggere la lettera che quella stupida della Mezzosangue aveva cercato di nascondere nella sua cartella. Una lettera di Potter, Draco non si sarebbe mai lasciato sfuggire un'occasione del genere: un'occasione così non sarebbe mai dovuta essere sprecata e sopratutto aveva una vocina nella sua testa che gridava 'Vendetta Vendetta Vendetta'.

E non era solo perchè, a quanto pareva, il suo siparietto con la Weasley fosse passato non solo in secondo piano ma anche non aveva sortito alcun effetto.

 

Potter innamorato.

 

Questa non doveva assolutamente essere possibile. Draco poteva controllare tutto ma quello? Come avrebbe potuto?

Era totalmente una cosa così irrazionale, così fuori controllo...

 

La Sprite certamente non ebbe nulla in contrario quando Draco Malfoy afferrò la sua roba e se uscì dalla serra con aria infuriata. Se ci fosse stata una porta abbastanza pesante, Draco l'avrebbe sbattuta alle sue spalle con violenza, ma purtroppo questa volta non era possibile.

Non gli interessava minimamente delle chiacchiere che avrebbe suscitato, Tiger e Goyle avrebbero difeso egregiamente il suo 'onore' e certamente nessuno degli Slytherin avrebbe permesso che Draco fosse denigrato. Al di là del fatto che la Sprite lo avesse punito con la sottrazione di venti punti per la sua casa.

Comunque le conseguenze in quel momento erano un fattore secondario.

Già perchè adesso Draco si sentiva così arrabbiato che se fosse rimasto dentro la serra per erbologia avrebbe cominciato a lanciare incantesimi a tutti e magari anche il suo delizioso pugnale per tagliare radici sarebbe finito con il vivisezionare qualcuno. Non importava chi fosse dal momento che Harry Potter e la sua 'fiamma' non erano presenti al momento.

Raggiunse la sua stanza e nessuno ebbe il coraggio di fermarlo o altro, una solo occhiata poteva tranquillamente pietrificare altri senza tanti problemi. Gettò i suoi libri da una parte senza preoccuparsi troppo di dove cadessero e si sedette sul letto, spiegando la lettera di fronte a sè.

Chiuse gli occhi per cercare di calmarsi almeno un briciolo prima di intraprendere la lettura della stramaledetta lettera.

La curiosità non lo trattenne molto e così s'immerse nella lettura, perse un secondo ad ammirare la calligrafia di Harry: che strano, non avrebbe mai pensato di leggere una sua lettera e, ok che non era indirizzata a lui ma...

 

 

'Sai una cosa 'Mione? Credo che tu abbia ragione. Su tutti i fronti.

Ti avevo parlato di lui, vero?

Ecco... credo di essermene innamorato. Bè sì, lo so che è un po' strano ma è così.

E' stato molto carino con me, davvero, e poi bè... bacia da dio. Sul serio.'

 

 

Draco cercò di prendere fiato per non gridare di rabbia e riprese a leggere ma il resto della lettera non era niente di rilevante, qualche domanda e basta. Appallottolò la lettere nervosamente, lanciandola più lontana possibile e poi ricadde sul letto, sentendo la rabbia prendere la sua mente.

E così Potter si era innamorato, eh? Si era baciato con un ragazzo molto carino, eh?

 

Come, come, come si permetteva?

Draco scagliò un pugno contro il materasso ma questo non lo calmò per niente.

 

 

 

‘Ecco… credo di essermene innamorato. Bè, sì, lo so che è un po’ strano ma è così’

 

 

 

 

Quando Blaise entrò con circospezione nella stanza di Draco pensò seriamente che il suo migliore amico fosse diventato completamente pazzo per nessun ragione in particolare.

Non era da persone normali distruggere la propria stanza, non era per niente normale fare a pezzi i suoi cuscini e riempire il pavimento di stramaledette piume, non era nemmeno normale aver fatto cadere tutti i libri, i calamai e i candelabri a più braccia per terra. No, era successo qualcosa e Blaise ebbe la splendida idea di sgattaiolare nella sua stanza per non stare a sentire che cosa era successo al suo migliore amico.

Cercò di fare più piano possibile nell'uscire per non essere notato ma purtroppo, prima che potesse riuscire a chiudersi la porta alle spalle la voce di Draco lo bloccò: - BLAISE! -

Blaise sobbalzò come se fosse stato colpito da un fulmine in piena schiena, sospirò e rientrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Draco era seduto sul letto, di spalle, si alzò e raggiunse il migliore amico.

Non ci voleva un genio per capire che Draco era furioso nero e che stava trattenendo per il rotto della cuffia la sua rabbia - dopo comunque averla sfogata contro qualsiasi oggetto con cui le sue mani fossero venute a contatto - dal momento che non riusciva a trovare altro da distruggere a meno che non prendesse di mira Blaise. E Blaise aveva persino paura che Draco lo facesse.

- Draco... tutto bene? - Bè, almeno non aveva più il coltello di erbologia tra le mani... certo che però il coltello significava una morte più rapida.

- Che cosa si dice in giro per scuola? - domandò con voce strascicata Draco.

- Ehmmm... ti riferisci al fatto che... la Weasley ti pedina dappertutto? - tentò Blaise ma data l'espressione di Draco evidentemente non era la risposta esatta - Sii più preciso... -

- Cosa. Si. Dice. In. Giro. Per. Scuola. BLAISE? -

Blaise deglutì e pensò intensamente a che cosa diavolo di riferisse Draco, poi capì. Certo, qual era l'unica ossessione di Draco? Potter.

- Potter sta con un americano -

E questa volta fu la risposta esatta, Blaise lo capì dalla vena pulsante di Draco lungo la tempia.

- E quindi Blaise... che cosa pensi che io abbia bisogno? -

- Di... una ragazza? -

- Blaise... -

- Oh... hai bisogno di... di... che cosa? -

Draco ghignò malignamente: - Dell'indirizzo di Potter -

- No. Credo che tu abbia bisogno di una visitina dalla Chips, Draco – cercò di farlo ragionare Blaise ma dallo sguardo del suo migliore amico, era evidente che Draco non ne aveva la minima intenzione e, non solo, aveva in mente qualcosa che comprendeva tre cose di indubbia importanza:

Punto Primo: chi avrebbe dovuto trovare l’indirizzo non sarebbe stato Draco stesso ma lui, Blaise Zabini.

Punto secondo: sarebbe stato lui a fare una figura di merda. Perché era ovvio che era l’unico modo per ottenere quello stramaledetto indirizzo.

Punto terzo: forse era meglio arretrare… sì… e scappare finchè si era in tempo…

 

 

 

 

Tree Hill

 

 

Il viaggio di ritorno era stato decisamente un mortorio ma dopo il litigio dei due cugini Whilher nessuno voleva divertirsi più di tanto. E di certo nemmeno loro due si erano divertiti, considerando che avevano passato tutto il viaggio vicino, e l'allenatore dietro di loro ad osservarli con occhio truce.

Nathan, dal lato del finestrino, fissava apparentemente le ombre della sera lungo il cammino ma in realtà aveva gli occhi puntati sullo specchietto del conducente che, guarda caso, rimandava il mezzo riflesso di Harry, Lukas, dal lato del corridoio, si girava qualche volta per osservare con fare apparentemente innocente Harry.

Quando Harry si accorse del mezzo saluto che gli rivolse Lukas, gli fece un cenno di tenere duro mentre tornava a conversare con Peyton.

Nathan notò lo strano movimento di Harry e capì meglio quando si accorse che alla sua destra Lukas tornava ad appoggiarsi con la schiena contro il sedile. Lo fissò con astio crescente: - Cosa ti rende così felice, Lukas? - domandò per provocarlo, accennando al suo sorrisino.

Lukas si mosse nervoso: - Certamente non la tua presenza -

- Forse quella di Potter, il mio adorabile fratellino -

- Non lo conosci abbastanza per chiamarlo 'adorabile'? -

- Che stai insinuando, Lukas? -

- Niente, dovrei forse insinuare qualcosa? -

- Non mi piace il tuo atteggiamento -

- Non ti è mai piaciuto niente di me, Nathan, non mi stupisce - prima che Nathan potesse aggiungere altro Lukas continuò - Scommetto che non ti piace nemmeno che Harry e io siamo amici. Forse, se non avessi quel caratteraccio, lo saresti anche tu -

- Tieni Potter fuori da questa conversazione -

- Perchè? -

Nathan tornò a fissare fuori e controllare che cosa stesse facendo Harry. Non rispose alla provocazione del cugino. Però a quanto pareva, Lukas non aveva intenzione di lasciar perdere l’argomento.

- Perché non possiamo andare d’accordo, Nathan? -

 

Perché?

 

Dopotutto erano cugini, legati dal sangue che li accomunava. Perché invece Nathan doveva odiarlo così tanto? Nel corso degli anni l’odio che c’era stato tra i loro padri, tra Keith Scott e Dan Whilher, si era trasmesso ai figli come un veleno e di certo loro, Lukas e Nathan, non stavano facendo nulla per terminare quella faida famigliare.

Fortunatamente il resto del viaggio i due rimasero in religioso e astioso silenzio, arrivati alla scuola scesero a prendere i loro borsoni prima di dividersi, Nathan diretto alla macchina che Archibald Whilher aveva messo a disposizione per tornare a casa ai due ‘nipoti’ e Lukas a salutare Harry.

- Ti fa ancora male? – domandò Harry indicando lo zigomo di Lukas nel quale spiccava un ematoma ben evidente.

Lukas ci passò un dito, gemendo leggermente: - Oh… non ti preoccupare. Per me e Nathan è solo ordinaria amministrazione – poi gli strizzò l’occhio – Non conosci qualche magia curativa? –

Harry sorrise di scusa: - Mi dispiace ma non posso fare magie al di fuori dalla mia scuola. non voglio rischiare di essere espulso dalla scuola alla quale dovrei tornare, sai… -

- Peccato, pensavo che avere per cugino un mago mi avrebbe portato qualche vantaggio… - si lamentò Lukas per scherzare.

Harry portò due dita a toccare l’ematoma di Lukas: - Ti fa davvero così male? – chiese ancora, sentendosi in colpa.

Lukas sorrise: - Che dici, anche le tue dita sono curative? – domandò, reclinando il capo in modo che il tocco di Harry potesse risultare come una carezza – Perché in questo modo Nathan picchia forte anche in altre parti… -

Harry scoppiò a ridere. Non c’era niente da dire, Lukas lo metteva sempre di buon umore… come faceva Nathan a non andarci d’accordo? Lukas era fantastico.

- POTTER! – lo chiamò una voce. Ecco… appunto.

- Devo andare, altrimenti mi lascia a piedi. A presto, Lukas -

- A presto, Harry -

 

Lukas seguì con lo sguardo Harry che entrava nella limousine con Nathan e continuò a osservare la nera macchina che si allontanava nell’oscurità. Chissà come mai da quando era arrivato Harry erano cambiate così tante cose…

Decise di non pensarci, si girò e andò incontro ai genitori.

 

- Stavi aspettando di dare il bacio della buonanotte a Lukas? – lo accolse immediatamente, appena entrato in macchina, la voce dura di Nathan. Era comodamente stravaccato, i piedi sopra il basso tavolino di fronte a lui, le braccia lungo il bordo del divanetto. Si sentiva a proprio agio nonostante l’occhio nero e i vari ematomi che dovevano aver costellato il suo petto in seguito alla scazzottata con Lukas.

 

Se Nathan picchiava forte, Lukas non doveva essere da meno.

 

Harry sospirò, lasciandosi cadere sul morbido sedile in pelle: - Lasciami in pace, Nathan –

Si accorse subito che i vetri erano oscurati, come lo stesso vetro divideva l’abitacolo dai due posti davanti e dall’autista, non era una limousine sfarzosa, dopotutto Whilher l’aveva soltanto concessa ai due nipoti per un breve tragitto scuola-casa di dieci minuti, ma era comunque lussuosa con i suoi sedili stile divanetti in pelle nera e il tavolino basso ai loro piedi che doveva ospitare le bevande per le lunghe tratte o per gli eventuali ospiti.

Nathan si avvicinò a Harry, stretto contro il finestrino, e passò un braccio dietro di lui, sempre sul bordo del divanetto.

- Nathan… -

- Io posso avere un bacio della buonanotte? – gli sussurrò, avvicinandosi ancora di più.

- Non mi sembra il caso… - borbottò Harry, cercando di allontanarsi dal fratello stringendosi contro il finestrino. Sapeva perfettamente che ancora qualche secondo e avrebbe ceduto, il pensiero di baciare di nuovo Nathan era inebriante e il calore del suo corpo era esaltante. Sapeva che non avrebbe dovuto fare certi pensieri rivolti al fratello ma almeno poteva essere sincero con sé stesso. – Non dopo quello che hai fatto… -

- Perché? Che ho fatto? -

- Hai picchiato Lukas -

- E lui ha picchiato me – ribattè Nathan di malumore – Perché devi sempre difenderlo? -

- Nathan, hai cominciato tu! -

Nathan sbuffò: - Che diavolo ha Lukas più di me? –

- Intanto è una persona gentile e dolce… - Harry arrossì sotto lo sguardo inceneritore di Nathan – E… non chiedermelo se non vuoi saperlo! Ti comporti come se fossi geloso! -

- Forse dovrei ricordarti a chi appartengono quelle belle labbra… - sussurrò suadente Nathan, avvicinandosi a Harry.

Harry cercò di divincolarsi: - Queste belle labbra sono mie, grazie, non hai nessun diritto di… - la sua protesta si spense bruscamente e quello che Harry mandò fu un prolungato gemito quando Nathan si chinò a baciargli il collo, proprio dove qualche ora prima le sue stesse labbra avevano lambito quel pezzo di morbida pelle tanto da lasciare un succhiotto vistoso.

- Nathan… -

Aveva il fratello praticamente addosso e le sue mani gli stavano slacciando la felpa, sapeva che era sbagliato ma che diavolo… Nathan, continua! Gridava una parte del suo corpo che il cervello non riusciva a gestire bene…

Si lasciò scivolare lungo la portiera mentre Nathan lo faceva sdraiare sotto di sé e gli infilava le mani sotto la maglietta, accarezzandogli la pelle morbida e calda del torace mentre le sue labbra rimasero ben attaccate al suo collo. Nathan non si vergognava affatto della sua eccitazione e del desiderio di avere sotto le mani il corpo arrendevole e caldo del fratello e se solo il viaggio in macchina fosse più lungo molto probabilmente avrebbe assaporato qualcosa di più che una strusciatina contro il fratello.

Quando Harry mugolò ancora, reclamando di cancellare quel suono estremamente eccitante dalla sua bocca, Nathan staccò le sue labbra dal collo del ragazzo per posarle su quelle di Harry, baciandolo profondamente.

In un attimo il residuo di buone intenzioni di Nathan scomparirono improvvisamente, risucchiate dal desiderio che provava per il fratellastro. No, la pelle di Harry aveva un profumo troppo inebriante per essere lasciata senza essere baciata prima, il suo corpo si muoveva troppo sensualmente sotto di lui per non essere accarezzato in ogni centimetro… al diavolo il tragitto… lui voleva suo fratello!

 

È sbagliato non gli passò nemmeno per un istante per la testa, la lingua di Harry gli stava cancellando completamente la ragione, annebbiandogli il giudizio.

 

Come diavolo faceva ad essere così tentatore?

 

Al diavolo tutto!

 

Non era per niente importante se qualcuno li avesse scoperti se l’autista, nell’aprire loro la porta, li avesse scoperti così, non importava niente se non avere Harry lì, in quel momento preciso.

 

Chi se ne frega.

 

Era solo colpa di Harry, delle sue mani fredde sotto la maglia che gli toccavano bramosamente il petto e il suo tocco risultava persino adorabile quando le dita sfioravano i colpi subiti da Lukas, era colpa di Harry che saccheggiava la sua con la sua meravigliosa lingua, era colpa sua… solo sua…

Le mani di Nathan scesero dal torace dell’altro fino ai suoi pantaloni, gli slacciarono febbrilmente la fibbia della cintura senza che altro opponesse resistenza o dicesse altro ma proprio mentre Nathan s’ingegnava per slacciargli i jeans senza guardare che facevano le sue mani, l’auto si fermò.

Si staccarono immediatamente, complice una brusca frenata e cercarono di riassestarsi come potevano i vestiti e i capelli – nel caso di Harry un tentativo completamente inutile – e proprio mentre Harry si riallacciava i pantaloni, l’autista aprì loro la porta.

Harry schizzò fuori raccogliendo il suo borsone, Nathan lo seguì subito dopo, frustrato e irritato.

- Dove pensi di scappare? – gli sussurrò all’orecchio mentre entravano a casa.

- Nathan, credo che dovremmo finire qui – rispose Harry in un sussurro roco ma perfettamente udibile dall’altro. Nathan gli passò un braccio attorno alla vita, attirandolo a sé – Credi che sia una soluzione? Per quanto ne so, incrementerebbe ancora di più quello che proviamo l’uno per l’altro -

Harry lo fissò negli occhi: - E cosa proviamo? –

Nathan ricambiò lo sguardo e si prese qualche secondo per rispondere, ma, come per coronare quella meravigliosa giornata di interruzioni – tre in un giorno, eccezionale record! -, la voce del nonno rimbombò da sopra le scale: - Nathan? – sollevando gli occhi, i due videro l’anziano accanto alle scale, vestito con un’elegante vestaglia scura, a fissarli male. Le rughe di espressione erano particolarmente marcare e gli occhiali da lettura gli fornivano un cipiglio corrucciato. Non sembrava di buon umore, per niente e Harry si scostò istintivamente dalla presa di Nathan, credendo fosse quello il motivo di tanta rabbia repressa.

- Nonno? – rispose a tono Nathan. Prima Lukas, poi l’autista, ora il nonno ci si metteva?

- Dobbiamo parlare, Nathan – disse pacatamente il nonno – Vieni nel mio ufficio – e sparì oltre le scale, andando ad aspettare il nipote.

- Credi che… - cominciò Harry atterrito.

- E’ venuto a sapere del litigio con Lukas… - grugnì Nathan, salendo le scale, seguito da Harry. Il cuore di entrambi prese un battito più regolare, stabilizzandosi. Harry gli augurò buonanotte e quasi corse nella sua stanza prima che il fratellastro gli rispondesse o ci provasse ancora con lui. Si chiuse dentro, gettando scompostamente il borsone in un angolo e buttandosi a peso morto sul letto, a faccia in giù.

Sospirò contro le coperte, sollevò il viso e guardò la finestra. Era illuminato dalla luce notturna del lampione a pochi metri dalla sua finestra, guardando fuori si scorgeva solamente un cielo terso che presagiva che l’indomani sarebbe stato un giorno luminoso. Sospirò ancora.

Chissà che stava succedendo a Hogwarts…

Chissà se Hermione aveva messo in moto il suo speciale piano… chissà che avrebbe detto Malfoy…

 

Malfoy…

 

Che strano… pensare a lui gli faceva venire sempre uno stormo di farfalle in pancia…

O forse era la fame, chissà…

 

Decise di cambiarsi velocemente, sentendosi stanchissimo, e coricarsi. Appena fu sotto le coperte, lanciò un’occhiata alle cifre fosforescenti della radio sveglia: era l’una. Nel guardare l’orario lo sguardo si focalizzò sulla fotografia dei genitori che da cinque anni a quella parte era sempre fissa sul suo comodino, che fosse quello della sua stanza dai Dursley o del dormitorio Gryffindor… focalizzò la sua attenzione sulla foto mobile del padre, sul suo sorriso raggiante.

 

Papà, che avresti pensato di Nathan?

 

O forse lui lo sapeva già…

 

Papà che avresti pensato di me e Nathan?

 

Decise di non pensarci, lanciò un’occhiata di sfuggita alla figura della madre, coperta completamente dalla cravatta di Gryffindor che aveva apposta applicato sopra la fotografia per coprire la foto della donna.

 

Mamma… il tuo segreto… sta rischiando di diventare anche un MIO segreto…

 

Chiuse gli occhi per la stanchezza pensando agli ultimi avvenimenti. Li aprì di scatto quando sentì la porta aprirsi e chiudersi con leggerezza, scattò subito a sedere: - Nathan? – pronunciò il nome dell’altro con un lieve accenno di titubanza. Oddio, non vorrà continuare a…

 

Ma, quando Nathan si avvicinò al letto di Harry e mise il suo viso alla luce, in modo che possa essere illuminato e scrutato dagli occhi di Harry, si notò subito che le sue intenzioni era tutt’altro che fare ‘qualcosa’. Doveva aver litigato fino a quel momento con il nonno, non aveva, evidentemente, nemmeno messo piede nella sua stanza, forse aveva lasciato il borsone nell’ufficio di Whilher, ma non si era nemmeno cambiato.

 

- Che c’è? – domandò con tono più pacato Harry.

Nathan non rispose, si perse qualche istante a fissare la porta di fronte a sé, poi spostò lo sguardo sul fratello.

- Posso dormire qui? – domandò con voce piccola. Che strano tono di voce per una persona così arrogante, così abituata a pretendere più che chiedere…

 

Forse fu quel tono che convinse Harry, forse furono gli occhi di Nathan che lo spinsero ad annuire, forse fu la strana emozione del quale si era riempito il petto mentre lo osservava che lo portò a spostarsi a lato e scostare le coperte.

 

Nathan sorrise leggermente, un breve sorriso, e poi si chinò a togliersi le scarpe e la felpa, Harry gli fece cenno di prendere qualcosa sulla scrivania, dov’era posata una pila di vestiti puliti lasciati da Abby per prendere qualcosa di comodo per la notte.

Harry, confuso dal turbine che sentiva dentro di sé, si coricò di nuovo a letto, girandosi dalla parte della finestra, cercando di perdersi nel riverbero opaco, cercò di non pensare che Nathan si stava spogliando per vestirsi con i suoi indumenti, e quando il fratello s’infilò sotto le coperte accanto a lui, rimase fermo.

Trascorsero qualche secondo così, in silenzio, Harry di spalle e Nathan supino, ad ascoltare l’uno il respiro dell’altro.

Il letto li ospitava comodamente entrambi ma era scontato che i loro corpi si toccassero eppure non c’era nessuna tensione tra di loro.

- Avete litigato? – ruppe il silenzio Harry.

- Sì – rispose laconico l’altro.

- Perché ti sei picchiato con Lukas, vero? -

- Già -

Quel tono rassegnato non era da lui, non era da Nathan e Harry si sentì in dovere di chiedere: - Va tutto bene? –

- Mio nonno ha tirato fuori mio padre – ah, ecco perché era così di cattivo umore. Harry aspettò che Nathan spiegasse qualcosa di più ma il fratellastro rimase in silenzio.

Poi, Nathan gli si fece vicino e gli passò un braccio attorno alla vita, così, innocentemente, forse in cerca di contatto, di calore, di conforto. Harry si mosse a disagio e i suoi piedi urtarono quelli di Nathan, si fermò, irrequieto per poi mandare al diavolo la sua stupidità. Intrecciò le sue gambe con quelle di Nathan, spingendo la schiena contro il petto dell’altro, avvicinandoglisi.

 

E ascoltò il respiro di Nathan sul suo collo divenire regolare quasi subito.

 

 

Continua…

Mistress Lay

 

Notes: ringrazio come sempre Elecam che mi ha dato una manina a non impantanarmi in questo cap! XD Grazie, tesoro! Ehi, voglio sapere che ne pensi…! XD

Ah, da oggi in poi i cap saranno più lunghi e più frequenti, in modo da finire questa fic in tempi brevi…

 

Certo che ormai state adorando Nat… che dite, metto su un fan club? XD

Ah, dal momento che questa fic è nata un po’ così, per aria, se avete qualche preferenza, ditemelo pure, potrei anche esaudire qualche desiderio! XD

 

 

Grazie a Mimi88, Kira (questo è un problema anche per me, sai? XD), Moony*, Duda, haley, millie, Fan-chan (ti prenderà sulla parola! XD), manato, Wichita Kid, ragazza interrotta (grazie, troppo onore! XD), evanescense88, aryVano90’ (se ti fa piacere… XD chissà…), panuela, verity, Michelle Malfoy (anche a te sta cominciando a piacere Nat? Accidenti, qui ci scappa un fan-club! XD), kandra (oh sì, di scazzottate ne vedremo, un assaggio già qui! ^.- Io ODIO Ginny! -.-), NamiTheNavigator, sara, Nal (credo che ci sia la luna piena… no, dai, tornerà prima o poi! XD e poi Tree hill si sta dimostrando più interessante di quanto sembri! XD), zafirya (eh sì… abbassarsi a baciare la piattola… bleah… -.-), Jelly Shy.

 

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ML

  
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