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Autore: _wallflower13    20/08/2012    5 recensioni
Inutile dire che le somiglianze con il primo di Hunger Games sono moltissime, sia a volte per situazioni, dialoghi, ecc.
La protagonista è Eloise, distretto 12 , che si trova a dover partecipare alla quarta edizione della memoria, sono passati 100 anni dai primi giochi.
Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore. O almeno si spera.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gale Hawthorne, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.

Effie ci dice che il viaggio in treno per Capitol City durerà un giorno circa. Louis e io siamo seduti su due divanetti del nostro scompartimento.

-Perché l’hai fatto?- mi lascio sfuggire, riferendomi a Louis

-Tuo fratello, io..io avevo un fratello, aveva 10 anni quando è morto.- dice fissando gli alberi che scorrono dal finestrino

-Io..mi dispiace..scusa.- dico

-Non preoccuparti, è morto di polmonite, nessuno ha potuto far niente per lui. Tuo fratello mi ha ricordato lui, e non volevo che qualcun altro vivesse la perdita di un figlio .Volevo poter fare qualcosa per lui.- dice

-Ma ora la tua famiglia ha perso te.- dico

-Se la caveranno, non ho mai avuto un buon rapporto con loro.- dice, mi limito ad annuire. Ci passa davanti Effie.

-Salve ragazzi! Allora, tu sei Eloise!- dice lei, puntando un dito verso di me

-Si..- dico, il suo sguardo sembra posarsi sulla mia spilla

-Quella..dove..dove l’hai presa?- dice, indicandola

-Me l’ha data mio padre.- dico, riguardandola

-Oh..- si limita a dire lei

-Era di Katniss Everdeen vero?- le chiedo

-Si.- dice lei annuendo

-Ma che fine ha fatto?- le chiedo, decido che voglio saperne di più su di lei.

-Non lo sappiamo mia cara, si dice sia stata giustiziata. In un angolo del mio cuore spero siano solo dicerie e che le sia viva!- dice abbassando lo sguardo

-Se fosse viva sarebbe qui a riparare quello che ha combinato.- dico io alzandomi e andando via. Quella ragazza non meriterebbe di essere viva. Effie mi guarda mentre esco dallo scompartimento in cui eravamo seduti. Sulla porta incontro Peeta, in questo momento vorrei veder morto anche lui, ma poi mi ricordo che in quell’arena lui è l’unico che può aiutarmi a restare viva, attraverso gli sponsor, e devo tenermelo buono, almeno per un po’. Entro nello scompartimento della mia camera e dopo qualche minuto vedo Effie apparire e sedersi sul letto, non mi guarda con aria di rimprovero, mi guarda invece in modo comprensivo.

-Capisco che ce l’hai con lei.- dice

-Se non fosse per lei mio fratello non avrebbe rischiato la vita questa mattina.- dico, cerco di mantenere un tono calmo, perché ho capito che a Effie non piace quando qualcuno alza la voce.

-Lo capisco, capisco la tua rabbia, ma..prova a perdonarla, ha combattuto tanto per liberarci dagli Hunger games..- dice

-Ma non c’è riuscita.- dico

-Vedi quella che porti al petto? È il suo simbolo. Prova a rifletterci, ok?- mi dice sorridendo, Effie è sempre così, un sorriso continuo.  

Resto per un po’ nella mia  camera, finchè Louis non viene a chiamarmi per la cena, apro i cassetti della mia camera e vedo che ci sono un sacco di vestiti, prendo solo una camicia bianca con dei pantaloni neri. Esco e vado al tavolo della cena, Effie, Peeta e Louis sono già seduti, prendo posto anche io, vicino a Louis. Loro stanno già parlando.

-Cosa sapete fare?- dice Peeta

-Beh, io me la cavo bene a costruire rifugi, con la legna insomma, poi..so nuotare, oh so usare l’arco e conosco bene le piante.- dice Louis, come abbia imparato a nuotare nel distretto 12 non mi è chiaro, a meno che..Louis non sia passato oltre la rete qualche volta e sia andato a nuotare al lago, e poi l’arco, oltre ad essere un’arma molto rara, dove la usi nel 12 senza farti arrestare o giustiziare in piazza dai Pacificatori? Devo saperne di più. Assorta nei miei pensieri mi dimentico che Peeta sta anche parlando con me.

-Oh, io so cacciare, ho una buona mira con il coltello, so usare trappole e nodi, e mi arrampico sugli alberi senza tanti problemi.- dico rosicchiando un pezzo di pane. La cena che ci viene servita è meravigliosa, ci sono portate di ogni genere. Dei primi e dei secondi ricchissimi, per non parlare dei dolci. Non so se vogliano riempirci come dei tacchini da infornare poi nell’arena.

-Lo immaginavo che eri brava in queste cose.-dice Peeta

-Perché?- chiedo

-Conosco tuo padre, Gale, sapevo che era bravo con trappole, nodi e roba varia.- dice, mio padre ogni tanto mi ha parlato di lui, ma in casa nostra non è mai entrato, a volte puzzava troppo di alcool perché qualcuno lo invitasse in casa propria.

-E la nostra strategia?- chiede Louis

-Non abbiate fretta, come disse a me Haymitch, restate vivi, o almeno provateci.- dice Peeta. Inizio già a chiedermi quale sia la strategia di Louis , certo il suo gesto di offrirsi tributo è stato molto nobile, ma per un momento mi balena un pensiero in mente, e se fosse tutto organizzato? Insomma, se Louis avesse organizzato da tempo di offrirsi tributo preparandosi per tutti questi anni? Dopotutto i tributi di alcuni distretti lo fanno, si preparano per anni agli Hunger Games e poi alla mietitura si offrono come tributi, sarebbe vietato prepararsi, noi li chiamiamo tributi favoriti, si alleano nell’arena per poi uccidersi a vicenda alla fine.

Cerco di tenere giù tutto quello che ho mangiato e con la testa affollata di pensieri vado a dormire.

Il mattino dopo mi aspetta un risveglio traumatico. Effie con la sua vocina allegra viene a svegliarmi per la colazione. Mi dice anche che prima del pomeriggio saremmo arrivati a Capitol City. Do il buongiorno ai presenti e guardo fuori, forse siamo nel distretto 5, o 4, questi posti si somigliano tutti. Prendo posto e osservo l’enorme tavolata di cibo. Approfitto di questi giorni in cui ci imbottiranno di cibo, magari riesco a prendere qualche chilo, prendo del succo d’arancia e due fette di torta, c’è anche il latte, ma non lo prendo, fin da piccola mi ha sempre provocato un gran mal di pancia, e ogni volta che lo prendevo mia madre era costretta a bollire e pestare un sacco di erbe per poi farmele mangiare, e in poco tempo il mal di pancia spariva, ma ogni volta era una tragedia.

-Sei..mai stato oltre la recinzione?- chiedo a Louis rompendo il silenzio

-Beh, è proibito ma si, ogni domenica.- dice lui, che è praticamente l’unico giorno in cui io e mio padre restiamo a casa, il sabato pomeriggio restiamo più a lungo nel bosco, in modo da avere abbastanza selvaggina per due giorni, ecco spiegati i molti misteri di Louis Hayes. -Come l’hai capito?- mi chiede sorridendo

-Beh, dal nuoto, vicino al bosco dietro la recinzione c’è un lago.- dico

-Quindi ci sei stata anche tu..- dice

-Si, vado a caccia con mio padre.- dico

-Capisco.- dice, il nostro discorso termina lì.

-Buongiorno.- dice un Peeta assonnato, si è appena seduto al tavolo, ma sembra più ubriaco che assonnato. La conferma è che puzza di vodka a miglia di distanza.

-Non dovresti essere ubriaco.- gli dico

-Oh, ma fatti gli affari tuoi!- dice lui bevendo un bicchiere di succo

-E tu dovresti farci restare vivi lì dentro?- dice Louis, almeno la pensiamo allo stesso modo sul fatto che Peeta dovrebbe essere meno ubriaco.

-Siamo spacciati con questo qui.- dico io

-Sai tirare quel coltello sulla parete?- mi chiede Peeta, incredula per la sua domanda, annuisco. Lui si alza, strattona Louis per un braccio e lo fa sedere di fronte a me, e poi mi fa cenno di tirare il coltello. Una piccola sfida insomma, lanciare il coltello, senza infilzare Louis, un gioco da ragazzi. Tiro il coltello e fa a infilzarsi nella parete, sfiorando per un pelo la testa di Louis, che sembra stia sudando freddo. –Bene.- si limita a giudicare Peeta. Poi prende me e mi mette al posto di Louis e gli fa tirare il coltello, sento il coltello passarmi vicino all’orecchio e colpire la parete, un altro colpo perfetto.

-Non fate schifo come pensavo, tu, colpiscimi.- dice riferendosi a Louis

-C..Cosa?- chiede Louis incredulo

-L’ultima cosa che vogliamo è una femminuccia nell’arena.- dice Peeta

-Ma io non sono una femminuccia!- dice Louis

-Secondo me si, sei una lagnosa femminuccia che avrà bisogno di essere salvata da chissà chi, non resisterai un secondo, sei scarso.- dice Peeta, è ovvio che lo stia provocando per farsi dare un pugno, cosa che arriva dopo il centesimo insulto gratuito da parte di Peeta, che cade a terra.

-Hai un bel destro ragazzo.- dice massaggiandosi la mascella –Con te, dobbiamo ancora ragionare su cosa farti fare.- dice rivolgendosi a me. Per un istante all’esterno del treno è tutto buio, Effie sprizza di gioia, dobbiamo essere arrivati. Quando rivediamo la luce esterna siamo alla stazione, un sacco di gente ci saluta e noi ricambiamo i saluti forzando un sorriso. Quando scendiamo dal treno, siamo colpiti dalle bellezza degli edifici, alti e colorati, splendenti. Auto lussuose ci passano davanti.

La tv non mentiva su Capitol City.

 

 

 

Scciao belli:)

Eccovi il terzo capitolo! Spero vi piaccia come gli altri!

Come vedete ci sono delle somiglianze con HG.

Non odiatemi, è che a volte la mia fantasia va 

a farsi un giro:\

Hope u like it:)

xx -g

   
 
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