Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: LizzieCarter    20/08/2012    5 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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UNPPTnuovo Guardo per un momento Josh cercare di tener fermo sul manubrio il grosso scatolone che continua a muoversi, probabilmente perchè P.T. ci sta scalpitando dentro; improvvisamente, mi  sento preoccupata per la sorte del povero cucciolo e me ne esco con -Vuoi che ti accompagni a casa in macchina?-. Almeno così il Piccolo Terrier sarebbe al sicuro da brutte cadute.
Josh sembra considerare seriamente la proposta, ma guarda preoccupato la sua bici; forse cred che, se la lascia qui stanotte, domani potrebbe trovarla su un altare per l'adorazione nella stanza di Kellie, o che la smontiamo per rivenderla su e-bay...
- Possiamo anche caricarla nel bagagliaio- propongo allora, e Josh alza lo sguardo interdetto, come se si stesse chiedendo se mi riferisco a Kellie o alla bici.
- La bicicletta- specifico allora; -Kellie chissà per quanto ne avrà, ancora-. Alzo lo sguardo verso la piccola finestrella del bagno al piano di sopra, e vedo un'ombra passare furiosamente avanti e indietro. Vi prego, ditemi che non è andata a farsi addirittura la doccia!
- Se vuoi le dico che sei dovuto andare perchè ti scappava terribilmente la pipì- lo tranquillizzo poi, avvicinandomi alla bici e recuperando lo scatolone. Acciderboli, temo di essermi affezionata a quel cosino bianco di P.T., perchè mi ritrovo a tirarlo di nuovo fuori dallo scatolone e a prenderlo in braccio, dondolandolo un po' come se fosse un bebè che deve fare il ruttino (cosa che spero non faccia!). Mi sto giusto chiedendo se Kellie gli abbia dato qualcosa da mangiare, quando la voce preoccupata di Josh mi fa voltare verso di lui.
- Pensi che prima stesse piangendo perchè è stata tutto il pomeriggio ad aspettarmi al bar senza che io mi facessi vedere?-
Anche alla scarsa luce che trapela dalle lampade accese in casa, posso vedere perfettamente la sua faccia contratta come se si sentisse terribilmente in colpa, così, anche se è decisamente quello che penso, gli dico - Ma figurati, l'avrà morsa P.T.-; Piccolo Terrier, però, mi dà ben poco credito, mettendosi a leccarmi la faccia con aria assolutamente non minacciosa, così sparo - O le avrà rovinato il trucco leccandole la faccia!-. Per fortuna, a me è rimasto ben poco da rovinare, dopo la gita al fiume!
- Mh, forse...- mormora Josh, poco convinto, smuovendo la ghiaia del vialetto col piede.
Mi avvicino a lui; non so bene cosa dire per farlo stare meglio, così gli avvicino P.T. al viso, e il Mostro Bavoso inizia a lavare la faccia anche a lui.
- Prrrft!- Josh si scosta con un  balzo, preso di sorpresa, poi inizia a ridere, mentre cerca di pulirsi la faccia con una manica.
- Davvero, sicuro di non voler andare? Se la scusa della pipì intacca la tua fama, posso dire che dovevi andare a salvare il vostro gatto che è salito sul tetto e non vuole scendere... No, aspetta, Kellie saprà tutto di te, quindi probabilmente sa anche che non avete un gatto, accidenti! ... Non avete un gatto, vero?-
Josh scuote la testa con un sorriso incerto, e fa i grattini a P.T. sotto il suo enorme muso.
- Il fatto è che oggi ha sprecato tutta la giornata a quel bar per me... Adesso è giusto che mi faccia vedere, per ripagarla della fatica-.
Quale fatica?, mi chiedo; alla fine Kellie ha solo passato la giornata al bar, probabilmente a flirtare con un sacco di ragazzi e, parliamone, non mi sembra il tipo che, se fosse rimasta a casa, si sarebbe messo a far lavori di carpenteria o a leggere...! Al massimo le ha rubato un pomeriggio di shopping, e in questo caso ha fatto un favore al portafogli dei suoi genitori.
Ok, inizio a sentirmi un po' acida, così scrollo le spalle, come a scuotere via il malumore che mi mette pensare a quanto Kellie sia fortunata e ricca e a quanto facile debba riuscirle conquistare il cuore di ogni ragazzo che le passi vicino.
- Puoi sempre ripagarla un altro giorno, quando sarai messo un po' meglio; coi vestiti senza macchie di fango sopra e cose così, sai...- butto lì, rimettendo P.T. nello scatolone, - così anche lei avrà più tempo per prepararsi-. Trattengo una smorfia, al pensiero di come lei abbia sempre il tempo di mostrarsi al massimo della sua avvenenza, mentre io vengo sempre colta di sprovvista, quando è tempo di incontri; ad esempio, non penso che Josh mi abbia mai vista pettinata, o vestita con qualcosa che non fosse una T-shirt e un paio di pantaloncini.
Josh si illumina, poi sbotta in un colpo di tosse che assomiglia vagamente ad una risata.
- Tu sei gelosa!- esclama, come se avesse scoperto che la Terra è rotonda e stesse urlando  Eureka! (oh, no, forse quello riguardava la spinta di Archimede); -è la stessa cosa che hai detto l'altro giorno per mandarmi via: che la volta dopo sarei stato conciato meglio, che avrei fatto una figura migliore...!-
- Non è colpa mia se sembri appena uscito da una zuffa ogni volta che passi di qui- borbotto, mio malgrado sulla difensiva, ma lui continua, e sembra divertirsi da morire. - Ammettilo, vuoi essere l'unica nel circondario a conoscere questo simpaticone che è pure un attore! Ma, sai, il povero Joshu-a ha bisogno di conoscere qualche ragazza, se no rimarrà single a vita!-.
Josh sta chiaramente scherzando, ma per qualche motivo quello che ha detto mi irrita profondamente, e l'ultima frase mi urta abbastanza; mi passo una mano sul naso, quasi a voler coprire le scintille che, se fossi un personaggio fantasy particolarmente magico e minaccioso, mi starebbero uscendo dalle narici, e cerco di apparire tranquilla; devo esserci riuscita abbastanza bene, perchè Josh non sembra accorgersi di niente e dice ad alta voce, in tono giocoso, -Oh, finalmente, l'attesa è stata ripagata!-. Mi giro lentamente, pronta al peggio, e vedo Kellie sulla soglia, vestita come se dovesse andare ad una festa, truccata come una pattinatrice alle olimpiadi, e su dei tacchi che le fanno sembrare le gambe ancora più chilometriche.
Decido di andarmene prima che il mio malumore rovini l'atmosfera e, soprattutto, prima di vedere la faccia di Kellie quando si accorgerà che, con quei tacchi, rischia di ritrovarsi gli occhi di Josh all'altezza del naso. Poi mi ricordo che lei non è una donna "imponente" come me (insomma, alta e con forme che assolutamente non rispettano le dimensioni della perfezione) e che può benissimo portare tacchi di venti centimetri senza sembrare un trampoliere.
- Vi lascio soli, eh - dico, cupa, sentendomi più il migliore amico che si fa da parte quando il ragazzo trova una figacciona, che non la ragazza appena incontrata con cui il ragazzo in questione sta instaurando una buona amicizia.
Uffa.
- Oh, va bene- Josh sembra sorpreso -forse si era già dimenticato che ero lì anche io- e mi dà una pacca leggera sulla spalla; - Buona notte, allora-.
- Notte-.
Non voglio sembrare secca, ma il saluto non mi è uscito proprio amichevole. Evidentemente, la scorbuticità non si può controllare per troppo tempo. Be', con un po' di fortuna, Josh non mi avrà nemmeno prestato attenzione; - attento, la bava ti cola giù per il mento- dico in un soffio, allontanandomi alla chetichella e girando alla larga da un'ancheggiante Kellie, che incrocio mentre si avvicina a Josh.

Finalmente dentro casa, socchiudo la porta perchè non entrino mosche e zanzare e indugio qualche momento vicino alla finestra dell'ingresso, sbirciando fuori.
Posso vedere la silhouette a clessidra di Kellie saltellare da un piede all'altro, mentre lei agita le mani come a farsi aria e getta le braccia al collo di Josh.
Diavolo, spero per lei che non si sia messa a piangere di nuovo.
Sento Josh farle una domanda, e poi percepisco chiaramente la sua voce acuta rispondere - Oh, sì, son rimasta lì tutto il pomeriggio, ma giuro di non farlo più, se prometti di tornare a trovarci qui!-; la sua risatina acuta fa chiaramente intendere che persino lei si è resa conto di averla sparata grossa, e un po' mi sento in pena per lei, a pensare a come le deve battere il cuore, di fronte al suo attore preferito; a come debba essere difficile pensare a qualcosa di intelligente da dire. Poi però mi ricordo che lei si è potuta permettere un mese di affitto qui senza problemi, e che lo ha fatto solo per vedere Josh; cosa che io non potrei mai fare. E lei ha una casa a cui tornare, poi. Ha dei genitori che tengono a lei così tanto da spendere un patrimonio solo per permetterle di realizzare un sogno frivolo come quello di conquistare il suo uomo dei sogni. Ecco, forse è questo che mi fa male di più, che mi stringe la cassa toracica contro il cuore fino a farlo dolere: i miei genitori non hanno speso nemmeno cinque minuti per scrivere il mio nome su un foglio di carta, quando mi hanno abbandonata di fronte all'orfanotrofio.
Mi asciugo il naso sul bordo della maglietta e mi allontano dalla finestra in silenzio. Sì, lo so che fa schifo, ma non ho idea di quale sia lo scatolone in cui ho lasciato i fazzoletti, e la maglietta tanto deve essere lavata.

Passo un momento per la cucina a recuperare una scatola di biscotti e a spegnere la luce, e solo quando penso che avrei proprio voglia di un succo freddo mi torna in mente che il frigo è ancora rotto. Devo ricordarmi di chiamare un elettricista; magari sono fortunata ed è sexy. E si accorge che sono una ragazza. Magari, se Kellie non è in casa.
Sbuffo, imponendomi di scacciare quelle arpie di pensieri, e salgo in camera.
Non ho alcuna possibilità di prendere sonno, con la voce acuta di Kellie che trilla appena fuori dalla finestra, così decido di distrarmi. Lo scatolone dei libri caduti a terra la prima sera è aperto ai piedi del letto, e la copertina impolverata del primo volume della pila attira la mia attenzione, ricordandomi che mi ero ripromessa di pulirli. Vado in cerca del phon nella valigia, congratulandomi con me stessa per aver trovato un'occupazione così rumorosa da impedirmi di origliare la conversazione fuori, e mi metto a sparare aria calda sulle pagine dei libri, liberandole accuratamente dalla polvere rossa della strada.
Sono così impegnata nel mio lavoro di restauro, che per qualche momento non ricordo nemmeno che è stata quella sera che ho visto Josh per la prima volta. Probabilmente, se non fosse stato così gentile da aiutarmi, non lo avrei riconosciuto il giorno dopo mentre correva... e lui non sarebbe mai tornato a restituirmi l'ombrello.
E' triste pensare che, da oggi in poi, potrebbe tornare qui solo per Kellie.
Per un momento mi crogliolo nell'idea di uscire di casa e mettermi a disimpantanare la mia macchina dal giardino, giusto per aggiungere una fangosa nota romantica, ma poi sento la porta d'entrata chiudersi e Kellie sospirare in estasi.
C'è un po' di trambusto, mentre sposta una sedia, e la sento chiamare - Hutchy? Huuuutchy?-
Dio mio, non staranno mica giocando a nascondino in casa! Sto giusto andando a chiudere la porta della mia stanza, perchè a nessuno dei due venga in mente di venire a nascondersi qui, quando vedo spuntare un musetto bianco dalla soglia.
- Ciao Piccolo!- lo saluto, prendendolo in braccio e posandolo sul letto. - Mi tieni un po' di compagnia tu, stasera?- Piccolo Terrier si rovescia sulla schiena, non so se perchè sbilanciato dal peso del suo testone o se perchè vuole un po' di coccole, e mi sorride. Cioè, insomma, fa quella cosa che fanno i cani quando vogliono sembrare amichevoli.
Gli offro un biscotto, e lui se lo pappa di gusto, imbrattandomi la mano di cioccolato alla bava. Intanto, Kellie continua a chiamare - Hutchy? Huuutchy?-.
Mi trovo a pensare "Ma che gusto c'è, a giocare a nascondino, se poi uno esce quando lo chiami?", quando sento - Hutchy, cagnolino, dove sei?-.
Inorridisco. Hutchy? Spero non abbiano deciso di comune accordo di cambiargli il nome! Be', comunque l'accordo non sarebbe comune... Io non sono d'accordo!
- Vieni qui, P.T. - mormoro, indispettita, raggomitolandomi contro il cuscino, e lui zampetta sul letto fino ad accoccolarsi vicino a me.
E' strano addormentarsi con qualcosa di caldo e vivo vicino, ve lo assicuro. Fa sentire... protetti; vale persino la pena di sentirlo russare.

***

Il mattino dopo, i polletti Hutcherson tornano all'attacco, bombardando il mio Regno dei Sogni. Apro gli occhi, e trovo il naso umido di Piccolo Terrier a pochi centimetri dal mio viso: il cagnolino è già in piedi, pronto all'attacco.
- Oh, almeno se finisci a casa di Josh puoi togliere di mezzo quei pennuti- dico, incoraggiante, in risposta ad un suo guaito;- mi raccomando, mangiali tutti!-.
Scendo le scale stropicciandomi gli occhi, seguita a ruota dallo scricciolo bianco, e mi chiedo se stia seguendo proprio me, o se sia semplicemente attratto dalla confezione di biscotti che sto riportando al piano di sotto.

Quando arrivo nella nostra sala da pranzo, che poi sarebbe anche il salotto, e pure l'entrata, trovo Kellie con la testa tra le mani, appoggiata al grande
tavolo rotondo. Subito mi preoccupo che sia così prostrata perchè crede di essersi persa il cane che appena ieri sera aveva regalato a Josh, e mi sento
un po' in colpa per non averla avvertita che era con me, così mi siedo di fronte a lei e mi schiarisco la voce. Lei non sembra sentire: non si muove,
non parla. Mi allungo sul tavolo, fino ad appoggiarmi sulle braccia che ci ho incrociato sopra, e le fisso la nuca per qualche istante.
-Kellie?- mormoro, iniziando a preoccuparmi: non avrà mica deciso di fare harakiri col coltello del burro perchè non trovava più il suo Hutchy?
Rimango in silenzio un momento, e mi chiedo se avrò mai il coraggio di controllare che non sanguini da nessuna parte; per fortuna, P.T. pensa bene di
distrarmi da quei cupi pensieri abbaiando. Quel suo sbuffo asmatico mi strappa una risata e, a quanto pare, strappa anche Kellie dal mondo dei sogni.
- Ah!- Blondie si alza di scatto, e io faccio un salto indietro con un urlo, rischiando di cadere dalla sedia per la sorpresa: Che. Orrore!
Kellie ha la faccia coperta da una strana sostanza verdastra e a grumi che potrebbe benissimo essere il fango del nostro giardino, per quel che ne so,
e l'espressione di chi si sveglia senza essersi accorto di aver preso sonno.
- Ma cosa ci facevi, qui, a dormire?- domando con voce acuta, cercando di deglutire il cuore che mi è balzato in gola, per rispedirlo alla sua collocazione originaria.
- Mi sono svegliata presto per farmi la maschera - spiega Kellie, come se svegliarsi all'alba per impiastricciarsi la faccia fosse una cosa normalissima; - poi ho messo su il caffè, mi sono appoggiata un attimo al tavolo mentre aspettavo che si scaldasse e... eh... eeeeehyawn- termina con uno sbadiglio molto poco grazioso.
Il mio sguardo corre subito alla caffettiera sul fornello, che effettivamente sta schiumando, e mi affretto ad alzarmi per andare a spegnere il fuoco.
Cerco disperatamente di farmi venire in mente qualcosa di cui parlare per non farle venire in mente l'Elogio a Josh Hutcherson che sicuramente si sarà preparata, ma lei mi precede e annuncia - Sai, Josh è proprio simpatico! E' un po' meno di classe di quanto immaginavo, ma è comunque uno strafigo!-.
Grugnisco, come a non darle torto, ma in realtà mi sto chiedendo se a rovinare la classe di Josh siano state le macchie di fango o il suo modo di fare alla mano; forse, piuttosto che più "di classe", Kellie si immaginava Josh più presuntuoso. E' straordinario pensare a come sia rimasto normale, considerati tutti i film a cui ha partecipato con successo. Quando l'ho conosciuto, se qualcuno mi avesse detto che lui era un attore famoso, gli avrei sentito la fronte per controllare se stava delirando per la febbre.
- Ma, raccontami, l'hai incontrato ieri? Dov'era?- domanda, curiosa, e vedo i suoi occhi accendersi; mi riesce difficile non immaginarla correre in camera appena ottenuta l'informazione, ad aggiungere una puntina rossa su una cartina appesa dietro la porta e intitolata "Dove braccare Josh Hutcherson", perciò improvviso -Oh, l'ho trovato per strada andando a fare una passeggiata... Gli si era impantanata la bici e l'ho aiutato a tirarla fuori dal fango, così mi ha offerto un panino per ringraziarmi-.
Oh, sì, gente: un effetto collaterale di voler inventare storie per professione è che vi riuscirà incredibilmente facile inventare bugie.
Kellie sembra aver perso ogni interesse, dopo aver intercettato i sottintesi della mia frase, e cioè che non ho mai incontrato Josh prima; - Sai,- inizia a parlare con aria sognante - ha detto che oggi torna a prendersi Hutchy, per questo mi sto preparando; non ha avvertito a che ora sarebbe arrivato, però, quindi ho iniziato presto -.
Sul viso le aleggia un sorriso così genuino e felice, che non posso fare a meno di sentirmi contenta per lei; al contrario, mi brucia ancora un po' il modo in cui si è comportato Josh, così decido di prendere due, anzi, tre piccioni con una fava: ingraziarmi un po' Kellie, togliermela di torno per qualche oretta e prendermi una piccola vendetta su Josh...
- Si è anche inchinato per presentarsi, ti rendi conto?- sta cinguettando lei, sorseggiando il caffè che ho portato a tavola, quando la interrompo: - Sai, ieri Josh mi ha detto che abita in fondo alla strada, di là - e accenno con una mano a destra - potresti andare tu da lui a riportargli P.T., cioè, Hutchy... Sai che sorpresa?!-
mi mordo il labbro per non sghignazzare, mentre Kellie si mette a strillare per l'eccitazione e corre di sopra, urlando che spera di avere ancora ciglia finte da mettersi.
Ciglia finte?
Oh, non guardatemi così, non sto cercando di sviare il discorso; sono davvero stupita!
Lo so, sono una carogna.

***

Kellie è sgommata via qualche secondo fa e, grazie al cielo, nel tempo che ha impiegato a togliersi quella sottospecie di concime dalla faccia, a truccarsi, pettinarsi, trovare le ciglia e, soprattutto, scovare nell'armadio qualcosa di casual-ma-elegante (parole sue), io son riuscita a guidare la mia amatissima Fiat 130 fuori dal fango e fino alla sua piazzola in modo da essere sicura che Kellie non la speronasse col pickup facendo manovra  e a darle una ripulita.
Ora che la doccia è libera, però, decido di darmi una sistemata anche io; ieri sera mi sono lavata molto alla buona, e temo che le alghe che si erano incastrate tra i miei capelli giù al fiume ormai siano proliferate sulla mia cute fino a diventare una piantagione. Fortunatamente, non ho bisogno di zappe e trattori per eliminare le schifezze di campagna dal mio cuoio capelluto e in breve tempo, profumata e soddisfatta, esco dalla doccia e mi rivesto. anche se sono costretta a tenere in testa l'asciugamano, se non voglio trasformare la mia camera in un acquitrino peggiore di quello che abbiamo in giardino.
Esco dal bagno saltellando da una mattonella all'altra in cerca delle chiazze di asciutto ancora presenti sul pavimento, e quasi inciampo in un coso bianco.
Sto per imprecare contro Kellie, che lascia sempre le sue cose in giro, ma, quando quel coso abbaia, mi rendo conto che è P.T. e scoppio a ridere: possibile che Blondie si sia dimenticata a casa proprio il cagnolino che voleva usare come scusa per andare a trovare Josh? Mi chiedo cosa si inventerà, adesso... Però sono contenta di avere ancora Piccolo Terrier in giro per casa.
- Ciao, botolo - lo saluto, prendendolo in braccio; lui però sta tutto rigido e continua a puntare la finestra della mia camera col muso.
Chissà cos'ha.
mi chiedo se abbia visto un uccellino e abbia intenzione di sbranarlo, o fare simili cose da mastino e, dato che continua ad abbaiare, mi avvicino al vetro, curiosa.
- Vedi, non c'è niente: l'uccellino è volato via- gli spiego, alzandolo perchè possa controllare anche lui, ma devo fare un salto indietro per la sorpresa: altro che uccellini, lì che un tizio appeso alla tettoia che sta sotto la mia finestra! P.T. rimane in silenzio, come a dimostrare la sua soverchiante saggezza, e io striscio per terra fino alla finestra, per sbirciare fuori di nuovo.
Chi diavolo sarà quel tipo? Un pervertito? Un paparazzo che ha confuso la mia casa con quella di Josh?
Una testa spunta oltre la grondaia, e non potrei mai non riconoscere quel naso lentigginoso.
- Josh, ma che diavolo ci fai qui?- esclamo, aprendo all'istante la finestra; starà mica scappando da Kellie?
- Io... uhm, che ne dici se prima mi aiuti a salire e poi ti spiego?- farfuglia, cercando di arrampicarsi su per i coppi sconnessi con i gomiti, mentre sento le sue scarpe raschiare sulle travi sottostanti.
- Ma certo-. Perplessa, scavalco la finestra, sperando che a P.T., che mi guarda curioso, non venga in mente di seguirmi, e scendo appoggiandomi cauta alle tegole annerite della tettoia. Purtroppo, visto che io sono io, finisco per scivolare sull'ultimo tratto e tirargli una piedata in faccia (giuro, è stato un incidente, non è perchè mi ha offesa!), ma Josh ha i riflessi abbastanza buoni da non mollare la presa sulla grondaia, così mi basta recuperare un po' di equilibrio per riuscire a tirarlo sulla tettoia.
- Di', cosa pensavi di fare? Ti ha mai detto nessuno che esistono le porte e, uh, i campanelli?-
- Cercavo di arrampicarmi, ovviamente, e ti ricordo che l'ultima volta che ho provato a suonare il campanello di casa mi hai trascinato via come un tornado perchè non volevi svegliassi la tua coinquilina- mi fa notare, sorridendo; poi aggiunge - ho provato a tirare dei sassolini contro il vetro, ma non rispondeva nessuno...!-.
Ed ecco spiegato lo sguardo fisso di Piccolo Terrier.
- Non rispondeva nessuno perchè io ero in bagno- dico, sulla difensiva, e sento il bisogno di precisare - a lavarmi i capelli. Comunque, se cerchi Kellie hai sbagliato la stanza: alla sua puoi arrivare saltando sul tetto della veranda, Spiderman-. Mi trovo a incrociare le braccia al petto, risentita, ma prima che possa dire a Josh che, tra l'altro, Kellie non è nemmeno in casa perchè è diretta verso il suo palazzo, lui si affretta a dire - Non sono qui per lei-.
Ammutolisco un istante, sorpresa, e le sue parole gli guadagnano il permesso di continuare il discorso.
Josh si passa una mano tra i capelli, a disagio, cammina avanti e indietro un momento, come se volesse sedersi sul letto, ma poi cambiasse idea, poi decide di appoggiarsi al comò e inizia -Ci ho messo un po', ieri sera, dopo che eri andata via, a capire cos'avevo combinato; mi chiedevo perchè fossi scappata dentro così bruscamente, e solo stamattina ho realizzato...-
Apro la bocca con un cipiglio offeso in volto, per protestare e dire che io non sono scappata dentro, ma poi Josh termina la frase con un sospiro: - ho realizzato che sono proprio un idiota-.
Si sfila un mazzolino di papaveri (miracolosamente sopravvissuto alla scalata del tetto) da due passanti della cintura, e me lo porge.
- Mi puoi perdonare?- domanda, socchiudendo un po' gli occhi, come se fosse davvero preoccupato che possa rispondergli di no. Evito di rispondere e lo prendo in giro, guardando i papaveri da più angolazioni: - Uh-hu, fiori di campo? Non ti farai perdonare senza spendere un po' di soldi!-.
Lui spalanca la bocca e sgrana gli occhi, come se gli fosse piovuto il cielo addosso -Ma non...?- inizia, sorpreso, e allora gli tiro un pugnetto alla spalla e lo tranquillizzo - Ma sì, sì, ti sei ricordato bene...!-; lo vedo dissimulare un sospiro di sollievo, e nascondo una risata sprofondando il naso nel piccolo mazzo di fiori rossi. Proprio ieri gli avevo detto che i papaveri sono i miei fiori preferiti, raccogliendone uno al volo mentre costeggiavamo un campo in bicicletta, di ritorno dal fiume; ricordo di aver detto che mi piacevano perchè erano fiori così disprezzati, considerati "erbacce" nonostante la loro bellezza e che, nonostante di solito le erbacce fossero resistenti, a me i papaveri sembravano così delicati, visto come perdevano facilmente i loro petali... Insomma, i soliti sproloqui da scrittrice ispirata, e non pensavo mi stesse davvero prestando attenzione.
- Ma certo che ti perdono- esclamo, gettandogli le braccia al collo, visto che lui sembra essere ancora in attesa di una risposta certa, e, da sopra la sua spalla, vedo una nuvola di petali rossi cadere dal mazzo che tengo in mano e coprire il parquet della camera. Come non detto.





Heilà a tutti :)! Qui avete conosciuto la parte più mugugnona di Grace, ma non penso dovrete sorbirvela di nuovo... almeno, lo spero per voi >:D!
Ringrazio tutte le persone che seguono la storia, quelle che l'hanno messa tra i preferiti (<3) e, ovviamente, quelle che la recensiscono! In particolare, grazie a Elì, _Debby_ e Vegasgirl_1D :D!
Uhm... Cos'altro? Ah, sì, ho imparato a mettere le immagini all'interno del capitolo :DD
E quindi quest'obbrobrio che vi disturba la vista sarebbe la disposizione delle stanze al piano terra, giusto per aiutarvi a immaginare meglio le situazioni :3
gh
Per il resto, la casa da fuori sarebbe all'incirca così , solo senza il blocco a sinistra (lì c'è la tettoia u_u)
bbl



Bacioni,
Liz 
   
 
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