***
Erano passati due
giorni dalla partenza di Sakura, e Naruto continuava ad avere una sorta di
brutta sensazione.
Era una bella
mattinata, mancava ancora molto all’ora di pranzo e il ragazzo se ne stava
bellamente disteso sull’erba della foresta. Intorno, le fronde degli alberi
erano continuamente investite da soffioni di vento proveniente chissà dove.
Naruto aprì gli occhi.
I rami sopra la sua testa frastagliavano la luce solare che gli arrivava
intermittente e talvolta fastidiosa, ma non se ne curò. La mente era occupata
da altri pensieri, preoccupazioni senza fondamenta ma che continuavano a
tormentarlo.
Sakura
ha detto di non preoccuparmi, ed io mi fido di lei. Ma non si può mai sapere
cosa può succedere, no?
Scattò a sedere e si
scompigliò con irritazione i capelli, quasi urlò dalla frustrazione che gli
stava investendo il corpo.
Strinse i denti.
Non
ce la faccio a restare con le mani in mano, proprio non ce la faccio!
Scattò in piedi,
recuperò le armi con cui si era allenato per qualche ora, i vestiti e il
coprifronte della foglia. Sistemò il tutto alla meglio nel suo zaino, lo mise
in spalla e iniziò a correre verso il villaggio.
Non gli ci volle molto
per raggiungere il palazzo dell’Hokage. Cominciò a chiamarla ancor prima
d’entrare nell’ufficio. Varcò la soglia sbattendo la porta.
Non riuscì ad
aggiungere altra parola che gli arrivò un maiale sulla faccia. Sì, un maiale.
Tsunade si era così
irritata di essere chiamata due piani più in basso, che aveva finito per tirare
a Naruto la prima cosa che gli era caduta all’occhio: il povero Tonton.
Il viso di Shizune
divenne una maschera di disperazione e corse a recuperare il povero maialino
semi svenuto con gli occhi a girandola. Sembrava però stare bene.
Naruto si rialzò
massaggiandosi la testa e gemendo di dolore, doveva avere una bella botta sulla
fronte. Ecco a cosa serviva il coprifronte; a proteggersi dai maiali lanciati
dai nemici.
- Ma che diavolo le è
saltato in mente?! - urlò, offeso e
abbastanza dolorante. Tsunade ignorò però la domanda.
- Cosa c’è Naruto?
- chiese annoiata e ancora un po’
infervorata Tsunade. Naruto avanzò di qualche passo.
- Voglio il permesso di
raggiungere Sakura e gli altri nel paese dell’erba.
- Permesso negato,
adesso fuori - lo liquidò
istantaneamente e riprese a scrivere come se niente fosse.
Naruto per poco non
cadde sul posto.
- Come può trattarmi
con tanta indifferenza! Mi sono ristabilito e voglio dare una mano!
- Non sono degli
sprovveduti, se la caveranno - rispose
tranquillamente, senza neppure alzare il viso dalle carte sparse sulla
scrivania. Naruto era inquieto, poi ci si metteva anche la Baa-chan a
complicare le cose. Strinse i denti e sbatté la mano aperta sulla scrivania.
Tsunade lo guardò come se volesse incenerirlo.
- La prego, ho la
sensazione che accadrà qualcosa di brutto! Per favore mi mandi da loro! - urlò. I suoi occhi era determinati ma affatto
tranquilli, sicuri ma preoccupati per qualcosa che ha dell’ignoto. Tsunade
attinse ad una espressione indagatrice e seria.
- Che vuoi dire? - chiese con calma. Naruto tolse la mano dalla
scrivania e divenne improvvisamente serio e pensieroso. Che poteva dire? Che la
sua era tutta una fissazione? Che si doveva fidare del suo istinto e per quello
doveva lasciarlo andare?
Non sapeva come dare
una spiegazione esauriente e coincisa. Semplice ma convincente.
- Istinto - disse con
rassegnazione. Sapeva che questo non poteva bastare.
Tsunade lo osservò
ancora qualche secondo, come a volerlo scrutare a fondo fino a leggergli
l’anima. Prese una cartelletta alla sua sinistra e la esaminò con cura.
- Secondo l’ultimo
rapporto medico, il tuo fisico si è ristabilito dell’88%, pertanto ti è stato
vietato qualunque sforzo per almeno una settimana -. Alzò lo sguardo e accennò
un sorriso.
- Ma deduco che non hai
perso tempo a riprendere gli allenamenti, vero?
Il ragazzo voltò lo
sguardo, colto in flagrante.
- Sai Naruto -
continuò, posando la cartelletta e riprendendo l’attenzione sul ragazzo - se
c’è una cosa che conosco di te, è proprio il tuo istinto talvolta bizzarro ma
spesso affidabile, perciò… - poggiò completamente la schiena sulla poltrona e
sorrise mentre il ragazzo attendeva quasi trepidante le ultime parole.
- Puoi partire per il
paese dell’erba! - concluse. Il ragazzo stava già per scappare fuori la porta,
ma venne prontamente fermato da una parola dell’Hokage.
- Ma! -.
“Ma”?
Come sarebbe a dire?
Naruto lasciò la
maniglia e osservò la donna con aria accigliata. Tsunade appoggiò i gomiti sul
tavolo e continuò.
- Non posso mandarti da
solo, ti affiderò un compagno di viaggio. Intesi? - concluse con una certa nota
minacciosa che Naruto ignorò con un broncio. Annuì appena.
- D’accordo Baa-chan,
chi verrà con me?
La donna parve pensarci
su, le scelte era parecchie però…
- Date le tue
condizioni non proprio ottimali, ti affiancherò ad un ninja medico. Meglio
prevenire ogni evenienza.
In quel momento
qualcuno bussò alla porta. Tsunade annunciò il permesso di entrare.
- Hokage-sama, mi ha
fatta chiamare? - Ino aprì la porta e la
richiuse alle sue spalle.
Aveva la sua solita
tenuta ninja, la solita coda di cavallo alta e il solito ciuffo a coprirle
l’occhio destro. Cambiava l’abito solo quando lavorava in ospedale?
Poi a Naruto venne in
mente di averla vista con abiti normali al negozio di fiori di famiglia; ad una
pesca promozionale voleva rifilargli un lecca-lecca.
- Ah Ino, avrei una
missione per te in effetti, però… -
guardò prima lei, poi Naruto, poi ancora lei. Sorrise.
- Ho deciso di
revocarla per un’altra: Farai coppia con Naruto e partirete per il paese dell’erba,
chiaro?
Naruto convenne che
l’ultima volta che aveva svolto una missione da solo con Ino fu quando erano
ragazzini, quando la ragazza dovette sostituire quella principessa un po’
troppo in carne.
Ino restò un momento
perplessa. E che doveva fare nel paese dell’erba?
- Scusi Hokage-sama, ma
qual è di preciso la nostra missione?
- Semplice supporto
alla squadra già inviata sul posto, sai già quale, vero? -. Ino annuì.
- Bene, oltre a quello,
dovrai controllare le condizioni di Naruto, e impedirgli di strafare. Tutto
chiaro? -.
Silenzio. Ino
assottigliò gli occhi e si girò verso il ragazzo con aria minacciosa. Questi la
guardò confuso.
- In poche parole…
- sospirò pesantemente la ragazza,
voltandosi rassegnata verso l’Hokage -
devo fare da babysitter a questo qui? - mormorò tristemente, indicando il
ragazzo con l’indice. Tsunade annuì con serenità.
- Che cosa?! Sta
dicendo che non si fida di me?! -
brontolò scocciato Naruto. Un “Sì” piuttosto seccato lo fece ripiegare
sul broncio.
Quella situazione non stava
a meraviglia a nessuno dei due; Naruto avrebbe fatto a suo modo come al solito,
e Ino si sarebbe ripetutamente arrabbiata nei tentativi di tenerlo a bada. Si
prospettava un’ardua battaglia.
Prima di essere
congedati, riuscirono ad ottenere il permesso di partire entro un’ora. In quel
lasso di tempo, Naruto andò a casa, si fece una doccia e preparò lo zaino a
tempo di record.
Si immaginò la faccia
di Sakura nel vederlo là, quasi sicuramente si sarebbe arrabbiata per la sua sconsiderata
testardaggine. Però non poteva non partire, sapeva in un certo senso che il
pericolo doveva essere più grande di quel che sembrava. Non che ora come ora
fosse un piccolo problema, però non gli piaceva essere messo da parte.
Chiuse lo zaino e se lo
mise in spalla con un gesto secco, era quasi ora di partire.
Si guardò un po’
intorno e sorrise. La casa che l’Hokage gli aveva fatto costruire era meglio di
quella che aveva prima, anche se un pizzico di nostalgia c’era sempre.
La sua camera era tale
e quale a quella che aveva in precedenza, tranne il fatto che adesso possedeva
un letto più grande e un futon di riserva. Il bagno era uno specchio di pulizia
e si ripromise di lasciarlo tale e quale. L’arredamento era circa come quello
precedente, con la differenza di un paio di mobili in più e una finestra
affacciata verso le mura ovest del villaggio. Ciò che però lo rese ancor più
felice era la stanza in più: era grande all’incirca come il soggiorno e si
poteva raggiungere attraverso una scala posta sotto una botola nel pavimento.
Era molto arieggiata e
le mura erano colme di bersagli da colpire; due manichini di legno per le
esercitazioni base, un paio di sacconi e un set di pesi discretamente vasto:
aveva una sala d’allenamento tutta sua!
Aprì la porta
principale e la richiuse con la chiave che nascose sotto il tappeto. Non era
molto sicuro ma in genere faceva sempre così.
Strinse lo zaino e
spiccò un salto verso l’entrata principale del villaggio.
Con un salto e una
piccola corsetta giunse alle porte, ma della sua compagna di viaggio non vi era
neppure l’ombra.
Sono
in anticipo, Ino non c’è ancora.
Naruto si guardò un po’
in giro ma ancora nessuno in vista. Stava perdendo minuti preziosi. Fece un
paio di volte avanti e indietro.
- Ma quanto gli ci
vuole? - sbuffò, leggermente annoiato. E
pensare che voleva partire in orario.
- Ehi Naruto! -. Ino atterrò proprio vicino a lui.
- Ce ne hai messo di
tempo - disse lamentandosi. Per poco il
pugno di Ino non partì d’istinto su quel muso presuntuoso.
- Senti chi parla! Non
sei mai arrivato in orario in vita tua, non ti credere migliore solo perché
oggi ci sei riuscito! - ribatté
innervosita. La missione cominciava nel peggiore dei modi.
Nel frattempo, nella
stanza del Sindaco del paese dell’erba vi era in corso una piccola riunione tra
i membri della squadra 3S e il sosia di Naruto.
Una risata si levò per
l’ufficio, e tutto tacque.
- Così sono identico a
questo vostro amico, Naruto avete detto, giusto?
- Esatto, vi assicuro
che siete due gocce d’acqua, a parte per gli occhi e l’altezza, ma giusto di
poco -. Sakura era sicuramente quella più scossa per quella scoperta, chissà
come avrebbe reagito Naruto. Quella giornata si stava rivelando ricca di eventi
strani e bizzarri: una reggia come Comune del paese, un ragazzo-sindaco e la
sua inesplicabile somiglianza con Naruto. Che stava succedendo?
Il ragazzo si portò
davanti la scrivania e si presentò con un inchino.
- Piacere di
conoscervi, mi chiamo Ryou Nirate, ho vent’anni e sono l’attuale Sindaco del
paese dell’erba.
- Il piacere è nostro,
complimenti per questa struttura amministrativa, è davvero affascinante e colma
di quadri e dipinti occidentali dal gusto dilettevole. Una volta entrati siamo
rimasti molto sorpresi.
Il ragazzo sorriso e
accennò un altro inchino, ringraziando. Si guardò un po’ intorno come a
sincerarsi che fosse tutto in ordine.
- Vi prego, non c’è
bisogno di usare un linguaggio così forbito, mi definisco un ragazzo come tanti
e nulla più -. Quel suo sorriso imbarazzato provocava in Sakura un certo
effetto, forse fastidio. E poi, la mano sulla nuca e l’altra davanti a sé che
si agita appena, come a voler negare qualcosa. Come quando lui è imbarazzato o a disagio. Assolta la piccola questione,
neo-Naruto iniziò a spiegare.
- Dovete sapere che
questa prima era una magione. La fece costruire mio nonno dopo un viaggio in
Europa che lo affascinò a tal punto da far erigere questa enorme villa in soli
dieci mesi. Non badò a spese come avete potuto constatare.
Il ragazzo aggirò la
scrivania e si sedette sulla sua poltrona, facendola roteare verso le vetrate
che prese ad osservare con interesse.
- Ho compreso la causa
del vostro stupore, sia per la casa che per la mia somiglianza con questo
vostro amico, ma ora ditemi -. Roteò
mezzo giro e tornò ad osservare i suoi ospiti, ma non fu questo che fece
sorprendere Sakura per l’ennesima volta, come forse anche i suoi compagni di
viaggio.
Neo-Naruto aveva
un’espressione semplice. Innocente quasi. Come lui.
Cos’erano quelle
braccia dietro la nuca per stare più comodo? Sakura era tentata di colpire quel
tipo per verificare che si trattasse davvero di Naruto. Se avesse avuto ragione
lo avrebbe picchiato a sangue per poi chiedergli solo dopo cosa ci facesse lì
dentro. In caso contrario, avrebbe messo in guerra due paesi. Forse era meglio
trattenersi.
- Come mai dei ninja della Foglia sono venuti
fin qui alla vigilia della Fiera dell’Erba?.
Tutti ripresero la loro
serietà professionale e spiegarono, tralasciando opportunamente i dettagli, i
motivi della loro visita. Alla fine il ragazzo annuì pensieroso.
- Capisco, così dovete
trovare Izuma eh… - Si alzò in piedi,
mise le mani dietro la schiena con aria disinvolta e avanzò verso le vetrate.
Da lì era possibili osservare l’intera distesa di piccoli cantieri lungo la via
principale, ormai quasi tutti intenti di essere ultimati.
- Non posso oppormi
alla vostra missione, però posso garantire sul fatto che mi fido ciecamente di
chiunque abiti di questo villaggio, sono persone che ho imparato a conoscere
col tempo e se avessero un passato oscuro ne sarei al corrente - fece perno su un piede e tornò a guardarli
con un mezzo sorriso - Izuma è un uomo
onesto e gran lavoratore, sono al corrente che suo figlio fosse un traditore ma
questo non l’ha mai riguardato direttamente se non il dolore di quella
malasorte. Viene a questa fiera da quando ero solo un bambino ed è sempre stato
visto come una persona gentile e con un occhio di riguardo verso gli amici.
Sakura, come il resto
del gruppo ascoltavano in silenzio le parole di quel ragazzo. Non si poteva
dire che avesse una grande bontà d’animo, oltretutto pareva davvero informato
su quella singola persona. E questo sembrava strano. Quanti abitanti e
forestieri entravano e uscivano ogni giorno dal villaggio nei giorni di festa
come quello? Forse stava facendo troppo
la sospettosa, dopotutto stava solo proteggendo qualcuno che fa parte della
tanto famosa fiera del paese, era ovvio che desiderasse il meglio per la gente.
- Izuma ha perso il
figlio e la moglie. Quest’ultima morì di parto dando alla luce una figlia. Oggi
dovrebbe avere all’incirca la vostra età -
concluse, per poi aggiungere - spero che le mie parole vi abbiano convinto
della fiducia di quell’uomo.
- Ho una domanda - intervenne Shikamaru, alquanto
perplesso. - Come fa a sapere tutto
questo su Izuma? Non è una persona come un’altra che fa parte della vostra
fiera?
Anche Sakura aveva
notato quel particolare. Osservò prima Shikamaru con un mezzo sorriso, poi
tornò con una nota indagatrice verso il Sindaco che sembrava ad un punto di difficoltà
che sparì subito. A Sakura parve di vedere un piccolo lampo giallo negli occhi
del ragazzo. Probabilmente la luminosità proveniente dalla finestra le aveva
giocato uno strano scherzo.
Il ragazzo si abbassò
dietro la scrivania, si sentì il rumore di un cassetto e poi il fruscio dei
fogli. Riapparve con una discreta pila di schedari che poggiò con fatica sul
legno lucido.
- Queste sono le
informazioni che ogni anno richiedo a chi vuol far parte della nostra fiera, le
ho ricevute tre giorni fa e le ho finite da leggere giusto ieri sera - Prese una piccola parte di quei fogli e li
fece frusciare con cura e lentezza, si fermò e ne estrasse uno. – Questo è uno
degli ultimi che ho letto - Lo porse a
Sakura che prese tra le mani mentre gli altri due suoi compagni si avvicinavano incuriositi. Si trattava della scheda
di identificazione di Izuma Momochi, dettagliata come ne aveva parlato poco fa
il ragazzo. Veniva menzionato anche il suo stato di vedovo e genitore di una
attuale figlia di nome Ryou Momochi. Quelle informazioni potevano tornare loro
utili.
Sakura restituì il
foglio chiedendo: - Adesso abbiamo bisogno di trovare Izuma, è la nostra
missione e non possiamo rimandare. Dove possiamo trovarlo?
Il ragazzo ripose il
foglio in cima alla pila con delicatezza e vi poggiò sopra la mano. Sembrava
contrariato in un certo senso.
- Se non mi sbaglio, lo
potete trovare nel 4° settore. Vi spiego, la fiera è divisa in sei settori:
Stand culinari, giochi, attrazioni dinamiche, animazione, area eventi e area storica.
Izuma è un
marionettista e si occupa di un piccolo teatrino di marionette che attira molto
i bambini ma anche gli adulti. Per raggiungerlo vi basterà percorrere la via, i
settori sono segnalati da degli striscioni posti in alto tra due pali. Hanno all’incirca
la funzione di entrata o passaggio tra un settore ad un altro -. Tornò con il
busto dritto, prese i fogli e li ripose nel cassetto. - Una volta lì, chiedete. Ogni settore non è
poi così grande.
Il cassetto si chiuse
con uno scatto e tutto tacque di nuovo. I tre ninja ringraziarono cordialmente
per la collaborazione ed uscirono.
Una volta fuori dalla
villa ed aver finalmente riabbracciato l’aria fresca ed il sole, poterono
commentare l’evoluzione dei fatti dalla mattina a quel momento.
Sakura aveva mostrato
tranquillità e compostezza per tutto il tempo, insomma si era comportata da
ninja. Aveva nascosto le sue emozioni.
Le sue labbra si
smorzarono così come il viso, completamente teso e insicuro.
Quello
non era Naruto. Ma allora perché era così dannatamente simile a lui?
Un brivido la fece
leggermente sobbalzare, cosa che interruppe i suoi passi.
Shikamaru e Shino si voltarono
verso di lei, perplessi.
- Qualcosa non va
Sakura? Sei pallida -. Shikamaru le si avvicinò leggermente corrucciato ma
anche preoccupato. La ragazza alzò lo sguardo preoccupato, cosa che non sfuggi
ai ragazzi.
- La sua somiglianza
con Naruto… è spaventosa. Non è un modo di dire, nel senso che mi terrorizza
veramente… non so il perché -.
Nel frattempo, sopra di
loro, da una grande vetrata posta sulla fiancata dell’imponente villa, non
poterono notare due occhi che li stava osservando.
Angolo
autore:
Salve .-.
Porca ****!!! Due mesi che non
aggiorno!! Ma si può!?
Ah no! Adesso basta! Non dovrete più,
MAI PIU’ aspettare tanto per un capitolo!! Lo prometto!
Ogni restante capitolo sarà pubblicato
con un tempo massimo non superiore a 10 giorni! Devo farlo!
Per me, e per tutti voi che mi seguite
e siete tantissimi!
Scusate questi ritardi assurdi, non
accadranno più.
Alla prossima, ciao!
Matt