Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: _montblanc_    21/08/2012    5 recensioni
«Mi sono risvegliata in mezzo alla foresta di Konoha e mi sono detta: ”Beh, non è un male, infondo è sempre stato il mio sogno”, ma poi l’Hokage mi aizzato contro un gruppetto di Anbu e tutto è degenerato...» stava sbraitando la ragazza, una certa isteria nel tono di voce.
~
«Vuoi unirti all’Akatsuki?» domandò di rimando lui, senza distogliere lo sguardo dal combattimento; si stava visibilmente spazientendo.
Vuoi unirti all’Akatsuki? VUOI UNIRTI ALL'AKATSUKI?! Certe cose non si chiedevano così! Non ci si poteva mettere un minimo di introduzione tipo “Ehi, ciao! Ma lo sai che anche se non sei una ninja e non sai un emerito cippolo di come ci si comporti in una battaglia, saresti un membro eccellente nell’Akatsuki? Eh? Che ne pensi?”.
Se lo faceva in modo così diretto e, sopratutto, ad una che non desidera altro nella vita - in mia difesa potevo solo dire che ognuno merita di avere le proprie ambizioni-, questa, poverina, rischiava l’infarto. Ed io non ero Kakuzu, a me ne bastava uno per rimanerci secca.
(Ho cominciato a scrivere questa storia veramente tanto tempo fa, quindi sto piano piano riscrivendo i vecchi capitoli nel disperato tentativo di renderli più leggibili)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori, Akatsuki, Altri, Deidara, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
No, non sono morta. Si, ci sono ancora… e bé, vi siete accorti da soli che sono anche più in ritardo del solito <-- disse colei che aveva progettato di finire la ff per l’estate.
Questo capitolo, tra l’altro, avrei dovuto postarlo il 29 luglio per il compleanno di una mia amica… ma me ne sono successe di tutti i colori – tra l’altro mi sono spaccata l’anulare destro e mi hanno fatto una fasciatura così grande che ad ogni lettera mi portavo via metà tastiera-.
Sono consapevole che non ve ne importa XD
Dunque, questo capitolo, anche se in tremendo ritardo, lo dedico a titti_chan: non so cosa ne sia uscito fuori, tu apprezza il gesto O.o
Buona lettura :) – si spera-.

Capitolo 37:
“Quella giornata era così afosa che persino Kisame stava cominciando a puzzare di fritto misto.
L’umidità era sparita del tutto e l’aria era così densa che si aveva la sensazione di nuotarci dentro.
- Fa veramente caldo, eh?- osservò il suddetto tonno, spostando il peso della sua Samehada sull’altra spalla.
- Capitan ovvio.-.
No, Itachi non rispose con queste esatte parole – altrimenti il suo personaggio si sarebbe rivoltato nella tomba-, anzi, è più corretto dire che non rispose affatto.
- Vorrei proprio capire per quale motivo il capo ci ha convocati in un posto desolato come questo…- fece Kisame, continuando la sua conversazione a senso unico – parlare con un cactus avrebbe sortito lo stesso effetto-.
Avevano ricevuto poco tempo prima, infatti, l’ordine di recarsi in quella landa desolata, che distava almeno 9 giorni di viaggio dal villaggio più vicino.
Forse quello poteva anche essere un posto molto strategico, in cui potevano riunirsi indisturbati, ma l’assenza di alberi – e quei pochi che c’erano, probabilmente, erano passati a miglior vita da un bel pezzo- e il terreno arido e secco a causa della mancanza di acqua lo rendevano un luogo decisamente poco ospitale.
Pochi minuti più tardi vennero raggiunti da Konan e Pain, che portava sulle spalle una strana “sacca” nera.
- Cosa significa?- domandò Itachi, formulando il suo primo intervento della giornata.
- Ambra l’ha portata qui.- spiegò semplicemente Konan, facendo un cenno verso l’ammasso scuro, che aveva cominciato a muoversi.
Lentamente, dalle pieghe del mantello, emerse il volto di una ragazzina, con dei ribelli ciuffi biondi che spuntavano qua e là dal cappuccio.
- Che ne dobbiamo fare?- ghignò il blu, stringendo quasi automaticamente la presa sulla sua spada.
- Dovrete portarla con voi ed allenarla. A quanto pare il suo potere è in qualche modo simile a quello della suggestione.- intervenne Pain, mentre Nami intervallava occhiate perplesse fra i due gruppi dell’Akatsuki.
Non aveva capito molto di quello che era successo fino a quel momento, anzi, si poteva anche dire che non era proprio sicura di cos’aveva fatto prima di essere stata gettata a terra come un sacco di patate.
Sapeva soltanto che poco prima – o forse erano passati persino dei giorni- si era risvegliata su qualcosa di freddo e umido, probabilmente un pavimento di pietra.
Davanti a lei c’erano due figure che era sicura di non aver mai visto prima ma, in un qualche modo, sapeva che le dovevano risultare familiari.
La prima era una donna, dai capelli blu, decorati da un origami.
A causa del buio non era in grado di seguire il suo sguardo, ma riusciva chiaramente a percepirselo addosso.
Infine c’era un uomo, i cui occhi l’avevano catturata fin dall’inizio.
Non aveva mai visto nulla del genere.
Ciò che era successo dopo lo ricordava a tratti ma, non appena aveva alzato lo sguardo verso i due nuovi individui si era – in un certo senso- risvegliata da quello stato confusionale nel quale era precipitata fino a quel momento.
- Probabilmente la sua esistenza è nata da Ambra stessa.- concluse quello che l’aveva portata fino lì.
Ora che lo guardava meglio notò che il suo volto era completamente ricoperto dai piercing – se così potevano essere definiti quei bastoni di metallo che lo trapassavano praticamente in ogni punto-.
Doveva essere sicuramente uno di quei punk convinti che si divertivano a ridurre il loro corpo peggio di un quadro di Picasso.
Il tizio davanti a lei, se non fosse stato per le due autostrade che gli attraversavano la faccia, sembrava essere abbastanza apposto.
Soltanto qualche ora più tardi – quando i ricordi sarebbero cominciati a riemergere- Nami si sarebbe messa a ridere scoprendo che “il tizio apposto” aveva sterminato il suo intero clan – meno uno-.
L’aveva fatto per buoni motivi, certo,ma aveva pur sempre trucidato la sua famiglia a suon di macete e occhiatacce.
Infine soffermò il suo sguardo su colui che riusciva ad eclissare l’anormalità di ogni altro essere vivente di quel pianeta.
Pelle blu che pareva presentare i residui di un tuffo in un secchio di vernice, dentatura ottenuta probabilmente dopo anni e anni di utilizzo della carta vetrata al posto dello spazzolino… ebbe il suo primo incontro con Kisame. Ma perché quella cosa aveva le branchie?
In quel momento anche la mummia con la forma di un gelato gigante che stringeva in una mano non era niente a confronto del suo aspetto.
Nami poteva giurare che, non appena l’aveva guardato, aveva sentito partire in sottofondo la colonna sonora dello “Squalo”.
Sperava solamente che, agli occhi del sommo pesce, non sembrasse una foca indifesa.

Un mese più tardi aveva recuperato le sue conoscenze su “Naruto” e sulla sua “presunta” vita prima di essere trasportata in quel mondo.
“Presunta” in quanto, a detta di Pain, tutto quello che lei sapeva era – molto probabilmente- una sorta di menzogna creata dalla distorsione che Ambra operava continuamente ed inconsciamente sulla realtà che la circondava.
Le aveva spiegato che la ragazza, forse senza nemmeno soffermarsi realmente su quel pensiero, poteva aver desiderato che qualcuno come lei finisse lì, per non continuare a sentirsi così diversa dalle persone che la circondavano.
- Poverina…- aveva pensato allora Nami – Non posso nemmeno immaginare cosa stia passando in questo momento!-.

Al covo dell’Akatsuki, in quel momento…
- DeiDei…- borbottò la ragazza sdraiata sul divano, agitato leggermente i piedi – Mi prendi un gelato?- domandò all’artista, impegnato a sventolarsi con una mano.
- Prenditelo da solo, Fu-.

Doveva allenarsi, doveva diventare una ninja degna di tale nome e poi incontrarla.
Forse quella che stava vivendo era un’illusione ma, in ogni caso, si sentiva in debito verso quella ragazza, voleva trovare un modo per aiutarla; e per farlo doveva esserne all’altezza, non doveva assolutamente infastidirla con la sua inesperienza.
Avrebbe sopportato i duri allenamenti di Itachi e le punizioni che le infliggeva Kisame se non riusciva a portare a termine i suoi compiti.
Doveva farlo per colei che le aveva donato la vita."

Ambra:
Inclinai la testa di lato, perplessa, mentre osservavo Nami che sembrava essersi immersa in un solenne flash back, in stile Holly e Benji.
Peccato che mentre loro facevano in tempo a rivivere la loro vita per intero, giocarsi la casa a poker e bersi una tazza di caffè senza che il pallone si muovesse da davanti il loro piede, pronto a essere scagliato in porta compiendo acrobazie che sfidavano le leggi della gravità, io ero pienamente consapevole dei minuti che passavano.
Minuti preziosi, tra l’altro.
- C’è nessunooooo?- cantilenai lamentosa, facendola sobbalzare – neanche le avessi appena rivelato che in realtà Sakura aveva un ruolo nell’anime-.
- CHI E’?!- cinguettò lei, facendo alcuni passi indietro e parandosi con le mani, terrorizzata.
Il lupo mangia frutta, che frutta vuoi?
- Esattamente la persona che trenta minuti fa ti ha portata qui…- borbottai funerea.
Trenta minuti in cui avrei potuto spiare di nascosto Deidara – anche se ero ancora arrabbiata con lui- e Sasori, sbavando senza ritegno.
Trenta minuti in cui il mio cervellino avrebbe potuto dimenticarsi ripetutamente del motivo per cui l’avevo portata lì. No, tranquilli, non era successo.
In quel momento mi parve veramente, per la prima volta da quando ero lì, di star prendendo parte ad una scena di un anime.
Da dietro le nuvole, improvvisamente, spuntò il sole, che illuminò entrambe le nostre figure, in piedi l’una davanti all’altra.
La prima aveva lo sguardo totalmente concentrato sulla ragazza davanti a lei, quasi pendesse dalle sue labbra, mentre la seconda, un sorrisino di superiorità che le attraversava il volto, si apprestava a parlare.
- Ho trovato un modo per salvare l’insalvabile, per fare l’impossibile… ho risolto il mio dubbio amletico: si può fare o non si può fare? Ovvio che si può fare!- cominciai a pavoneggiarmi io, senza dare peso al fatto che quello che stavo dicendo, effettivamente, non aveva alcun senso.
- D’accordo onee-sama…- mi assecondò Nami - Quindi?- mi incitò, un ciuffo di capelli che le ondeggiava davanti agli occhi in modo molto scenico.
- Guarda Catwoman che sei tu ad essere rimasta a fissare il vuoto fino ad adesso… pretendi pure che mi mangi il mio momento di gloria così in fretta solo perché ti sei ricordata della mia esistenza?!- pensai rifilandole un’occhiataccia che avrebbe spaventato persino… no, non avrebbe spaventato nessuno.
Mah… le ragazzine al giorno d’oggi non avevano più rispetto le persone che avevano un’età ormai avanzata come la mia…
- Non mettermi fretta!- borbottai infastidita – Lasciami vivere ancora per un po’ questa sensazione di onnipotenza, perché tanto non ricapiterà più!- pensai rassegnata, scuotendo la testa.
Sapevo benissimo, infatti, che non appena avessi pronunciato le fatidiche parole tutta la magia sarebbe finita… ed era una cosa altamente deprimente…
Sbuffai, conscia che continuare a temporeggiare non mi avrebbe portato a niente.
Avanzai verso di lei, accostando il viso al suo, in modo che nessuno potesse capire cosa le stessi dicendo – non si era mai troppo prudenti con una marmotta stalker nelle vicinanze-.
- Quello che ti sto per dire non va riferito a nessuno, ok?- le sussurrai nell’orecchio, con aria cospiratoria.
Altrimenti con la tua splendida testolina ci gioco a golf… sono stata abbastanza chiara?
- Puoi avere la mia parola!- fece lei di tutta risposta, determinata.
Perfetto.
- Tu vuoi salvare Itachi, non è vero?- le chiesi e, non appena ebbe annuito, continuai il mio discorso – Qualche tempo fa… Madara è venuto a trovarmi…-.
- Oh…-.
- Si… “oh” è il termine più adatto.- acconsentii – Anch’io ero abbastanza “oh” quando me lo sono ritrovata davanti. Ad ogni modo, per ovvi motivi, lui mi ha imposto di lasciar morire Itachi.-.
Era un vero bastardo! Minacciarmi in quel modo, traumatizzarmi, pestarmi - probabilmente- e lasciarmi come una cesta di mele infondo alle scale senza degnarsi nemmeno di riordinare tutto il casino che avevo fatto cercando di ucciderlo!
Non c’era più rispetto per le ragazzine innocenti – e che vanno in giro a castrare gente a random- al giorno d’oggi… Ok, stavo veramente cominciando a parlare come una vecchietta…
- Io ho le mani legate, ma a te non ha detto nulla giusto? Quindi puoi pensarci tu! Infondo… come avresti potuto saperlo?- continuai, spiegandole la mia geniale intuizione.
Come avevo fatto a non arrivarci prima?
Infondo “se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna”, giusto? Non che questo proverbio c’entrasse molto nel contesto…
Tutt’intorno a noi regnava un religioso silenzio, come se tutti fossero in attesa della risposta di Nami.
- Onee-sama…- mormorò lei, alzando lo sguardo su di me – Quello mi ammazza.- concluse, lapidaria.
“Ammazza”? Ma che termini esagerati usava!
Certo, non l’avrebbe presa molto bene, ma non sarebbe arrivato a tanto… o almeno credevo, o meglio, speravo.
Infondo sia io che Nami gli servivamo vive, no? Non sarebbe stato così accecato dall’istinto omicida dall’ucciderci per una sottigliezza di questo tipo!
Bé, avrebbe sempre potuto torturarci “no stop” nel suo sharingan, ma questi erano solamente dettagli… dettagli dolorosi, ma pur sempre dettagli.
Dimostrando tutta la mia maturità unii le mani in segno di preghiera e cominciai a piagnucolare:
- Ti prego! Se Madara deciderà di prendersela con te ti proteggerò io! Gli dirò che è stata tutta opera mia! Ti prego, almeno provaci!-.
Se ve lo state chiedendo in quel momento non ero disperata, no… quello era solamente l’unica speranza che mi rimaneva per sperare in un “Happy end”.
- Se Itachi crepa, Madara potrà fare i suoi porci comodi! Non lo possiamo permettere!- frignai ancora, cercando di far leva sui sensi di colpa – Per favore Nami, ho bisogno del tuo aiuto!-.
Queste parole sembrarono risvegliare qualcosa in lei.
Ero veramente una stupida… avrei potuto usarle prima invece di fare tutte quelle promesse – che in effetti avrei preferito non trovarmi a dover mantenere-.
Infondo in quel momento la disperazione mi avrebbe portata anche a far di Nami dell’incenso da offrire a Jashin per un po’ di fortuna.
Prima o poi mi sarei dovuta scusare con lei per il trattamento subdolo che le riservavo.
- C-cosa dovrei fare… esattamente?- mi domandò allora la moe-girl, lo sguardo fisso sui suoi piedi, pensierosa.
Riacquistato quel minimo di speranza e cercando di non pensare a possibili finali apocalittici a cui tutto ciò avrebbe potuto portare, presi parola.
- Ancora non sono sicura dei particolari...- dissi con una scrollata di spalle, guadagnandomi una sua occhiata sconvolta.
Infondo avevo avuto solamente cinque secondi di parziale lucidità, non si poteva pretendere troppo, no? - Speravo di ragionarci meglio con te…- mormorai imbarazzata.
In realtà, semplicemente, non sapevo dove sbattere la testa.
Però era stato già un successo l’arrivare a trovare qualcuno che potesse aiutarmi, no? No? Ok… forse mi ero davvero entusiasmata per poco.
- Tutto quello che mi è venuto in mente è di tramortire la marmotta, legarla e chiuderla in uno sgabuzzino, ma non credo che riusciremo mai a…-.
- Tramortirmi?-.
La voce calma ma allo stesso tempo spaventosa di Itachi mi gelò il sangue nelle vene.
Sia io che Nami sbiancammo, sorprese nella piena elaborazione del nostro piano malvagio.
Ci voltammo contemporaneamente verso la marmotta che, senza lasciar trasparire assolutamente nulla, era davanti a noi.
- ‘T-Tachi-kun!- balbettò Nami, mentre con una mano mi strattonava la cappa, in una tacita richiesta di aiuto.
- C-che bello vederti qui! I-io stavo… ehm… stavamo…- lancia uno sguardo d’aiuto alla mia compagna di sventure, ma lei lo evitò abilmente.
Guarda che se io vado giù, bella, tu vieni giù con me!
- Ehm… Nami mi stava… ehm…-.
- Raccontando una barzelletta e…-.
- Ho pensato che… che… che…-.
Per quale motivo del cavolo dovevano capitare tutte a me?
- Nami! Ma non dobbiamo continuare il nostro allenamento?- chiesi, una goccia di sudore che mi colava dalla fronte.
- G-giusto onee-sama, non possiamo mica starcene qui a poltrire! Dico bene ‘Tachi-kun?- gli sorrise lei, mentre lentamente iniziavamo a mettere qualche metro di distanza tra noi e la marmotta.
- Camilla, tu non te ne andare. Devo parlarti.-.
A quell’affermazione storsi il naso: quel “tu non te ne andare” implicava che io me ne andassi, vero? Cos’erano tutti quei favoritismi?
La ragazza sussultò appena.
- Mi spiace onee-sama, ne riparleremo più tardi.- mi disse accennando un sorriso di scuse, per poi avvicinarsi all’Uchiha.
Si, ero stata appena piantata in asso da un tizio in fin di vita e una ragazzina – non dimentichiamoci che era più piccola di me- di belle speranze.
Sapevo benissimo che il fatto che Itachi avesse scomodato la sua persona per andare a recuperare la suddetta ragazza avrebbe dovuto farmi intuire che sotto ci fosse qualcosa di losco. Soprattutto per il modo in cui mi avevano liquidato.
Tutto sommato, alla fine, l’unica cosa che il mio cervello riuscì a partorire fu l’idea che tra loro ci fosse un qualche intreccio amoroso. Nulla di più sbagliato, ma ormai tutti si erano rassegnati al mio sesto senso tarocco.
Ragion per cui me ne rimasi lì, ad osservarli mentre si allontanavano, formulando ipotesi potenzialmente insensate su cosa stessero andando a fare – e no, non includevano il dedicarsi ad un gioco da tavolo-.
Dopotutto Itachi – ignoravo se lo fosse anche Kisame o meno- per lei era ciò che Deidara e Sasori erano per me.
Non mi sarei sorpresa se il loro rapporto fosse diventato più profondo e avesse subito una drastica svolta romantica.
Se non altro così Nami sarebbe stata più motivata a volerlo salvare… ecco che lo facevo di nuovo! Dovevo seriamente smetterla di cercare di manipolarla così!
Intuendo che rimanere lì a rimirare il nulla con sguardo vacuo sarebbe stato alquanto inutile decisi di tornare al covo: lì almeno avrei potuto starmene senza far niente mangiando qualcosa e stando possibilmente stravaccata sul divano.
Ahh… era proprio dura la vita di un ninja!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: _montblanc_