Videogiochi > Ace Attorney
Segui la storia  |       
Autore: pict shewolf    21/08/2012    1 recensioni
...Amare e essere amato... Questa è la continuazione del titolo! è una fanfiction su Franziska von Karma ambientata appena dopo la fine di Justice for all... Non so ancora quanto sarà lunga però ho molte idee su come farla andare avanti, spero che la leggerete!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Phoenix Wright, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo sei:

 
Chiamate...

 
3 NOVEMBRE  20:25  Soggiorno, Residenza Edgeworth

 
Era da una settimana che cercavo di evitare Wright. Quando ci incontravamo per caso nei corridoi del tribunale, il suo viso si illuminava e mi guardava con occhi diversi, come se ci fossimo solo io e lui, tuttavia non diceva nulla.
Io, invece, abbassavo lo sguardo e continuavo a camminare con fierezza.

Dopo averci pensato a lungo, avevo concluso che io non dovevo, non potevo e non volevo provare qualcosa per Wright, ed effettivamente non sentivo niente per lui.
Avevo deciso di dimenticare ciò che era accaduto nel mio ufficio, di far finta che non fosse mai successo.

Si, quel bacio non mi aveva fatto né caldo né freddo, tant’è vero che mi era importato solo di non farmi vedere da nessuno, specialmente da Edgeworth.

Edgeworth… chissà come avrebbe reagito vedendomi baciare Phoenix Wright, il suo nemico… No! Non ero io che avevo baciato lui, era lui che aveva baciato me! Io non avevo avuto scelta…
Rabbrividii al pensiero di ciò che avrebbe detto Edgeworth… Come l’avrebbe presa? Meglio non saperle certe cose…

“Ti ho portato il thè”

La voce di Edgeworth interruppe i miei pensieri. Si avvicinò e appoggiò due tazze di thè caldo sul tavolino del soggiorno, poi si sedette sul divano, un po’ troppo vicino a me.

Presi la tazza e lentamente iniziai a bere:

“Sai chi ho visto oggi in procura?” chiese Edgeworth giusto per fare conversazione.

Feci segno di no con la testa.

“Adrian Andrews…”

Sorrisi leggermente.

“…Pare sia la nuova segretaria di Payne… Perché ridi?” aggiunse quando vide il mio sorriso.

“Niente, l’ho incontrata in tribunale la settimana scorsa e mi ha chiesto se, in procura, qualcuno cercasse una segretaria, e ho pensato a Payne” spiegai.

“Ho capito. È veramente molto carina ed efficiente, per esempio oggi…”

“Beh potresti assumerla tu allora!!” sbottai di scatto.

Lui si fermò e mi guardò sorpreso:

“Ho detto qualcosa che non va?” mi chiese vedendo la mia reazione.

Non so neanche io perché lo agredii in quel modo, ma sentirlo dire con quel tono “Carina” ad Adrian Andrews… Boh, non lo so… MA! Non era gelosia. Non ero gelosa di Edgeworth!

Dal suo sguardo sinceramente confuso capii che la mia reazione era sbagliata:

“Scusa, non so cosa mi è preso” dissi sorridendo timidamente. Anche lui sorrise.

Ad un tratto il mio cellulare, appoggiato, vicino a me, sul bracciolo del divano, vibrò e si accese. Strano, non aspettavo chiamate di lavoro questa sera.

Lessi il nome sul display e sussultai leggermente: Phoenix Wright.

Lo lasciai suonare. Non volevo rispondere, o almeno, non con Edgeworth nella stanza.

“Non rispondi?” chiese notando la mia indifferenza.

“No”

“Perché?”

“Non è importante” dissi nell’istante in cui il telefono smise di suonare.

Riprendemmo a parlare, ma circa cinque minuti dopo si accese di nuovo. Ancora lui. Lo ignorai.

“Rispondi” disse indicando il cellulare.

“No”

“Ma potrebbe essere importante”

“Non  lo è” risposi fingendo noncuranza.

“Chi è?” chiese diventando improvvisamente serio.

“Nessuno, solo uno sciocco che non dovrebbe avere niente da dirmi”

Il cellulare si spense. Edgeworth guardava ancora il telefono, non era riuscito a leggere il nome.

“Come è andato il processo oggi?” gli chiesi per cambiare discorso.

“Abbastanza lungo, ma ho vinto” rispose con un tono molto serio “Il tuo?”

“Bene, l’avvocato non era niente di speciale”

Continuammo a parlare di processi, finché il telefono non suonò per la terza volta.

Questa volta Edgeworth fu più veloce: appoggiò una mano sulla mia coscia, scoperta per via della gonna corta, poi si spinse oltre di me, trovandosi quasi sdraiato sulle mie gambe, con l’altra mano afferrò il cellulare si sedette di nuovo in parte a me e rispose senza neanche leggere il nome.
Era vicino, quindi potevo sentire quello che diceva l’altra voce.

“Pronto?”

“F-Franziska?”

“Wright?!”

“Edgeworth?!”

Silenzio.  Poi Wright continuo:

“Cosa ci fai con il telefono di Franziska?!”

“Non sono affari tuoi!”

“Si invece! Passamela!”

A quel punto urlai:

“Edgeworth dammi il telefono!”

Wright sentì la mia voce.

“Franziska? Perché è con te?”

“Ti ho già detto che non sono affari tuoi! Comunque vive con me”

Cercai di prendergli il telefono, ma lui mi prese i polsi con una mano.

“Perché hai cosi urgenza di parlarle?!”chiese Edgeworth mentre mi teneva ferme le mani.

“Poi sono io che non mi faccio gli affari miei! Passamela subito!”

Wright sembrava arrabbiato, Edgeworth mi lasciò le mani e mi diede il telefono,  ma rimase ad ascoltare.

“Wright?”

“F-Franziska”

“Cosa vuoi?”

“Dobbiamo parlare, subito!”

“Sono quasi le nove…” gli feci notare.

“Non importa! Vieni a casa mia! Per favore…” aggiunse con un tono supplichevole.

In fondo volevo chiarire con lui… Oppure lo feci solo per far arrabbiare Edgeworth.

“O-Ok”

“Ti aspetto”

Misi giù il telefono.

Edgeworth mi guardava con un misto di espressioni, stranito, arrabbiato, sorpreso…

“Andrai a casa sua? Perché?” chiese guardandomi mentre mi alzavo.

“Perché dobbiamo parlare di… ehm… un nuovo caso”

Si alzò anche lui:

“Ti accompagno”

“No”

“Non era una domanda” disse prendendo il cappotto.

“So guidare anche da sola! Non ho bisogno dell’accompagnatore per uscire di notte!” dissi guardandolo male.

“Invece si! Le chiavi le ho io” tirò fuori dalla tasca le chiavi della BMW “ E poi, tu sai dove abita Wright?”

Aveva ragione, non sapevo dove abitava.

“Grrrrr” fu la mia risposta per ammettere che aveva ragione.

“Infatti. Adesso andiamo”

Ci dirigemmo verso l’auto.

Nel viaggio nessuno parlò. Edgeworth guardava serio la strada. Io avevo un solo pensiero in testa: Cosa avrei fatto di fronte a Wright? E, cosa avrebbe fatto lui?


 
Spazio autore:

Ecco qui il sesto capitolo! Cosa farà la nostra Frannie di fronte a Phonix? E come sistemeranno le cose? (Sempre se le sistemeranno…) Nel prossimo capitolo ve lo spiegherò!! Per adesso… a presto!!
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ace Attorney / Vai alla pagina dell'autore: pict shewolf