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Autore: dreamyD    21/08/2012    5 recensioni
Ennesima storia sui Malandrini come ne ho lette tante ma, dato che non posso conoscerle tutte, mi scuso se dovessero esserci delle somiglianze con altre storie. giuro che questa è tutta farina del mio sacco ma che ne so se magari qualcuno non ha un sacco simile al mio? Vorrei riuscire a raccontare la storia dei miei Malandrini dal primo al settimo anno e magari anche dopo chissà... Recensite grazie *dD*
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Nuovi amici

 

 

 

 

«Sveglia cari è mattina! Ma cosa fate tutti lì per terra? Forza forza in piedi e poi a fare colazione!» la voce di Dorea si infiltrò confusamente nel sonno di Sirius che aprì gli occhi, non capendo subito dove si trovava. Poi collegò la voce a Dorea, a James, alla casa dei Potter e alla sua libertà e le sue labbra si stirarono in un sorriso felice.

«Oh ben svegliato Sirius! Fai alzare anche gli altri e poi scendete a fare colazione. Io scendo perchè altrimenti il bacon rischia di bruciarsi!»

«Sì certo, faccio io.» bofonchiò Sirius prima di alzarsi faticosamente su un ginocchio. Per prima cosa si diresse verso Remus e Peter: per loro bastava una bella scrollata! Poi per Sunshine un sorriso prima di un sussurro e, quando finalmente tutti furono più o meno svegli, una bella gridata nelle orecchie per James.

«Sempre gentile Sirius, mi raccomando!» si lamentò questo, ricevendo per tutta risposta una bella risata.

«Dai James muoviti, Dorea ci aspetta giù con la colazione.» lo informò Sirius, sempre con il sorriso sulle labbra. Insieme scesero in cucina, seguendo il buon profumino e si sistemarono a tavola.

«Buongiorno a tutti. Buongiorno Chars» li accolse Dorea, servendo l'abbondante colazione su dei piatti che volavano davanti al proprietario con un semplice movimento della bacchetta.

«Buongiorno mamma!»

«Buongiorno!»

«Buongiorno amore.» salutarono rispettivamente James, i ragazzi e Charlus cominciando a mangiare.

«Cosa fate oggi ragazzi?» chiese l'uomo prendendo un po' di bacon e uovo dal suo piatto.

«Li porto a fare conoscenza con i miei amici e poi stiamo a giocare con loro.» disse allegro James con la bocca piena di muffin ai mirtilli.

«Non si parla con la bocca piena!» lo rimproverarono insieme Dorea e Sunshine. Ci fu un secondo di silenzio poi tutti scoppiarono a ridere, compresa Dorea, mentre Sunshine arrossiva fino alla punta dei capelli.

«Ok ok. Per Godric come farò a vivere con sia mamma che Sunny?» fece con fare melodrammatico James. Sirius rise ancora, poi si concentrò sulla colazione più deliziosa che avesse mangiato da un mese a quella parte. Quando tutti ebbero finito, i ragazzi filarono a vestirsi, lavarsi e sistemarsi e poi corsero via.

«Allora Jamie chi ci fai conoscere?» chiese Sirius curioso appena ebbero varcato la porta di casa.

«I miei amici. State attenti però perchè sono tutti babbani! Li troveremo al parco come sempre. Ci troviamo sempre lì in estate per organizzare i giochi della giornata.» nessuno fu sorpreso nel sentire che James non era stato abbandonato dagli amici.

Si diressero al parco, che in realtà comprendeva un paio di altalene, una buca per la sabbia e poco altro, ma era ben ombreggiato da grossi alberi verdi e frondosi, trovandoci sei o sette bambini seduti all'ombra a chiacchierare. Sembravano tutti più o meno della loro età, tranne uno che era molto più piccolo: c'era un biondino con i ricci, una bambina mora con una coda di cavallo, uno di colore con i corti capelli neri e ricci, una con i capelli color carota lisci come spaghetti e il suo fratellino altrettanto rosso, uno con i capelli castani tagliati a spazzola e uno che assomigliava un po' a Peter, tranne che nei capelli scuri.

«James, sei arrivato! Chi sono loro?» la moretta con la coda di cavallo scattò subito in piedi appena vide i cinque avvicinarsi, con un sorriso aperto e allegro.

«Ciao Jo! Loro sono Peter, Remus, Sirius e Sunshine.» li presentò James.

«Sunshine?» chiese il bambino di colore con un accento strano.

«Sì Michel. Si chiama Sunshine.» poi James si girò verso i suoi amici e, indicando a turno gli altri elencò: «Josephine, anzi Jo, non chiamatela Josephine perchè dice che è un nome da nonna» sorriso furbo di Jo «Michel, lui è americano ma si è trasferito qui l'anno scorso.» cenno di saluto «Caroline» la rossa «e suo fratello Mark che ha sette anni» il piccolino «Cole» quello con i capelli scuri «Alex» il biondino «e Ethan» quello con i capelli a spazzola.

Finite le presentazioni, James non ritenne necessario aggiungere altro, ma preferì passare a cose più importanti.

«Allora, che si fa oggi?» chiese allegro.

«Potremmo giocare a basket, Cole ha portato il pallone, o magari a Jammball.» propose Jo, indicando dei palloni sotto l'albero.

«Jammball?» chiese Sirius curioso.

«Oh Sir non te l'ho mai raccontato? Ho inventato un gioco e loro l'hanno chiamato così. Al dire il vero è stato Mark, ma gli altri hanno approvato.» disse James pavoneggiandosi.

«Sei un pavone Potter.» lo prese in giro Ethan, facendo ridere tutti gli altri.

«Non è colpa mia se sono un genio!» fece James, tirando la lingua agli amici.

«Certo, e lui è un mago!» scherzò Caroline, indicando Peter. Sirius, James, Remus, Peter e Sunshine si guardarono un attimo e poi scoppiarono a ridere fragorosamente.

«Sono un genio! Sono un genio!» cantilenò James tra le risate.

«Ma che c'è da ridere tanto?» chiese Alex perplesso come tutti gli altri.

«Niente Alex, niente. Giochiamo a Jammball allora? Così facciamo vedere come si fa!» disse James, contento di potersi vantare ancora un po'.

«Abbassa la cresta galletto. Anche se l'hai inventato tu, resto sempre io il migliore a Jamm!» intervenne Ethan.

«TU? Ma figuriamoci! Lo sanno tutti che io sono il migliore a Jamm!» protestò James.

«Scusate?? Chi è che vi batte sempre tutti?» chiese retorica Jo, scatenando le proteste di tutti gli altri.

«E se ci fate vedere come giocate così vediamo chi è il più bravo?» intervenne dopo un po' Sirius.

«Ha ragione lui! Giochiamo!» esclamò Jo.

«Giocano anche loro?» chiese il piccolo Mark indicando i quattro ancora perplessi.

«Spieghiamo loro le regole e poi vediamo!» propose Cole.

«Spiego io!» gridò James tra i sospiri degli altri.

«Che noia che sei Potter! Dai veloce...» mugugnò Jo, dando una piccola spinta a James.

«Sempre violenta tu. Comunque...allora si gioca in un campo rettangolare, di solito usiamo quello da basket ma non sempre, e ogni squadra ha un cerchio di quelli.» spiegò James indicando due cerchi di legno dall'aria piuttosto malandata attaccati a due bastoni con lo scotch, abbandonati a terra vicino ad un cespuglio. «Quelle sono le porte. Le si pianta per terra e bisogna lanciare la palla attraverso il cerchio. Ogni giocatore della squadra può fare anche il portiere, sapete, mancanza di personale.» aggiunse con aria professionale tra i ghigni di Sirius che aveva riconosciuto da un pezzo a che gioco si era “ispirato” James. «Quindi c'è un pallone con cui fare i punti, di solito usiamo quello da basket e poi una pallina da tennis che due giocatori si devono passare senza farla mai cadere e che possono tenere ferma in mano solo per qualche secondo. La prima volta che a uno cade la pallina si fa pausa e si aggiungono dieci punti alla squadra avversaria. Si fanno quattro turni e poi chi ha più punti vince. La palla con cui fare punto si può calciare, palleggiare e anche tenere in mano per dieci secondi, ma non di più. Capito tutto?» chiese alla fine, soddisfatto della sua spiegazione. Gli altri annuirono, Peter un po' dubbioso.

«James, ha dimenticato di dire che ogni rete vale dieci punti e se viene fatta dall'altra parte del campo vale quindici.» intervenne il piccolo Mark.

«Hai ragione! Domande?» fece James, guardando male Sirius che ridacchiava e che, naturalmente, lo ignorò.

«Sì Jamie...» disse infatti quello, con un ghigno malandrino stampato in faccia.

«Che vuoi Sirius?» chiese scocciato James.

«Volevo sapere se i tuoi amici sanno che non sei davvero un genio ma che il gioco l'hai copiato.» sputò velocemente Sirius, prima che l'amico potesse fermarlo.

«L'hai copiato? Vuoi dire che non l'hai inventato tu? Brutto bugiardo!» scattò subito Jo, tirando uno scappellotto a James.

«Ahia! Non è vero! L'ho inventato io!» protestò James.

«Figuriamoci! È quasi identico a quello che facciamo alla nostra scuola! Ha fatto solo qualche piccola modifica.» intervenne Sirius, guardando allegramente James.

«Piccola? Ho fatto qualche enorme modifica!» si lamentò quello, tra le risate degli amici.

«A me non importa se l'ha inventato James. Io prima non lo conoscevo e lui ce l'ha insegnato quindi secondo me è giusto chiamarlo Jammball» disse angelico Mark ricevendo una pacca sulla spalla da James.

«Visto Sirius? Ascolta Mark che è il più intelligente, dopo di me naturalmente!» disse orgoglioso, tenendo la mano sulla spalla del suo piccolo difensore.

«Come siete noiosi! Giochiamo o no?» chiese Ethan con una smorfia.

«Hai ragione. In quanti giochiamo?» si aggregò Alex.

«Tutti?» chiese James, rivolto sopratutto a Peter e Remus.

Infatti...«No grazie, io sto a guardare per un po'.» si tirò indietro infatti Remus, seguito subito da Peter.

«Tu giochi Sunny?» chiese James guardando l'amica che osservava le porte dubbiosa.

«Mmh...credo di sì. Ma non voglio stare in squadra con Sirius!» acconsentì alla fine lei, facendo una linguaccia a Sirius che la guardò male.

«Antipatica.» borbottò quello, alzando le spalle.

«Ok va bene! Facciamo le solite squadre?» chiese Cole, rivolgendosi a Jo e James che sembravano i capi di quella piccola combriccola.

«Sì. Allora io con Ethan, Mark, Michel e...Sunshine?» chiese Jo rivolta alla ragazza che annuì.

«E allora io, Sir, Cole, Alex e Caro.» disse entusiasta James, avvicinandosi a Coroline che gli rivolse un sorriso, arrossendo.

Fatte le squadre, i ragazzi cominciarono a giocare. James e Ethan si tiravano la pallina da tennis, cercando di farla cadere all'avversario con tiri difficili o di scappare lontano per non farsi prendere, mentre gli altri si passavano la palla cercando di fare punto. Sunshine era piuttosto portata a tirare ma non aveva molto fiato e dopo dieci minuti di corse avanti e indietro preferì restare dalle parti della porta e aspettare che Jo le passasse la palla. Sirius e Alex cominciarono subito a fare gioco di squadra, capendosi al volo e Mark, che Sunshine aveva paura si facesse male tra quei ragazzi, invee si rivelò una scheggia nello sgusciare tra le gambe e le braccia degli avversari fino a portarle la palla, affinché lei potesse tirare. Dopo mezz'ora la partita era finita e i ragazzi si gettarono sull'erba, sudati e impolverati, ansimanti e con il sorriso sulle labbra.

«Abbiamo...vinto noi! Alla...faccia tua Potter!» esultò Ethan ansimando e ridendo insieme.

«Solo fortuna!» rispose imbronciato James, deluso per aver perso solo di cinque punti.

«Siete stati tutti bravissimi!» si complimentò Peter, entusiasta ed eccitato.

«Adesso che ne dite di andare fino al fiume a farci un bagno?» chiese Jo, tirandosi a sedere e scostando i capelli umidi dalla fronte. Tutti approvarono e insieme scesero verso un'ansa del fiume, che scorreva tranquillo poco più in là, in cui l'acqua era piatta e senza correnti e le ombre dei salici e dei pioppi si allungavano, creando giochi di luci con il sole, che filtrava tra le foglie.

Senza alcun pudore, appena arrivati sulla riva, Jo, James e gli altri cominciarono a spogliarsi fino a rimanere solo in mutande e si gettarono in acqua. Sirius esitò solo un istante e poi lo imitò. Sunshine invece preferì togliersi la maglietta e immergere le gambe nell'acqua, seduta su un sasso a riva. Dopo un po' Remus le si sedette accanto mentre Peter alla fine decise di spogliarsi e unirsi agli altri.

«Dai Sunshine, vieni con noi! Forza Rem, convincila!» urlò loro James dopo un po', sguazzando felice nell'acqua.

«No grazie.» rise Sunshine, aggrappandosi più strettamente al sasso.

«Dai forza!» cominciarono ad insistere anche Jo, Caro e Ethan, imitati dagli altri che li incitavano ad entrare.

«Ehi!» la chiamò ad un certo punto Sirius, i capelli gocciolanti che gli ricadevano sugli occhi.

«Mmh?» rispose lei senza guardarlo, osservando i riflessi della luce sul fiume.

«Vieni con noi, Raggio di Sole?» Sirius si era avvicinato e la guardava con gli occhi da cucciolo, un sorriso sulle labbra e una mano a tirarle su il mento perchè lo guardasse negli occhi.

Sunshine cercò di non guardarlo per un po', ma alla fine si arrese e punto i suoi occhi in quelli del ragazzo, grigi in quella luce screziata, luminosi finalmente di felicità.

«Ok ok va bene! Ma sappi che non è leale!» si arrese dopo un attimo, mentre Sirius scoppiava a ridere. Sunshine si sfilò i pantaloncini ed entrò nell'acqua fredda. Immerse la testa sotto e si sentì bene. Riemerse solo quando non aveva ormai più aria e venne subito sommersa da una battaglia di schizzi.

«Remus, se non entri mi arrabbio!» esclamò dopo un po' James, tirando l'amico per un piede.

«Ok ok basta che non mi tiriate dentro come l'ultima volta!» capitolò Remus, che non voleva trovarsi completamente fradicio.

Alla fine erano tutti in acqua, a ridere, spruzzarsi e nuotare, nel loro piccolo angolo di fiume.

 

**

 

«Allora noi andiamo a casa a mangiare! Ci vediamo alle due e mezza, solito posto?» chiese James. Dopo il bagno nel fiume si erano stesi sull'erba ad asciugarsi e giocare agli indovinelli, a raccontarsi le barzellette e a guardare le nuvole. Adesso si stavano tutti rivestendo, preparandosi per tornar e a casa a pranzo.

«Certo.» confermarono tutti gli altri. Subito Caro e Mark corsero via gridando che erano in ritardi e anche gli altri se ne andarono presto. Alla fine rimase solo Jo, sotto l'albero del parco, mentre accanto a lei Sirius finiva di allacciarsi le scarpe.

«Sirius muoviti!» gli gridò James che già si allontanava.

«Arrivo!» urlò di rimando Sirius, senza però affrettarsi. Appena ebbe finito si rialzò e fissò Jo.

«Che c'è?» chiese quella sospettosa.

«Non vai a casa a mangiare?» chiese Sirius, vedendo che la ragazza non aveva intenzione di muoversi da lì.

«No, oggi no. Mangerò qualcosa al bar in fondo al quartiere. Lì mi danno sempre un panino gratis.» disse lei imbronciata ma non triste.

«Perchè?» chiese ancora Sirius curioso.

«Perchè no. Dai muoviti che ti aspettano.» lo esortò Jo, girandosi dall'altra parte.

«Ok. Però ti prometto che ti porto una fetta di torta quando torniamo. Promesso.» e senza aspettare che lei gli rispondesse, Sirius si voltò e corse via per raggiungere gli altri che già erano lontani.

«Quanto ci hai messo! Dai veloce che mamma ci aspetta.» Sirius raggiunse gli altri con il fiato corto e si fermò un secondo per riuscire a parlare, ma alla fine non disse niente e si girò verso il parco, in cui però la figura di Jo non si vedeva più. Così seguì gli altri senza fermarsi ancora, rimuginando sul poco che aveva capito da quella conversazione.

 

**

 

«Allora, vi siete divertiti oggi?» chiese Charlus sedendosi a tavola, dove i ragazzi già stavano mangiando.

«Oh sì papà, molto molto!» rispose James con la bocce piena. Da Sunshine ricevette un'occhiataccia e da sua madre un “Chiudi la bocca quando mangi James!”.

«Molto lavoro oggi Chars?» chiese Dorea, porgendo un piatto al marito.

«Abbastanza. Ma oggi pomeriggio credo andrà meglio. C'è stata confusione soprattutto per alcuni episodi strani avvenuti in tutta Inghilterra, ma niente feriti. Sembra che i Mangiamorte se ne vadano in giro per farsi vedere e poi spariscano senza far niente. È strano.»

«Quindi anche io avrò da lavorare oggi pomeriggio immagino.» sospirò la donna.

«Torni già a lavoro mamma?» chiese contrariato James, mettendo il broncio.

«Certo James, cosa credevi? Le mie vacanze cominciano solo tra quattro giorni!» rispose Dorea.

«Cosa fate invece voi dopo?» chiese Charlus per cambiare discorso.

«Torniamo al parco per trovarci con gli altri e poi facciamo qualcosa insieme. Per merenda ci arrangiamo come al solito e poi torniamo prima di voi!» spiegò James, di nuovo sorridente.

«Bravi ragazzi, ma state attenti!» li ammonì Charlus, continuando a mangiare.

«Sì sì papà.»

Il resto del pranzo passò con calma, senza troppe chiacchiere perchè tutti erano troppo impegnati a mangiare. Sunshine si scoprì più affamata di quanto non lo fosse da tempo e mangiò tutto quello che Dorea le mise nel piatto, anche se le sembrava troppo.

Alla fine, dopo la crostata avanzata dal giorno prima, i ragazzi si alzarono per lasciare ai due adulti un po' di tempo per parlare tra loro e filarono in giardino.

Tornarono alle altalene, i ragazzi all'ombra e Sunshine ad offrire il viso al sole, dondolandosi su una delle due altalene.

«Non hai caldo Sun?» chiese dopo un po' Remus.

«No, è bello.» rispose lei con voce sommessa.

«Figurati se lei può avere caldo! Hai presente che si chiama Sunshine? Magari un motivo c'è!» scherzò Sirius, facendo ridacchiare gli altri.

Dopo rimasero tutti in silenzio e piano piano Sirius, senza neanche accorgersene, scivolò nel sonno, come anche James e Peter.

«Guardali come dormono...» il sussurro svegliò Sirius dallo stato di torpore in cui era caduto, ma lui non aprì gli occhi. Si stava troppo bene così e poi voleva ascoltare cosa stavano dicendo Sunshine e Remus.

«Già. Stanotte eravate così carini, tutti addormentati.» anche Sunshine sussurrava e Sirius la sentiva più vicina, probabilmente non era più sull'altalena.

«Stanotte?» chiese Remus. Certo, lui non sapeva che lei si svegliava sempre di notte.

«Sì. Guarda James, non sembra neanche una peste chiacchierona quando dorme.» disse dolce Sunshine e Sirius poteva immaginarsela, un sorriso lieve sulle labbra, una ciocca di capelli sfuggita alla treccia infilata dietro all'orecchio, gli occhi blu fissati in un espressione dolce su James.

«Sembra quasi dolce e carino.» ridacchiò Remus.

«Lui, in fondo in fondo, è dolce. E anche carino.» adesso di sicuro la ciocca era sfuggita all'orecchio e lei se la stava girando tra le dita, dicendo che James era carino. A Sirius sarebbe piaciuto aprire gli occhi e osservarla senza che lei lo vedesse, ma tenne li occhi chiusi.

«Dici? Bè tu di sicuro lo conosci più di me.» mormorò Remus on una nota dolente nella voce.

«Rem? Posso chiederti una cosa?» chiese Sunshine esitante.

«Dimmi.» Remus non sembrava contento della cosa, ma era troppo gentile per dire di no.

«Come mai all'inizio non volevi stare con noi? A me non sembrava che noi ti stessimo antipatici, ma ci stavi sempre lontano e allo stesso tempo non stavi mai senza di noi...perchè?» chiese Sunshine, calibrando bene le parole per paura di offendere Remus.

«Io...non lo so Sunshine. Immagino che avessi paura. Voi sembravate così felici e affiatati anche se vi conoscevate appena e io...avevo paura di non esserlo altrettanto. Non volevo essere rifiutato e quindi mi allontanavo da solo.» rispose Remus dopo un attimo di esitazione.

«Ah.» Sunshine chiuse lì il discorso, capendo che a Remus non piaceva e rimase in silenzio.

«Guarda Sirius.» ridacchiò dopo un po' Remus. Sirius subito si chiese che cosa avesse che non andava: stava respirando allo stesso ritmo di James per sembrare addormentato, aveva gli occhi chiusi...e allora che c'era?

«Già, hai visto?» fece Sunshine. “Visto cosa?” si chiese ancora Sirius perplesso.

«Sì.» Sirius stava quasi per aprire gli occhi e chiedere che cosa c'era da vedere in lui quando Sunshine parlò ancora.

«Sembra così...tenero...quando dorme. Eppure ha sempre quella piega tra gli occhi e quell'angolo della bocca in giù...sembra calmo ma allo stesso tempo sempre preoccupato o triste per qualcosa.»

«Già.» Remus aveva un tono più triste in quel momento, come quello di Sunshine.

«Sai, secondo me Sirius è molto più triste di quello che vuole far vedere. Lui è sempre così pronto a scherzare, a sdrammatizzare, a mostrarsi forte ma...secondo me soffre più di quello che mostra.» aggiunse dopo un po' Sunshine. Sirius stava immobile: sapeva che se si fosse “svegliato” in quel momento avrebbe interrotto la conversazione e non lo voleva.

«Lui vuole essere forte. Ma mi dispiace che non capisca che con noi può parlare, che noi lo capiremmo.» disse Remus. Sirius decise che non voleva sentir di più e si mosse, come se si stesse svegliando in quel momento. Nel farlo, sfiorò una mano poggiata a terra e capì che Sunshine era più vicina di quanto avesse immaginato.

«Oh ti sei svegliato!» disse lei, andando poi a scuotere anche gli altri e ricordare loro che dovevano andare.

Sirius la osservò mentre si chinava su James e lo scuoteva piano e pensò che era davvero una ragazza stupenda. Era dolce, allegra, simpatica, comprensiva, adulta e bambina insieme. E lui era felice che lei fosse lì.

 

-Fine Capitolo-

 

 

 

Spazio dell'Autrice

Ok, non dico niente, tranne scusarmi per l'attesa (avevo promesso che sarei stata veloce ma non ce l'ho fatta!) e chiedervi di dirmi che ne pensate dei nuovi amici! Ricordatevi di Jo, è importante. :)
Grazie a Lady Pad, Kira_Iris, Jeis, Annie98, MrsLyla_90, ARYA479PA3: siete fantastiche!!
Al prossimo capitolo!

*dD*



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