5- BLOODY ROSE
- Che hai detto?- Hermione quasi gracchiò mentre si svincolava dalla presa di Harry, ritrovandosi poi magicamente oltre la porticina del locale.
Harry alzò gli occhi al cielo, indeciso se ripetersi
oppure no.
Ma Hermione non lo guardava più.
Si era accorta di non trovarsi ne in un magazzino né in un
banale ripostiglio, come aveva creduto in un primo momento, bensì in qualcosa
di molto simile ad un piccolo ed elegante ingresso, dalle pareti nere ed
illuminato da due abbaglianti lampadari di cristalli.
Sulla parete opposta a quella in cui si trovava la porta
che si affacciava nel pub, spiccava quello che aveva tutta l’aria di essere un
ascensore.
La freccia luminosa indicava solo il basso.
- Dopo mi spiegherai cosa intendevi prima, Harry…ora dimmi
dove siamo-
la giovane Auror sembrava trattenersi a stento per la
curiosità, ma mostrò la sua impassibile freddezza.
A volte sapeva essere spaventosamente glaciale.
Harry le indicò con un cenno del capo l’ascensore di fronte
a loro.
- Scendiamo e lo scoprirai- ribatté quell’infida creatura
contorta che rispondeva al nome di Harry Potter.
Hermione lo precedette senza mostrare alcun turbamento.
Spinse il pulsante ed immediatamente l’ascensore si aprì
con un allegro scampanellio.
L’interno era stupefacente.
Hermione ricordava di aver visto dei film in cui nei Grand
Hotels c’erano ascensori di quel genere.
Di legno puro, ricoperti di specchi alternati a tratti di
velluto rosso con intarsi dorati.
Notò subito un forellino accanto al riquadro dorato dei
pulsanti ma non vi badò più di tanto.
Si posizionò a braccia incrociate in un angolo osservando
dall’alto in basso il bambino sopravvissuto.
- Sei tremendamente simile alla McGranitt in questo
momento, sai?- la apostrofò il moro mentre spingeva uno dei due pulsanti che
indicavano i piani sottostanti.
Hermione si limitò a sollevare un sopracciglio a
quell’affermazione che, dovette ammetterlo, non era proprio un complimento.
Se quel damerino del suo amico credeva di allontanare le
spiegazioni con una serie di battute si sbagliava di grosso.
Aveva già pronta una bella sfilza di domande, quando la
porta dell’ascensore si aprì di nuovo.
Ed Hermione non ebbe più le parole per parlare.
**********
Edward Dalton ex Ravenclow, almeno a detta di suo padre, non sarebbe mai stato in grado di lavorare.
Non perché Dalton senior intendesse mantenerlo a vita, ma perché sapeva che il suo unico figliolo non era una persona che lui avrebbe definito affidabile, né tanto meno, seria.
Così quando il giovane Dalton aveva ricevuto la sua prima
offerta di lavoro qualche mese prima, non aveva esitato ad accettare
quell’unica occasione che aveva per dimostrare a sua padre che era in grado
anche lui di fare qualcosa di serio.
Probabilmente per serio suo padre non aveva inteso quello.
Ma lavorare per Harry Potter era comunque una grande
soddisfazione…anche se non poteva dirlo a nessuno.
Quando il biondo giovane scorse di sfuggita la figura del
suo celebre datore di lavoro accompagnato da una ragazza proprio niente male,
si affrettò ad allontanarsi lasciando il suo lavoro ad una giovane moretta assunta da poco.
Afferrò due mantelli neri lanciandoli ad un Harry Potter
più che sorridente di fronte all’espressione della ragazza che lo accompagnava.
- Granger…?- si lasciò sfuggire sorpreso Edward,
riconoscendo la sua vecchia compagna di scuola.
Non credeva che la so-tutto-io Granger si sarebbe mai
vestita in quel modo.
La ragazza però non lo guardò neppure.
Continuava a girare la testa da una parte e dall’altra e
quando Harry le posò sulle spalle il mantello e le sollevò il cappuccio, parve
non accorgersene nemmeno.
- Harry…ma questi sono tutti maghi?- riuscì a dire
Hermione riprendendosi un poco dallo stupore iniziale.
Harry fece segno a Dalton che si sarebbero visti dopo e
infilatosi anche lui il mantello e il cappuccio trascinò Hermione in un angolo
appartato da cui poteva osservare senza dare troppo nell’occhio.
“ Un locale…per soli maghi e nel centro di Londra”
Nascosto ad arte sotto ad un locale babbano.
Il locale era a dir poco enorme e non aveva nulla a che
spartire con ciò che si trovava al piano superiore.
Il bancone, lungo una buona decina di metri, era addossato
ad una parete ed il piano era completamente di marmo nero, come il pavimento
del resto.
Vari lampadari di cristallo, come quelli che aveva visto
nell’ingresso, erano sparsi per tutto il soffitto, talmente scintillanti che
sembrava che l’aria stessa fosse fatta di luce.
Hermione non riusciva a capire come le decine di
tavolinetti di vetro, ma forse era cristallo,
che circondavano il perimetro del locale, riuscissero a rimanere in una
delicata penombra.
In ogni caso a parte i divanetti di broccato nero e dorato ai due lati dei tavolini, il
locale non contava altri fronzoli.
“Elegante ma essenziale”
I maghi che lo affollavano sembravano altrettanto eleganti
ma non proprio essenziali.
Sotto i mantelli esclusivamente neri che la maggior parte
di loro indossava, e come si accorse improvvisamente di indossare anche lei, si intravedevano orli di gonne di perline e
seta, pantaloni di ottima qualità e gioielli delle fattezze e materiali più
disparati.
C’era anche chi dava meno nell’occhio, ma lo sguardo di
Hermione sorvolò su di loro.
Alcuni indossavano i cappucci dei mantelli.
Hermione aprì finalmente la bocca come per dire qualcosa
ma scoprì di non sapere cosa dire, tante erano le cose che aveva da chiedere.
Harry sorrise cominciando finalmente con le spiegazioni.
- Come ti ho detto prima questo locale è mio. Lo ho aperto
tre mesi fa-
Harry tacque aspettando che Hermione cominciasse con le
domande a raffica, ma la riccia si limitò a guardarlo incoraggiandolo a
continuare.
- Come sai i miei mi hanno lasciato un bel po’ di soldi
alla Gringott, così ho deciso di investirli-
-In un locale?- chiese infine Hermione con aria
improvvisamente piuttosto scettica.
-Non è un semplice locale Herm…sediamoci così ti racconto-
Il bambino sopravvissuto, neo-proprietario di un magico
locale all’ultimo grido, condusse la propria migliore amica verso uno dei
tavolinetti.
Hermione notò con meraviglia che incisa sul vetro del
tavolo vi era una rosa con il gambo tagliato di netto da cui sgorgava quello
che sembrava sangue, visto l’intenso colore rosso con cui erano dipinte le
gocce.
Non appena si furono seduti una ragazza dagli sgargianti
capelli blu cobalto, li raggiunse chiedendo se desiderassero qualcosa.
Harry si abbassò leggermente il cappuccio, giusto per
farsi riconoscere, e ordinò due burrobirra con aggiunta di cannella.
Una specialità della casa, a sua detta.
La ragazza annotò velocemente.
-Te le porto subito Harry!- trillò allegra prima di
allontanarsi.
Hermione la guardò andare via prima di concentrarsi di
nuovo sull’amico.
- Ha un aria familiare…Chi è?- domandò la riccia.
- Ninphadora…trasformata ovviamente, è una mutaforma -
rispose Harry come se fosse la cosa più normale del mondo.
- Tonks!?…ma lei è un Auror!- trillò Hermione sempre più
confusa.
- Shh!!!- sibilò Harry con un po’ di preoccupazione negli
occhi verdi.
- è meglio che qui non parli di Auror o del Ministero,
Herm- la ammonì Harry guardandosi intorno come se avesse paura che qualcuno
sentisse.
-Vedi Herm, quelli che lavorano qui dentro sono tutti
Auror in incognito o gente di fiducia…- spiegò subito il bambino sopravvissuto,
chiarendo però di poco gli interrogativi di Hermione.
- Harry, ti decidi a spiegarmi?-
Harry si passò una mano tra i capelli nerissimi,
scompigliandoli più di quanto non fossero già.
Non era semplice da spiegare.
- Ok, prima ti stavo parlando di un modo per agire al di
fuori del Ministero…eccolo qua!- concluse il bambino sopravvissuto indicando
con gli occhi seminascosti dal
cappuccio l’intero locale.
Hermione incrociò le mani davanti a sé prima di sospirare
con impazienza.
- Mi stai dicendo che il locale è una copertura per
qualche cosa?-
Harry si grattò una tempia.
- Non proprio… vedi, nessuno sa che il locale è mio,
sarebbe il fallimento del mio piano se si sapesse, perciò maghi di ogni sorta,
soprattutto purosangue come puoi vedere, sono diventati clienti abituali.
E non devo dirti io che un buon settanta percento delle
famiglie purosangue simpatizza per i Mangiamorte…o peggio, sono
Mangiamorte.
Chi viene qui si diverte e non viene disturbato. Beve e
parla.
Diciamo che si ottengono più informazioni in serate come
queste che durante un’ indagine del Ministero che ci impegna per settimane,
spesso senza risultati.
Ultimamente il locale ha ottenuto una così buona fama, che
anche membri del Ministero con affari poco puliti vengono qui ad incontrarsi
con altri loro soci.
I camerieri, i baristi e Auror fidati sotto copertura
ascoltano e riferiscono. Se riesco a raccogliere prove schiaccianti con questo
sistema, il ministero non potrà ignorarle.
Come vedi ho trovato un modo, Herm. -
Harry sorrise da sotto il cappuccio, pienamente orgoglioso
di se stesso e felice di mostrarlo.
Hermione, con il volto seminascosto dal cappuccio, non
aveva ancora detto nulla.
Ma se Harry conosceva bene Hermione, poteva dire di
sentire le rotelline del suo cervello che giravano a velocità stratosferica.
Quando la ragazza alzò gli occhi nocciola, Harry vi scorse
quello che si aspettava.
Stupore, orgoglio, compiacimento.
- è fantastico Harry…quasi non riesco a credere che tu
abbia portato avanti un progetto del genere!-
Harry le strinse affettuosamente una mano.
- Spero che mi perdonerai per avertelo detto solo ora, ma
avevo bisogno di vedere come sarebbe andata. Ed ora posso dirlo, va alla
grande!-
Hermione sentì che l’entusiasmo di Harry era tanto che
anche lei se ne sentì subito invasa.
Era bello vederlo felice, soddisfatto di ciò che era
riuscito a fare.
Non gli era capitato di vederlo spesso così.
Quando però una musica arabeggiante si diffuse nell’aria
come un profumo fragrante, Hermione si voltò interrompendo quel momento di
entusiasmo.
Due ragazze asiatiche, minute ma dall’aria decisamente
sensuale con le loro vesti velate di paillettes e perline, avevano cominciato a
danzare su un palco semicircolare su cui Hermione non si era soffermata prima.
“Danza del ventre”
Hermione strinse gli occhi per metterle meglio a fuoco poi si girò verso l’amico che la
guardava di nuovo con quel suo sorrisino ammiccante.
- Harry…?-
- Si?- cantilenò lui di riamando.
- Ma quelle non sono…- iniziò Hermione.
- Le gemelle Patil?...Si lo sono, ballano qui due sere a
settimana- finì Harry al posto suo.
Quella serata continuava a sfornare sorprese su sorprese.
- Per Merlino Harry! Chi altro lavora qui oltre a
Ninphadora e le Patil?-
- Edward Dalton, che prima ci è venuto incontro ma che tu
hai bellamente ignorato- Harry indicò con gli occhi verso il bancone dove il
biondo stava servendo un gruppo di streghe in pompa magna - più qualche Auror
fidato a turno-
- è stata un’idea grandiosa Harry-
-Lo so…poi i gemelli mi hanno anche suggerito un paio di
idee geniali. Hai notato il piccolo foro al lato dei pulsanti, nell’ascensore?-
Hermione annuì senza però riuscire a capire l’importanza
di quel particolare.
- Bene, da lì una macchina fotografica scatta una foto a
chiunque entri nel locale, così so sempre l’identità dei clienti, nonché ho le
prove concrete per incriminarli, qualora ce ne sia bisogno - Harry, a
dimostrazione di ciò, le fece scivolare in mano la loro foto che Dalton gli
aveva dato insieme ai mantelli.
- Per di più, chi vuole può indossare il mantello con il
cappuccio, così nessuno può riconoscerlo, come stiamo facendo noi-
Hermione storse graziosamente il naso.
- Mi sa un poco d’illegale Harry…possibile che nessuno al
ministero abbia scoperto che il locale è tuo?-
Harry scosse la testa.
- Ufficialmente appartiene ad Edward, suo padre ci ha
voluto anche investire dei soldi. Gli Edward sono una famiglia importante ed il
Ministero preferisce tenersela amica, perciò nessuno ha fatto troppe storie o
troppe domande. Solo dei documenti segreti attestano che il locale sia mio-
Hermione continuò a guardarlo senza riuscire a nascondere
un barlume di perplessità.
Harry le disse fieramente sottovoce.
- Lo so che può sembrare tutto tremendamente stupido,
vista la portata del problema da risolvere.
Ma Voldemort è ancora là fuori Herm, e visto che il
Ministero a mio avviso non fa abbastanza per fermarlo, questo è l’unico modo
che ho trovato.
Voglio ucciderlo a qualsiasi costo, lo sai-
Hermione si rilassò sul divano a quelle parole.
Era cambiato il suo Harry in quegli anni e lei se ne
rendeva conto ogni giorno di più. Ma quello no, quel suo desiderio di uccidere
Voldemort non era cambiato affatto, non era diminuito.
Hermione lo osservò senza battere ciglio mentre si
rilassava e si accendeva una di quelle sigarette alla menta ammazza-polmoni,
che a lui piacevano così tanto.
A niente erano servite le sue ramanzine su tutti i danni
che poteva provocare il fumo.
Harry inspirava a grandi boccate e poi gettava fuori il
fumo lentamente, guardando quasi ipnotizzato le nuvolette che poi si
disperdevano nell’aria.
Era calmo eppure cupo, gli occhi verdi nascosti dalle
lenti rotonde, fissavano il vuoto ma probabilmente vedevano molto più che il
semplice nulla.
Hermione scosse impercettibilmente il capo.
Il suo amico di sempre
aveva perso un po’ di quella sua ingenua spensieratezza, un po’ di
quella sua adolescenziale purezza.
Si era fatto più duro, più cupo, più uomo.
Aveva cominciato a fumare un anno prima, più come
consolazione che per puro vizio, magari per sentirsi un po’ meno speciale,
soltanto un ragazzo, o mago che sia, come tanti altri.
Solo Harry, non il Salvatore dei maghi, non il Prescelto.
Hermione a volte temeva che tutte le aspettative che il
mondo magico aveva su di lui avrebbero finito per schiacciarlo.
Ma infondo, lei lo sapeva bene, Harry era sempre lo stesso
e lo sarebbe rimasto per sempre. Sempre il fiero e coraggioso ragazzino che
vuole sconfiggere il suo nemico giurato, non solo perché è il mondo a
supplicarlo, ma soprattutto perché è il suo cuore ad ordinarglielo.
Hermione non si preoccupava più quando lui le esternava con tanta naturalezza, come aveva appena fatto, la sua volontà di uccidere Voldemort a qualsiasi costo.
Sapeva che niente l’avrebbe mai fermato, se non Voldemort
stesso.
Questo la spaventava, ma tentava di non pensarci, al
contrario di Harry che, suo malgrado, non riusciva a pensare ad altro.
Perciò contenta che le sue domande avessero avuto delle
risposte, inaspettate dovette ammettere, e che quella serata avesse dato una
svolta positiva alla giornata di per sé disastrosa, Hermione osò porre ad Harry
una domanda che le frullava in testa già da un po’…
- Harry?- saltò su Hermione, con uno strano luccichio
negli occhi nocciola.
- Se Malfoy dovesse venire qui, me lo dirai vero?- avrebbe
voluto non pensare a lui, ma l’occasione era irrinunciabile.
Vide il suo migliore amico incupirsi di nuovo.
Hermione si aspettava un’altra risposta negativa e
l’ennesima ramanzina sul fatto che avrebbe dovuto lasciare perdere i suoi
propositi.
- Va bene Herm. Questo posso farlo- la sorprese però
Harry.
Non era comunque d’accordo con quella sua idea di volerne scoprire di più, questo Hermione glielo leggeva negli occhi, ma quell’aiuto per lei era sufficiente.
Da quello che le aveva detto Harry, se Draco avesse avuto
qualche losco affare probabilmente sarebbe andato lì per discuterne coi suoi
compari.
Di colpo però il bambino sopravvissuto la riscosse da quei
pensieri, regalandole un sorriso pieno d’orgoglio.
- Dimenticavo Herm…benvenuta al Bloody Rose!-
***********
- Draco?- la voce di Pansy Parkinson aveva il classico tono di quando stava per chiedere a suo marito di comprarle un mantello di pelliccia o un gioiello nuovo.
Draco alzò gli occhi al cielo prima di posare le posate
d’argento ai bordi del piatto e prestare attenzione a ciò che gli diceva Pansy.
Non serviva risponderle, un solo sguardo accondiscendente
e lei cominciò a parlare con studiata calma, scegliendo le parole ad una ad
una.
- Gli Hutson
domani ci hanno invitati a passare la serata insieme, in un nuovo locale
magico…pensa, al centro di Londra! Mi pare si chiami il Bloody Rose. Carino non
trovi? Finalmente niente più Testa di porco o Madama Rosmerta! Che ne dici?…Sarà
una serata tra amici…- concluse Pansy andando a sfiorare una mano di Draco con
la sua, in un gesto che avrebbe dovuto persuaderlo, in qualche modo conosciuto
solo a lei.
Draco ritirò la mano.
Aveva sentito parlare di quel locale.
E pure bene, ma dalle persone sbagliate.
Non voleva finire di nuovo in certe compagnie o, almeno
per il momento, non voleva sentirsi costretto a frequentarle se poteva
evitarlo.
- Non penso sia una buona idea, Pansy- le rispose infatti
dopo qualche secondo.
La giovane donna non riuscì a nascondere la delusione
dietro al trucco perfetto.
- Perché?- domandò. Il suo tono sfiorava l’infantile.
Draco si accigliò senza darlo troppo a vedere. Per lui il
discorso era già chiuso.
-Non ne ho voglia Pansy…ora scusami vado nel mio studio, ti raggiungo più tardi-
Fine della conversazione, questo era il
significato reale di quelle ultime parole.
Pansy guardò suo marito alzarsi da tavola e salire le
scale, con aria corrucciata.
“ Peccato…sarebbe stata una bella serata”
Spazio autrice: Ciauuu! Ho aggiornato un po’ in ritardo causa
influenza, non me ne vogliate…il capitolo però è un po’ più lungo del solito,
perciò un pochino mi sono fatta perdonare. Non mi resta che ringraziarvi tutte
di cuore, soprattutto voi che commentate è veramente importante sapere che la
propria storia non solo viene letta ma piace, anche. Vi invito comunque a farmi
presente se notate qualche difetto o se qualcosa non vi piace, perché le
critiche costruttive a volte aiutano più dei complimenti!
Un bacio a tutte voi ed un
bacio speciale a:
anfimissi: ciao carissima! Sì, Herm è più o meno libera, ma
vista la mia mente diabolica, non si può mai sapere…forse l’avrai capito ma mi
piace da morire tenere Draco ed Hermione sulle spine, in preda ai dubbi e alle vicissitudini più
disparate. Secondo me il loro è un amore sofferto a priori, che può sicuramente
finire bene, ma che comunque non ha vita facile…ok tesoro, ti saluto spero che
parte della tua curiosità sia stata saziata! A presto un baci8
Jane Gallagher: chi si rivede, la cara vecchia Jane! Non avevo
pensato al personaggio del Giovane Holden per il tuo nick, originale senza
dubbio…cmq sono veramente contenta che continui a seguirmi malgrado la tua
scarsa simpatia per il pairing e mi ha fatto ancora più piacere leggere le tue
critiche.
Cominciando da quelle
positive, dico subito che io adoro il Draco stronzo e freddo, che rimane
coerente a se stesso qualunque sia la
situazione. Non mi piace molto quando viene trasformato in un playboy supersexy
o in un tipo da cioccolatini e serenata sotto il balcone.
Capisco che le fanfiction
sono fanfiction, ma stravolgere così un personaggio mi sembra eccessivo.
D’altro canto, lo ammetto,
Hermione ed Harry li ho un po’ modificati. Ma di certo Hermione non è diventata
la fighetta che può sembrare all’inizio del 4° chap. Diciamo che l’ho fatta
vestire in quel modo perché io spesso quando sono giù di morale, come lo era
lei, per tirarmi su decido di vestirmi carina…ma sta sicura che non la vedremo
sempre con questi tacchi e le magliettine sexy! Come dici te è una cosa più da
Emma Watson…Harry invece è abbastanza diverso. Diciamo che mi piaceva pensare
ad una maturazione del personaggio che fosse diversa da quella del classico “
bravo ragazzo”. Cioè, non è che adesso si fa gli spinelli e si sbronza con gli
amici, però infondo è un ragazzo piuttosto sotto pressione (c’è Voldy, il
ministero, la guerra e tutto il resto…) quindi magari trova uno sfogo nel
fumo…spero di essere stata esaustiva, mi raccomando continua a farmi sapere che
ne pensi! Grazie, un baci8
White_tifa: Ciao tesoro! Harry voleva dire proprio quello che
ha detto, il locale è suo, come si è ben capito in questo chap…allora
soddisfatta un po’ di curiosità? Fammi sapere…bacissimi
Fragolina92: ciao! Eh sì Harry proprietario di un locale è un
bel colpo, quello sembra tonto ma non lo è affatto…piaciuto allora il chap?
Fammi sapere! Baciotti
Julietta: ciao bella! Ho letto la tua fic “together
climbed”, ma mi sono dimenticata di lasciarti un commentino^_*…mi è piaciuta
molto, commovente al massimo, e Draco che si fa tutte quelle paranoie quando
Herm gli dice di essere incinta, è veramente tenerissimo…cmq tornando qui, che
ti posso dire se non grazie per gli splendidi complimenti? Mi impegnerò a
rendere la piattola rossa (che tra l’altro mi è piuttosto indifferente come
personaggio, giusto perché sta con Harry, sennò per me può anche uscire si
scena) un po’ più sopportabile, alias, comparirà molto poco. Bene tesoro, ti
saluto, alla prossima! Un baci8ne
Baby emma: ciao, carino il nick! Sono contenta che la mia storia ti piaccia e onorata che ciò che
scrivo sia addirittura fonte d’ispirazione… ti dirò che l’amicizia tra Harry ed
Herm è una di quelle cose che io adoro profondamente…non c’è niente che possa
dividerli, è una cosa stupenda! Spero che continuerai a commentare! Un bacio
°pikkolasummer°: Ciao, sono very happy che la fic ti piaccia!
Un bacio e grazie
merryluna: ciao stella! diciamo che ti ci sei avvicinata con
l’ipotesi del movimento anti-mangiamorte…cmq ti ringrazio e sono felice che tu
abbia deciso di prendere la mia pseudo-minaccia sul serio…i commenti d’altronde
sono sempre più che graditi! Alla prossima,
baci baci
camyxpink: Ron? Se riesco ad infilarcelo, lo scopriremo più
tardi cosa combina…^_* ciao tesoro, alla prossima e grazie! Bacissimi
gemellina: Ciao tesoro! Sappi che ora sono io a bere il
tè….^_^ Chissà perché, ma durante e dopo l’influenza mi imbottisco di tè…che
pacchia…cmq che te ne pare del progetto di harruccio pottuccio? Fammi sapere
stella, alla prossima! Baci baci
@ngel: In effetti è stato un brutto colpo per herm,
ma per fortuna in questi chap avrà un po’ di respiro dal terribile Draco!
Nonché dalla stronzissima Pansy…alla prossima tesoro! Grazie, un baci8
SweetChocolate: Non ti preoccupare ti perdono se non hai
recensito l’altro chap…^_*
Cmq niente mi fa più piacere che sapere che questa fic vi
incuriosisce…allora, saziata un po’ di curiosità con questo chap? Fammi sapere!
Grazie, baciottinerrimi!!!