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Autore: Kim WinterNight    21/08/2012    1 recensioni
Allora, premetto che ero titubante all'idea di pubblicare questa mia bacata produzione, ma mi sono detta che si può sempre provare, c'è sempre qualcuno che potrebbe apprezzare.
Detto questo, vi anticipo subito che i protagonisti saranno componenti di diverse band che amo, che si raggruppano in un'unica formazione chiamata 'Faithless' e che, tendenzialmente, non c'entrano niente gli uni con gli altri. In più, fanno parte del gruppo anche un artista italiano che proprio ci sta a fare come i cavoli a merenda, per intenderci, e una comune ragazza con un passato difficile.
Be', spero di avervi incuriosito.
Allora, leggete e ditemi cosa ne pensate, perché mi piacerebbe capire se sono completamente pazza oppure no, a scrivere certe cose!!!!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Innanzi tutto, feci visita alla famiglia Arrighi. Si trattava di due coniugi abbastanza giovani senza figli, perciò immaginai che per loro non sarebbe stato difficile trovare un’altra sistemazione alternativa a casa mia. Poi Giorgio – il ragazzo di Anna – che lavorava come avvocato in uno studio legale al centro di Milano, contattò mio padre e gli richiese il documento che attestava la mia proprietà della casa a Grosseto, poiché io avevo espressamente manifestato la mia volontà a volerci tornare.

Quella bestia aveva borbottato e imprecato contro il gentilissimo Giorgio, poi però era stato costretto a sottomettersi alla giustizia e dichiarò che avrebbe inviato il tutto via fax.

Tutto si concluse in maniera abbastanza rapida, nel giro di un mese il documento fu di mia proprietà e con tale attestato esercitai il mio legittimo rimpatrio in Toscana.

Tuttavia, aiutai i coniugi Arrighi a trovare una sistemazione, scoprendo che la fortuna sembrava essere dalla mia parte. Infatti, i due si trasferirono in un appartamento in centro, meno costono dell’esorbitante affitto che mio padre pretendeva loro. Inoltre, la zona era la stessa in cui entrambi lavoravano, essendo proprietari di una cartolibreria.

Così, un mese e mezzo dopo, ero a casa, felice di aver ricevuto la proposta di lavorare alle dipendenze dei due coniugi.

Inutile dire quanto fosse felice la signora Adelina Giannini nel vedermi scaricare la mia roba dov’era sempre stata fino a due anni prima. Mi fece le feste come un cagnolino che aspettava con ansia il ritorno del suo padrone e questo mi irritò in maniera eclatante. Fui quasi sul punto di mandarla al diavolo, se non fossi stata una persona educata.

Per quanto riguarda i miei sentimenti, la situazione non era affatto cambiata: se durante il giorno ero entusiasta e occupata a servire i clienti della cartolibreria, la notte mi chiudevo a riccio sul mio letto e piangevo, sentendomi nostalgica e triste. Avevo combinato un sacco di guai e già mi mancava il sostegno che Anna mi aveva donato nel periodo in cui avevo vissuto a casa sua. Anche lei, però, aveva un lavoro e doveva rimanere a Milano a svolgerlo, non poteva star dietro alle mie stupide lacrime.

Più il tempo passava, più il vuoto nel mio petto cresceva inesorabilmente, trascinandomi in un oblio che mai e poi mai avrei saputo affrontare e sconfiggere. Mi ero premurata di gettare la vecchia scheda telefonica, proprio per evitare di essere contattata da Michele o da Matt.

Rimaneva però il mio indirizzo e-mail che avevo deciso di continuare ad utilizzare, poiché ricevevo aggiornamenti da diversi siti e non mi andava di eliminare tutto a causa di un triangolo amoroso che solo io mi ero creata.

Così, un bel giorno – per così dire – effettuai l’accesso alla mia casella di posta elettronica per controllare se ci fosse qualche novità interessante.

Mentre scorrevo i ventiquattro messaggi in arrivo (dalla quantita della posta non letta si può capire che non vi entravo spesso), uno di essi attirò la mia attenzione, raggelandomi il sangue nelle vene.

Risaliva a circa una settimana prima. Il mittente era Matthew Tuck. Non poteva essere, avevo vietato sia a lui che a Michele di cercarmi. E ora venivo a conoscenza del fatto che il mio volere non era stato rispettato.

Con lo sguardo fisso sullo schermo del portatile, cominciai a leggere ciò che Matt mi aveva scritto.

 

Cara Liz,

            so perfettamente che non avrei dovuto scriverti, ma è stato più forte di me.

Mi manchi, non immagini quanto. Non sai cosa darei per poterti riabbracciare.

 

Tuo, Matt

 

Rimasi per qualche minuto con la bocca spalancata, gli occhi sgranati e una mano premuta sul petto all’altezza del cuore, mentre un uragano di sensazioni mi travolgeva, trascinandomi in un universo a me sconosciuto. Matt aveva detto che gli mancavo. Peccato che non sapesse quanto lui mancasse a me. Avrei voluto cancellare quel suo messaggio, ignorarlo, magari avrei potuto addirittura evitare di leggerlo e cestinarlo soltanto perché proveniva da lui.

Eppure, rimasi là a rileggerlo all’infinito, incurante delle lacrime che mi offuscavano la vista, della gioia insensata che il sentirmi desiderata da lui mi provocava, del bisogno che sentivo di rispondergli o addirittura di prendere il primo aereo per Londra e raggiungerlo.

Invece, lessi centinaia, migliaia di volte quelle poche parole, in modo da imprimerle a fuoco nella mia anima.

Matt mi voleva.

E io volevo lui.

Ma sapevo già che non avremmo mai potuto stare insieme, non dopo tutto quello che avevo combinato, non dopo aver abbandonato i Faithless di punto in bianco.

Cosa dovevo fare?

Non ne avevo la minima idea. Mi sentivo un po’ come Tom Hanks nel film ‘Cast Away’: demoralizzata, sola, confusa, incapace di trovare una soluzione per abbandonare quell’isola triste e solitaria che era la mia sofferenza.

Scossi il capo, cercando di liberare la mente da quei pensieri dolorosi.

Decisi di spegnere il computer. Non volevo nemmeno cancellare l’e-mail di Matt, volevo soltanto smetterla di leggerla, anche perché ormai conoscevo a memoria ogni singola interpunzione, ogni singolo termine, ogni singola emozione legata ad ognuna delle parti dei brevi periodi che aveva inciso in quel messaggio digitale.

Prima di arrestare il sistema, però, decisi che avevo qualcosa di importante da affrontare: dovevo sapere com’era andato lo spettacolo dei Faithless come gruppo spalla dei Metallica, dovevo venire a conoscenza della nuova formazione, dovevo saperne di più su di loro. Avevo rimandato per troppo tempo quel momento. Ma ora potevo affrontarlo, dopo aver accettato di leggere le parole di Matt, non mi restava che completare l’opera in bellezza.

Digitai alcune parole sul motore di ricerca e attesi che comparisse la lista dei risultati. Aprii il sito ufficiale dei Faithless e la foto del gruppo mi si parò davanti agli occhi, trafiggendoli.

Sulla destra, il primo a spiccare con un sorriso smagliante era Max, accanto a lui c’era Joey che faceva le corna, poi Michele che osservava l’obiettivo con espressione seria; al suo fianco, Matt aveva assunto un’espressione da duro, mentre Janne rideva, come se qualcuno dei presenti avesse appena fatto una battuta.

E accanto a lui, con gli occhi più tristi di questo mondo, vi ero io, persa come al solito nei miei pensieri.

Infine, Serj posava rilassato, con una mano sulla mia spalla e l’altra posata sul petto, mentre un lieve sorriso gli increspava le labbra.

Mi sentii invadere da un amore incondizionato per ognuno di loro, come se tutto quello che era successo nei mesi precedenti avesse improvvisamente cessato di esistere. Fu come trovarmi lì a posare insieme a loro. Non mi importava che la mia espressione fosse malinconica, sapevo soltanto che ricordavo il momento in cui quell’immagine era stata scattata e sapevo che, allora, mi sentivo a casa, protetta dalla mia vera famiglia.

Mi riscossi e scesi con il cursore a leggere i post della timeline.

L’ultimo risaliva proprio al giorno della mia partenza.

 

5 settembre 2012, ore 19:37

 

I Faithless annuciano che la batterista Elisa Rubini non potrà presenziare al live in cui la band si esibirà in apertura del concerto dei Metallica, il prossimo 3 ottobre.

Si spera che la musicista si rimetta presto in forze e che torni il prima possibile ad allietarvi con l’energia del suo strumento.

Intanto, sarà sostituita dal batterista Mike Luce, facente parte della band statunitense Drowning Pool.

Siete tutti invitati a partecipare all’evento!

 

Cosa? Dovevo aver letto male, perché non era concepibile che i ragazzi credessero che sarei tornata a suonare con loro. Ero stata chiara, avevo detto espressamente che sarei uscita dalle loro vite per sempre, eppure avevano comunque fatto di testa loro.

Tutti i buoni propositi riguardanti l’esito della serata con i Metallica andarono a farsi benedire. Sapevo che Mike Luce non aveva niente da invidiarmi, perciò potevo dormire sonni tranquilli da quel punto di vista.

Spensi il computer e mi andai a stendere sul letto.

I Faithless erano pazzi, completamente fuori di testa!

Non potevo ripartire per Londra come se niente fosse e scoinvolgere un’altra volta le loro vite.

Prima di scivolare tra le braccia di Morfeo, soltanto di una cosa fui certa: avevo sbagliato ad illudere Michele, poiché soltanto ora comprendevo che l’unico che avessi mai amato altri non era che Matthew Tuck.

Ecco perché dovevo rimanere in Toscana e lasciarlo andare.

Ecco perché decisi che avrei eliminato la sua e-mail.

Ecco perché non l’avrei degnato della minima risposta.

  
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