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Autore: nuccetta    22/08/2012    5 recensioni
A volte il destino ti porta ad incrociare strade che non pensavi di conoscere, ti porta in quei posti che non credevi esistessero, ti crea delle amicizie alle quali non rinunceresti mai, ti fa innamorare di uomini che spesso ti faranno soffrire. Mi chiamo Nina e questa è la mia storia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti, Zach Roerig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Nina

 

 

La luce del sole entra invadente nella mia piccola camera, un raggio mi accarezza fastidioso una guancia. Chi osa torturarmi così, di prima mattina?

Apro gli occhi a fatica, ovviamente non devo neanche darmi risposta. E' seduto sul mio letto, sorride soddisfatto, molto più bello di qualsiasi giornata di sole.

“Ti odio”. Come no!

“Il mattino ha l'oro in bocca, Nina”.

Ogni giorno la stessa storia. Non ho mai capito cosa ci trovi di così bello nello svegliarmi, tra l'altro (e caspita non ci avevo mai pensato), non devo essere proprio un bello spettacolo. Normalmente, i capelli sono talmente arruffati da poter sembrare un groviglio indistinto di sterpaglie, gli occhi sono talmente gonfi da fare invidia alle palline da golf e le labbra diventano dei piccoli canotti galleggianti. Decisamente non devo essere un bello spettacolo.

Eppure li sembra non farci caso, qualche giorno fa ha addirittura dichiarato che questo è il momento della giornata che ama di più, non sto nemmeno a raccontarvi la mia reazione. Lui mi parlava ed intanto nella mia testa ero già vestita di bianco e correvo verso l'altare. Secondo me, ama questo momento, giusto perchè si diverte a vedermi in queste situazioni, gli devo sembrare una sorta di clown. Vai, Nina tu sì che hai le carte in tavola per vincere.

So che potrebbe sembrare strano aggiungere questo piccolo particolare, ma mi sembra d'obbligo: in tutto questo, Ian che mi sveglia al mattino, io che con la fantasia sono già in viaggio verso un'isola deserta con lui, i miei pensieri poco casti a riguardo... io sono ancora stra-maledettamente-fidanzata.

Certo, riesco a trascorrere più tempo con il mio bell'attore che con il mio fidanzato, sicuro non per mio volere (oddio, mi si sta allungando il naso).

In tutto questo tempo in cui ho dato vita ai miei pensieri più strampalati, Ian è rimasto lì, con un sorriso da ebete stampato in faccia, semplicemente a fissarmi.

“Ora che ti stai svegliando un po', potresti anche perdonarmi”.

Gli mostro i denti in una smorfia decisamente forzata, poi gli servo una bella linguaccia e mi faccio più in là per permettergli di sdraiarsi al mio fianco.

Sono giorni che ripetiamo questo gesto, eppure non mi ci sono ancora abituata. Posso farlo con naturalezza con Josef, con David, con Alex, forse addirittura con Matt, ma non con lui. Non è naturale trattenere il respiro ogni volta che involontariamente la sua mano sfiora il mio corpo e, ancora peggio, non è naturale desiderare che quel tocco si faccia più prepotente sopra di me.

Fortunatamente la sua voce, allontana da me questi brutti pensieri. Brutti... è più questione di punti di vista.

“Cosa ha in serbo per noi, questa stupenda giornata estiva?”.

Affondo il viso nella sua scapola. “Tanta nanna”.

“Ma come tanta nanna, Nina? Forse tu non te ne sei resa conto, ma sono le undici del mattino?”.

“E ti sembra tardi?! E comunque aggiungici pure i cinque minuti trascorsi da quando sei entrato in camera”.

“Sono allibito. Non pensavo che voi ragazzine foste così piene di vita”.

Faccio finta di niente, ma ogni volta che mi chiama ragazzina, sento una strana fitta allo stomaco. So che il suo è un modo carino di dimostrarmi il suo affetto, ma questa parola proprio non la digerisco. Sarà per la tenerezza che ci mette da farmi sentire davvero una bambina, sarà perchè i dieci anni di differenza che ci dividono ci sono e si sentono, sarà perchè posso metterla come voglio, ma io davvero sono una ragazzina. Almeno fino a quando troverò il coraggio di dimostrare il contrario.

“Scusami tanto nonnino, quasi dimenticavo che andando in là con l'età, la voglia di dormire passa”.

Rido divertita, pregustandomi già la sua reazione, sembra non esserci ancora arrivato, poi una luce strana illumina il suo bellissimo viso.

“Partendo dal presupposto che come battuta è pessima, adesso te lo faccio vedere io il nonnino”.

Euforico e scorretto, mi colpisce sul mio punto più debole... il solletico.

Inizio a dimenarmi nel letto, più di una volta rischio di cadere per terra. Mi inizia a mancare il respiro, mentre scalcio come un cavallo imbizzarrito. Un paio di volte riesco anche a colpirlo, rubandogli qualche ahi di dolore. Hai visto cosa ti fa questa ragazzina?

Continua spudoratamente, aumenta anche l'intensità, non riesco a trattenere le lacrime dal forte ridere. Senza volerlo, mi viene istintivo darmi uno slancio e prima ancora che io possa accorgermene, lui mi accoglie tra le sue braccia.

I suoi occhi sono ad una distanza minima, riesco a cogliere le venature più chiare delle pupille. Sorride ed io devo prendere un respiro per non rubare quegli ultimi millimetri che ci dividono.

“Non sei così leggera come sembri”.

Ecco svelato l'arcano, solo ora realizzo di non essere al suo fianco, ma di avere adagiato tutto il mio dolce peso sul suo caldo corpo. Arrossisco. Il calore invade non solo le mie guance, ma anche tutto il resto,l o sento penetrare fino a dentro.

“Scusami”. Faccio per allontanarmi, ma lui mi trattiene. “Non ti ho detto di andare via”.

Ok, ora credo di aver dimenticato come si respiri, urge un corso accelerato.

“Sei bellissima, lo sai?”.

Non gli rispondo, mi lascio trasportare da quel vortice di emozioni, vorrei poter assaporare il suo profumo frizzante, vorrei divorare le sue labbra e non pensarci più.

Sento un rigonfiamento sotto il mio bacino, segno evidente del suo desiderio per me.

Le nostra labbra si sfiorano ed il mio cuore accelera il suo andare, sento che niente intorno a me ha senso, esistiamo io e lui, nient'altro.

Sto già chiudendo gli occhi per abbandonarmi a quel possibile bacio, quando il suo volto entra maleducato nella mia testa. Julian. E' tutto sbagliato, ancora tutto irrisolto, non posso farlo. So che mi prenderete per scema, so che sto per bruciare l'occasione di una vita, ma proprio non posso. Io non sono quel genere di ragazza e, per quanto la nostra storia abbia perso il suo senso, non posso fargli questo.

“Non possiamo”. Esce più un urlo, che un'affermazione. Mi guarda sorpreso, ma comprensivo. Mi alzo immediatamente, cerco di sciogliere subito quella situazione così intima, anche perchè non so quanto ancora potrei resistere.

Inizio a piangere a dirotto, temo di non riuscire più a smettere. Ian mi afferra per le spalle e mi stringe dolcemente.

“Non piangere, Nina. Va bene così, non è successo niente”.

“Come fai a dire che non sia successo niente? Dovrei poter vivere la mia vita come meglio credo, godermi le emozioni che mi riserva e invece sono incatenata in una sorta di limbo...e tutto questo perchè sono una codarda”.

“Non sei una codarda, sei semplicemente una ragazza onesta”.

“Se fossi onesta come dici te, non mi ci sarei neanche ritrovata in questa situazione, avrei cercato di allontanarti già tempo fa”.

“Basta chiederlo, se vuoi starmi lontana, non ti ostacolerò più”.

Inizio a scuotere nervosamente la testa. Non ha capito niente, come fa a non accorgersi di ciò che provo per lui, di come le mie guance si colorano quando lo vedo, di come il mio cuore inizia a battere quando i nostri sguardi si incrociano.

“Sto rinunciando a ciò che voglio, solo perchè non sono in grado di chiudere una storia”.

“E' una storia di cinque anni, Nina. E' normale non riuscire a cancellare tutto dall'oggi al domani”.

“Devo farlo”.

“Non posso essere io a dirti cosa fare e cosa no”.

Mi asciuga le lacrime con le mani, un'altra volta mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi, nella fragranza inebriante del suo profumo. Mi sorride.

“Se mi vorrai vicino io ci sarò, anche solo come amico. Adesso preparati che andiamo a fare una passeggiata”.

Inizia ad avvicinarsi alla porta, poi si blocca di scatto.

“Non pensarci più. Dimentichiamo questa storia e torniamo a goderci la nostra amicizia. E' stato meglio così, fidati di me”.

Esce. Lui va via ed io rimango ai miei pensieri, a quell'ultima sua frase. E' stato meglio così? Come può dire una cosa del genere? Come può credere che tutto si possa risolvere così? Ci stavamo per baciare, e se non vado errata c'era anche lui in quel momento, riuscivo ad avvertire non solo la mia di eccitazione, ma anche la sua.

Però forse, ha ragione lui, tra di noi non c'è storia. In fin dei conti lui è un uomo ed io sono solo una ragazzina.

 

 

 

 

Pov Ian

 

Siamo stati davvero bravi. Abbiamo trascorso una giornata come le altre, non ci siamo lasciati condizionare da ciò che è successo oggi tra noi.

Eppure il ricordo mi logora dentro, pensare a ciò che non è stato e a ciò che avrebbe potuto essere è come un pugno dispettoso nel petto.

Ci siamo appena seduti a tavola, ma già avrei voglia di alzarmi e andarmene a dormire. Di sicuro la presenza di Julian che tiene la mano di Nina, non giova al mio umore nero.

“Stavo quasi pensando che domani potremmo partire per la Florida”. Ancora una volta Torrey e le sue manie di grandezza, come se la Florida fosse qui dietro l'angolo, in fin dei conti ci vogliono solo quindici ore di volo, questo è ciò che succede quando non si hanno problemi di soldi.

“Io ci sto, solo ovviamente se viene anche Ian”.

“Mi è venuta un'idea, se per voi non è un problema, i miei hanno una casa a Jacksonville, proprio vicino ad una delle spiagge più belle. Potremmo andare lì. Sono comunque quattordici ore di volo, ma almeno non dobbiamo sbatterci per cercare un villaggio. Ovviamente l'invito è esteso anche a voi”.

Guardo Nina e Julian, ,a in testa mia vorrei rimangiarmelo quell'invito, ma non posso fare altrimenti. Torrey non accetterebbe mai di non portarsi dietro sua sorella e Julian è un effetto collaterale necessario ed inevitabile.

Nina ha lo sguardo assorto nel nulla, a quanto pare l'idea non va a genio neanche a lei, Julian è diventato tutto rosso e trova fatica a formulare una frase.

“Io, beh... sono sincero, mille e rotti euro di volo proprio non posso permettermeli”. Mi dispiaccio un po' per la sua situazione economica (da quanto mi ha detto Nina, può a malapena permettersi di pagarsi gli studi), ma tiro subito un sospiro di sollievo.

“Beh, Nina, tu ci sei ovviamente?” . Un giorno di questi devo davvero congratularmi con Torrey per la sua predisposizione a parlare sempre nei momenti più opportuni. Davvero un genio! Quasi come dire: poverino tu che sei povero!

“Ci sarò”. E' questione di un attimo, quelle due parole pronunciate timidamente, portano con loro una tempesta. Julian inizia ad agitarsi, riesco ad avvertire la rabbia nella sua voce.

“Certo, per Nina non ha nessuna importanza stare dieci giorni lontano dal fidanzato. Ma poi, non so se qualcuno se l'è mai chiesto, lei ha davvero un fidanzato?”.

Nina lo guarda sbalordita, o forse più imbarazzata, immagino non sia piacevole discutere con il proprio ragazzo di fronte a tutta la famiglia, padre compreso. Ed ' proprio a lui che cattura il mio sguardo, sta fulminando Julian con la sola forza del pensiero. Ora capisco perchè non deve amarlo alla follia, da quanto vedo è una gran testa calda. So che non dovrei, ma sento una leggera soddisfazione in tutto questo.

“Se avete voglia di litigare, quella è la porta. Noi qui dobbiamo mangiare”.

La voce gelida di Liberty colpisce in pieno viso la giovane coppia, dopo di che Nina si alza ed invita Julian a seguirla in salotto.

La porta chiusa ed il vociare forzato di Devon e Michaela non bastano a coprire il volume delle loro voci.

“Io faccio quello che voglio, ti è chiaro? Non sei mio padre, né mia madre, ergo non decidi tu dove devo o non devo andare”.

Anche se ultimamente sembri essertene dimenticata, io e te stiamo insieme, vorrei essere reso più partecipe della tua vita, se fosse possibile”. In questo non me la sento di andare totalmente contro Julian, se fossi al suo posto, reagirei allo stesso modo. In una coppia è giusto condividere tutto, poi che la tua ragazza arrivi a tanto così dalle labbra di un altro... quella è un'altra storia.

“E' facile vero per te? Siamo fidanzati quando ti fa comodo, quando non hai niente da fare, nessuno con cui parlare. Sai che ti dico, Julian?! La nostra storia è finita già da parecchio tempo, ma come due idioti, ne siamo rimasti attaccati. Non abbiamo lottato, anzi no, tu non hai voluto lottare. Mi hai sempre avuta ai tuoi piedi. Sapevi che in qualunque circostanza ti avrei seguito, non hai mai dovuto faticare per tenermi al tuo fianco. Ma adesso tutto cambia, tesoro. Da oggi, Nina non si fa più prendere per il culo”.

Inizio ad avere qualche problema di comprensione, pensavo che Julian fosse il ragazzo perfetto, forse un po' assente, ma comunque innamorato. Da quanto riesco a capire, invece, lei ha dovuto rincorrerlo, lui dava tutto per scontato. Che illuso, a me sono bastate due settimane per capire che Nina è tutto tranne che scontata. Forse merita tutto questo e forse avrebbe meritato anche il bacio di questa mattina. Ok, forse mi sto facendo un po' prendere la mano.

Cerco di concentrarmi sul discorso di Alex, mia madre mi ha insegnato che non è carino origliare le conversazioni altrui. Facile dopo aver ascoltato tutto ciò che mi interessava.

Mentre cerco di intervenire su una cavolata sparata da Paul, sento inavvertitamente il mio nome.

“E' per lui, vero? Provi qualcosa per lui?”.

“Che cosa c'entra Ian, adesso? Questo discorso riguarda me e te, basta”.

“Da quando è arrivato lui, tu non sei più la stessa. Sei più distante, meno affettuosa”.

“La nostra storia stava andando a rotoli anche prima del suo arrivo”.

“Quindi ammetti che sia stata colpa sua?”.

Tendo di più l'orecchio per ascoltare la risposta di Nina, la quale pero, con ogni probabilità, ha abbassato volontariamente la voce. Neanche il tempo di riportare la mia testa alla cena, che mi ritrovo sei paia di occhi puntati su di me. Forse arrossisco e questo assolutamente non è da me.

“Sai cosa ti dico, Nina. Va' da lui, creati una vita felice. E' bello, è ricco, famoso, piace anche a tuo padre. Cosa vorresti più dalla vita? Hai trovato ciò che aspettavi. Buttati, poi però quando lo troverai sui giornali e scoprirai che se la sta facendo con la tua migliore amica, non tornare da me a piangere”.

Vorrei andare di là, afferrarlo per la camicia e tirargli un un bel pugno in faccia. Non può permettersi di giudicare me, senza neanche conoscermi. Inoltre, sono sicuro che con Nina sarebbe completamente diverso, non troverei il coraggio di tradirla con nessuno, lei incarna tutto ciò che io cerco in una donna.

Il rumore di una porta che si chiude. Aspetto che qualcuno si alzi per raggiungerla, inizio a guardarmi intorno, titubante sul fare il passo o meno.

“Ian, va' tu da lei. E' di te che ha bisogno ora”. Alex mi guarda sicuro delle sue parole. Mi fido di lui, in fin dei conti è il suo gemello, chi meglio potrebbe conoscerla.

Mi precipito nel salotto, ma lei non c'è già più. Sospetto sia in camera sua a piangere. Passo in cucina, cerco nel freezer la vaschetta di gelato che abbiamo cominciato ieri sera e raggiungo il più velocemente possibile la sua camera.

 

 

 

Pov Nina.

 

Bussano. In questo momento non ho proprio voglio di parlare con nessuno. Dopo cinque anni, sono riuscita a prendere coraggio e mandare a rotoli questa storia che ormai stava diventando solamente una farsa.

La persona fuori dalla mia camera sta diventando parecchio insistente, lo conferma il fatto che sta continuando a battere il pugno contro la porta, senza dedicarsi neanche una pausa.

Prima di invitare ad entrare, faccio un unico pensiero: che almeno sia lui. E' l'unica persona al mondo che ho voglia di vedere, l'unico che capisca davvero i miei stati d'animi... l'unico che mi conosce, senza in realtà conoscermi davvero.

“Avanti”.

La porta si spalanca, il suo viso si fa strada da dietro lo stipite, una mano esce mostrando la vaschetta di gelato. Decisamente lui mi conosce meglio di chiunque altro.

“Io e il gelato vorremmo entrare... sai, abbiamo una missione”.

Sorrido tra le lacrime e, proprio come questa mattina, mi sposto verso destra per lasciargli posto. Tira fuori due cucchiaini ed iniziamo a mangiare. Non mi chiede niente, non mi fa domande, aspetta che sia io a sfogarmi, liberamente, senza costrizioni. Tra le qualità che amo in lui, prima fra tutte padroneggia proprio la capacità di ascoltare.

Decido di dargli il contentino, dopo tutto ciò che ha fatto per me, è dovere.

“Ci siamo lasciati”.

“Lo avevo intuito. Non avete fatto molto caso al tono di voce”. Me lo aspettavo, più volte gli ho fatto segno di abbassare la voce, ma non ne ha voluto sentire ragione. Di conseguenza, anche io ho alzato parecchio i minimi e si è conclusa, come si è conclusa.

“Già, questo lo immaginavo. Comunque è meglio così, non si sarebbe conclusa bene questa storia. Avrei dovuto svegliarmi già anni fa, ma ero troppo piccola e stupida per capirlo”.

Continua a non parlare, il suo sguardo però mi invita a continuare. E' l'ultima persona a cui dovrei raccontare questi aneddoti della mia vita, ma non riesco a farne a meno: con lui mi sento veramente me stessa.

“Quando ci siamo messi insieme lui era diverso. Era più dolce, più presente, più accondiscendente. Con lui stavo bene, non avevo problemi, non facevo altro che bearmi di quella meravigliosa storia. Mi divertivo ad osservare gli sguardi invidiosi delle mie compagne di classe e morivo di gelosia quando qualcuna gli sguardi li dedicava a lui. Eppure, Julian aveva solo occhi per me.

Facevamo una bella coppia, condividevamo le passioni, gli hobby, gli amici. Insieme a loro abbiamo fatto innumerevoli cose, ci divertivamo.

Poi, ha iniziato a cambiare, è diventato geloso, possessivo. Ha iniziato ad allontanarsi da tutti, spesso mi ritrovavo ad uscire con il nostro gruppo senza di lui, una volta aveva mal di testa, un'altra era stanco, l'altra ancora voleva godersi una serata con me. Ma non ti aspettare attimi di passione e romanticismo, la nostra serata insieme consisteva in una pizza d'asporto e la partita in tv. Comunque non mi sono mai lamentata, ho sempre rispettato le sue decisioni ed i suoi spazi.

Poi un giorno, se n'era tornato a casa, era nervoso, arrabbiato. Senza un motivo effettivo o sensato, aveva iniziato a prendersela con me, mi aveva dato della poco di buono, diceva che me la facessi con i miei compagni d'università. Arrabbiato, infuriato e geloso, mi ha tirato un ceffone in pieno viso”.

“No!”. Sorrido all'affermazione di Ian. Come potrebbe lui capire un gesto del genere? Non è abituato a comportarsi così, da quanto mi aveva raccontato gli era capitato una sola volta al liceo, aveva pestato a sangue un ragazzetto più grande perchè aveva dato della cicciona a sua sorella.

Senza volerlo, sfioro la guancia che ha ricevuto lo scontro con la mano di Julian, se mi ci concentrassi un po' di più, ne sono sicura, sentirei ancora la sua presenza.

“Da quel giorno qualcosa si è incrinato, nulla è stato più come prima. Continuavamo a stare insieme, ma c'era qualcosa di diverso, lui era diverso.

Ora puoi capire anche il motivo per cui la storia di Matt mi è entrata dentro più del necessario. Trovare qualcuno che ti corteggi in quel modo, con quella intensità non è facile, soprattutto in quel periodo delicato, dove per sentirti dire anche solo sei bellissima devi ritrovarti in un letto. Ciò nonostante gli sono sempre stata fedele, non mi sarei sentita corretta a fargli un torto del genere, forse era più un non abbassarmi al suo livello, non volevo essere come lui.

Adesso sono pronta per una nuova vita e voglio iniziarla nel miglior modo possibile”.

“Allora ti considero dei nostri, per il viaggio di domani?”.

“Assolutamente sì”.

“Dunque sarai tutta per me per più di una settimana?”.

“Deduco di sì”. Mi stringe tra le braccia, avverto la felicità nella sua voce, mi avvicino di più al suo corpo, come a cercarne il calore. Vorrei tornare a questa mattina, ricreare la situazione giusta, non sprecare quell'unica opportunità. Purtroppo è andata come è andata, e indietro non posso tornare.

Ian si alza dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte. Capisco che ha il timore di spingersi troppo avanti, ha ormai convenuto che tra noi deve esserci solo un'amicizia e così sarà. Non è uno che ama cambiare facilmente idea.

“Ci vediamo domani mattina. Fatti trovare pronta alla sei”.

Lascio che si allontani. Vorrei non farlo, ma è più forte di me, involontariamente lo fermo.

“Ian...”. Sussurro il suo nome, l'imbarazzo si fa strada dentro di me.

“Ti andrebbe di restare qui con me, questa notte?”.

Sorride beffardo alla mia richiesta. “C'è tuo padre sotto. Ho paura di ritrovarmi senza un arto”.

“Finiscila, lui ti adora. Se ne è accorto anche Julian”.

“Probabilmente si è arrabbiato più per questo che per il resto”.

Ignoro le sue parole acide verso Julian. “Allora resti, sì o no?”.

Mi guarda dubbioso per un attimo. Poi si avvicina nuovamente al mio letto.

“Dai, piccola. Fammi spazio”.

Mi accoccolo tra le sue braccia e ci rimango tutta la notte, lasciandomi trasportare solo dalla scia indistinta dei nostri respiri, che risuonano all'unisono nel buio pesto della mia camera.

 

 

 

 

 

Ciao a tutte!

Finalmente Nina e Julian hanno rotto. Peccato non l'abbiano fatto prima, a quest'ora Nina si troverebbe con un principe azzurro in più ed un amico in meno. Nulla è però perduto, questa è pur sempre una Nian quindi prima o poi qualcosa dovrà pur succedere. Aspettiamo di vedere cosa succederà durante questa vacanza in America.

Vi saluto e vi adoro!!!

 

p.s... non aggiornerò per almeno una settimana. Sono in partenza per Cipro e tornerò solo Giovedì prossimo. Fate le brave e non dimenticatevi di me.

  
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