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Autore: alaisse_amehana    22/08/2012    2 recensioni
C’è qualcosa di strano in me.
L’ho sempre saputo. Non è una cosa di cui si possa parlare. Non che debba vergognarmene, almeno non credo. E’ solo che non posso spiegarlo. Non più di quanto posso spiegare cosa c’è nella mia testa. Per quanto mi sforzi, le parole sono insufficienti.
L’ho sempre saputo.
Quando la gente parla non capisce mai davvero cosa vuole dire l’altro.
Con le parole si possono creare così tante realtà alternative, ma queste realtà non potranno mai superare quelle presenti dentro ciascuno di noi. Io lo capisco bene.
Mi chiedo se sono l’unica.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Ho una buona notizia e una brutta... quella bella è che ho postato un nuovo capitolo (ma dai?), la brutta è che per circa tre mesi sarò latitante. No, la croce verde non è sulle mie tracce e non ho fatto nulla di illegale (mmmmh, credo), ma dopodomani partirò per un viaggio studio dall'altra parte del mondo (non è uno scherzo). Quindi, che dire? Grazie a tutti quelli che hanno seguito fin qui la storia! Probabilmente non riuscirò a postare nient'altro, ma cercherò di collegarmi per rispondere almeno alle recensioni.. 
Buon inizio scuola, per chi ancora ci va, e in bocca al lupo per gli esami, per quelli che fanno l'università. Per chi lavora... farò un minuto di silenzio in vostro onore.
Sayoonara!






Non è il suono stridulo della sveglia sul cellulare a strapparmi dal mondo dei sogni. Si tratta di un tonfo, seguito da un borbottio di protesta, e poi della consapevolezza che c’è qualcuno nella mia stanza. Qualcuno che non è mia sorella o i miei.
Mi metto a sedere di scatto sul letto, pronta a dar fondo ai polmoni in un urlo alla The ring quando nella penombra mi sembra di notare una sagoma famigliare.
< Blu?>.
Non riesco a trattenere l’incredulità, e nemmeno l’irritazione. Da quando la mia camera è diventata una stazione per tutti gli sciroccati del quartiere?
< Cha diavolo ci fai in camera mia?>.
Blu si alza in piedi con cautela, scavalcando un cumulo di vestiti.
< Morgana mi aveva detto che la tua camera sembra un accampamento profughi, ma credevo esagerasse come al solito> mi risponde, assolutamente fuori luogo. Deve essere un loro vizio di famiglia rispondere alle domande con cose che non c’entrano nulla.
< Ti ho chiesto che ci fai qui, non un parere sull’arredamento> ribatto.
< Ti manda Gabriele?>.
< Oh, no> dice Blu sollevando le mani al soffitto.
< Se lo sapesse si arrabbierebbe parecchio. Ha detto a tutti di lasciarti in pace>.
< E piombare nella mia camera alle…> guardo l’orologio e per poco non mi ingoio la lingua per l’impulso di mettermi a urlare.
< Sei di mattina! Questo sarebbe lasciarmi in pace? Potrei chiedere un’ordinanza restrittiva per una cosa del genere>.
Blu fa spallucce. Non mi prenderebbe sul serio nemmeno se avessi un bazooka da puntargli contro.
< Rilassati. Secondo me non sai nemmeno cos’è, un’ordinanza restrittiva>.
< Sì, che lo so> mi impunto.
< Va bene. Direi che non è la cosa più importante>.
< Giusto, perché deve esserci un buon motivo se ti sei scomodato a venire qui così presto, vero? Ti prego dimmi che c’è un buon motivo> cerco di mantenere un tono minaccioso, ma è difficile farlo mentre Blu mi guarda con il suo sorriso di superiorità.
Prima di andare a dormire mi sono dimenticata di oscurare le finestre, così nella stanza entra il debole chiarore dell’alba e dei lampioni ancora accesi. Riesco a vedere il suo viso immerso nel buio come se fluttuasse di fianco al mio letto. Un po’ inquietante in effetti. Accendo la lampada sul comodino. Va meglio. Indossa una tuta blu scuro, ed ecco spiegato perché prima vedevo solo la testa.
< Sì che c’è un buon motivo> dice sedendosi in fondo al mio letto. Vorrei fargli notare che non l’ho invitato  a mettersi comodo, ma ho la sensazione che sarebbe inutile.
< E quale sarebbe?>.
< Volevo fare un giro nel tuo universum> sorride.
Per un terribile momento ho il dubbio che si riferisca a qualcos’altro, poi mi ricordo che anche Morgana mi ha parlato del passare nel mio universum e tiro un sospiro di sollievo.
< Mi spieghi esattamente cosa significa?>.
< Beh, per venire fin qui sono dovuto passare per alcuni universum. E’ il modo più veloce che abbiamo per trovare qualcuno>.
< Continuo a non capire>.
Blu alza gli occhi al soffitto, come se non potesse credere che sia così stupida.
< Ci vorrebbe Gost> borbotta, prima di scrollare le spalle e ricominciare a spiegare.
< Sai già cos’è un universum, giusto?>.
Annuisco senza parlare. Non vorrei interrompere il filo del suo ragionamento. Non mi sembra incline all’insegnamento e spiegarmi una cosa tanto complicata sembra metterlo in difficoltà.
< Devi capire che ogni universum è collegato con diversi altri. Si tratta per lo più di quelli delle persone a noi più vicine, come parenti e amici. Gli universum sono legati come le persone nella vita reale, per questo si può passare da uno all’altro. Una volta entrati nell’universum della persona che cerchiamo ci basta uscire nel mondo reale, e voilà!> indica se stesso e poi la mia camera.
< Certo non è così facile, ma con un buon allenamento…>.
< Ferma tutto> lo interrompo.
< Quindi siete passati dentro di me? Come se fossi una specie di passerella?> non riesco a impedire alla mia voce di raggiungere acuti umanamente impossibili.
< Mi avete usato come una fottuta botola spazio-temporale?>.
Blu non ribatte finché non smetto di parlare per riprendere fiato.
< Uh, Gabriele l’ha detto che avresti potuto prendertela>.
< Lui l’ha detto, eh!>. 
< Sì, è per questo che ci ha proibito di venire da te>.
< Ma tu dovevi dare una sbirciatina al mio universum> dico sarcastica. Blu sembra non farci caso. Se gli avessi detto che era un piacere averlo nella mia stanza avrebbe avuto la stessa espressione di placida serenità.
< Non ti piacerebbe fare lo stesso?> chiede.
Sono già pronta a cacciarlo fuori a calci ma mi blocco.
< Che hai detto?>.
< Non ti piacerebbe vedere il tuo universum?>.
Proprio no! Non ne voglio sapere niente. E se assomiglia anche solo vagamente a quello di Silvia, preferisco restarmene al calduccio nel mio letto. Senza contare che tra poco più di mezz’ora devo prepararmi per andare a scuola.
< Non ci vorrà molto. Una sbirciatina veloce> mi punzecchia Blu.
Non mi interessa! Ho vissuto finora senza sapere dell’esistenza di universum e Occulti, posso andare avanti così. E che ci sarà mai di così interessante? Nell’unico che ho visto l’atmosfera non era per niente accogliente.
< Ogni universum è un mondo a parte. Non puoi giudicarli tutti in base a uno solo. Così come non puoi giudicare le persone basandoti su una sola>.
Va bene, forse un po’ sono curiosa, ma poco.
< E’ così facile entrarci?>.
Il viso di Blu si apre in un sorriso di vittoria. Lo sapeva dall’inizio che ce l’avrebbe fatta, ma non può fare a meno di sottolinearlo.
< Ehi, ci sono io. Con un professionista come me non corri rischi>.
Una parte di me desidera che qualcosa vada storto solo per poterglielo rinfacciare. Prende dalla tasca il suo aperio e poi una di quelle sfere argentate che ho già visto. Armeggia con entrambi per qualche secondo prima di rivolgersi di nuovo a me.
< Pronta?>.
< No. Fa qualche differenza?>.
Blu sorride e poi traccia un cerchio nell’aria con la sfera d’argento.
< Non molta>.
Sono le ultime parole che sento prima di essere risucchiata nel buio.

  
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